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Acqua 30

Acqua 30

Acqua 30

Ritratto di donna sott’acqua. L'obiettivo è quello di trasmettere la sensazione di sospensione, di assenza di gravità che si avverte immersi nell'acqua, che si traduce in un senso di libertà, di separazione dalle costrizioni che spesso siamo costretti a subire.  Il mezzo è stato scelto per realizzare i riflessi, le trasparenze e il suo movimento della figura e dell'acqua stessa. Rispetto ai ritratti, dove è evidente il tormento psicologico interiore del soggetto, attraverso quest’opera ho cercato di trasmettere una sensazione di libertà, serenità, anche se la sensazione di solitudine rimane. Tutta l'atmosfera è ancora intima e silenziosa ma ora è anche rilassata. Anche attraverso il colore blu cerco di far sentire all'osservatore la malinconia, ma in un'atmosfera serena. Circa il simbolismo rappresentato, acqua e donna rappresentano due facce della stessa medaglia.

Tecnica: olio su tela.

Anno di realizzazione: 2017.

Specifiche
Sorgente luminosa - Es.: Monocromatico, Bicromatico Policromatico
Supporto - Es.: Cornice, Piedistallo Cornice in legno
Genere - Es.: Fantasy, Natura morta, Religioso, Paesaggistico Acquatico
Soggetto raffigurato - Es.: Cavalli, Frutta, Gatti Donna sott'acqua
Tecnica - Es.: Olio su tela, Matita su carta Olio su tela
Stile dell'opera - Es.: Surrealismo, Cubismo, Astrattismo Realismo
Dati artista
Esperienza artista - Es.: Emergente, Esperto Esperto
  • Certificazione di autenticità
  • Opera numerata
  • Firma dell’Artista
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  • Dimensioni: 100cm x 0cm x 70cm

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Paolo
Paolo Terdich
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Artista di chiara vocazione internazionale, nato a Piacenza, dove attualmente risiede, dopo aver vissuto e operato in vari paesi esteri in Europa e in Africa.

Le sue opere, che sono state esposte in numerosi eventi nazionali ed internazionali, fra cui si segnalano, nel 2022, la partecipazione alla 59ma Biennale Arte di Venezia, nel Padiglione Nazionale di Granada e una sua personale a New York, sono state acquisite da numerosi collezionisti privati, gallerie, istituzioni d'arte.  Vari suoi dipinti sono stati acquisiti da numerosi collezionisti privati, gallerie, istituzioni d'arte. Diversi suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti in vari concorsi (ad es. il “Premio Arte”) e la sua attività è stata recensita e pubblicata in varie riviste e libri d'arte, incluso "Watercolor - Paintings by Contemporary Artists", in cui Terdich è l’unico l’artista italiano selezionato fra i 21 maestri dell’acquerello.

L’artista è inoltre fra i fondatori (nel 2011) del movimento artistico "Eoykos", composto da sei artisti italiani di espressione figurativa che, in equilibrio tra Surrealismo e Metafisica, intendono dimostrare che l’arte è ancora uno strumento di comunicazione privilegiato, che trasmette sensazioni ed emozioni universalmente leggibili.

Sebbene i suoi lavori siano spesso associati all'iperrealismo, l’artista non è particolarmente interessato alla mera rappresentazione del reale. La sua espressione è finalizzata, invece, a ricreare atmosfere che portino oltre il visibile, a penetrare nel mondo interiore delle emozioni. Attraverso la rappresentazione di un realismo surreale, che si sublima nel ciclo dedicato all'acqua, egli si pone l’obiettivo di proporre quadri che, per dinamismo compositivo e vivacità cromatica, comunichino infinite sensazioni di movimento, libertà, quiete, sospensione. L’utilizzo prevalente del colore blu, come simbolo di tranquillità e armonia, contribuisce all’equilibrio emotivo generato da tali lavori, trasmettendo serenità e relax. Egli si confronta così, con composizioni piuttosto complesse, con una delle sfide più difficili per un pittore: la resa dell'acqua, il racconto dello scintillio della luce su una superficie perennemente in movimento.

I suoi lavori sono stati presentati in varie trasmissioni televisive in occasione di alcune sue mostre in televisioni locali, quali: “Telelibertà”, “Telemilano”, “Gold TV7”, Telemilanopiùblu”, “Telemilano City”, “Canovi arte”. Si ricordano le ultime interviste del 2022: i. alla presentazione della sua opera “Acqua 43” alla 59ma Biennale Arte Venezia 2022, con lo storico e critico d’arte Siro Perin ( https://youtu.be/wzmXbHbgmls ), ii. a Story Time /Radio Canale Italia (https://youtu.be/w62KZcztI9A ), iii. Interview on AGR Press (https://www.agrpress.it/arte/conversazione-con-il-maestro-paolo-terdich-9807 ).

Le sue opere sono state inserite in 15 collezioni on line di Saatchi Art Gallery, dal 2013 al 2022:

Educazione

Il suo apprendistato e la sua maturazione artistica non seguono un iter classico. La sua vocazione inizialmente si manifesta attraverso un personale approccio al ritratto, eseguito soprattutto a grafite e a carboncino, in cui si evince il ruolo essenziale del disegno che costituisce, con pari dignità rispetto ai lavori ad olio, un passaggio determinante nel processo che porta al compimento delle sue opere. Il suo linguaggio pittorico viene, nel corso degli anni, raffinato attraverso un continuo processo di elaborazione e sperimentazione di tecniche e di stili differenti.

Collezioni

Le sue opere sono in possesso di diversi (una sessantina) collezionisti in Italia (tra gli altri, il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Muti, che possiede un suo ritratto realizzato dall’artista) e, soprattutto, all’estero.

Alcune sue opere sono esposte in permanenza nelle gallerie: “Saphira&Ventura Gallery di New York”,  “Spazio Rosso Tiziano”, “Atelier d’Arte”, “La Spadarina“ di Piacenza e “Flora Holland” di Naaldwijk (NL).

Il Monastero Mater Ecclesiae (Lagos Nigeria), ispirato dal Beato Papa Giovanni Paolo II, possiede due tele donate dall’artista.


Paolo Terdich conta circa 130, fra articoli, recensioni e critiche,  redatti, dal 2000 al 2022, da parte di circa 60, fra critici e storici d’arte, curatori, esperti e giornalisti specializzati, fra cui si ricordano: Fabio Bianchi, Giovanni Chiara, Leslie Dutcher, Guido Folco, Carlo Francou, Susanna Gualazzini, Eve Lemonidou, Paolo Levi, Elisa Manzoni, Patrizia Mazzei, Alberto Moioli, Liviano Papa, Alfredo Pasolino, Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi, Rosi Raneri, Caterina Randazzo, ecc.

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Artist of clear international vocation, born in Piacenza, where he currently resides, after having lived and worked in various foreign countries in Europe and Africa.

His works, which have been exhibited in numerous national and international events, among which we highlight, in 2022, the participation in the 59th Venice Art Biennale, in the National Pavilion of Granada and one of his solo shows in New York, have been acquired by numerous private collectors, galleries, art institutions. Various paintings by him have been acquired by numerous private collectors, galleries, art institutions. Several of his works have received awards in various competitions (e.g. the "Premio Arte") and his activity has been reviewed and published in various art magazines and books, including "Watercolor - Paintings by Contemporary Artists", in which Terdich he is the only Italian artist selected among the 21 watercolor masters.

The artist is also one of the founders (in 2011) of the "Eoykos" artistic movement, made up of six Italian artists of figurative expression who, in balance between Surrealism and Metaphysics, intend to demonstrate that art is still a privileged communication tool, which transmits universally readable sensations and emotions.

Although his works are often associated with hyperrealism, the artist is not particularly interested in the mere representation of reality. His expression is aimed, however, at recreating atmospheres that lead beyond the visible, to penetrate the inner world of emotions. Through the representation of a surreal realism, which is sublimed in the cycle dedicated to water, he aims to propose paintings which, for compositional dynamism and chromatic vivacity, communicate infinite sensations of movement, freedom, stillness, suspension. The prevalent use of the color blue, as a symbol of tranquility and harmony, contributes to the emotional balance generated by these works, transmitting serenity and relaxation. Thus, with rather complex compositions, he is confronted with one of the most difficult challenges for a painter: the rendering of water, the story of the sparkle of light on a perpetually moving surface.

His works have been presented in various television broadcasts on the occasion of some of his exhibitions on local televisions, such as: “Telelibertà”, “Telemilano”, “Gold TV7”, Telemilanopiùblu ”,“ Telemilano City ”,“ Canovi arte ”. The last interviews of 2022 are remembered: i. at the presentation of his work “Acqua 43” at the 59th Venice Art Biennale 2022, with the historian and art critic Siro Perin (https://youtu.be/wzmXbHbgmls), ii. a Story Time /Radio Canale Italia (https://youtu.be/w62KZcztI9A ), iii. Interview on AGR Press (https://www.agrpress.it/arte/conversazione-con-il-maestro-paolo-terdich-9807 ).

His works have been included in 15 Saatchi Art Gallery online collections, from 2013 to 2022:

Education

His apprenticeship and his artistic maturation do not follow a classic process. His vocation initially manifests itself through a personal approach to portraiture, executed above all in graphite and charcoal, in which the essential role of the drawing is evident which constitutes, with equal dignity compared to the oil works, a decisive step in the process that leads to the completion of his works. His pictorial language is, over the years, refined through a continuous process of elaboration and experimentation of different techniques and styles.

Collections

His works are in the possession of several (about sixty) collectors in Italy (among others, the conductor Maestro Riccardo Muti, who owns a portrait of him created by the artist) and, above all, abroad.

Some of his works are permanently exhibited in the galleries: "Saphira & Ventura Gallery in New York", "Spazio Rosso Tiziano", "Atelier d'Arte", "La Spadarina" in Piacenza and "Flora Holland" in Naaldwijk (NL) .

The Mater Ecclesiae Monastery (Lagos Nigeria), inspired by Blessed Pope John Paul II, has two canvases donated by the artist.

Paolo Terdich has about 130, including articles, reviews and criticisms, drawn up, from 2000 to 2022, by about 60, including critics and art historians, curators, experts and specialized journalists, including: Fabio Bianchi, Giovanni Chiara, Leslie Dutcher, Guido Folco, Carlo Francou, Susanna Gualazzini, Eve Lemonidou, Paolo Levi, Elisa Manzoni, Patrizia Mazzei, Alberto Moioli, Liviano Papa, Alfredo Pasolino, Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi, Rosi Raneri, Caterina Randazzo, etc.

Uno, ma trino

di Rosa Di Pieria

Quale fulcro indiscusso dell’esperienza artistica di Paolo Terdich emerge dirompente la precisione nei dettagli, che trascinano, come una forza motrice, nell’agglomerato delle cellule dei finissimi soggetti. L’operato di Terdich è tendenzialmente finalizzato a risolvere strutture realistiche ed iperrealistiche; queste ultime elaborate con preziosi oggetti su tavoli, a preservare un’eleganza immanente anche nella narrazione più tipicamente realistica, quantunque il termine “tipico” non si addice alla personalità creativa di Terdich. A novero della corrente realistica presceglie l’acqua e i soggetti acquatici, ove per contro è tale la sua meticolosità rappresentativa della figurazione anatomica, della fissazione oggettistica, della cromatica coi suoi contorni e profondità dei pieni, delle sfumature e dei riflessi ed ombre, nonché del rispetto spazio-tempo, da poter apparire iperrealistico. Egli, che non si limita a ritrarre la scena nel solo quotidiano, presta attenzione anche alla teatralità dell’opera. Nelle spesso sinuose superfici di quegli episodi traspaiono difatti una moltitudine di quesiti - oltre a una innata potenza comunicativa – lasciata valere perfino nelle scene più quieti. Ciò è l’espressione di rimostranze affiorate dal subconscio. Sebbene le membra dei soggetti nuotatori possano apparire, oltreché espressive, come tagliate, frammentate e cambiate in altro, altresì deforme, per effetto delle distorsioni acquatiche, Terdich semplicemente è teso a drammatizzare l’azione cinetica del soggetto col circostante. L’equilibro cromatico gioca inoltre un ruolo fondamentale nei dipinti conformi al contesto d’acqua, metafora di una rinascita spirituale: è proprio quell’acqua dai toni blu traslucenti contrastati dagli scuri ad evocare la purezza di una matrice, di una rigenerazione dello spirito e del corpo. Riflettendoci, il semplice atto d’immersione è di per sé un ritorno alle origini.

Ciascun soggetto, dalle energiche bracciate, più volte ripreso a rappresentare il moto sequenziale del nuotare trova talvolta armoniosa intuizione unificatrice fra un realismo “spinto” e il futurismo. La scrupolosa e indagatrice realizzazione del realismo di Terdich potevano lasciar presagire anzitempo il riversamento nell’episodio futuristico, giacché entrambi gli stili si prestano allo scrutamento visivo dello scibile, ovvero dei pieni che occupano il tempo e lo spazio, determinandone il moto e dunque l’essere. Un tempo e uno spazio si annullerebbero, a cagione dell’inesistenza degli oggetti se privati del proprio riflesso. E’ difatti nel riverbero rappresentativo degli oggetti (soggetti e componentistica vicina) che l’autore pittorico vede il proprio Sé vibrazionale, tanto più scandire automaticamente un tempo e uno spazio interiori. In siffatta accezione, l’artista ha investitura spettatoriale esclusiva, prima di schiudere la scena ultimata al riflesso/comunione della diversità collettiva. 

L’indole palesemente poliedrica coniugata alla penetrante intelligenza artistica conduce il presenziante nelle profondità di una remota memoria, percettibile grazie alla centralità della figura, la quale, evocando smarrimento e gaiezza per le copiose boccate d’aria, sono indicatori di pace e risolutezza; viceversa, sarebbero motivo di riversamenti claustrofobici in virtù delle medesime immersioni.

Perseverando entro le proprie distintive attitudini fantastiche contraddistinte da fattori coerentemente edificanti all’opera, Terdich abitua il ricevente alle novità tipiche di costruzioni a matrioska ed assurge a mago allorquando nell’opera  “Acqua 50”, ove dalla consecutio futuristica delle ordinate dinamicità del corpo, ferma paradossalmente un essere realistico, non interpretabile, per di più affine al contesto marino, ossia un granchio in acqua veduto dall’alto. In tale contesto lo vediamo legare con rapida intuizione, ed altresì rada fascinazione, realismo, futurismo e creature parallelistiche arcimboldiane.


-          Fabio Bianchi, su Libertà: “Il pittore piacentino Paolo Terdich espone alla prestigiosa Biennale”, 10th September 2022.

“Un dipinto è stato selezionato dai galleristi di Saphira and Ventura gallery di New York”.

“Venezia. Il pittore piacentino Paolo Terdich ha avuto una grande intuizione: ha ripreso e valorizzato, sui generis, la figurazione pittorica, dapprima sospesa fra istanze realistiche, post-realistiche e iper-realistiche, che però confinata in ambiti spesso descrittivi. Terdich ha invece introdotto una variante storica nei contenuti, ma leggera e freschissima nella traduzione iconografica: la figura immersa nell’acqua. I suoi nuotatori hanno negli anni ottenuto crescente successo soprattutto presso galleristi americani. Gli stessi che espongono suoi quadri della serie “Acqua” alla prestigiosa “Biennale di Venezia. Esposizione internazionale d’Arte (59esima edizione)”, cioè Saphira and Ventura gallery di New York.

Un dipinto (Acqua n. 5) è stato selezionato, mentre un altro (Acqua 46) è stato donato dal pittore all’asta benefica organizzata dall’associazione “Better World” e dalla “David Lynch Foundation”, madrina l’attrice Sharon Stones, nell’ambito della Mostra del cinema in corso.

Le tele con uomini immersi nell’acqua simboleggiano un desiderio di rinascita e di purificazione interiore rappresentato - cristianamente – dal Battesimo; hanno valenze anche psicologiche: il fuoco accende, l’acqua spegne; contengono un forte dinamismo legato spesso al viaggio, quasi un viatico al cambiamento; non scordiamo l’aspetto ludico e rilassante, l’acqua come riavvicinamento alla natura e la riconquista ecologica, anche un’idealizzata resilienza. I nuotatori di Terdich sono dunque un’originale innovazione nei densi e vivaci azzurri, un arricchimento visivo ben oltre la Pop Art evitando altresì le eccentricità soprattutto cromatiche della tanto decantata New Figurative Painting.”.

-       Fabio Bianchi, on Libertà: “Paolo Terdich in mostra a New York con “Acqua”, simbolo di rinascita”, 26th July 2022.

“Il pittore piacentino espone i suoi nuotatori iperrealisti alla Saphira & Ventura gallery”.

“Piacenza. Forse è il destino degli artisti, ma alcuni performer sono più famosi lontano dalla città natia. Come il pittore Paolo Terdich, fino al 27 luglio alla Saphira & Ventura gallery di New York con le tele del ciclo “Acqua”. Terdich ha già collaborato con questa galleria fra le più importanti della Grande Mela, continuare indica stima e convenienza. Le opere di questo ciclo raffigurano nuotatori immersi nell’acqua e, concepito anni fa, è tuttora apprezzato.

La cultura pittorica figurativa è criticata, ma Terdich vi infonde significati reconditi fra varie chiavi di lettura: il nuotatore è metafora delle quotidiane difficoltà di vita e lavoro; i corpi si contaminano con le onde in un misterioso equilibrio.

Terdich appartiene al Movimento “Eoykos”, nato per rivendicare, tra Surrealismo e Metafisica, dignità alla figura. Per Terdich “i nuotatori sono testimoni della loro dissoluzione, la loro coscienza si rompe e si disintegra”: acqua come simbolo di vita, di rinascita e di purificazione.

Nota tecnica: i pragmatici galleristi americani hanno proposto fruizioni differenziate delle sue opere; nel “phygital” (neologismo di physical e digital) la curatrice Alcinda Saphira mostra sia le tele che la visione NFT (Non Fungible Token) su pannelli-screen digitali.

Il ciclo “Acqua” ci ricorda allora l’attualità della pittura di figura che, se abbinata a istanze religiose o filosofiche, esprime ancora forti concetti.”.

-       Riccardo Tonna, su Il Nuovo Giornale: “Paolo Terdich, il pittore dell’acqua, alla Biennale di Venezia”, 4th July 2022.

“Acqua 43” è il nome dell’olio su tela, realizzato da Paolo Terdich, presentato il 1° luglio, al Padiglione Nazionale Grenada, della 59ª Biennale di Venezia Arte, dove il noto artista del panorama internazionale, davanti ad un pubblico di esperti, ha parlato dei suoi studi pittorici sulla tematica dell’acqua.

Paolo Terdich è un pittore piacentino di notevole esperienza, le cui opere sono state presentate in mostre e collezioni di gallerie a livello internazionale. “Rendere visibile l’invisibile” è la peculiarità dell’artista che riesce a trasmettere, nei suoi lavori, anche l’intimità e la solitudine umana. Alla fine, Terdich sa eseguire delle opere che manifestano un senso di pace interiore, immerse nell’ambiente dell’acqua, vista come elemento rilevante di nascita primordiale, di ricerca di luce, verso una dimensione di conoscenza della verità o dell’insondabile.

 

Acqua 43: un’opera suggestiva

 “La scelta del quadro Acqua 43 - afferma Terdich - è legata alla sua affinità con il tema scelto dai curatori per il progetto del padiglione Grenada di Venezia “An unknown that does not terrify”.

In effetti, nell’ambito della serie “Acqua”, quest’opera è piuttosto singolare e la sua particolarità risiede nel taglio fotografico che la contraddistingue. La figura è rappresentata solo parzialmente, in obliquo e in primo piano, diventando un elemento fortemente caratterizzato e non facilmente definibile ad un primo colpo d’occhio. Tale composizione e la sua integrazione con il mezzo che lo contiene, vuole trasmettere un senso di confinamento positivo, di protezione, in un’atmosfera serena e libera in assenza di peso. Tutto il contesto del quadro - precisa il pittore piacentino - è intimo e silenzioso con il soggetto che trasmette rilassatezza e divertimento. Lo sfondo fornisce dinamismo alla composizione, con la figura, che si rispecchia, frammentata sulla superficie dell’acqua e con le molteplici rifrazioni e riflessioni riprodotte. Il quadro invita a “riflettere” sul fatto - puntualizza Terdich - che noi veniamo spesso compresi solo parzialmente e che abbiamo una parte profonda più complessa, talvolta oscura, di non immediata comprensione. Ritengo che quest’opera rappresenti un punto d'arrivo importante nella mia poetica, in cui, sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico”.

Acqua 43 è veramente un’opera suggestiva, di notevole valore, tanto che, lo scorso anno, è stata selezionato fra i semifinalisti del prestigioso “Premio Arte2021”.

 

Un nuovo progetto sui tormenti delle popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre

Il tema della mostra di Venezia “An Unknown that Does Not Terrify” (Un’incognita che non terrorizza) inoltre consente un approccio nella relazione con le altre culture.

“Ho avuto l’opportunità di vivere all’estero - aggiunge Terdich - in Paesi molto diversi fra loro (dal Nord Europa all’Africa) per una quindicina d’anni, potendomi così confrontare con culture profondamente differenti dalla nostra. Ho cercato, per quanto possibile, di comprendere le culture e gli usi dei Paesi in cui ho vissuto, integrandomi con le persone del luogo. Ho potuto così confrontarmi con artisti che utilizzano un linguaggio pittorico molto differente dal mio, arricchendo il mio bagaglio artistico”.

Queste esperienze hanno permesso al pittore piacentino di ampliare e raffinare lo spettro della sua sensibilità artistica.

“Ritengo che queste occasioni di incontro - sottolinea Terdich - potranno avere un maggior impatto, in termini di espressione ed esecuzione pittorica, in un nuovo progetto a cui sto incominciando a lavorare, focalizzato sulle tensioni e i tormenti delle popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre”.

-       Fabio Bianchi, su Libertà: “La tela “Acqua 43” di Paolo Terdich oggi alla Biennale”, 1st July 2022.

“L’artista piacentino partecipa alla collettiva “Untouchable Feelings”.

“Venezia. La pittura non finisce mai di stupire, spesso rinasce come l’araba fenice spiazzando tutti. Già Hegel aveva preconizzato la morte dell’arte e nel secondo Dopoguerra del secolo scorso soprattutto la pittura figurativa era poco considerata. Ma alcuni pittori hanno avuto notevoli intuizioni, come Paolo Terdich, che fino al 27 novembre partecipa alla “Biennale Arte 2022 – 59 esima esposizione internazionale d’arte“ di Venezia.

Non è per noi una sorpresa: sappiamo del suo dinamismo, delle sue motivazioni e del crescendo dei mesi scorsi. Terdich, infatti, in aprile è stato fra i protagonisti dapprima di “Deconstruction”, collettiva presso “Saphira & Ventura gallery” di New York; quindi di una collettiva a Portofino, dove sono stati proiettati suoi NFT (Non Fungible Token, elemento crittografico che può assumere le sembianze di qualsiasi file digitale). Dal 17 al 25 giugno, poi, sue tele erano in “Delicatezza”, altra interessante collettiva, stavolta alla “OnArt gallery” di Firenze.

Il piccolo-grande tour di Terdich prosegue quindi alla prestigiosa Biennale di Venezia, Padiglione Nazionale Grenada, con la tela “Acqua 43”. In quest’opera Terdich rilancia il suo mantra pittorico, con degli esseri umani immersi nel liquido blu.

Ma la forza del suo messaggio sta nell’intensità narrativa: l’uomo sta ri-emergendo o sta forse subendo la violenza dell’azzurro volume? Le sue figure sono forse metafora della crisi dell’uomo contemporaneo? I suoi soggetti, originalissimi peraltro perché nessun aveva mai proposto questi temi con tale coloristica evidenze, da anni ci raccontano contro-storie quotidiane.

Come in “Il vecchio e il mare” di Hemingway, assistiamo alla battaglia per la vita, per la sopravvivenza, per riaffermare noi stessi nonostante l’invasività dell’acqua. Ma – ecco un altro punto a suo favore – l’acqua è sempre screziata e sembra contenere i colori della natura: ecco l’istanza ecologista, una sostenibilità sempre più convincente, quasi un ritorno alle origini per il frastornato uomo contemporeaneo.

Ricordiamo che curatore del “Padiglione Nazionale Grenada” è il critico Daniele Radini Tedeschi e commissario ne è l’artista Susan Mains.

La tela “Acqua 43” è stata l’anno scorso selezionata per il “Premio Arte” ed oggi ci sarà la presentazione ufficiale dell’opera con intervista al performer.

Per Terdich, dunque, un’occasione notevole per riaffermare l’unicità del suo stile e l’internazionalità della propria arte.”.

 

-       Alessandro Poggiani, intervista su AGR Press (https://www.agrpress.it/arte/conversazione-con-il-maestro-paolo-terdich-9807 ), 28th June 2022.

 

Venerdì 1° luglio 2022 alle ore 17.00 presso il Padiglione Nazionale Grenada, alla 59 Biennale di Venezia Arte, sarà ospitata una conversazione con il Maestro Paolo Terdich, noto artista del panorama internazionale, che, davanti ad un pubblico di esperti, parlerà dei suoi studi pittorici sulla tematica dell’acqua.

Quest’ultima si ricollega a uno dei filoni tematici dell’intera esposizione, quello del viaggio inteso metaforicamente come superamento oltre l’umano e scoperta di un terreno identitario diverso che va abbracciato e accettato. Illuminante a tal proposito la “Poetica della Relazione” o la “Filosofia della Relazione” dell’intellettuale martinicano Edouard Glissant, dove ogni viaggio equivale a migrare verso nuove identità e riscoperti rapporti. Così l’acqua, per Paolo Terdich, è funzionale alla «morte dell’immagine, con la sua scomposizione e alterazione», come scritto da Stefania Pieralice, e ancora i «nuotatori sott’acqua sono testimoni della loro dissoluzione, dove la consistenza si spezza e si disintegra, dove l’identità annega».

L’appuntamento, ad ingresso libero, è presso il Giardino Bianco Art Space in via G. Garibaldi 1814, in zona Castello (Venezia).

Abbiamo avuto l’occasione di intervistare il Maestro per comprendere maggiormente la sua ricerca.

Quale significato attribuisce all’acqua, presente in molte sue opere? 

Ho iniziato a dedicarmi alla composizione di soggetti nell’acqua da circa diciassette anni, per combinare una rappresentazione realistica della figura con l’effetto del mezzo, che con la sua fluidità, le sue rifrazioni, trasfigura i contorni dei personaggi rappresentati. Con la rappresentazione dell’acqua e i suoi giochi di luce, che genera schemi insoliti, distorti e complessi, alterando la percezione delle immagini quotidiane, cerco di rendere la composizione complessiva meno definita, più misteriosa, talvolta quasi surreale, metafisica. In questi lavori faccio leva sulla mia espressività per realizzare, mediante il visibile, l’esperienza dell’invisibile. Mi cimento così, con composizione piuttosto complesse in una delle sfide più difficili per un pittore: la resa dell'acqua, il racconto dello scintillio della luce su una superficie perennemente in movimento. L’acqua, protagonista principale della narrazione, si fonda con la figura umana, vestendola di nuova vita. Immersa nel liquido trasparente, la cui componente simbolica affonda le radici nella sacralità del battesimo, della purificazione, della rinascita, della trasformazione, della riflessione, la figura umana si perde in essa lasciando che l'acqua ne alteri i contorni. Le mie trasparenze esplorano le possibilità della percezione del reale e il campo del visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. L’acqua diviene quindi contenitore di luce, territorio di visione, narrazione misteriosa di nodi interiori.

Guardando la sua produzione l’opera Acqua 43 ha una prospettiva, nel soggetto raffigurato, diversa rispetto a tutte le altre, ne può parlare? 

Nell’ambito della serie Acqua, quest’opera è piuttosto singolare e la sua peculiarità risiede nel taglio fotografico particolare che la contraddistingue. La figura è rappresentata solo parzialmente, in obliquo e in primo piano, diventando un elemento fortemente caratterizzato e non facilmente definibile ad un primo colpo d’occhio. Tale composizione e la sua integrazione con il mezzo che lo contiene, vuole trasmettere un senso di confinamento positivo, di protezione, in un'atmosfera serena e di libertà, in assenza di peso. Lo sfondo fornisce dinamismo alla composizione, con la figura che si rispecchia, frammentata sulla superficie dell’acqua. Il quadro invita a “riflettere” sul fatto (rappresentato dal soggetto in primo piano) che veniamo spesso compresi solo parzialmente e che abbiamo una parte profonda più complessa, talvolta oscura, di non immediata comprensione (lo sfondo con le sue frammentazioni, rifrazioni e dinamismo). Non ultima, la posizione quasi fetale del soggetto ritratto richiama al simbolismo dell’acqua come elemento di nascita primordiale, di ricerca di luce, verso una dimensione di conoscenza della verità o dell’insondabile. Ritengo che quest’opera rappresenti un punto d'arrivo importante nella mia poetica, in cui, sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico.

Che tecnica utilizza per raggiungere gli effetti iperrealistici delle sue opere? 

Come medium, utilizzo in prevalenza l’olio, come supporto, la tela. Nel caso delle nature morte e dei ritratti, spesso adopero una tela a trama più fine, per una migliore resa dei dettagli, e per i lavori con l’acqua a volte utilizzo l’acrilico per rafforzare l’effetto di trasparenza, di rifrazione e di profondità. Le figure che vi sono immerse sono realizzate ad olio, per evidenziare i valori tonali, i riflessi e gli effetti di luce sulla pelle. In genere lavoro per velature sovrapposte per una migliora resa della trasparenza.

Il colore blu, protagonista dell’opera in diversi toni e sfumature, ha una particolare funzione simbolica per lei? 

Premesso che ho una naturale predilezione per il colore blu, nelle sue molteplici varianti e sfumature, in effetti, utilizzo in prevalenza tale colore, soprattutto per la serie Acqua, per il suo valore simbolico di tranquillità e armonia. Le velature, sovrapposte in tonalità diverse, generano trasparenze che sembrano esplorare le possibilità della percezione del reale. Il campo del visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. Anche nella realizzazione delle nature morte, è presente il blu, che, a mio parere contribuisce a generare un sostanziale equilibrio emotivo e a trasmettere sensazioni di quiete e serenità. L’impiego del blu, delle sue trasparenze, della luce tagliente, pura, scultorea, forniscono un dinamismo ad opere di per se statiche, che si trasformano così in presenze metafisiche, emblemi di uno stato d’animo.

Il titolo dell’esposizione del Padiglione Nazionale Grenada è “An Unknown that Does Not Terrify”. A tal proposito Lei, avendo vissuto all’estero per diversi anni, che approccio adotta nella relazione con le altre culture? 

Ho avuto l’opportunità di vivere all’estero in Paesi molto diversi fra loro (dal Nord Europa all’Africa) per una quindicina d’anni, potendomi così confrontare con culture profondamente differenti dalla nostra. Ho cercato, per quanto possibile, di comprendere le culture e gli usi dei Paesi in cui ho vissuto, integrandomi con le persone del luogo. Ho potuto così confrontarmi con artisti che utilizzano un linguaggio pittorico molto differente dal mio, arricchendo il mio bagaglio artistico. Queste esperienze hanno, a vario grado, permesso di ampliare e raffinare lo spettro della mia sensibilità artistica, pur mantenendo fede ad una personale linea artistica ben definita. Ritengo che queste occasioni di incontro potranno avere un maggior impatto, in termini di espressione ed esecuzione pittorica, soprattutto in un nuovo progetto (di interesse biografico) a cui sto incominciando a lavorare, focalizzato sulle tensioni e i tormenti delle popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre. Nel lavoro che realizzerò, prevedo di utilizzare un approccio tecnico nuovo per me, distaccandomi dalla rappresentazione fedele del reale, pur ricercando una sfida tecnica nell’esecuzione delle opere.

-     Stefania Pieralice, recensione, per la partecipazione di Paolo Terdich alla “Biennale Arte 2022 – 59. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia – Padiglione Nazionale Grenada – An Unknown That Does Not Terrify”, 28th June 2022.  

Curatore: Daniele Radini Tedeschi. Commissario: Susan Mains.

“Nuotatori sott’acqua sono testimoni della loro dissoluzione, dove la consistenza si spezza e si disintegra, dove l’identità annega. Ecco quindi, con Terdich, che si assiste alla morte dell’immagine nel lavacro cristallino, con la sua alterazione e scomposizione. Chissà se riemergere sia purificatorio e salvifico per l’anima oppure se, nei soggetti del Maestro, la caduta della forma sprofondi nell’oscurità del fondale, una volta per tutte, per l’incapacità d’amare e d’essere. Perché l’acqua è malinconica, osserva il mondo riflesso e lo cancella, ingoia le ombre come fosse la tomba di tutto ciò che è destinato a perire.

Terdich racconta la transitorietà della vita associando il destino dell’acqua a quello dell’uomo in cui lo “scorrere” è allusione all’irrevocabilità del tempo vissuto e ormai perso. E così i suoi nuotatori cercano di “rimanere a galla” alla ricerca di un battello di fortuna o di un nocchiero che getti l’ancora nel porto felice della fede e della speranza.”.

2021:

-       Fabio Bianchi, su Libertà: “Acqua”: Terdich a Parigi con le figure immerse in un magico azzurro”, 29th March 2021.

“Il pittore piacentino espone le sue tele in una personale alla Galerie Sonia Monti”.

“Il pittore piacentino Paolo Terdich da anni ha elaborato un’iconografia assai personale, di crescente successo soprattutto all’estero. Dopo aver partecipato nel mese scorso ad un’importante collettiva in Florida, Terdich è tonato in Europa. Fino al 31 marzo le sue opere saranno visibili nella personale alla Galerie Sonia Monti di Parigi (6, Avenue Delcasse 75006). Qui espone tele della serie “Acqua” (gran parte olio su tela, formati medi), cioè bagnanti o immersi o emergenti – appunto – dall’acqua. Cosa ci dicono oggi le sue figure sospese in un magico azzurro? Vitalità dell’acqua, elemento primigenio, fra storia, filodofia e panteismo, ma anche necessità di purificarsi. Gli antichi veneravano divinità (Poseidone) e semi-divinità (Ninfe) a tutela di mare e corsi d’acqua. Battesimo e Diluvio Universale indicano poi – metaforicamente – un inizio e una fine.

Terdich ha allora intuito l’attualità – visiva e figurata – dell’acqua; i bagnanti potrebbero anelare a contatti – epiteliali e spirituali insieme – rigeneranti. Dal caos primordiale (Acqua n° 43) al tentativo di controllo (Acqua n° 33) a una ritrovata staticità (Acqua n° 49). E, ipotetico punto di arrivo di questa produzione, una configurazione misticheggiante nella caratteristica posa a croce di un bagnante (Acqua n° 47).

L’iperrealismo di Terdich è sempre più – come inquadramento culturale – una tendenza, generale e ancora praticata; come stile invece è strumento per esprimere con icastica immediatezza contenuti assai originali.

I suoi personaggi diventano dunque sempre più protagonisti di un iper-quotidiano, di una dimensione quasi sacrale del nostro vivere.”.

-       Fabio Bianchi, su Libertà: “Collettiva in Florida, c’è anche Terdich con le sue nature morte”, 22nd February 2021.

“Il pittore piacentino a Palm Beach propone raffinate tele tra colori e trasparenze”.

“Il pittore piacentino Paolo Terdich ha in pochi anni acquisito prestigio internazionale muovendosi nell’iperrealismo. Ha infatti ripreso quell’approccio nato negli anni ’60 in USA con precise finalità: dall’illusione del reale all’esasperato realismo come sospensione del giudizio verso il fare arte. In Italia questa tendenza ha avuto alterne fortune, ma Terdich l’ha personalizzata e modernizzata: concentrandosi su soggetti di grande impatto, ha mediato tradizione e innovazione. Ha così convinto grandi galleristi, come dimostra la partecipazione alla collettiva allestita in Florida in questi giorni. Terdich espone al “County Convention Center” (650 Okeechobee Boulevard, West Palm Beach 33401). grazie alla sinergia fra “Paul Fisher Gallery” e “Saphira & Ventura Gallery”, big nella promozione artistica. Presenta sue caratteristiche composizioni: nature morte che rinnovano gloriosi fasti e bagnanti che emergono dall’acqua. Le nature morte ci ricordano quanto quel modello – un tempo assai diffuso nella borghesia non solo italiana – sia oggi attualissimo. L’”ut pictura poesis” ha infatti nei secoli stregato autori e committenti di nature morte ponendosi poi come genere autonomo. Colori e trasparenze delle tele di Terdich ne prolungano – in una dimensione sempre atemporale – valore storico, tecnico e stilistico.

I suoi bagnanti costituiscono invece un’invenzione iconograficamente intrigante: nell’emergere dall’acqua sembrano nuove divinità. E qui potrebbe innestarsi l’influenza della Pop Art come esaltazione del quotidiano sul nostro immaginario. Questi soggetti colpiscono per semplicità di concezione, difficoltà di esecuzione, dialettica complementarietà con la fotografia. Ultima annotazione: in questa collettiva si trovano anche opere di Picasso, Warhol e altri grandi.”.

2020:

-       Riccardo Tonna, su Il Nuovo Giornale:” Paolo Terdich, il pittore dell’acqua, in mostra a Firenze fino al 23 luglio”, 16th July 2020.

 

“L’artista piacentino dalla vocazione internazionale partecipa alla collettiva “Silenzio”.

 

“L’acqua, simbolo della vita, della purificazione e del vigore si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni. E’ questo il mondo di Paolo Terdich, 60 anni, pittore piacentino, di chiara vocazione internazionale, ha esposto in numerose mostre personali e eventi internazionali, ricevendo prestigiosi riconoscimenti.

DA SAN FRANCISCO ALLA NIGERIA. Si ricordano le sue personali presso BiffiArte (2017) e Spazio Rosso Tiziano a Piacenza (2018, 2015 e 2009), presso l’Ambasciata Italiana in Nigeria (Abuja – 2010) e presso l’Istituto Italiano di Cultura in Egitto (Il Cairo – 2000). Alcune sue opere sono esposte in permanenza in diverse gallerie e istituzioni italiane ed estere. I suoi lavori sono stati pubblicati su varie riviste e libri d’arte, fra cui si ricorda “Watercolor – Paintings by Contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco, in cui Terdich è l’unico italiano fra i 21 maestri dell’acquerello selezionati. Il direttore d’orchestra maestro Riccardo Muti possiede un suo ritratto realizzato dall’artista. Due tele, donate da Terdich, sono esposte presso il Monastero Mater Ecclesiae di Lagos in Nigeria: sono ispirate dalla figura del Santo papa Giovanni Paolo II.

TRAMITE IL VISIBILE, PARLARE DELL’INVISIBILE. Nelle sue opere Paolo Terdich enuncia l’estro della sua espressività sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso degli obiettivi estetici: mediante il visibile, realizzare l’esperienza dell’invisibile.

L’impostazione del pittore piacentino è figurativa-surrealista, si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a esplorare una sua realtà visionaria. Attraverso un realismo silenzioso e intimista, le sue tele trasmettono sensazioni di attesa e di mistero, da cui traspare un tormento interiore. Nei suoi soggetti egli comunica la sua inquietudine, che emerge dai personaggi che raffigura con un’energia, in cui luci ed ombre sembrano vibrare assieme. Vi domina un senso di intensa solitudine e i suoi personaggi, illuminati da una luce soffusa, sono ritratti in ambienti quotidiani privi di spettacolarità, in cui assumono un’aria di poetica sospensione e intimità. Originali, nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti, le sue nature morte, estremamente realistiche, che, grazie alla luce, purissima, e scultorea, si trasformano in presenze metafisiche, emblemi di uno stato d’animo.

IL GRUPPO EOYKOS. Terdich è Terdich è uno dei fondatori del gruppo, di matrice metafisico-surrealista, “Eoykos”, nato nel 2011 e composto da sei artisti, che attraverso le potenziali espressive della loro figurazione, intendono dimostrare che l’arte è ancora uno strumento di comunicazione privilegiato, che trasmette sensazioni ed emozioni universalmente leggibili. Gli artisti, artigiani virtuosi della tavolozza e dell’arte plastica, si muovono in un terreno in bilico tra il Surrealismo e la Metafisica.

Fino al 23 luglio, Paolo Terdich partecipa alla mostra collettiva “Silenzio”, a Firenze, in via della Pergola 57, dove sono esposte alcune delle sue opere più significative.”.

-       Alberto Moioli, su Il Giornale: “Tuffiamoci nelle acque iperrealiste di Paolo Terdich”, 9th May 2020.

“Nel 1973 apparve per la prima volta la parola “hyperréalisme”; a coniarla fu la gallerista Isy Brachot, che aprì la stagione di una corrente artistica di successo. Paolo Terdich appartiene a questa interpretazione dell’arte pittorica in cui convergono le doti di attenzione e precisione ad ogni minuscolo dettaglio. La peculiarità essenziale, quella che caratterizza lo stile di Terdich, riguarda la capacità di coniugare al meglio le competenze tecniche con la straordinaria sensibilità espressiva. L’artista ha scelto di dipingere elementi che appartengono alla sua necessità interiore, impreziosendo così un ambito pittorico con una sensibilità espressiva colta e raffinata. L’acqua nei suoi dipinti è l’elemento chiave dell’equilibrio umano, simbolo di vita, considerata dagli antichi filosofi greci il “principio e l’origine”. L’artista riflette su una visione personale, in cui dialogano le contrapposizioni tra elementi simbolici. La luce maturale e quella filtrata, il bene e il male, il vero e il falso, dentro questo equilibrio vive l’uomo, in questo precario bilanciamento abitano i capolavori di Paolo Terdich. L’autore nell’acqua trova il silenzio, la pace e quell’equilibrio che appartiene all’armonia e alla bellezza. La limpidezza e la trasparenza nelle opere del pittore appartengono ad una profondità di pensiero che si rispecchia entro i rigorosi canoni dell’Iperrealismo.”.

-       Fabio Bianchi, su Libertà: “Terdich espone a New York I suoi nuotatori impalpabili”, 6th March 2020.

“L’artista piacentino partecipa alla collettiva “Untouchable Feelings”.

“La pittura figurativa ha avuto tradizioni gloriose, le Avanguardie Storiche l’hanno poi contestata. Ma la Transavanguardia in Italia e, all’estero, Pop Art e New Image Painting l’hanno in parte rivitalizzata. Riflette variamente queste tendenze anche l’approccio del pittore piacentino Paolo Terdich che sta raccogliendo riscontri ovunque. Tra l’altro è stata ieri inaugurata “Untouchable Feelings”, collettiva di importanti performer allestita alla Saphira & Ventura gallery di New York. Fino al 20 marzo Terdich esporrà tele appartenenti ad “acqua”, ultimo suo ciclo con le caratteristiche figure immerse nell’acqua. Sperimentando e virando verso l’iperrealismo, Terdich ha infatti scoperto un filone assai attraente, per molti aspetti accattivante. Ha individuato e con il tempo elaborato un mix semplice, me che permette di rappresentare le figure da varie angolazioni. Sempre comunque screziate dal blu intenso dell’acqua, movimentate vivaci contrasti tra il bianco e l’azzurro. Anche a New York Terdich espone un significativo campionario dell’ultima produzione; quasi tutti dipinti olio e acrilico su tela, formato medio. In particolare, in “acqua 5” r “Acqua 41” i nuotatori sono ripresi dall’alto, mentre in “Acqua 38, “Acqua 39” e “acqua 40” il punto di presa è sotto il filo, quindi le figure sono emergenti o sguazzanti. Così trasfigurati, i nuotatori sembrano trasmettere proprio “untouchable feelings”, cioè sentimenti impalpabili fra naturalezza e luminose trasparenze. Dunque, con queste tele Terdich propone una riscoperta di sé, di noi e della nostra corporeità a contatto con un liquido primordiale, forse in contrasto con la freddezza informatica e l’asettico perfezionismo digitale…”.

2019:

-       Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich, la natura silente”, 7th November 2019.

 

“Il pittore piacentino alla collettiva “Still leben”da Onart Gallery a Firenze”

“La natura morta nella storia dell’arte ha avuto destini altalenanti, sempre intrinsecamente poetici. Per il forte legame che aveva sia con la vita – appena conclusasi dei suoi soggetti- sia con la morte, fatale e ineluttabile, destinata, destinata ad eternare. Importanti gallerie riprendono spesso quel genere e ciò che importa è che vengono coinvolti artisti dei nostri tempi, già distintisi in quell’ambito. Come il piacentino Paolo Terdich, invitato dalla prestigiosa Onart gallery di Firenze nella collettiva “Still leben/Natura silente”. Si tratta di uno degli eventi più importanti del 2019 dell’agenda di Onart gallery, perché la “Natura silente” implica non una filosofia dell’arte, di più.

Terdich ha sempre concepito le nature morte come incontro magico di pulsioni fra passato e presente. Qui ha in parte cambiato il proprio registro cromatico, fornendo tele di forte caratterizzazione, esteticamente raffinatissime. Sono giocate infatti sul contrasto di ombre, spesso sull’abbinamento di bianco, nero e di un caldo seppia a ribadire quell’incrocio tenebroso tra giocosa vitalità e desolante freddezza.”

-       Fabio Bianchi, su Libertà: “L’iper-realismo di Terdich a New York, 1st September 2019.

“Il pittore Paolo Terdich in pochi anni ha acquisito un alto profilo, per tenacia, soggetti innovativi e tecnica raffinata. E se ne sono accorte anche prestigiose sedi espositive come Saphira & Ventura Gallery di New York, Nella sede di 4W43rd Street, 416, Terdich partecipa infatti a “Material world”, collettiva con grandi nomi.

Terdich presenta tele di grande impatto, la gran parte raffigurano persone che nuotano in un azzurro universo acquatico. Dove sta la novità? Terdich potrebbe essere catalogato come iper-realista, ci sta, non è un limite, anzi ne ribadisce l’abilità pittorica. Ma dipingere nuotatori da varie angolazioni significa ripercorrere, in poetiche trasversali, la vicenda umana. L’uomo, composto per il 90% d’acqua, può trovare nel magico azzurro la primordiale libertà. O perseguire, nell’acqua screziata di bianco e movimentata dalle ombre, un’ideale rinascita spirituale. Lo strano, però convincente connubio uomo-acqua rilancia allora l’integrazione uomo-natura-ambiente grazie alla pittura.

Terdich espone anche dipinti con oggetti - soprammobili – di straordinario nitore e di cristallina purezza. Ne accademico ne neoclassico, soltanto amante della pittura come rappresentazione simil-fotografica del “material world”, cioè dell’universo fisico.

In questo contesto Terdich è dunque il più europeo fra i vari pittori, senz’altro il più figurativo, ma anche il più intrigante e il più impressivo”.

-     Alberto Moioli, sul monthly magazine “Archivio delle Arti” – “Berlino, Von Zeidler Art Gallery, dal 22 marzo al 6 aprile 2019 – Maurizio Brambilla e Paolo Terdich” March 2019.

- Press review “Due Mondi a Confronto” - “Von Zeidler Art Gallery”, 22nd March 2019.

 “Arriva a Berlino l’arte di Maurizio Brambilla e Paolo Terdich. Dopo le recenti mostre italiane a Piacenza e Palermo, i due artisti approdano in una delle capitali europee artisticamente più esigenti.

La mostra, che si apre Venerdì 22 Marzo presso l’elegante Von Zeidler Art Gallery, è da considerarsi come una doppia mostra personale in cui i due artisti si specchiano e si confrontano tra loro con stili e poetiche differenti. La figurazione e l’inarrestabile ricerca espressiva è il filo conduttore che unisce le due espressioni artistiche. L’Italia dunque presenta a Berlino due protagonisti del mondo dell’arte contemporanea ed offre la possibilità di conoscere da vicino le opere e, nel giorno dell’inaugurazione, i due artisti…

…L’amicizia e la profonda stima reciproca lega i due artisti, Maurizio Brambilla e Paolo Terdich, insieme hanno esposto in luoghi sempre più prestigiosi in Italia e in Europa.

La pittura di Terdich assurge al rango di capolavoro nell’ambito dell’iperrealismo contestualizzando ogni sua opera tra le migliori espressioni creative in questo ambito. Ciò che caratterizza e differenzia ogni opera di Paolo Terdich è la capacità di non limitarsi alla pur eccellente capacità tecnica, il pittore immette in ogni pennellata tutta la tensione necessaria a farci andare oltre il visibile e ad approdare nel mondo delle emozioni, un’esperienza unica e straordinaria.

Marta Von Zeidler, artista internazionale e gallerista di Berlino, ospita fino al 6 Aprile 2019 una selezione di opere di Maurizio Brambilla e Paolo Terdich offrendo lo spunto per un dialogo internazionale tra Italia e Germania”.

2018:

-       Alberto Moioli, press release: “Emozioni Visive – L’emozione dell’arte nella mostra di Arona”, 15th November 2018.

“In arrivo la mostra sulle emozioni dell’arte. Una collettiva che si svolge sulle rive del lago Maggiore, nella splendida città di Arona, nel luogo in cui il lago segna il confine tra Lombardia e Piemonte. Qui, nello “Spazio Moderno” del Centro Culturale Artistico, in via Martiri della Libertà 38 esporranno ben ventiquattro artisti grazie all’ideazione e organizzazione di Donatella Canovi. In questa occasione avrò il piacere e l’onore di presenziare nel giorno dell’inaugurazione, Sabato 24 Novembre alle ore 16.00, con un piccolo intervento critico affinché possa offrire una chiave di lettura a beneficio di tutti i visitatori. Vi aspetto!!!

Qui esporranno dunque: Luigi Bassani, Mauro Braglia, Maurizio Brambilla, Carla Brandinali, Simona Bruta Adela, Graziella Carpanetti, Elvira De Micheli, Davide Farina, Luigi Franco, Liliana Fumagalli, Magdalena Grandi, Liliana Grassi, Bruno Greco, Susanna Maccari, Gigi Mascetti, Franca Ottino, Eddi Pattenò, Gabriella Pimpinicchio, Eufemia Renzi, Mariapaola Rossetti, Elisa Russo, Rosario Scrivano, Massimiliano Tamilla e Paolo Terdich”.

-       Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Con Brambilla e Terdich due mondi a confronto – Allo Spazio Rosso Tiziano l’ultima produzione di due attivissimi performer”, 5th November 2018.

Piacenza. “Nell’arte la varietà arricchisce. Nella pittura poi la dialettica stimola. E’ ciò che succede in “Due mondi a confronto”, bi-personale di due bravi pittori come Maurizio Brambilla e Paolo Terdich. Allestita fino al 7 novembre allo Spazio Rosso Tiziano, via Taverna 41, Piacenza, raccoglie l’ultima produzione dei due attivissimi performer…Il piacentino Terdich - alle spalle personali in contesti prestigiosi sia in Italia che all’estero con opere in collezioni assai importanti - ha esordito come iperrealista e, in questi oli su tela dedicati all’acqua, mantiene l’incipit di quel glorioso movimento. Cioè centralità della figura, colori netti e vividi subordinati però a un forte dinamismo, all’apparenza solo cromatico, invero pure plastico. Terdich ha trovato una sua cifra stilistica tra figure mosse, tecnica complessa e originalità compositiva. Si intravedono echi di molti movimenti: da immediatezza Pop Art a ricchezza di “New image painting”. Elabora così una nuova classicità che trova, in corpi immersi in frammentazioni cromatiche, il senso ultimo e innovativo del messaggio. Suggerisce molti spunti quest’ambivalenza pittorica, anche semantica nei diversi codici visivi, all’insegna sempre di un altissimo mestiere. I “Due mondi” di Brambilla e Terdich sono: natura e acqua; verde e azzurro; statico e fluttuante; fermezza grafica e immagini sfaccettate… Terdich esalta invece l’interazione tra figura e non-contesto, tra corpi di nuotatori e mutevole piano dell’acqua. Realtà contro figura dunque, oggetto e soggetto, essere e divenire, fisica e metafisica…”.

-       Alberto Moioli, on the catalog: “Due Mondi a Confronto - Spazio Rosso Tiziano di Piacenza”, 20th October – 7th November 2018.

“La pittura di Paolo Terdich affonda le radici tra le pagine più interessanti della storia dell’arte ed arricchita da un’esperienza attualizzata nel pieno del rinnovamento dell’arte contemporanea. Con Terdich ritroviamo il piacere della rappresentazione della figurazione espressiva di grande raffinatezza stilistica vicino, in un certo senso alle esperienze che negli Stati Uniti caratterizzarono la metà del XX secolo con le riflessioni e sperimentazioni nel mondo dell’hiperrealisme di Udo Kultermann.

In realtà l’espressività di Paolo Terdich, a fronte della costante ricerca e sperimentazione creativa, esplode in tutta la sua potenza distanziandosi dal puro esercizio estetico, che caratterizzò molte esperienze storiche in tale ambito, elevando il gesto creativo al rango artistico grazie ad un’attenzione formale e contenutistica di grande spessore ed eleganza in eterno equilibrio tra metafisica e surrealismo. In particolare le opere esposte a Piacenza, nell’elegante cornice offerta dallo Spazio Rosso Tiziano, mostrano la straordinaria abilità nello studio delle trasparenze dell’acqua, un’esperienza espressiva che lo caratterizza nel panorama internazionale dell’arte contemporanea proprio in un momento storico, in cui, l’estetica realista torna prepotentemente protagonista nel gusto di appassionati e addetti ai lavori.

La risposta di Terdich alle esperienze aniconiche contemporanee appartiene all’eleganza formale della pittura iperrealista italiana che non mancherà di continuare ad emozionare già dalla prossima opera che dipingerà.

L’energia che sprigiona la sua pittura diviene armonia in cui la distribuzione degli spazi dialogano con la ricerca cromatica priva di esitazioni

L’acqua di Terdich appartiene ad una riflessione molto personale, una ricerca che attinge dunque prima di tutto dentro se stesso. L’elemento primordiale dipinto dell’artista non è però l’acqua, che riflette senza lasciarsi penetrare, di Caravaggio nel suo straordinario “Narciso” del 1597, non è nemmeno l’acqua inquietante che avvolge il dramma dei naufragi di Turner a cavallo tra il ‘700 e l’800, la ricerca di Terdich si avvicina maggiormente ad una lirica estetica nella quale emerge la forza evocativa di una pittura del silenzio e della poesia, opere quasi contemplative, alla ricerca di un coinvolgimento tra dipinto e osservatore, un dialogo nuovo e particolarmente interessante”.

-       Alberto Moioli, press review: “Due Mondi a Confronto” - “Spazio Rosso Tiziano”, 20th October 2018.

 

 

 

“Si apre a Piacenza la mostra “Due mondi a confronto”, quello di Maurizio Brambilla e quello di Paolo Terdich. Entrambi pittori, membri di un gruppo di artisti noti sotto il nome di Eoykos. I due mondi che si confrontano sono le anime creative di personaggi di spicco del mondo dell’arte contemporanea italiana in un momento molto particolare della nostra storia. Figurazioni che rimandano talvolta al mondo classico, altre volte ci presentano scenografie metafisiche in cui figure e gli elementi naturali si dispongono come sulla scacchiera di un ipotetico teatro della vita.

Se Maurizio Brambilla ci rapisce con i suoi labirinti e scenari silenziosi, Paolo Terdich ci incanta con un realismo estremo nel quale è piacevole lasciarsi coinvolgere fino a sentirsi parte di quel mondo, talvolta surreale, che appartiene intimamente al linguaggio espressivo dell’artista.

Uniti dall’eleganza formale e da un rigore compositivo particolarmente interessante, le opere esposte nell’autorevole cornice espositiva offerta dallo SPAZIO ROSSO TIZIANO di Piacenza, offrono l’opportunità di indagare atmosfere irreali ed enigmatiche proprie della pittura che rimanda al realismo magico evocato dalle opere di Brambilla e generando un piacevole senso di disorientamento. Emozionano senza alcun dubbio le figurazioni iperrealiste di Terdich che mostrano un’abilità tecnica straordinaria ed un linguaggio espressivo applicato alla rappresentazione figurativa dell’acqua come non era ancora stato visto. Punti di vista insoliti, trasparenze e realtà che trovano spazio interpretativo all’interno di una cultura ampia e raffinata, propria di chi non ama accontentarsi.

La mostra presenta dunque due linguaggi creativi differenti dove a dialogare sono le immagini classicheggianti del realismo magico intriso di metafisica di Brambilla e la pittura iperrealista di Terdich che rimanda alle esperienze statunitensi della metà del xx secolo quando Udo Kultermann per primo iniziò a parlare di hiperrealisme raggruppando altre nascenti correnti. In realtà l’espressività di Paolo Terdich, a fronte della costante ricerca e sperimentazione creativa, esplode in tutta la sua potenza distanziandosi dal puro esercizio estetico, che caratterizzò molte esperienze storiche in tale ambito, elevando il gesto creativo al rango artistico grazie ad un’attenzione formale e contenutistica di grande spessore ed eleganza in eterno equilibrio tra metafisica e surrealismo”.

“Nato a Piacenza, l’artista, di chiara vocazione internazionale, ha esposto in numerose mostre personali e eventi internazionali, ricevendo prestigiosi riconoscimenti. Si ricordano le sue personali presso BiffiArte (2017) e Spazio Rosso Tiziano a Piacenza (2015 e 2009), presso l’Ambasciata Italiana in Nigeria (Abuja – 2010) e presso l’Istituto Italiano di Cultura in Egitto (Il Cairo – 2000). Alcune sue opere sono esposte in permanenza in diverse gallerie e istituzioni italiane ed estere. I suoi lavori sono stati pubblicati su varie riviste e libri d’arte, fra cui si ricorda “Watercolor – Paintings by Contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco, in cui Terdich è l’unico italiano fra i 21 maestri dell’acquerello selezionati. Il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Muti possiede un suo ritratto realizzato dall’artista. Due tele, donate dall'artista, sono esposte presso il Monastero Mater Ecclesiae (Lagos Nigeria), ispirato dal Beato Papa Giovanni Paolo II. Pittore figurativo, nei suoi lavori dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche e ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose. I sui lavori abbracciano soggetti differenti, spaziando, con la confidenza di un artista maturo, dai ritratti alle figure, alla natura, alle nature morte. Terdich ha la dote di affrontare con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva; quindi di competere con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni. I dipinti “Acqua” trasmettono all’osservatore un alto valore di rigore espressivo, per cui a buon diritto, si possono definire gioielli di sapiente talento. E’ decisamente ricerca d’ambito realista, grazie ad un costrutto che nulla concede alla retorica. Affrontando temi ostici come la serie “acqua”, simbolo di nascita primordiale, va alla ricerca di luce, riflessi, rifrazioni, verso una dimensione di conoscenza della verità o dell’insondabile. E' un punto d'arrivo importante, nella sua poetica: sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico. Questi sono soggetti nuovi, inediti e, per dinamismo compositivo e vivacità cromatica, comunicano infinite sensazioni di movimento e libertà. Le sue trasparenze esplorano le possibilità della percezione del reale e il campo del visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. L'acqua, simbolo della vita, della purificazione e del vigore si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni. In questi lavori egli enuncia l’estro della sua espressività sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso dei obiettivi estetici: mediante il visibile, realizzare l’esperienza dell’invisibile. Terdich accosta il suo magistero tecnico di impostazione figurativa-surrealista, alla curiosità del soggetto. La sua opera si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a esplorare una realtà visionaria propria dell’artista. La sua si potrebbe definire un'opera di indagine, resa attraverso un realismo silenzioso e intimista, che trasmette sensazioni di attesa e di mistero, da cui traspare un tormento interiore. Attraverso i suoi soggetti egli comunica la sua inquietudine, che emerge dai personaggi che raffigura con un’energia, in cui luci ed ombre sembrano vibrare assieme. Vi domina un senso di intensa solitudine e i suoi personaggi, illuminati da una luce soffusa, sono ritratti in ambienti quotidiani privi di spettacolarità, in cui assumono un’aria di poetica sospensione e intimità. Originali, nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti, le sue nature morte, estremamente realistiche, che si trasformano in presenze metafisiche, emblemi di uno stato d’animo, grazie alla luce, purissima, e scultorea. Terdich è uno dei fondatori del gruppo, di matrice metafisico-surrealista, “Eoykos”, nato nel 2011 e composto da sei artisti, che attraverso le potenziali espressive della loro figurazione, intendono dimostrare che l’arte è ancora uno strumento di comunicazione privilegiato, che trasmette sensazioni ed emozioni universalmente leggibili. Gli artisti del Gruppo, raffinati e sapienti, artigiani virtuosi della tavolozza e dell’arte plastica, si muovono in un terreno in bilico tra il Surrealismo e la Metafisica”.

2017:

-       Anna Anselmi, su “Libertà”: “Terdich, la trasparenza che confonde forme e contorni”, 12th June 2017.

“Transaparency”: il tema della luce nella personale dell’artista piacentino da Biffi Arte.

Piacenza. “La trasparenza del vetro e dell’acqua è protagonista delle opere di Paolo Terdich, esposte nella personale “Transparency” visitabile fino al 18 giugno alla Galleria Biffi arte di via Chiapponi. Corpi colti a nuota-re fendendo superfici che, nel loro movimento, provocano il continuo (con)fondersi di forme e contorni, affrontando da una prospettiva particolare il tema della luce, in un la-voro basato sulla vivacità dei colori e una resa iperrealistica dei dettagli, si tratti delle mani o dei capelli che affiorano dal pelo dell’acqua, oppure del costume da bagno indossato da quelle che la curatrice Susanna Gualazzini evoca come “nereidi moderne estranee al nostro mondo di pesantezze. Il mondo di Terdich è anche - prosegue il critico - un mondo di creature solitarie, di corpi che sembrano generati dall’acqua, e all’acqua appartenere, in uno scambio di rifrazioni liquide”. La tecnica utilizzata è quasi esclusivamente la pittura a olio, con l’eccezione di qualche acrilico e acquerello, quest’ultimo praticato comunque in altre occasioni con un’attenzione speciale, tanto che Terdich è stato selezionato, unico italiano, tra i ventun maestri del volume “Watercolour - Paintings by contemporary artists”, edito a San Francisco da Chronicle books. Del resto, i pigmenti legati dalla gomma arabica hanno co-me caratteristica essenziale proprio la leggerezza aerea e trasparente che sembra così affascinare l’artista pia-centino, dalle ascendenze istriane. Terdich ha tenuto personali in Italia e all’estero, tra cui in Nigeria, all’ambasciata italiana di Abuja, e in Egitto, all’Istituto italiano di cultura a Il Cairo. Nel 2011 è stato tra i fon-datori del gruppo Eoykos, di matrice “metafisico-surrealista”, atmosfere che si ritrovano nelle nature morte, dove il discorso della luce viene declinato esplorando le valenze espressive di materiali diversi, dal-lo splendore riflettente dell’argento all’arcano chiarore dell’alabastro, fi-no alla brillantezza del vetro”.

-       Susanna Gualazzini, press release: “Transparency, la pittura di Paolo Terdich” - “BiffiArte”, 13th May 2017.

 

 

 

“In mostra alla Galleria Biffi Arte l’ampia ricognizione di quello che può essere considerato uno fra i temi più cari al pittore Paolo Terdich: l’acqua, nelle sue forme, nelle sue imprevedibili motilità. Elemento volubile per eccellenza, nelle opere del pittore di ascendenza istriana l’acqua diviene contenitore di luce, territorio di visione, narrazione misteriosa di nodi interiori. E’ una pittura che si intuisce di gestazione lenta, la lentezza necessariamente richiesta dall’uso dell’olio, quasi esclusivo; ma è anche la lentezza intrinseca a una padronanza tecnica che nel corso degli anni si è sempre più affinata per dare voce a un sentire profondo. In dialogo con il corpo umano nelle immensità marine, o in immobile e poetica sospensione nella trasparenza del vetro, nelle opere di Terdich l’acqua acquisisce una forza trascendente, che la rende luogo interiore.

Pittore ampiamente esposto a esperienze artistiche di altri Paesi, Terdich esprime una ricerca che può certamente inserirsi nell’ambito del realismo nordamericano di secondo Novecento, rispetto al quale, però, abbandona quel connotato di disturbante asetticità per farsi stupore, sospensione ipnotica. Perché quelle di Terdich sono trasparenze abitate: dal nostro sperdimento.

Terdich ha la dote di affrontare con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva; quindi di competere con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni. I dipinti “Acqua” trasmettono all’osservatore un alto valore di rigore espressivo, per cui a buon diritto, si possono definire gioielli di sapiente talento. E’ decisamente ricerca d’ambito realista, grazie ad un costrutto che nulla concede alla retorica. (Paolo Levi)”.

-       Susanna Gualazzini, sul Catalogo: “Transparency” at “Galleria BiffiArte” , May-June 2017.

“Trans-parere, tra-sparire”.

“Così, con un gesto devote, bere l’acqua nel cavo delle mani o direttamente alla sorgente, fa sì che penetri in noi il sale più segreto della terra e la pioggia del cielo. Marguerite Yourcenar”

“Non cercano l’aria, e creature di Paolo Terdich: Nereidi moderne estranee al nostro mondo di pesantezze, fluttuano in acque solidali, come in una sospensione amniotica che dà loro tutta la vita di cui hanno bisogno. Ed è un mondo di creature solitarie, di corpi che sembrano generati dall’acqua, e all’acqua appartenere, in uno scambio di rifrazioni liquide.

Le acque di Terdich, pittore ampiamente esposto a esperienze artistiche di altri Paesi, convocano tante delle simbologie legate a questo prezioso elemento, i cui contenuti archetipici appartengono, grazie all’esperienza prenatale, alla struttura più profonda della nostra psiche. Ecco allora che negli sprofondamenti marini, in dialogo con il corpo umano o in poetica sospensione nella trasparenza del vetro, l’acqua è uno fra i temi più cari al pittore di ascendenza istriana, e soggetto di una ricognizione che la rende davvero territorio di visione. O di stupore poetico quando, nelle nature morte, la ricerca sulla liquidità si fa trasparenza decantata: non un agitarsi di flutti ma il placido stare di acque numinose che paiono essere parte di un processo alchemico misterioso, eppure quotidiano.

Rigorosamente a olio, con sporadiche incursioni dell’acrilico e dell’acquerello, la ricerca artistica di Terdich presuppone un fare pittorico meditato, controllatissimo, con una padronanza tecnica che nel corso degli anni si è sempre più affinata per dare voce a un sentire profondo. Con mano felice, l’artista esprime una pittura che può certamente dirsi figlia del realismo nordamericano del secondo Novecento, ma che eppure va oltre l’esattezza del Photo Realism o del Sharp Focus Realism. Contenitori di luce e luogo di narrazione misteriosa, le acque di Terdich acquisiscono una forza trascendente che traghetta il pittore al di là del vuoto affettivo che talvolta può connotare la ricerca iperrealistica: l’approdo è un luogo interiore, in una esperienza di totalità ipnotica non esente da ambiguità. Perché quelle di Terdich son acque abitate: dal nostro sperdimento”.

2016:

-       Angelo Mistrangelo, su “La Stampa”: “Torino, Spazio Arte Castello: I volti dell’acqua”, 18th March 2016.

“In concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua, Spazio Arte Castello ospita la Rassegna “I Volti dell’Acqua – vita, femminilità, energia”, che inaugura mercoledì 23 marzo dalle ore 18 e sarà visibile fino al 9 aprile. Saranno esposte le tele di…Paolo Terdich… La rassegna d’arte prevede, accanto alle emozionanti opere degli artisti, ispirate al tema così profondo e primario, dove si intrinsecano vita, femminilità, energia, una sezione di grandi pannelli che invitano il visitatore a soffermarsi sul significato e sul rispetto della nostra principale risorsa naturale…”.

2015:

-       Betti Paraboschi, su “Libertà”: “Immagini, installazioni e panneggi – Alberti, Budano e Terdich espongono fino a 26 allo Spazio Rosso Tiziano”, 18th June 2015.

 “Piacenza - Lo Spazio Rosso Tiziano val bene una visita. I piacentini lo sanno. Stavolta però l’invito a non farsi mancare una “scappata” alla galleria è ancora più sollecito.  Fino al 26 giugno infatti  lo Spazio ospita tre interessantissime personali di altrettanti artisti piacentini che vale la pena conoscere ma soprattutto riconoscere: Giovanni Alberti, Lino Budano e Paolo Terdich…Altrettanto si può dire delle numerose opere di Paolo Terdich, che seguono un duplice filo conduttore: da una parte il visitatore trova delle raffigurazioni della quotidianità più comune, uno spirito domestico che si manifesta nelle nature morte costruite sulle caffettiere, sui riflessi delle bottiglie di vetro riempite d’acqua o di acquavite, sulle zucche e sulle conchiglie adagiate morbidamente su panneggi di tessuti d’ombra; dall’altra invece si trova faccia a faccia con i fotogrammi cinematografici, i volti dei divi di Hollywood improvvisamente fermati dal pennello dell’artista, i corpi immersi nell’acqua che sembra davvero mutare sulla tela, grazie alla straordinaria capacità dell’artista di coglierne e soprattutto ritrarne le vibrazioni  e i riflessi. Quello di Terdich è un lavoro indubbiamente da certosino che tuttavia dà i suoi frutti in una pittura che pare fotografia nel suo realismo senza cancellare l’elemento artistico classico…”.

-       Betti Paraboschi, su “Libertà”: “Allo Spazio Rosso Tiziano tre mostre: dalle opere di Alberti a Budano e Terdich”, 30th May 2015.

 “Non più due, ma addirittura tre. Tante sono le personali che lo Spazio Rosso Tiziano ospiterà a partire da oggi alle 17:30. A finire sotto i riflettori per l’occasione saranno le opere di Giovanni Alberti, Lino Budano e Paolo Terdich: … Il terzo proporrà dei dipinti basati su giochi di luce e contrasti. Per i piacentini è un’occasione da non perdere… Nel caso di luci e contrasti, Terdich propone in questa esposizione tre filoni distinti: nature morte, ritratti e figure immerse nell’acqua, in un’atmosfera intimiste e surreale che evoca profondità oniriche, enunciando l’estro della sua espressività  nutrita da una passione figurativa, sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso degli obiettivi estetici: ”Mediante il visibile , realizzare l’esperienza dell’invisibile”…”.

-        Patrizia Mazzei, press review: “Luci e contrasti” - “Spazio Rosso Tiziano”, 30th May 2015.

“Luci e contrasti”, tema che Paolo Terdich propone in questa esposizione in tre filoni distinti: nature morte, ritratti e figure  immersi nell’acqua, in un atmosfera intimista e surreale che evoca profondità oniriche., enunciando l’estro della sua espressività nutrita da una passione figurativa, sulla quale fa  leva per ottenere il più ambizioso dei obiettivi estetici: mediante il visibile, realizzare l’esperienza dell’invisibile Le opere di Terdich possono essere avvicinate, a un primo sguardo, alla corrente dell’Iperrealismo, di scuola anglo-americana del secondo Novecento, grazie ad un costrutto che nulla concede alla retorica. Tuttavia, a ben guardare, la sua pittura sottintende anche altro. La realtà che egli riproduce appare perfetta nella mimesi, ma dietro l’apparenza si nascondono irrequietezze e interrogazioni, nascoste nei dettagli, come sottili avvertimenti. Originali, nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti, le sue nature morte, realistiche, che si trasformano in presenze metafisiche, emblemi di uno stato d’animo, grazie alla luce, purissima, e scultorea. Egli descrive i connotati della realtà, per mezzo d’una sapienza esecutiva senza limiti, che inducono l’osservatore a calarsi emotivamente nelle sue opere, senza via di ritorno. Gli accostamenti delle forme, dei colori e degli oggetti, divengono pure estrapolazioni dalla quotidianità verso la quale ritorna con potenza e sicurezza. La formazione rigorosa, l’inconfondibile grafia del segno, che unisce severità di pennello, in rapporti e volumi, e l’estrosa creatività nei dettagli minuziosi, foto-luministici di ogni taglio di luce in superficie, esprimendosi, con eleganza, in una dimensione onirico-mitica, nella rappresentazione degli oggetti. La dimensione reale tra sogno, mito e metafora di irreprensibile vocazione. Una realtà che si ispira alle registrazioni archetipe del suo vissuto, che appare perfetta nella mimesi che fa da contraltare: l’ombra del fantasma archetipo, che sta dietro l’oggetto, a respirare e ad esprimere un’atmosfera Morandiana. E’ proprio l’attenzione per la figura che lo contraddistingue. Il disegno si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a esplorare una realtà visionaria propria dell’artista. Nei suoi lavori egli ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e affronta con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva; quindi di competere con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni. Terdich accosta il suo magistero tecnico di impostazione figurativa-surrealista, alla curiosità del soggetto. La sua opera si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a esplorare una realtà visionaria propria dell’artista. La sua si potrebbe definire un'opera di indagine, resa attraverso un realismo silenzioso e intimista, che trasmette sensazioni di  attesa e di mistero, da cui traspare un tormento interiore. Attraverso i suoi soggetti egli comunica la sua inquietudine, che emerge dai personaggi che raffigura con un’energia, in cui luci ed ombre sembrano vibrare assieme. Attraverso la rappresentazione dell’acqua, egli trasmette all’osservatore un elevato rigore espressivo, per cui a buon diritto, si possono definire gioielli di sapiente talento. Affrontando temi ostici come la serie “acqua”, simbolo di nascita primordiale, va alla ricerca di luce, riflessi, rifrazioni, verso una dimensione di conoscenza della verità o dell’insondabile. E' un punto d'arrivo importante nella sua poetica: sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico. Questi sono soggetti nuovi, inediti e, per dinamismo compositivo e vivacità cromatica, comunicano infinite sensazioni di movimento e libertà. Le sue trasparenze esplorano le possibilità della percezione del reale e il campo del visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. L'acqua, simbolo della vita, della purificazione e del vigore si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni. In questi lavori  egli enuncia l’estro della sua espressività sulla quale fa  leva per ottenere il più ambizioso dei obiettivi estetici: mediante il visibile, realizzare l’esperienza dell’invisibile. Così, una figura di nuotatore appare di colpo frammentata, e non solo a causa della rifrazione dell’acqua. Così, il sorriso di una ragazza non corrisponde allo sguardo appena velato, come se celasse un segreto”.

-       Liviano Papa, press review: “Il nuovo surrealismo figurato” – “Spazio Moderno”, 23rd May 2015.

“… Un gruppo di artisti provenienti dai diversi territori dell’Italia, con un bagaglio culturale profondo e personale, si uniscono per gridare che non ci stanno a questo caos dilagante che si avverte in arte: si ribellano come gli antichi rivoluzionari a una moda imperante, gridando il loro dissenso firmano il manifesto annunciando che vogliono ritornare all’ordine… In questa mostra, raggruppata con il titolo Il realismo raffigurato, esprimono una piena, solidale voglia di comunicare con gli strumenti a loro congeniali: la tavolozza e i colori, e i pennelli, mentre per lo scultore la straordinaria capacità di assecondare il materiale alla sua espressività….  Inneggiando a una pittura raffigurata e rappresentata in tutta la sua bellezza, dal Surrealismo europeo, al pensiero di Salvador D’alì, alle immagini sognate, in cui segni, pennellate, figure, visioni, confluiscono in quel mondo magico e fanciullesco di una visionaria libertà di esprimersi in cui anima e corpo, forza intellettiva e interiorità, espressività e intimità esplodono in un’apoteosi di bellezza, estetica e fortemente intima, consapevole che solo la conoscenza del sapere appaga l’uomo e l’artista a raccontare con gli strumenti a lui congeniali la gioia universale della passione….Il Gruppo crede fortemente che la pittura, l’arte, è comunicazione, è desiderio di enunciare al mondo il pensiero della conoscenza e del rispetto che si ha verso la natura nel suo insieme e la gioia di comunicare la bellezza, la meraviglia che si annida in questo spettacolo che si rigenera da sempre. Con queste basi nasce l’unione del Gruppo nel 2011 a Piacenza… Paolo Terdich nasce nell’ambito dell’Iperrealismo americano, ed è la prima impressione, immediata e senza ripensamenti affiora alla memoria: pittura pienamente verista, tanto da toccarla con le mani, emerge, in una seconda analisi, la consapevolezza che è densa di contenuti, di messaggi, di raccontare non tanto un paesaggio, una natura silente, ma la forte attrazione che questa produce…”.

2014:

-     “Catalogo d’Arte Moderna Italiana” n° 50 – Editoriale G. Mondadori di Milano (Artista Selezionato).

-        Fabio Bianchi, press review: “Identità e metamorfosi” – “Galleria La Spadarina”, 7th Dec. 2014.

“Mettersi in gioco oggi nel variegato e sulfureo mondo dell’’arte implica rischi e scommettere di questi tempi… ma nonostante tutto 5 pittori e 1 scultore sono i protagonisti di una grande avventura artistica e culturale. Lo scultore Mauro Braglia, i pittori Maurizio Brambilla (Milano), Paolo Golino (Siracusa), Luigi Petrin (Rosario Scrivano e Paolo Terdich (entrambi piacentini) hanno infatti formato un “super-gruppo) cioè “Eoykos – il gruppo dei 6”. Animati da straordinaria coerenza, sorretti da invidiabile forza d’animo, hanno una sola, inequivocabile, certezza: la convinzione dei propri mezzi, cioè di possedere un solido metodo: E hanno anche steso un “manifesto” nell’agosto del 2011, è un chiarissimo e lucidissimo “rappel a l’ordre”. Un tentativo finora riuscito di non lasciarsi condizionare dal sistema, ma di emanciparsi in funzione di un ideale etico compiutamente espresso nel “nuovo surrealismo raffigurato”…. La pittura di Paolo Terdich muove dall’Iperrealismo, ma cambiano i presupposti teorici e sociali del glorioso movimento. Gli americani postulavano sospensioni del giudizio, una critica al sistema a cui peraltro non partecipavano. Terdich propone invece solo pittura, perfezione tecnica ed estetica unite ad un raro equilibrio visivo e compositivo. Il messaggio? La pittura è una scienza, sintesi e “coincidentia oppositorum”, realtà e sentimento, sogno e visione.”.

-       Elisa Manzoni, press review: “Per sognare” – “Galleria Velasquez”, 15th March 2014.

 

“Realtà e sogno: due mondi comunicanti in continua metamorfosi Dopo tanto peregrinare per l'Italia, finalmente il Gruppo dei 6 approda a Milano e si mette in mostra al meglio con opere di eccezionale valore filosofico. Nato ufficialmente a Piacenza il 9 Agosto 2011, il gruppo si pone in una realtà artistica di difficile comprensione in cui la grande maggioranza delle persone considerano l'arte e la cultura sempre di più in decadimento. Come eroi d'altri tempi, i componenti del gruppo hanno saputo riportare l'Arte Italiana agli antichi splendori: dopo la Grande Guerra, essa non è mai stata viva come oggi con le sue molteplici sfaccettature che hanno la capacità di scavare nell'intimità dell'osservatore.

Come si legge nel loro Manifesto, i sei artisti perseguono la missione di ricercare nuovi modi di interpretare il mondo per uscire dai rigidi schemi convenzionali imposti dalla società, emancipando così lo spirito e il corpo umano da una realtà contemporanea sempre più opprimente.

Ma qual è il loro filo conduttore? Qual è la loro realtà? Essendo creativi la loro sensibilità è acuta e percepisce i cambiamenti molto prima rispetto alle persone comuni: grazie alle loro emozioni e passioni, libere da qualsiasi obbligo sociale, sono in grado di andare al di là di ciò che i cinque sensi colgono e volano così nel subconscio visualizzando uno spazio onirico, enigmatico, metafisico e surreale, uno spazio unico, da sogno e non ancora esplorato.

Chi sono questi sei eroi che si disgregano dall'odierna realtà per mostrare il nuovo surrealismo raffigurato ed esaltare in tal modo il loro sesto senso?

…l'iperrealista Paolo Terdich. Il pittore vi conquisterà per i suoi dettagli minuziosamente concepiti mediante la stesura virtuosistica del colore e il preciso studio della rifrazione della luce. Sebbene la mimesi sia perfetta, e quasi sconcertante, l'osservatore è portato a chiedersi cosa ci sia al di là di tutta la serenità che si percepisce inizialmente. Una dimensione silente, surreale, onirica e mistica trasfigura dai soggetti rappresentati che sembrano porre le domande esistenziali: “Chi sei? Cosa nascondi? Cosa cerchi?”. L'artista approfondisce ciò che è conosciuto, travalicando l'apparenza e scoprendo così significati profondi, difficilmente sondabili, come si può apprezzare nelle tele in cui l'acqua diventa simbolo di rinascita e tormento interiore primordiale. Un'arte che ricerca l'esperienza dell'invisibile tramite il visibile”.

2013:

-       Claudia Baldi, press release: “Ars Nostra – Drawings & Watercolours” - “Galleria l’Agostiniana, 24th September 2013.

“Nato a Piacenza, l’artista, di chiara vocazione internazionale, ha esposto in numerose mostre personali ed eventi internazionali, ricevendo prestigiosi riconoscimenti. Alcune sue opere sono esposte in permanenza in diverse gallerie e istituzioni italiane ed estere. I suoi lavori sono stati pubblicati su varie riviste e libri d’arte, fra cui si ricorda “Watercolor – Paintings by Contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco, in cui Terdich è l’unico italiano fra i 21 maestri dell’acquerello selezionati. Il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Muti possiede un suo ritratto realizzato dall’artista. Pittore figurativo, nei suoi lavori ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche. I suoi lavori abbracciano soggetti differenti, spaziando, con la confidenza di un artista maturo, dai ritratti alle figure, alla natura, alle nature morte.”.

-       Marco Pennone, on magazine “Villa Cambiaso”: “Identità e Metamorfosi - Il Gruppo dei Sei - Movimento Eoykos a Villa Cambiaso”, June 2013.

“La mostra che si è inaugurata sabato 18 maggio 2013 a Villa Cambiaso è uno di quegli eventi che sicuramente resteranno a lungo nella mente e nel cuore dei partecipanti. E questo per vari motivi, in primis il valore degli Artisti e del critico-poeta scrittore che li ha presentati: Alfredo Pasolino.

Direi, come prima impressione, che questa mostra ha avuto un valore consolatorio: in questi tempi di bruttura estetica a tutti i livelli, dominati da un “kitsch” che si è insinuato in ogni settore, è consolante vedere come il “bello” esista ancora e

costituisca quella che Paolo Levi definisce la “vitalità inarrestabile dell’Arte”. Perché questa mostra è essenzialmente “bella”, nel senso di perfetto adeguamento del contenuto alla forma e viceversa, nel senso di adesione ad un programma che si esplica in un “manifesto” di alto valore morale e di corposa sostanza teorica. Un manifesto in cui ritroviamo parole ed espressioni che sembravano perdute, come “sogno”, “reale”, “vero”, “bello”, “Universo”, “Dio”…

Vediamo ora chi sono gli Artisti…

“…La pittura di Paolo Terdich, pur richiamando l’Iperrealismo, si risolve in un magico gioco di specchi, in cui ogni particolare rimanda a una realtà misteriosa che sta oltre…”.

-       Alfredo Pasolino, on magazine “Villa Cambiaso”: “Eoykos – Il Gruppo sei Sei a Villa Cambiaso”, June 2013.

“La mostra esplora questi interpreti dell’arte senza confini, nel segno sia della tradizione, sia nella sperimentazione di combinazioni interattive, capaci di unire o di interagire con una loro spiccata sensibilità, la pittura con la percezione intrinseca della poesia del segno, del colore e dell’immaginario, catalizzatori dell’estasi d’emozione. Nello scandaglio di contrapporre ai sistemi cromatici, i diversi “modi di apparire del colore”. Con l’abilità del pensiero creativo, orientato nella psicologia delle percezioni estreme, maestre d’enigmi, perseguendo rivelazioni all’Infinito. Come nella felicità, la realtà non la si ha, ma vi si è. La realtà per il pensiero creativo non è un oggetto da afferrare, ma è un’atmosfera, un orizzonte in cui si è inseriti. Questo vale per ogni artista ricercatore di idee, quanto per la filosofia: la realtà è un mare infinito, nel quale ci si immerge, si naviga. La biga dell’anima viaggia su questa superficie, per conoscerla e conquistarla. Tra differenze di livelli, dell’energia di visualizzazione e variabili strutturali, nello spazio e nel tempo, senza limiti. Dunque, percorrendo l’esposizione, rilevando le varie fasi di sviluppo culturale, da soggetto a soggetto, nelle differenziazioni dell’io-mentale, mi sovviene quanto diceva Michel Faucault: siamo invitati a considerare come mutevole, relativa, la realtà (del vero). “L’artista è un pellegrino all’interno del suo assoluto”. Ogni sua capacità in azione è fatta a livello di subconscio, e il pensatore, come ogni parola di sapere, intralcia l’azione.”.

“EOYKOS” Il “Gruppo dei Sei” a Villa Cambiaso 6 Mostre Anno XIII n°69 - Giugno 2013

Tale, è affidato al processo percettivo, non al processo della memoria, con i suoi pensieri, con i suoi trabocchetti, perché sono lontani dalla realtà. Lo scopo fondamentale del pensiero creativo sta nel percepire (visualizzando come nelle pratiche dello yoga), la natura intrinseca di un problema, esaminato nel suo giusto e nel suo stile. Lo scopo principale dell’artista di strapparne la natura intrinseca (significato di creatività e di unicità...). Il che, nel gergo pensare pittura, si vuole segnalare il metodo, con il quale l’artista crea qualcosa di nuovo, di inedito, di rivoluzionario. L’opposto di ciò che già si conosce. L’artista è avanguardia dell’imparare, di essere esploratore dello sconosciuto, questo gli conferisce libertà. Pertanto l’artista è l’attore di esplicative esperienze metamorfiche, nella regione, oltre ogni propria definizione verbale, delle visualizzazioni, nei loro differenti livelli. E alle valutazioni emotive, dell’intrinseca natura delle cose e dell’umano, con tutto il carico del linguaggio simbolico. A testimonianza del loro modo di affrontare la modernità, l’armonia cromatica, dopo avere attraversato i momenti cruciali all’alba del nuovo secolo, dalla transavanguardia fino alla metafisica surreale.”.

-       Michele Costantini, su “La Stampa”: “"Identità e metamorfosi. In mostra a Villa Cambiaso”, 28th May 2013.

“A Savona sono esposte sino a domenica 2 giugno suggestive opere di Mauro Bragtia, Maurizio Brambilla, Paolo Golino, Luigi Pretin, Rosario Scrivano e Paolo Terdich.

Identità e metamorfosi è il titolo della mostra di pittura e scultura, che in questi giorni è possibile ammirare nella storica Villa Cambiaso in via Torino,lO a Savona. Gli artisti che espongono sono, in ordine alfabetico: Mauro Braglia, Maurizio Brambilla, Paolo Golino, Luigi Pretin, Rosario Scrivano e Paolo Terdich, i componenti del manifesto «Il Gruppo dei 6». Nato ufficialmente il 9 agosto 2011 a Piacenza, il manifesto vuole creare nella mente e nello spirito, semplici e immediati pensieri, come: «Che cosa c'è al di là della semplicità? L'Arte. E al di là dell'Arte? La Verità o le Verità nascoste». E ancora: «Combatti senza essere guerriero» e applicando questa massima alla pittura: «Dipingi senza essere pittore», perchè se non credi in Dio, credi nella Natura. Se non credi nella Natura, credi nell'Universo, e se non credi nell'Universo credi almeno in Te stesso. Forse un giorno scoprirai Dio. I principali artefici del manifesto del gruppo dei 6, ritengono di dovere usare qualsiasi mezzo, compresa la grande rete, per diffondere e divulgare le proprie idee allo scopo di coinvolgere nell'impresa sempre nuovi simpatizzanti, al di là del loro grado di preparazione scolastica e di estrazione sociale ed economica. La mostra d'arte nei locali di Villa Cambiaso, presentata da Alfredo Pasolino lo scorso sabato 18 si concluderà il2 giugno. Notevole l'affluenza di pubblico che a tutt'oggi ha visitato la mostra, richiamato dalla bravura e dalla notorietà degli artisti. Braglia, Brambilla, Golino, Pretin, Scrivano e Terdich, non sono fondatori del manifesto del gruppo dei 6 per caso, il loro impegno artistico, infatti è rivolto verso tutti, senza distinzione di provenienza sociale, economica e scolastica.”.

-       Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich in un libro americano”, 23rd March 2013.

 “Il pittore piacentino Paolo Terdich si è in questi anni dimostrato sempre più versatile, al punto che suoi acquerelli sono compresi in un importante volume americano, “Watercolor” (Edizioni Chronicle Books, San Francisco).

-       Fabio Bianchi su “Libertà”: “Opere di Terdich a un monastero di Lagos e da oggi il pittore in una collettiva a Genova”, 18th January 2013.

 “Sempre più affermato in Italia ma anche all’estero, il pittore piacentino Paolo Terdich è caratterizzato da uno stile audacemente figurativo, a tratti iperrealista e sempre dalle forti cromie. Di recente ha donato due tele ad un monastero di Lagos (Nigeria): entrambe di formato medio-grande, ritraggono angeli dalle sembianze femminili. Un angelo , in atteggiamento quasi benedicente, è saldamente ancorato alla terra anzi vola su una distesa d’acqua quasi a simboleggiare una funzione di controllo sull’ambiente. Sullo sfondo dell’altra tela si intravede da lontano l’universo perché l’angelo, in un progressivo distacco dalla terrena contingenza, può diventare tramite con Dio. Entrambi sono resi nella classica iconografia cattolica derivata dall’angelologia patristica e scolastica con vistose ali e sul corpo un panno azzurro. Gli angeli assistono e proteggono la Chiesa e, pur essendo creature spirituali e incorporee, sono dotati di intelligenza e soprattutto di volontà propria. Terdich non scorda la dimensione cristologica nel senso che annunciano la venuta di Cristo, lo servono e ne sono fidati messaggeri sostenendo sempre un generale disegno di salvezza.

Destinatario delle donazioni è il monastero “Mater Ecclesiae” è una congregazione monastica di diritto diocesano costituita a Lagos nel 2004 e persegue una vita esclusivamente contemplativa.

Ricordiamo infine che da oggi al 30 gennaio Terdich sarà tra i protagonisti della collettiva di pittura Rifrazioni, ospitata dalla galleria “Immagini e Colore” Vico del Fieno 21R, 16123 Genova”.

-       Loredana Trestin, press review: “Rifrazioni – Galleria “Immagine&Colore”, 18th January 2013.

 

“Paolo Terdich rende palpabili i concetti della sua arte in uno spazio e in un tempo ben definiti. Pittura di grande impegno tecnico, si rinnova declinandosi verso l’espressività legata all’esistere stesso dove convivono visioni oggettive ed emozioni in dinamici equilibri”.

2012:

-       Paolo Levi, review on “Archivio Monografico”: “Paolo Terdich - Attestato di qualità primaria”, November 2012.

“Paolo Terdich ha la dote di affrontare con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva; quindi di competere con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni. Il dipinto Acqua del 2007 trasmette all’osservatore un alto valore di rigore espressivo, per cui a buon diritto, lo si può definire un gioiello di sapiente talento. E’ decisamente ricerca d’ambito realista, di scuola anglo-americana del secondo Novecento, grazie ad un costrutto che nulla concede alla retorica”.

-       Paolo Levi, recensione sul Movimento Artistico “Eoykos”: “La vitalità inarrestabile dell’arte”, settembre 2012.

“Le opere di Paolo Terdich possono essere avvicinate, a un primo sguardo, alla corrente americana dell’Iperrealismo. Ed è la precisione assoluta nei dettagli delle figure, nei paesaggi, negli interni ad accomunare Terdich a quel linguaggio. Tuttavia, a ben guardare, la sua pittura sottintende anche altro. La realtà che egli riproduce appare perfetta nella mimesi, ma dietro l’apparenza di un viso levigato e sereno, si nascondono irrequietezze e interrogazioni, nascoste nei dettagli, come sottili avvertimenti. Così, una figura di nuotatore appare di colpo frammentata, e non solo a causa della rifrazione dell’acqua. Così, il sorriso di una ragazza non corrisponde allo sguardo appena velato, come se celasse un segreto, forse proprio quello contenuto nel recipiente che tiene in mano. È Il suo vaso di Pandora, con tutti i mali del mondo, o l’essenza segreta della sua femminilità?”.

-          Recensione di Leslie Dutcher e Sujean Rim, dal libro “Water Color – Paintings by contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco (USA), novembre 2012.

-        Giovanna Grossato, press review: “Itinera 2012-2013 – mostra di artisti contemporanei in dieci città d’arte italiane”, 5th October 2012.

 “Un artista, Paolo Terdich, che si è spesso confrontato nella carriera con esperienze artistiche di altri Paesi da cui ha saputo attingere interessanti spunti per i suoi lavori che spaziano nei temi in vari ambiti. La struttura delle sue opere (specie oli e acrilici su tela o acquerelli su carta) si avvale di tecniche esecutive assai efficaci nel rendere la folgorante verosimiglianza di figure e oggetti in contesti e situazioni luminose assai particolari. La rappresentazione del femminile, specialmente nel suo rapporto con l’acqua, è uno dei temi di particolare suggestione nei dipinti dell’artista. E, in ogni caso, la presenza umana risulta sempre percettibile, anche nelle raffigurazioni di paesaggi e oggetti: sebbene solitari, infatti, questi sembrano guardati attraverso gli occhi di qualcuno (una donna?), soffrirne l’abbandono o ottenerne il ritorno, con una resa pittorica talmente precisa da trasmettere le qualità tattili della materia.

Nato a Piacenza, ha vissuto parecchi anni all’estero (Inghilterra, Egitto, Olanda, Nigeria), ove ha potuto confrontarsi con culture diverse e raffinare la sua sensibilità artistica. Nei suoi lavori ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche. Espone regolarmente in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, nonché in rassegne di carattere nazionale e internazionale. Le sue opere sono inoltre presentate nelle più significative fiere d’arte contemporanea. Vasta la sua bibliografia, con recensioni su riviste specializzate e cataloghi. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private”.

“Paolo Terdich in his still lives tells stories by depicting common objects of daily use, and through the lights and the contrasts generate particular atmospheres and feelings. Such stories and feelings via the unanimated elements painted in the still lives, are made alive, through the movement of liquids and the reflections of lights within the glasses, bottles and metallic surfaces. His still lives are unusual, rather personal in the interpretation of the light, the choice of the subjects, the harmony of volumes and the consistency of the glares. The whole composition is tidy, symmetrical; to the moment of the event, the contemplation takes over. In these works the largeness of the small things is emphasized. Terdich does not copy the reality, he transforms the objects in metaphysical presences; they are emblem of a state of mind, thanks to the light, purest, and sculptured. The serenity and simplicity in his work has been compared by some art critics to the silent metaphysic of the great Italian artist Giorgio Morandi”.

-        Domenico Taricco, press review: “Post-Avanguardia Italiana: Ultraveristi” - “Il Salotto dell’Arte Gallery”, 15th March 2012.

“Paolo Terdich, ad esempio descrive i connotati della realtà, per mezzo d’una sapienza esecutiva senza limiti, che inducono l’osservatore a calarsi emotivamente nelle sue opere, senza via di ritorno. Gli accostamenti delle forme, dei colori e degli oggetti, divengono pure estrapolazioni dalla quotidianità verso la quale ritorna con potenza e sicurezza. Il colore raggiunge la luce e la forma si sovrappone al reale animando la finzione in realismo puro”.

-        Daniela Pronestì, press release: “Pelle” - “Galleria Simultanea – Spazi d’Arte”, 25th February 2012.

 

“Al centro della ricerca artistica di Paolo Terdich riconosciamo la seduzione del corpo messa in atto attraverso la pelle, tessuto sensoriale e insieme psichico, che descrive ora il destino biologico e biografico del singolo soggetto (Alba), ora la forza unificante di una piega o di un dettaglio (Mani) che ingranditi e ridotti in forma di frammento smarriscono la propria identità costitutiva per farsi specchio di una moltitudine. Nei suoi disegni la pelle è intesa perciò sia come scrittura della storia e del destino individuale, sia come terra di confine tra noi e il mondo, come “spazio” che rende possibile l’esperienza dell’alterità. Brani di pelle che svelano la presenza dell’altro e instillano nell’osservatore un desiderio di unione, di compenetrazione dei corpi”. “Pelle. Involucro della realtà, superficie delle cose, artificio della pittura che inganna l'occhio e sfida la fotografia in una gara tesa a catturare anche il più piccolo dettaglio. Più reale del reale, più vera del vero, l'immagine così dipinta sorprende e impressiona non tanto per il contenuto, quanto per la straordinaria perizia tecnica e la capacità descrittiva che ricordano la nitidezza propria della fotografia. Dal realismo fotografico dei Precisionisti americani negli anni Venti all'Iperrealismo statunitense che, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, ha rivoluzionato i rapporti tra pittura e fotografia - emblematica in tal senso la frase di Gerard Richter "la pittura è uno strumento ausiliare per una fotografia realizzata con i mezzi della pittura" - questo modo di rappresentare la realtà non per descriverla semplicemente ma per superarla, esercita un fascino irresistibile sullo spettatore, generando in lui quel senso di spaesamento che nasce di fronte a ciò che stentiamo a non credere reale per quanto risultato di un "diabolico" effetto illusionistico. Pittura in bilico tra verità e finzione, verosimile a tal punto da produrre l'effetto di un'allucinazione; pittura che è corpo da "toccare", ma è soprattutto pelle nelle cui pieghe si nasconde l'inganno di una visione che, spinta oltre il termine ultimo della realtà, diventa supervisiva e surreale. Non c'è limite all'artificio pittorico come non c'è limite alla pazienza dell'artista che spende tempo e fatica per riprodurre, in modo quasi maniacale, ciò che lo scatto fotografico immortala in un attimo. Ma è proprio questa la magia di una pittura che ci invita ad un "consumo" percettivo dell'opera ancor prima che psicologico, e che ci ricorda che l'artista non è un semplice "registratore meccanico d'immagini" ma è un individuo capace di cogliere le strutture significanti della realtà visibile. Sono questi i concetti che ispirano Pelle, una mostra che conferma l'incredibile e incrollabile forza persuasiva della "sola" pittura contro e nonostante l'incalzare di modelli comunicativi che, nell'era della virtualità, ridisegnano la percezione del tempo, dello spazio e del modo stesso di fare arte”.

 

-        Patrick Caputo, press review: “Realismo Radicale” – “Galleria Unique”, 13th January 2012.

 

“Paolo Terdich ha scelto un orientamento del suo linguaggio nel quale troviamo alcuni elementi caratteristici della natura morta. Le sue opere sono quindi il risultato di un lavoro che non si concentra esclusivamente sul soggetto, ma anche sul contesto. L’impianto lineare riesce sempre a donare all’insieme una notevole libertà strutturale, che consente così al pittore di operare in ambiti che acquistano una loro identità grazie alle sinergie instaurate tra lo spazio e i soggetti”.

-          Fabio Bianchi su “Libertà”: “Collezione di successi per il pittore Terdich: dopo Roma, esporrà a Torino dal 13 gennaio”, 8th January 2012.

“Il pittore piacentino Paolo Terdich in pochi anni ha saputo crearsi un invidiabile curriculum grazie ad una tecnica notevole ed uno stile raffinato, iperrealista nell’impostazione, ma ricco di umanità nei contenuti.

Apprezzato da critici e galleristi anche internazionali, Terdich ha negli ultimi mesi partecipato ad interessanti iniziative anche e soprattutto all’estero e nell’immediato futuro sta valutando allettanti proposte.

Selezionato in ottobre per la Triennale di Roma dopo aver partecipato alla collettiva alla galleria piacentina Rosso Tiziano, è stato finalista sia nel concorso di grafica “Showdown” tenutosi a Londra ed organizzato da The Saatchi Gallery sia nel concorso “Artaviva” e a dicembre è stato invitato ad un’importante collettiva tenutasi presso Casa Batlò a Barcellona.

In questi giorni è impegnato nell’ambiziosa collettiva Sacralità e Spiritualità che è stata allestita a Roma nella prestigiosa galleria La Pigna situata nello storico Palazzo del Vicariato, già Palazzo Maffei Marescotti, vicino al Pantheon. Dal 13 gennaio al 10 febbraio l’artista piacentino sarà tra i protagonisti della collettiva Realismo Radicale, che si terrà in una delle più importanti sedi espositive di Torino, la galleria Unique.

E proprio quest’ultima, nell’ambito della suddetta mostra, intende tra l’altro fondare e promuovere il “Team degli Artisti Contemporanei” (T.A.C.) per inserirvi almeno un iperrealista.

A questo proposito, l’artista ritiene infatti che siano maturi i tempi per riprendere e valorizzare l’Iperralismo, corrente americana che ebbe tra fine anni ’60 e primi anni ’70 inaspettato risalto.

Non dimentichiamo che Terdich è stato compreso da Chronicle Books, editore americano di San Francisco in un paper-cutting art (libro d’arte) dedicato ai maggiori acquarellisti comtemporanei.

2011:

-        Caterina Randazzo, sul Catalogo 2011 “Grandi Maestri”: “Paolo Terdich - La realtà oggettiva di un lineamento” – published by “Centro Diffusione arte (Edizioni e Recensioni Artistiche)”.

L’indagine conoscitiva di Paolo Terdich filtra l’apparenza del reale, passando dal realismo analitico ad una figurazione da fumetto noir. Attraverso un’evidente predisposizione al ritratto – realizzato con precisione e capacità chiaroscurale – l’artista interpreta la società moderna nei suoi atteggiamenti più intimi di riflessione e irrequietezza. La solitudine domina e avvolge i personaggi, che ritratti in ambienti quotidiani privi di spettacolarità e inquadrati in luci morbide e soffuse, assumono un senso di eterea sospensione. Un realismo silenzioso e intimista quindi, in cui le immagini non lasciano dubbi circa l’umanità delle figure. Paolo Terdich disvela tutti i segreti della realtà, mostrando di sapersi liricamente contrapporre al mezzo fotografico. Egli si pone non come copista, ma come raffinato interprete della vita, degli effetti della luce sui corpi, del movimento, del gioco di ombre e luci nelle pieghe di una veste o nelle rughe di un volto. 

Paolo Terdich è nato a Piacenza, ha vissuto parecchi anni all’estero (Inghilterra, Egitto, Olanda, Nigeria), ove ha potuto confrontarsi con culture diverse e raffinare la sua sensibilità artistica. Nei suoi lavori ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche. Alcune sue opere sono esposte in permanenza nelle gallerie “Spazio Rosso Tiziano”, “Atelier d’Arte” e “La Spadarina” di Piacenza e presso l’Ambasciata d’Italia in Nigeria, “Flora Holland? Di Naaldwijk (Paesi Bassi). Il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Munti possiede un suo ritratto realizzato dall’artista. Mostre: 2010 – “Art in Mind” presso “The Brick Lane Gallery”, London (UK), “Cultural Evening with Paolo Terdich – a contemporary Italian painter”, personale presso la residenza dell’Ambasciata Italiana in Nigeria (Abuja). 

-        Maria Teresa Prestigiacomo, press release: “Sacralità e Spiritualità” – “Galleria La Pigna, Palazzo Pontificio Maffei Marescotti”, 20th December 2011.

“L’eros e la passione incontrano l’acqua, quale simbolo di rigenerazione spirituale. L’acqua celeste, blu, azzurra, come il manto della Madonna, il celeste ed il blu della rinascita… L’immergersi nel liquido amniotico, in un ritorno freudiano nel grembo materno per una sorta di purificazione spirituale… eros e passione… nell’acqua… stemperano quei caratteri, quei connotati non del tutto positivi, per caricarsi di quelle energie spirituali che riconducono alla sacralità di un’abluzione induista nel fiume Gange…

L’azione dinamica è ben tradotta dall’artista attraverso l’attento segno che, sinuosamente rappresentano il corpo femminile, asseconda e registra posture e movimenti del corpo. Attento osservatore, Terdich dell’anatomia, come i maestri del passato, egli coglie l’azione cinetica; ottimo il contrappeso cromatico, nell’armonia compositiva dell’opera. La tecnica ci consegna alle trasparenze di quelle acque limpide e chiare, le “chiare, dolci, fresche acque” di lontana memoria scolastica Petrarchesca, all’amor cortese, in versione Terdich, proiettato nel terzo millennio”.

 

-     Daniele Radini Tedeschi, su the book: “Itinerari d’Arte Contemporanea, dalla Crisi alla Figurazione con uno sguardo alla Triennale di Roma 2011 - Esposizione Internazionale di Arti Visive 2011”, October 2011.

La potenza luministica rende quasi incantesimo ciò che altrove sarebbe chiamato vero, il celeste e i blu sono spesso colori ricorrenti nelle opere dell’artista; ogni elemento viene attentamente collocato sulla tavola con minuziosità e precisione in un’armonica composizione.

-     Caterina Randazzo, on the magazine “Effetto Arte” (directed by da Paolo Levi): “Paolo Terdich - La realtà oggettiva di un lineamento”, July/August 2011.

“Un ritratto non è una copia dal vero, ma qualcosa di più. L’artista deve saper cogliere, dai lineamenti, le caratteristiche salienti di un soggetto, la sua personalità, la sua anima. La pittura di Paolo Terdich, così leggibile, immediata, “finita”, sa cogliere i più intimi segreti di un volto e, ricca di dettagli, analitica e lenticolare, sfiora talvolta l’iperrealismo. Partendo dall’analisi fisionomica del soggetto egli ne indaga la psicologia con metodo rigoroso e quasi scientifico. Realizzando un ritratto egli ne studia espressioni e gesti, nell’intento di far coincidere opera d’arte oggettiva. Il disegno è definito con perizia tecnica e le ombre, fatte con il grigio e il nero, rispettano la migliore tradizione chiaroscurale. Terdich applica, alla sua pittura il rigore metodico di una scienza, di un’analisi psicologica condotta attraverso l’indagine sui dati oggettivi. La sua attenzione si concentra sull’uomo e la sua arte viene così intesa come “documento umano”, presentandosi con la nitidezza che si richiede a un’interpretazione fotografica. Le sue opere trovano rispondenza nelle correnti storiche del Realismo e del Naturalismo, rivelandosi capaci d’interpretare la nostra contemporaneità con gli usi, le abitudini, gli stati d’animo che la fedeltà al vero rende palesi, come specchi che riflettono la nostra stessa identità.”.

Paolo Terdich, nato a Piacenza, ha vissuto parecchi anni all’estero (Inghilterra, Egitto, Olanda, Nigeria), ove ha potuto confrontarsi con culture diverse e raffinare la sua sensibilità artistica. Nei suoi lavori ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche.

-     Daniele Radini Tedeschi, on the book “L’esausta clessidra – Paolo Terdich” – published by “Rosa del Venti”, August 2011.

"Il virtuosismo in un artista è spesso sinonimo, ahimè, di debolezza inventiva, poiché il dato tecnico supera e sorpassa talmente lo spazio della fantasia che accontentarsi diviene ordinario. Non è il caso di Paolo Terdich, il quale accosta da un lato il suo magistero tecnico di impostazione figurativa-surrealista, dall’altro la curiosità del soggetto. La visione supera il veduto, il sogno precede il segno, il miraggio conferma l’abisso. Ciò che interessa all’artista è infatti questa massa, che tutto cela e trasfigura nel suo ipnotico segreto, che nasconde, ma lascia intravedere solo attraverso una fine introspezione psicologica".

-     Guido Folco, on “Catalogo dell’Internazionale Italia Arte 2011”, 3rd May 2011.

“Grande padronanza della tecnica, unione perfetta di olio e acrilico per creare un’opera in continuo divenire, dinamica, fluttuante tra le onde dell’acqua. L’elemento fluido e cangiante, sotto la luce del sole, assume le tonalità più diverse e profonde degli azzurri, lasciando intravedere, con perizia eccezionale, l’ombra del corpo del nuotatore. Altro che computer grafica: il mestiere dell’artista è sempre e principalmente sapiente utilizzo del colore e della materia pittorica".

-     Caterina Randazzo, su the magazine “Effetto Arte” (directed by da Paolo Levi): “Sguardo Critico – Paolo Terdich – La forza dell’Acqua”, March/April 2011.

“A primo sguardo, l’opera di Terdich è un’analisi del reale d’impronta fotografica, ma, ad uno studio più approfondito, essa è anche indagine personale di un mondo interiore. La ricerca dei dettagli si fa incessante, fino a rendere, la sua arte, un esempio incantevole di pittura realista. Eclettico nella scelta dei temi e dei mezzi espressivi, realizza i suoi soggetti con cura ossessiva. La resa del ritratto ha un ruolo essenziale nella sua pittura e tutti i personaggi, in atteggiamenti intimi e concentrati, sono descritti in modo dettagliato. Tema centrale è quello dell’acqua e qui l’interesse dell’artista per la resa fisica e interiore del personaggio è supportato da uno studio quasi scientifico del fattore anatomico. La descrizione del corpo, del suo movimento dentro l’acqua e l’effetto grafico della stessa, sono elementi essenziali. Uomini immersi, in atto di nuotare in un limpido mare. Il vitale ondeggiare dell’acqua crea vortici e piccoli flutti e il dipinto si orienta, con copiosità di dettagli, in direzione di uno studio sempre più realista".

-        Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich all’Internazionale Italia Arte - A Torino in questo mese. Gli altri impegni dell’artista piacentino”, 3rd May 2011.

"E’ ancora poco conosciuto a Piacenza, ma in Italia e all’estero le soddisfazioni al pittore Paolo Terdich non sono mancate e non mancano. Tutt’altro. Come dimostrano le varie iniziative che l’hanno coinvolto in questo periodo, grazie alla sua pittura elegante e raffinata, soprattutto ai suoi ritratti indagatori e romantici al contempo. Fra le tante, ricordiamo la partecipazione alle fiere d’arte di Forlì (25-27 marzo) e Carrara (9-17 aprile), mentre sue opere saranno esposte in una collettiva nella prestigiosa Galleria Ros’Art, a Roses, Costa Brava, vicino alla residenza di Salvador Dalì. Terdich è stato inoltre selezionato – su un vasto numero di partecipanti – per un’altra interessante manifestazione, l’Internazionale Italia Arte 2011, in programma a Torino a maggio, in abbinamento con il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E’ stato compreso anche nella rassegna internazionale EmozionARTI, allestita nella Galleria Civico69 dal 22 al 28 maggio a Firenze, organizzata dall’associazione “Artists in the World”. Anche i suoi autoritratti hanno avuto successo, tanto da essere inseriti in Power of Self, che, partita dall’americana “Artists Wanted”, intende rivalutare quel genere. Neppure le riviste hanno trascurato il suo operato: Terdich è infatti comparso su “Artantis.info”, “Sguardo Critico” rubrica della bimestrale “Effetto Arte” e in quest’ultima diretta da Paolo Levi, nonché nel volume I Grandi Maestri, sempre privilegiando gli incisivi ritratti spesso eseguiti a matita o carboncino e sempre esprimenti grande umanità”.

-        Maria Teresa Prestigiacomo, press release: “Terdich: un pittore colto del terzo millennio”, 30th April 2011.

"Terdich, nelle sue opere privilegia la figura: è proprio l’attenzione per la figura che lo contraddistingue. Il disegno si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a esplorare una realtà visionaria propria dell’artista. Quella di Terdich, pittore colto, è una ricerca di bellezza, di luce, attraverso l’acqua, simbolo di nascita primordiale, in particolare, una ricerca verso una dimensione di conoscenza della verità o dell’insondabile. Tutto ha inizio, se dovessimo creare una storia, attraverso le opere di Paolo, dal mattino, dalla colazione del mattino: quella che, apparentemente banale nella sua rappresentazione di Natura Morta, traccia i segni distintivi delle persone che popolano una casa e tutto in essa rifluisce, vive, dunque una sua vita nuova: una Natura Morta, dunque per incontrare una nuova vita. Nelle opere di Terdich in cui l’artista manifesta il suo forte amore per l’acqua, egli rappresenta uno scuro o chiaro fondale dell’acqua, quella tavola dove l’occhio di spande, come il risultato di una campitura impeccabile che lascia percepire l’attento studio tecnico dell’artista. Il pittore italiano enuncia l’estro della sua espressività nutrita da una passione figurativa sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso degli obiettivi estetici: “mediante il visibile, realizzare l’esperienza dell’invisibile”, come osano affermare i filosofi. Le sue donne sondano profondità d’acqua: sono profondità oniriche; le sue opere mostrano trasparenze create in questo suo iperrealismo poetico con una particolare cura ma con un iperrealismo mai freddo e distaccato. L’occhio non riposa, come dicono i monaci cistercensi, delle loro opere “certosine” se non nelle pareti su cui si stagliano le nature morte; l’occhio trova riposo nelle mirabili increspature dell’acqua dolce di una piscina o dell’acqua del mare".

2010:

-        Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Il pittore piacentino Terdich protagonista di “Art in Mind”, 22nd Aug. 2010.

"Piacenza – Mito della contro-cultura artistica degli anni ’60, Londra oggi è di nuovo imprescindibile riferimento nel dibattito artistico contemporaneo, al punto che qualsiasi motivato artista ambirebbe recarvisi. E il pittore piacentino Paolo Terdich è in questi giorni coprotagonista di Art in Mind, interessante collettiva organizzata da The Brick Lane Gallery, struttura espositiva affermata e conosciuta soprattutto per la vicinanza alla “Street Art. Dopo il successo ottenuto pochi mesi fa in Brasile, Terdich torna a respirare il clima cosmopolita, a confrontarsi con ambienti internazionali: espressamente invitato dal direttore di quella galleria, che lo aveva notato in un’altra manifestazione, il “Celeste Prize”. Terdich a Londra espone lavori tratti dalle ultime serie, Acqua in gran parte, ma anche Mani e Visi. L’impostazione delle opere è tradizionale, predomina il figurativo, ma troviamo anche penetranti indagini sul quotidiano, affondanti le radici in quell’Iperralismo americano in parte trasmigrato in Italia. Ma di quel movimento Terdich recepisce solo la precisione del dettaglio, l’anima e la luce interiore dei ritratti e non le sottese problematiche esistenziali, segnatamente quella disperata duplicazione del reale in mancanza di solidi ideali. Nelle sue tele ritroviamo la centralità della figura, l’unità e la nobiltà della persona, la magnificenza dei colori che sempre creano particolari atmosfere, un feeling intenso e particolare con l’osservatore".

2009:

-        Giovanni Chiara, su the Catalog 2009 “Avanguardie Artistiche”, published by “Centro Diffusione Arte, Edizioni e Recensioni Artistiche”.

“…Guardando le opere di Terdich, siano esse policrome o in bianco e nero, si capisce a quali livelli possa arrivare la rappresentazione del reale, e quali implicazioni possano essere contenute in un risultato finale che una catalogazione sommaria potrebbe definire iper-realista. Terdich "ha la mano", e che mano; ma non solo. Le sue capacità tecniche sono notevoli, e vengono associate a pulsioni espressive fra le più varie, tutte comunque nell'ambito di una raffigurazione limpida che richiama la definizione e il micro-contrasto degli obiettivi fotografici. Va detto che non si tratta di doti esclusive: chi pratica il mondo artistico ha incontrato moltitudini di iper-realisti iper-tecnici. Terdich, però, si distingue per una componente che porta oltre la sia pure sapiente riproduzione del reale, cioè l'inquietudine espressiva. E' un'inquietudine che non traspare dalle cristalline nature morte, o dai pure strabilianti ritratti, o dai coloratissimi paesaggi.  La serie di opere dalla quale emerge l'inquietudine intellettuale e la creatività di un autore che ha troppo talento per restare schiavo della propria tecnica è quella degli "acquatici", dipinti dal gusto modernissimo e dalla realizzazione complessa, "americani" se appena fossero di quelle generose dimensioni che usano gli artisti d'oltre oceano, con i soggetti che frantumano il cristallo dell'acqua in riflessi scomposti che scompongono i corpi che li hanno generati. Opere vive, e ciò con buona pace di chi oggi spocchiosamente si fa un punto d'onore nel guardare con sufficienza gli artisti figurativi, e con diffidenza gli iper-realisti. Può essere questa la sintesi di un pittore che ha davanti a sé possibilità di grande rilievo, e probabilmente anche il puntiglio di metterle al servizio del proprio desiderio di esprimersi…”.                      

-        Dino Masarà, su the magazine “Boè”, Nov./ December 2009.

“Il realismo del maestro Paolo Terdich fa giustamente scuola. La sua è un’arte che dialoga con l’istinto, dotata di potenza comunicativa, spontanea e robusta. Una formidabile esperienza cognitiva che tratteggia sentimenti e potenzialità dell’anima umana”.

-        Carlo Francou, su “Libertà”: “L'acqua si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni”, 17th September 2009.

La superficie dell'acqua e i suoi riflessi che generano un confondersi di forme appena accennate. Le trasparenze di Paolo Terdich sembrano voler esplorare le possibilità della percezione del reale attraverso uno stato fisico che tende a provocare deformazioni, increspature, frammentazioni. Il campo del visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. L'acqua, simbolo della vita, della purificazione e del vigore si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni. La prima constatazione è che quelle trasparenze trasformano il nuoto in una sorta di danza che a volte sembra spingere quei corpi verso il fondo, in altri casi li solleva come se fossero in volo. Poi il gesto di una bracciata vigorosa, l' esplosione delle particelle al contatto del corpo fermato nell'attimo del tuffo o di una vigorosa bracciata e quell’acqua raccolta tra le mani, quasi un simbolo dell'esistenza che scorre implacabile tra le dita e le pieghe della vita. Infine la trama compositiva, con il breve accenno delle accese cromie di un costume nella metamorfosi continua delle tessere d'acqua che accendono la composizione facendo vibrare l'intera gamma tonale del blu e dell'azzurro. Ancora trasparenze che, poco a poco, portano a scoprire cosa sia celato sotto quel graticcio liquido che tutto copre, preservando l'attimo di intense e autobiografiche emozioni.

-     Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich, sensazioni di movimento e libertà. Allo Spazio Rosso Tiziano la mostra personale dell'artista piacentino”, 17th September 2009.

“La pittura piacentina si è negli ultimi anni notevolmente evoluta grazie a movimenti di rilievo nazionale ma anche a singoli artisti come Paolo Terdich che ha, in pochi anni, elaborato uno stile particolare. E nella personale Trasparenti emozioni, fino al 26 settembre alla galleria Spazio Rosso Tiziano, Terdich espone l'ultima produzione, numerose opere - soprattutto oli su tela ma anche acrilici, acquerelli e matite - a dimostrazione dell'eccellente livello raggiunto. Nato a Piacenza (1960), autodidatta, esordisce tardi ma in breve recupera ottenendo anche all'estero prestigiosi rico­noscimenti. L'esordio è legato all'Iperrealismo che ebbe, in Italia, alterne fortune ma Terdich riprende solo la precisione esecutiva non il drammatico vuoto interiore che attanagliava soprattutto gli artisti americani di quell'area. Vibrando nel pittore piacentino diverse anime, emerge una varietà di soggetti, non solo una lacerata realtà o la freddezza di oggetti svuotati di significato dalla sempre più commerciale Pop Art. Ritratti e particolari anatomici già da anni ci dicono - qui confermandolo autorevolmente - come Terdich colga sfumature e sentimenti ben oltre la nitidezza del Photorealism. Va oltre affrontando temi ostici come la serie Acqua che qui propone in una ventina di tavole di medio e grande formato: al centro c'è sempre un uomo immerso in un liquido blu screziato in mille rivoli, dal colore più o meno intenso, dall'azzurro pervinca al blu cobalto. E' un punto d'arrivo importante, molto importante, nella sua poetica: sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico. Questi atipici nuotatori sono soggetti nuovi, inediti e, per dinamismo compositivo e vivacità cromatica, comunicano infinite sensazioni di movimento e libertà. Terdich medita ora su percezione, dimensione temporale rifiutando l'ambiguità iconografica ma puntando solo su densi risvolti umani, su concentrazione di sguardi ed atteggiamenti come nelle serie Mani e Visi. I sentimenti affiorano, le emozioni divengono dunque "trasparenti" nell’universo visivo di Terdich che si muove ora con maggior sicurezza, rifiuta l'implacabile perfezione formale privilegiando, in linea con la grande tradizione storica e figurativa italiana, la sfera interiore.

-            Elisa Malacalza, su “Libertà”: “La natura e la donna: un dialogo continuo”, 15th September 2009.

I giorni di Pucheria. Allo Spazio Rosso Tiziano"Donna turchese”, la mostra di Paolo Terdich che fonde le sue opere tra la psicologia e un'estetica consolatoria.

“E' chiaro che il pensiero dà fastidio, ma come pesce è difficile da bloccare perché lo protegge il mar: non è tanto una riflessione su "com'è profondo il mare", quanto quello che emerge dall' acqua guardando Acqua 6, immagine promoter della mostra personale di Paolo Terdich, esposta allo Spazio Rosso Tiziano da venerdì scorso al 26 settembre. Qualcosa emerge e qualcosa resta sottacqua: anzi, ad emergere è solo un piede ma, in fondo, è dai piedi che si muovono i primi passi. Non c'è timore nella figurativa di Terdich: l'acqua lascia trapelare il senso, è cristallina, come se la donna e l'acqua si ricongiungessero in modo del tutto ovvio. Un riscatto: la liberazione di un tuffo, l'emancipazione femminile, la voglia di esserci anche se non in modo palese, restando velata, semi nascosta dalle onde. Eppure libera. Quel pensiero difficile da bloccare percorre l'unione di una linea per niente dritta, anzi zigzagante dove l'artista piacentino indaga la donna, assoluta e indiscussa protagonista della tre giorni di Pulcheria, la manifestazione culturale appena conc1usasi a Piacenza, attraverso un quid aggiuntivo che rimane dalla sua laurea in geologia. La natura e la donna: dove nasce una e comincia l'altra? Donna turchese si afferma quindi come un respiro di Trasparenti emozioni, la mostra collaterale alla prima. L’acqua come autenticità? Da un artista che ha viaggiato in Inghilterra, Egitto, Olanda e altri Paesi ci si aspetta che il legame con un'acqua mai ferma, mai stanca - abbondante in Gran Bretagna quando estremamente essenziale e intessuto dell'humus del Nilo in Egitto - zampilli da ogni quadro per dire: sono qui. E dia spazio a una donna tutta volti e mani che toccano, concreta finalmente, non acqua ma corpo, ec1ettica tra carboncino, acrilico, acquerello. Mai in superficie ma l'assoluta profondità di un artista maturo che fonde - e gioca su questa fusione - tra la psicologia anche chirurgica, sezionatoria e un'estetica consolatoria, che non abbandona. Labbra, sguardo, emozioni: un racconto, sfaccettato e saccente come l'indefinito e accattivante turchese. Lo spettatore è liberato in questa direzione attraverso il continuo plasmo di una pittura anche materica che seduce, scioglie, non incrina. Si fa capire, è democratica. Perché la donna, madre e acqua, lo è. Anche la donna che si cela in uno sguardo e ancora non sa cos'è e come un fluido, tende ad adattarsi al singolo contenitore, riempiendo la sua esistenza di cose, di senso, di...? 0gnuno ha la sua risposta di fronte a questo ultimo Terdich: certo è che la donna -lo ha dimostrato Pulcheria - continua a trascinare con sé il suo enigma. Anzi, lo porta a testa alta”.

-        Roberta Suzzani, su “La Cronaca”: “Parlando con le mani - Paolo Terdich in mostra. Oggi l'inaugurazione alla Rosso Tiziano tra le iniziative di Pulcheria 2009”, 11th September 2009.

 “Donna, dal latino donna, forma sincopata di domina, cioè "padrona". E la donna è sicuramente "padrona" incontrastata della mostra nella mostra di Paolo Terdich che si inaugura oggi allo Spazio Rosso Tiziano (via Taverna 41, alle 19,30) nell'ambito delle iniziative di Pulcheria 2009. Dopo "Trasparenti emozioni" esposizione che si è aperta il 26 settembre - oggi il sipario si alza anche su "Donna turchese". Due percorsi per un'unica sensibilità artistica, quella di Paolo Terdich, artista piacentino dall'animo zingaro che ha formato il suo modo pittorico grazie al suo istinto del viaggio. Le sue esperienze di vita vissuta in Inghilterra, Egitto, Olanda, Nigeria si ritrovano nella sua pittura, suggerimenti di culture che completano la formazione di un artista che non smette mai di inseguire il nuovo. Allo Spazio Rosso Tiziano, accanto alle grandi opere dedicate all'acqua del ciclo "Trasparenti emozioni" - in cui Terdich analizza l'instabilità del liquido e il suo modo di influenzare la percezione della forma umana, trova spazio proprio quest'ultima, spogliata da ogni filtro: semplicemente l'uomo, o meglio la donna. Volti e mani. L'espressione non è prerogativa degli occhi e Terdich lo sa bene. Nelle sue opere dal tratto realistico e dal taglio fotografico - in certi casi cinematografico - l'artista concentra la sua attenzione sull'emozione, o meglio sull'espressione dell'emozione. In un'epoca in cui il volto è costantemente al centro dell'attenzione, in cui l'immagine è il linguaggio comunicativo per eccellenza, Terdich riscopre l'antica arte del ritratto. Fa un passo indietro, cede il cammino all'iperrealismo e rientra nella dimensione dell'arte che non deve solo "ricopiare" il vero, ma lo deve investire di nuova bellezza, di nuova armonia. Questa volontà di trasporre il vero ammantato d'arte si mostra completamente nei ritratti, ma ancora di più nelle mani. L'artista è affascinato dalla gestualità, dal movimento, dalle torsioni che le mani compiono talvolta quasi involontariamente, certamente inconsciamente. Un ventaglio espressivo troppo spesso ingorgato, nascosto in piena vista su cui viene riaccesa la luce. Terdich elimina il corpo e fa parlare le mani. Quelle mani che sono allo stesso tempo espressione e creazione d'arte. Anche in questo caso l'artista vuole rompere gli schemi. Di solito le mani non sono il soggetto di un'opera d'arte, ma semmai lo strumento con il quale si realizza un dipinto oppure una scultura. Qui no. Terdich va a ripescare gli studi accademici sull'anatomia, quegli studi che agli studenti-artisti servono per comprendere il concetto di prospettiva e proporzione, e riveste questi studi di un nuovo intenso processo linguistico. Ne fa dei veri e propri ritratti. Ritratti di donne”.

-        Roberta Suzzani, su “La Cronaca”: “Terdich, il racconto di trasparenti emozioni”, 5th Sept. 2009. 

 “Dalla terra nasce l’acqua. Dall'acqua nasce l'anima”. Eraclito

“Acqua e donna. In molti ritengono che "acqua" e "donna" possano essere considerati sinonimi. Dispensatori di vita, simboli di purezza, origini del mondo. Paolo Terdich è uno di questi. Nella personale che si aprirà questo pomeriggio alla galleria d'arte, Spazio Rosso Tiziano - via Taverna 41, inaugurazione alle 18 - i temi di "acqua" e "donna" si mescolano diventando un tutt’uno. Perché se è vero che "Trasparenti emozioni" (che si aprirà oggi) e "Donna turchese" (mostra che. verrà inaugurata venerdì Il settembre nell'ambito delle iniziative di Pulcheria) sono due mostre distinte, è altrettanto innegabile che il filo conduttore sia unico: la vita, la sua simbologia, i suoi misteri e l'irresistibile necessità di indagarla, fino ad immergersi in essa. D'altronde l'acqua ha da sempre affascinato l'essere umano. La visione dell'acqua come fonte di vita diventa in molte cosmogonie antiche il mito sull'origine acquatica del cosmo. Nel poema mesopotamico Enuma, per esempio, Elis Apsu e Tiamat, personificazioni divine delle acque dolci e delle acque salate, si mescolarono dando origine a nuovi dèi che, a loro volta, ne generarono altri. E quando il dio Marduk uccide Tiamat e ne taglia in due il corpo crea il cielo e la terra: la nascita del mondo. Per i greci il più antico dio dell'acqua è Oceano, figlio di Gea (la terra) e di Urano (il cielo). Dall'unione di Oceano e Teti, secondo Omero, ha origine tutto. Anche nella Genesi Dio dà origine al mondo partendo dalle acque e creando il firmamento "che tiene separate" le acque dalle acque. Da quelle inferiori viene generata la terra. Acqua origine della vita, come la donna. In "Trasparenti emozioni" è l'acqua la protagonista assoluta della narrazione. Terdich riveste il primo amore della sua vita - l'essere umano, incontrastata star di "Donna Turchese" - di nuova vita immergendolo nell'acqua, deformandone la forma, modificandone l'essenza. Si legge nella presentazione alla mostra: «immerso nel liquido trasparente - la cui componente simbolica affonda le radici nella sacralità del battesimo, della purificazione, della rinascita, ma anche semplicemente della meraviglia della natura - la figura umana si perde in essa lasciando che l'acqua ne distorca i contorni, mescolandosi ad essa quasi entrando a farne parte. Uomo e acqua diventano, nelle opere di Terdich, due facce della stessa medaglia: quella della vita”.

-        Patrizia Mazzei, press release: “Trasparenti emozioni e Donna turchese alla galleria d'arte Rosso Tiziano”, 5th September 2009. 

“Testa o croce. Anzi meglio "e". Testa e croce. Due facce di una stessa medaglia inscindibilmente unite. Due, eppure una. "Trasparenti emozioni". "Donna turchese". Due esposizioni per un solo artista: Paolo Terdich. L'artista piacentino - ma figlio della sua vita peregrina nel mondo - si "raddoppia" per l'esposizione che lo vedrà protagonista allo Spazio Rosso Tiziano in settembre. Testa. "Trasparenti emozioni". La prima mostra che si inaugura sabato 5 settembre alle 18. Qui a farla da padrona è l'acqua e la fascinazione che, l'essere umano in genere e Paolo Terdich in particolare, ha per questa componente essenziale dell'universo terrestre. Croce. "Donna turchese". La mostra dentro la mostra - ma viva di vita propria - che si aprirà, invece, venerdì 11 settembre, sempre alle 18, nell'ambito delle iniziative legate all'altra metà del cielo di Pulcheria 2009. Acqua e donna. Ancora due facce della stessa medaglia. Un dialogo che percorre l'intera produzione di Terdich, piacentino di nascita, ma che, come detto, ha vissuto per anni all'estero, crescendo culturalmente e artisticamente in Inghilterra, Egitto, Olanda e Nigeria. E' in mescolanza di linguaggi che l'artista desume il suo personale modo di esprimersi. Un linguaggio realista, talvolta tanto estremo da sfiorare l'iperrealismo, ma al contempo surreale proprio per quella stessa perfezione delle forme dal taglio fotografico che ne caratterizza l'opera. Realismo surreale che si sublima nel ciclo che Terdich dedicato all'acqua. In "Trasparenti emozioni", opere di grandi dimensioni realizzate in olio o acrilico, l'artista si cimenta con la sfida più difficile per un pittore: la resa dell'acqua, il racconto dello scintillio della luce su una superficie perennemente in movimento. Protagonista assoluta della narrazione, l'acqua, lascia spazio al primo amore di Terdich - l'essere umano - vestendolo di nuova vita. Immerso nel liquido trasparente - la cui componente simbolica affonda le radici nella sacralità del battesimo, della purificazione, della rinascita, ma anche semplicemente della meraviglia della natura - la figura umana si perde in essa lasciando che l'acqua ne distorga i contorni, mescolandosi ad essa quasi entrando a farne parte. Uomo e acqua diventano, nelle opere di Terdich, due facce della stessa moneta: quella della vita L'essere umano è invece l'unico protagonista di "Donna Turchese". L'esposizione raccoglie una selezione di volti e mani dell'altra metà della mela. E' in queste opere che l'artista dimostra il suo eclettismo tecnico e linguistico. Carboncino, acrilico, acquerello. Una intera gamma di modus operandi con cui l'artista si cimenta affrontando al contempo un'altra sfida: la rappresentazione del volto e l'espressione delle mani. Mani che parlano ed emozionano, intense come uno sguardo, loquaci come due labbra. Mani che non smettono di raccontare una storia tutta al femminile. "Trasparenti emozioni" e "Donna Turchese". Due facce, una medaglia. Ma in fondo acqua e donna sono una cosa sola”.

-        Claudio Raccagni’, recensione: “Terdich e l’acqua”, 10th February 2009.

“Ammetto di essermi sciolto nell'opera di Paolo Terdich: "Acqua", per la sensazione forte di fusione che esiste tra l'acqua e l'uomo immerso. Uomo che fisicamente è duro, quasi roccioso, ma è l'acqua a renderlo molto più semplice, dolce, quasi che senza di lei, quell'uomo, sarebbe insignificante.
Energia, vita: l'acqua di Terdich esce dalla tela per plasmarsi all'interno del pubblico che osserva l'opera, perchè quell'acqua è vera; la si sente addosso, dentro... incredibilmente fresca. Il semplice, ma chiaro, messaggio di vita, di sogno, di voglia di tornare al passato naturale, incontaminato e la necessità di poter un giorno...respirare anche l'acqua. Questa è la potenza dell'opera di Terdich: in quest'opera si respira l'acqua.

-        Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Con il dipinto Acqua, al pittore piacentino Paolo Terdich i prestigiosi premi Arte e Celeste 2008”, 4th January 2009. 

“Il pittore piacentino Paolo Terdich con discrezione ed infinita volontà sta scalando le difficili, in alcuni casi irraggiungibili, vette della pittura italiana. Dopo i successi ottenuti in concorsi ed esposizioni locali ha di recente ottenuto prestigiosi riconoscimenti in importanti iniziative internazionali come il Premio Arte 2008 organizzato dall'editoriale Mondadori attraverso il mensile Arte o l'altrettanto prestigioso Premio Celeste 2008. Nel primo è stato incluso tra i 50 semifinalisti della categoria Pittura ottenendo il meritatissimo Diploma di merito, esponendo al Palazzo della Permanente di Milano e pubblicando sulla rivista Arte l'opera presentata, Acqua, raffigurante un uomo che nuota in un liquido denso scheggiato di azzurro e blu, metafora della difficile condizione umana, delle problematiche quotidiane, della vita che ci avvinghia in un indissolubile abbraccio. Nel secondo, curato dall'associazione culturale Albero celeste di Siena, sempre nella sezione Pittura per poco non è stato inserito nei 25 finalisti (29° su 100 selezionati fra oltre 600 pittori). Perché tale successo? Terdich è artista raffinato, fino a pochi anni fa inimitabile nel disegno a matita, poi sempre più orientato verso dipinti iperrealisti in olio ed acrilico su tela dove ha sempre cercato, presupponendo un percorso dell'anima ed attraverso immagini di estremo nitore, non solo l'apparenza ma anche l'interiorità”.

2008:

-        Dino Masarà, sul Catalogo 2008 “Grandi Maestri”, published by “Centro Diffusione Arte - Edizioni e Recensioni Artistiche”.

 

“Un artista, Paolo Terdich, dotato di un talento innato che prospetta il reale riuscendo a coglierne anche le più intime vibrazioni. Ogni elemento costitutivo delle sue opere acquista così un significato singolare che meglio inquadra la personalità artistica ben definita dell’artista. Un poeta del colore e della luce che usa metafore per stimolare la fantasia dello spettatore aiutandolo a liberare se stesso dagli schemi consueti garantendogli appaganti visioni e rivisitazioni della realtà in chiave personale e di respiro universale".   

-        Catalogo 2008 “Avanguardie Artistiche”, published by “Centro Diffusione Arte - Edizioni e Recensioni Artistiche”.

"...Laureato con lode in Geologia, da sempre si dedica alla pittura, confrontandosi con culture diverse che gli consentono di sviluppare e raffinare la sua sensibilità artistica. Terdich manifesta un’evidente capacità di destreggiarsi con tecniche diverse, che padroneggia con la maestria di un artista maturo: oli, intensi, scenografici e vicini all’iperrealismo; acquerelli e acrilici, poetici e ripresi con una luminosità evanescente; ritratti a grafite, insuperabili per umanità, sentimento e tensione espressiva. Terdich si dimostra artista eclettico, perennemente alla ricerca del nuovo e del diverso, vivendolo come una sfida; al piacere della scoperta si accompagna il piacere della riuscita. Egli conferma il suo interesse per la figurazione e compone opere realistiche in cui è possibile osservare una suggestione lirica che coinvolge lo spettatore. Inedite sono le sue nature morte, personalissime nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti. Terdich sceglie l’artificiale, quale possono essere il vetro e l’acciaio. Ciò che lo interessa sono i piani, le consistenze e i riflessi; a bottiglie scure si sovrappongono bicchieri, calici, pieni di vino appena versato e dalla superficie ancora tremolante, o vuoti. Ciò che importa è variare, accostare l’effetto luminoso di una superficie piena, ottusa, come quella della ceramica, con l’impalpabile vetro soffiato. L’insieme è ordinato, simmetrico; all’attimo dell’evento, subentra la riflessione; l’estemporaneità lascia il campo alla contemplazione. In queste opere viene messa in evidenza la grandezza delle piccole cose. Il pittore è animato dallo stesso slancio quando dipinge la figura umana, che peraltro predilige. Che la tratteggi ad olio o a matita (tecnica nella quale dimostra tutto il suo talento) ne cura infatti, al di là dell’anatomia, la posa, anche in questo caso mai casuale. La mano che tocca il volto e sostiene il capo, lo sguardo abbassato e perso parlano di malinconia mista a preoccupazione. Nelle sue figure, enigmatiche, il pittore è in grado di portare alla luce tutte le problematiche dell’individuo attraverso una attenta indagine psicologica del soggetto. Propone uno studio dell’umanità con i suoi dolori, le sue sofferenze esistenziali. I suoi ritratti, estremamente realistici nella definizione fisionomica, che si trasformano in presenze metafisiche, sono emblemi di uno stato d’animo, grazie alla luce, purissima, e scultorea...".

-        Elena Gavazzi: "Opera Prima - VII Biennale d'Arte Internazionale di Roma - Ars Tertium Millennium", novembre 2008.

"Paolo Terdich non smentisce il suo interesse per la figurazione e compone opere realistiche in cui è possibile osservare una suggestione lirica che coinvolge lo spettatore. Pittore versatile è in grado di portare alla luce tutte le problematiche dell’individuo attraverso una attenta indagine psicologica del soggetto. Le sue figure sono sempre ritratte nella loro solitudine rassegnata, forse incapaci di reagire al loro triste destino. Ciò che colpisce maggiormente in questi ritratti sono gli occhi che esprimono i segreti più intimi. Gli oggetti quotidiani delle nature morte sono immersi nell’immobilità e sono elaborati attraverso una composizione equilibrata. L’impostazione di queste composizioni è semplice, essenziale e non esiste spazio per il particolare. In queste opere viene messa in evidenza la grandezza delle piccole cose. Questo tipo di composizioni sono irradiate dalla luminosità. Il linguaggio pittorico di Terdich valorizza un percorso espressivo denso di contenuti profondi ed è di immediata lettura. L’autore sa cogliere le emozioni più significative e sa ritrovare valori importanti ormai dimenticati e calpestati. Egli porta avanti un discorso coerente che dimostra una padronanza del colore e una notevole capacità disegnativa”.

-        Elena Gavazzi, su “Il Corriere Padano”: “Le forme e i colori dell'anima - All'Atelier Braceschi, Paolo Terdich, Nadia Tognazzo e Giorgio Varani”, 16th October 2008.

“I protagonisti dell’esposizione collettiva intitolata ”Le forme e i colori dell’anima”, che è stata inaugurata proprio in questi giorni, sono i vincitori del tradizionale concorso “Emozioni e magie del Natale”, organizzato dall’Atelier d’Arte Roberta Braceschi. Lo scorso anno i vincitori dei primi premi di pittura, scultura e grafica sono risultati: Paolo Terdich, Nadia Tognazzo e Giorgio Varani. Le opere degli autori sopracitati sono presenti in questa manifestazione. La pittura figurativa di Terdich si concentra, ancora una volta, sul ritratto sia maschile che femminile. Terdich vuole addentrarsi nei segreti della personalità dei soggetti ma soprattutto desidera trasmettere al fruitore emozioni e sensazioni che nascono dagli sguardi delle sue modelle. Egli trasferisce sulla superficie della tela istanti di vita vissuta, coglie stati d’animo, analizza problematiche esistenziali e conduce chi osserva a riflettere. I suoi personaggi rivelano una notevole espressività e non sono mai raffigurati con altri individui forse per sottolineare la solitudine dell’uomo contemporaneo. Le opere di Terdich si distinguono per un forte realismo della figura umana. Questo pittore realizza anche dei paesaggi carichi di lirismo e idonei a suggerire magiche atmosfere. I panorami sono la visione di spazi infiniti e di luoghi incontaminati dove regna il silenzio. Gli accostamenti cromatici sprigionano l’energia delle tinte…”.

- Silvia Bonomini, su “La Cronaca”: “Le forme e i colori dell'anima, tre artisti interpretano le emozioni”, 12th October 2008.

 “Sono i vincitori della nona edizione del concorso “Emozioni e magie del Natale” ad esporre all’Atelier d’Arte di via Calzolai. “Le forme e i colori dell'anima” è il titolo scelto da Roberta Braceschi per questa collettiva di tre artisti dove ogni opera diventa un contenitore di emozioni ed esperienze vissute. La ricerca di Paolo Terdich si sviluppa in una dimensione poetica e costruisce l spazio dove poter inserire colori tenui e delicati in grado di creare un’atmosfera surreale capace di stimolare l’immaginazione. I suoi ritratti assorbono la variabilità di ombre, penombre e luci e sottolineano una composizione di grande qualità e impatto decorativo. “Rimpianto” o “Attesa” riprendono l’umanità delle persone grazie ad un’analisi psicologica che viene evidenziata nel difficile accordo tra luce, forma e colore. L’espressione complessiva del lavoro infonde un senso di serenità e positività: i personaggi delle tele sono plasmati con l’intento di concretizzare un sogno visivo e mentale per sognare di essere più felici…Tre protagonisti per una mostra che ci riconduce all’arte intesa come frutto di suggestioni ed emozioni.”.

- Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Arte piacentina - Tele iperrealiste di Paolo Terdich premiate a Roma in due concorsi”, 30th July 2008.

Paolo Terdich è un pittore piacentino poco conosciuto dal grande pubblico ma bravissimo. E i riconoscimenti, ormai doverosi ed irrimandabili, non gli sono negli ultimi tempi mancati per tele iperrealiste di squisita fattura. Dapprima infatti è risultato fra i primi dieci in due interessanti manifestazioni di rilevanza europea promosse dal C.I.A.C. (Centro internazionale artisti contemporanei) e svoltesi entrambe a Roma, Palazzo Brancaccio: la XX edizione del Premio Primavera, concorso di poesia, prosa, arte e spettacolo e la VII Biennale di arte moderna Roma 2008 - Ars Tertium Millennium. Quest'ultima in due anni ha selezionato 130 artisti non solo italiani ed i primi dieci a dicembre potranno esporre al Museo d'arte moderna di San Paolo, Brasile. Pochi giorni fa poi a Firenze, nell'ambito della prima edizione di Eredi del Rinascimento, ha ricevuto un importante attestato per l'opera Acqua (uomo che nuota fra onde spezzettate e luccicanti) ma anche il titolo onorifico di "Cavaliere dell'arte". Terdich in questi anni ha coraggiosamente ripreso l'Iperrealismo, movimento che furoreggiò soprattutto in America fra '60 e '70 esaltando obiettività fotografica, e nitore stilistico. Le sue composizioni trasmettono tuttavia umanità, non provocano inquietudine e disagio come i gloriosi esempi americani anzi stimolano la visione, sono retaggio tardo-impressionista. L'Iperrealismo con Terdich è diventato non provocazione o freddezza iconografica ma esito estremo, probabilmente non definitivo, della percezione e della rappresentatività occidentale”.

- Giovanni Chiara, recensione: “Terdich affronta l’acqua e le figure umane”, 10th May 2008

"L'opera figurativa è destinata a parlare da sé. Al contrario di ciò che deriva dall'informale, che deve essere motivato e declinato perché se ne possa comprendere l'essenza, non ha bisogno di mediazione. L'autore potrà spiegare quale tecnica ha usato (ma anche questo può essere facilmente rilevabile) o, al limite, confessare quale motivo lo abbia spinto a rappresentare una certa cosa anziché un'altra. Il resto, se ci sarà, spetterà a critici, promotori culturali e saggisti, certo utile, ma non necessario per la comprensione di ciò che si sta guardando. Tuttavia il figurativo si offre a interpretazioni molteplici, sia a causa della sensibilità individuale degli autori, sia per le loro effettive abilità tecniche.

Guardando le opere di Terdich, siano esse policrome o in bianco e nero, si capisce a quali livelli possa arrivare la rappresentazione del reale, e quali implicazioni possano essere contenute in un risultato finale che una catalogazione sommaria potrebbe definire iper-realista.

Terdich "ha la mano", e che mano; ma non solo. Le sue capacità tecniche sono notevoli, e vengono associate a pulsioni espressive fra le più varie, tutte comunque nell'ambito di una raffigurazione limpida che richiama la definizione e il micro-contrasto degli obiettivi fotografici. Va detto che non si tratta di doti esclusive: chi pratica il mondo artistico ha incontrato moltitudini di iper-realisti iper-tecnici. Terdich, però, si distingue per una componente che porta oltre la sia pure sapiente riproduzione del reale, cioè l'inquietudine espressiva.

E' un'inquietudine che non traspare dalle cristalline nature morte, o dai pure strabilianti ritratti, o dai coloratissimi paesaggi. L'inquietudine intellettuale di Terdich irrompe da due serie di opere differenti, eppure in fondo complementari.

La prima è quella che comprende ciò che da sempre è stato il più aspro campo di battaglia degli artisti figurativi, cioè la riproduzione della mano. Per banale che possa sembrare, per i pittori di tutte le epoche la mano ha costituito l'oggetto più arduo da raffigurare. Occorre farci caso: in opere caratterizzate da visi perfetti e corpi o abiti dalla nitidezza assoluta, le mani, appartengano a un dipinto rinascimentale o a un ritratto ottocentesco, appaiono spesso sfumate, avvolte in una sorta di nebbia figlia dei limiti della tecnica.

Le mani disegnate da Terdich sono invece eccezionali. Parlano. Raccontano. Vivono vita autonoma, e sembrano essere raffigurazioni dell'anima.

La seconda serie di opere dalla quale emerge la creatività di un autore che ha troppo talento per restare schiavo della propria tecnica è quella degli "acquatici", dipinti dal gusto modernissimo e dalla realizzazione complessa, "americani" se appena fossero di quelle generose dimensioni che usano gli artisti d'oltre oceano, con i soggetti che frantumano il cristallo dell'acqua in riflessi scomposti che scompongono i corpi che li hanno generati. Opere vive, e ciò con buona pace di chi oggi spocchiosamente si fa un punto d'onore nel guardare con sufficienza gli artisti figurativi, e con diffidenza gli iper-realisti.

Può essere questa la sintesi di un pittore che ha davanti a sé possibilità di grande rilievo, e probabilmente anche il puntiglio di metterle al servizio del proprio desiderio di esprimersi".

-        Fabio Bianchi, su "Libertà" del 29 gennaio 2008 - articolo di Fabio Bianchi: “Premiati per le emozioni e le magie del Natale”.

 “Conclusione ufficiale della IX edizione – consecutiva e sempre più seguita – del concorso di pittura, scultura e grafica Emozioni e magie del Natale organizzato dall’Atelier Braceschi. E si vede: partecipazione numerosa, entusiasmo, passione, creatività, opere sempre più raffinate selezionata dalla qualificata giuria… Il concorso ribadisce la centralità di una galleria ben inserita in importanti circuiti nazionali… Da segnalare il primo premio assoluto nella pittura del piacentino Paolo Terdich con Acqua, nuotatore che emerge, taglio insolito, fluido blu sfaccettato, magica levità…”.

2007:

-     Giovanna Ravazzola, su “La Cronaca”: “Vincitore del premio Arte d’autunno - Il pittore piacentino ha anche riscosso il prestigioso riconoscimento”, 7th November 2007.

...Paolo Terdich è stato insignito, nei giorni scorsi a Roma, dalla Direzione del CIAC (Centro Internazionale Artisti Contemporanei) del premio “Arte d’Autunno. La rassegna giunta alla 19ma edizione, ha avuto il patrocinio del Comune di Roma e del Sindaco Walter Veltroni, ed è avvenuta nella sala della Promototeca del Campidoglio. La commissione, composta da critici d’arte, studiosi e giornalisti, ha premiato l’artista per “meriti artistici, comprovati da curriculum, produzione artistica e note critiche. Il presidente del CIAC, Giuseppe Chiovaro, nel suo discorso inaugurale ha evidenziato il prestigio ed il fascino che questo premio emana, sotto l’aspetto artistico e sociale, ribadendo come il linguaggio dell’arte, nelle sue infinite espressioni, si muova sempre alla ricerca di una cultura indirizzata ai valori morali e sociali di quanti, nella società contemporanea, operano attraverso una personale creatività ed in una piena libertà di espressione. Nel corso della manifestazione sono stati resi noti i nomi degli artisti vincitori delle mostre di selezione alla VII Biennale d’Arte Internazionale di Roma, che si sono tenute in varie località italiane fra cui Piacenza, presso L’Atelier d’Arte di Roberta Braceschi. Proprio in occasione di tale selezione (vinta ex aequo da Terdich, Valentina Crivelli Tiziana Felisi), la direzione del CIAC ha avuto modo di apprezzare la sua produzione selezionandolo fra i vincitori del premio “Arte d’Autunno 2007. Un premio che ha davvero portato fortuna all’artista che avrà modo di esporre alla Galleria Italarte di Purificato a Roma e nella Sala Paolina all’interno della residenza estiva del Papa a CastelGandolfo. Inoltre Terdich concorrerà alla VII Biennale, “Ars Tertium Millennium”, che si terrà a fine gennaio, nelle Sale del Bramante in Piazza del Popolo. Sarà in compagnia di altri artisti selezionati che concorreranno per rappresentare l’Italia in una rassegna collettiva a San Paolo del Brasile...”.

-     Giovanna Ravazzola, su “La Cronaca”: “La figura umana in primo piano - Nei dipinti di Paolo Terdich esposti in Sant’Ilario”, 7th November 2007.

“...Ritrarre la figura umana è la vocazione di Paolo Terdich, artista che proprio in questi giorni sta esponendo le sue tele alla Galleria Sant’Ilario. Entrando nello spazio, a due passi da piazza Cavalli, ad accoglierti è proprio una serie di ritratti in una luminosa vetrinetta di cristallo; sono visi delineati con morbidi tratti di scura grafite che ritraggono donne e uomini di luoghi lontani, dalle fisionomie esotiche d’Africa. Grafite e carboncino sono il mezzo con il quale l’artista meglio, a nostro parere, riesce ad esprimersi, e gli è facile rendere vivi i personaggi ritratti, cogliendo espressioni che ben si lasciano intuire, nascosti sotto occhi grandi e pelli ambrate, i loro sentimenti e stati d’animo. Avanziamo e sui muri vediamo giovani donne intente a guardarci, sono giovani dai bei volti, pensierose, assorte, , raffigurate in un attimo di meditazione e di riposo dalla frenesia della vita quotidiana; Terdich le descrive, giocando con luci e d’ombre, lasciando vivo l’alone di mistero che si nasconde nel fondo della loro anima. E poi non manca una serie di paesaggi e nature morte. Sono i particolari minuti della natura ad essere descritti con le sua pennellate; così ad tratto ci troviamo proprio di fronte ad un tramonto infuocato ricco di nuvole, rosa e gonfie di raggi di sole al tramonto. Nel campo della natura morta è da collocarsi l’ultima sperimentazione dell’artista che ha voluto studiare, in una personale “sfida tecnica”, le trasparenze dei vetri della più differenti fogge e spessori o i riflessi dei metalli, piccole zuccheriere o caffettiere nelle cui facce riflette l’ambiente che le circonda. Così oggetti che troviamo quotidianamente sulle mense delle nostre case entrano in composizioni, arricchite da fiori e sublimate da delicati fondi sabbia o oro. Terdich è un pittore che tende alla ricerca, al perfezionamento, dal quale possiamo aspettarci, in futuro, piacevoli sorprese”.

-     Elena Gavazzi, su “Il Corriere Padano”: “Paolo Terdich, un premio alla lirica quotidianità - Ritratti, paesaggi e nature morte”, 5th November 2007.

“...Paolo Terdich non smentisce il suo interesse per la figurazione e compone opere realistiche in cui è possibile osservare una suggestione lirica che coinvolge lo spettatore. Pittore versatile affronta diversi temi come, ad esempio la figura umana che viene realizzata con un disegno preciso e sicuro. I volti delle sue giovani donne hanno una espressione malinconica e pensierosa. Il pittore è in grado di portare alla luce tutte le problematiche dell’individuo attraverso una attenta indagine psicologica del soggetto. Le sue ragazze sono raffigurate durante un attimo di riposo, in un momento di meditazione, mentre leggono un libro, mentre nuotano nel mare aperto o sono in attesa di un appuntamento. Sono sempre ritratte nella loro solitudine rassegnata, forse incapaci di reagire al loro triste destino. Ciò che colpisce maggiormente in questi ritratti sono gli occhi che esprimono  i segreti più intimi. Le sue donne sono sempre giovani e le loro pose sono risolte con grazia e non sono mai volgari. La natura invece viene descritta mediante un suggestivo gioco di luci ed ombre. Nei paesaggi la presenza dell’uomo è assente ma si intuisce nel silenzio del creato. Queste vedute donano un senso di pace, serenità e rivelano una realtà incontaminata. Le caratteristiche fondamentali dei panorami sono: la ricerca della perfezione del tratto, la fusione dei chiaroscuri e la scrupolosa resa formale. Terdich porta sulla superficie della tela le emozioni che prova davanti alla bellezza di ciò che ci circonda. E’ chiaro il bisogno di raccontare lo spettacolo di boschi incantati, di laghi avvolti dalla nebbia, di tramonti infuocati, delle nuvole che vagano nell’immensità del cielo azzurro. Gli oggetti quotidiani delle nature morte sono immersi nell’immobilità e sono elaborati attraverso una composizione equilibrata. L’impostazione di queste composizioni è semplice, essenziale e non esiste spazio per il particolare. In queste opere viene messa in evidenza la grandezza delle piccole cose. Esse prendono in considerazione anche l’elemento floreale sottolineando la delicatezza e la poesia di un fiore che sboccia. Questo tipo di composizioni sono irradiate dalla luminosità. Il linguaggio pittorico di Terdich valorizza un percorso espressivo denso di contenuti profondi ed è di immediata lettura. L’autore sa cogliere le emozioni più significative e sa ritrovare valori importanti ormai dimenticati e calpestati. Egli porta avanti un discorso coerente che dimostra una padronanza del colore e una notevole capacità disegnativa. Terdich non si accontenta solo di dar vita ad oggetti inanimati ma racconta il mondo reale attraverso il suo animo sensibile manifestando una considerevole comunicativa. Egli mantiene un dialogo con l’ambiente e con il genere umano portando il fruitore a riflettere sulla quotidianità e sui rapporti con i propri simili.”.

 “Il 31 Ottobre il pittore piacentino Paolo Terdich ha ricevuto, dalla Direzione del CIAC (Centro Artisti Contemporanei) a Roma, il premio “Arte Autunno”, giunto alla sua diciannovesima edizione. La rassegna è stata patrocinata dal Comune di Roma e dal Sindaco Walter Veltroni e la premiazione si è svolta presso la sala della Protomoteca del Campidoglio alla presenza di un folto pubblico. Alla manifestazione sono intervenuti gli attori Antonella Salvucci e Giorgio Fiore, il quartetto vocale Rossini, la stilista Fabiana Tennina. Nel corso dell’evento sono stati resi noti i nomi degli artisti vincitori delle mostre di selezione alla VII Biennale d’Arte Internazionale di Roma; una selezione si è tenuta anche nella nostra città presso l’Atelier d’Arte Roberta Braceschi ed è stata vinta appunto da Paolo Terdich. Le opere di Terdich, avendo vinto questa manifestazione tenutasi anche a Piacenza, verranno successivamente esposte presso la galleria Italarte di Purificato a Roma e nella sala Paolina della residenza estiva del Papa a CastelGandolfo. Alla fine di Gennaio nelle prestigiose sale del Bramante in Piazza del Popolo, Terdich concorrerà alla selezione dei dieci artisti che rappresenteranno, nel corso del 2008, l’Italia in una esposizione a San Paolo del Brasile... “.

-     Fabio Bianchi, su “Libertà”: “La pop-art di Terdich - Alla Galleria d’Arte Sant’Ilario”, 4th Nov. 2007.

“...Paolo Terdich in pochi anni ha raggiunto eccellenti livelli non solo grafici. E la personale “Emozioni” dimostra come l’iperrealismo sia oggi non solo datato movimento ma vitalissima tendenza pittorica, forse l’unica declinazione artistica vicina alla tradizione, ideale continuazione della pittura accademica. Le raffinatissime opere dell’artista Paolo Terdich rilanciano un genere che furoreggiò soprattutto in America tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, un genere che oggi in Italia è scarsamente praticato. Paolo Terdich punta non solo ad un’astratta perfezione formale ma anche ad una squisita, amabilissima, fattura che per armonia cromatica e delicatezza di tocco supera la freddezza fotografica, oltrepassa la dimensione puramente visiva per sconfinare nell’ineffabile campo delle emozioni. Come Domenico Gnoli (nato nel 1933 e morto nel 1970), il più grande iperrealista italiano, Paolo Terdich nobilita il quotidiano con opere che evitano l’autocompiacimento soprattutto degli artisti americani e l’eccentricità della Pop-art per giungere ad una silenziosa, a tratti impersonale, Metafisica dove, impalpabile, si sente il respiro del grande pittore Giorgio Morandi. Emozioni intese come quintessenza della mimesi, ma anche realismo lenticolare elevato a codice espressivo, non stile ma valore...”.

-     Paola Riccardi, su “Il Nuovo Giornale”: “La continua ricerca di Paolo Terdich - La mostra in corso nella Galleria Sant’Ilario”, 2nd November 2007.

“...Protagonista da tempo di mostre e concorsi nella nostra città, Paolo Terdich presenta fino al 9 novembre alla Galleria Sant’Ilario (Vicolo Sant’Ilario – Piazza Cavalli) gli ultimi lavori, dimostrandosi ancora una volta artista eclettico, perennemente alla ricerca del nuovo e del diverso, vivendolo come una sfida. Inedite sono le nature morte, personalissime nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti. Prima ancora di frutta e verdura, della materia viva e naturale, Terdich sceglie l’artificiale, il prodotto di una lavorazione, quale possono essere il vetro e l’acciaio. Ciò che lo interessa sono i piani, le consistenze e i riflessi; a bottiglie scure si sovrappongono bicchieri, calici, pieni di vino appena versato e dalla superficie ancora tremolante, o vuoti. Ciò che importa è variare, accostare l’effetto luminoso di una superficie piena, ottusa, come quella della ceramica, con l’impalpabile vetro soffiato. L’insieme è ordinato, simmetrico; all’attimo dell’evento (sensazione che governa la prima natura morta, nella quale una mano fuori campo ha appena appoggiato sulla tovaglia un bicchiere di brandy), subentra la riflessione; l’estemporaneità lascia il campo alla contemplazione. Gli accostamenti non sono più casuali e contro la parete bianco-rosata, l’intero gruppo si staglia su una tovaglia di un azzurro glaciale, morbida come velluto. Una, due, tre composizioni di vetri e subito la curiosità lo spinge verso il metallo, l’acciaio; come si  dipingerà? “la scoperta di quanti colori vi siano nel grigio lucido e opaco, annerito dal fuoco, di una caffettiera – confessa l’autore – mi ha stupito”. Il piacere della scoperta si accompagna al piacere della riuscita. Il pittore è animato dallo stesso slancio quando dipinge la figura umana; che la tratteggi a olio o a matita (tecnica nella quale dimostra tutto il suo talento grafico) ne cura, infatti, al di là dell’anatomia, la posa, anche in questo caso mai casuale. La mano che tocca il volto e sostiene il capo, lo sguardo abbassato e perso, a cercare l’isolamento, parlano di malinconia mista a preoccupazione...”.

-     Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich Premiato a Roma”, 2nd November 2007.

“...Il pittore piacentino Paolo Terdich è stato premiato a Roma nell’ambito della prestigiosa rassegna nazionale d’arte – Arte d’autunno - per comprovati meriti artistici. La cerimonia di premiazione è avvenuta nella sala della Protomoteca del Campidoglio alla presenza di numerose autorità. La segnalazione è stata effettuata dal CIAC (Centro Internazionale Artisti Contemporanei)...”.

2006:

- Carlo Francou: "Opera Prima - VI Biennale d'Arte Internazionale di Roma - Arte del Terzo Millennio", November 2006.

“…Terdich manifesta un profondo interesse per l’arte ed in particolare per il disegno e la pittura che interpreta con il ritratto iperrealista. In seguito approfondisce lo studio del colore, attraverso la sperimentazione di tecniche e stili differenti, sviluppando una personale e sicura impronta, che lo porta  a destreggiarsi sia nei ritratti che negli eterei paesaggi all’acquerello. Sfruttando la decisa monocromia della grafite, egli riesce a cogliere la psicologia di una pletora di personaggi e figure femminili di una sensualità diffusa. Con la grafite sa realizzare quei ritratti e quelle figure mobili, che, nonostante l’assenza di colore, hanno una propria vivacità espressiva. Numerosi gli acquerelli, in cui ha voluto fermare degli appunti di viaggio con paesaggi di rare atmosfere, che ha ripreso con una luminosità evanescente che ne mette ancor più in risalto il fascino”. “La produzione tende a documentare, attraverso tecniche e soggetti distinti, le varie tappe dell’itinerario artistico di Terdich…”.     

- Paola Riccardi, su “Il Nuovo Giornale”: “Alla Galleria Spadarina di scena il figurativo”, 28th April 2006.

“…Terdich, che anima lo spazio con infiniti volti (ad olio e matita), assorti, distratti da un gesto o da un pensiero. Li si osserva senza essere a nostra volta notati. La minuziosità dei dettagli, notevole soprattutto nelle opere a grafite, fa apprezzare l’epidermide, tipiche dell’età e della razza. Come scienziati del genere umano (non per nulla l’artista ha conseguito la laurea a pieni voti in scienze geologiche) ci troviamo ad analizzarli come fossero campioni; c’è il bambino afro dai grandi occhi, l’anziano bianco con la faccia dura e ruvida come la superficie delle pietre...”.

-        Chiara Bernazzani, su “La Cronaca”: “Spadarina, quattro stili che dialogano”, 25th April 2006.

“…Questa volta sono in quattro, tutti piacentini… ciascuno ha da dire la sua… Terdich espone invece lavori che rivelano un notevole eclettismo tecnico: dal 1986 al 2006 questo piacentino che ha viaggiato e vissuto in Inghilterra, Egitto e Olanda spazia dal paesaggio ad oggetti riprodotti con intento iperrealistico, dal ritratto al nudo. I suoi acquerelli stupiscono per l’inedita densità del colore, mentre la predilezione per i gesti, i volti e lo studio di attitudini e realizzazioni emerge da matite, carboncini ed oli concentrati su ritratti psicologicamente indagatori…”.

-        Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Artisti piacentini alla “Spadarina”, 19th April 2006.

“…Paolo Terdich riconferma le sue qualità: raffinatezza stilistica, assoluta precisione calligrafica, esasperata cura dei dettagli. I ritratti a matita sono insuperabili per umanità (Son), sentimento (Mel) e tensione espressiva (Music). Bellissimi alcuni acquerelli, quintessenza della sua delicata poetica come la secolare quercia di Never Broken o il denso e compatto Stagno, ma interessanti anche alcune opere iper-ralistiche (Relax). Quattro nuove proposte, quattro artisti capaci, dunque, quattro potenziali protagonisti sulla scena forse non solo piacentina…”.

-        Carlo Francou, su “Libertà”: “Roma, piacentini alla Biennale nelle sale del Bramante”, 21st March 2006.

“…Infine i ritratti di Paolo Terdich, che approfondisce lo studio del colore e della luce con composizioni in cui alla ricerca estetica si aggiunge una cosciente e profonda attenzione ai risvolti psicologici della figura umana, ripresa con sapiente equilibrio e delicata figurazione...”. 

2002:

-        Bruno Pollacci, press review: ”ITART2002” 4th mini-graphic & painting worldwide show”, 4th June 2002.

“…La sua si potrebbe quindi definire un’opera d’indagine, di ricerca di verità nascoste, all’interno di una realtà che sembra non bastare, quasi confinata, a volte smarrita (come in “Lost Track”) e resa quasi ai confini del fantastico. La sua opera comunica la sua inquietudine, il suo stato d’animo alla strenua ricerca di una perfezione della vita quotidiana, di un sogno da rincorrere senza soste. Da qui ne deriva una connotazione poetica, resa soprattutto dalla luce che sembra uscire dall’anima stessa del colore…”.

-        Carlo Francou, su “Libertà”: “Le inquietudini di Paolo Terdich”, 10th March 2002.

“...Trasferta toscana per Paolo Terdich, presente in due rassegne successive nel Centro Esposizioni di Pisa/Arte. La prima è una personale dal titolo “Inquietudini” (fino al 25 febbraio). La seconda (a partire da fine febbraio) farà parte delle manifestazioni riunite sotto l’unico titolo di “Millennium Artist 2002". L’esposizione tende a documentare, attraverso tecniche e soggetti distinti, le varie tappe dell’itinerario artistico di Terdich… Sono così presenti realizzazioni a grafite (ritratti e nudi), acquerelli e acrilici (ritratti, figure e paesaggi) e alcuni oli. Nel complesso predominano le figure, ritratte sole, ognuna racchiusa in sé e come confinata nello spazio, il cui sfondo è spesso essenziale, fatto di semplice colore. I personaggi, enigmatici, vengono colti spesso in atteggiamento di riflessione e trasmettono sovente un senso di irrequietezza, da cui traspare un tormento interiore. Tra le varie opere esposte spiccano “Lost Track”, un olio su tela raffigurante un bosco in un’atmosfera surreale ed evocativa ed una figura femminile (“Right here, right now”) realizzata ad acquerello e acrilico su cartoncino che rispecchia una sorta di inquietudine e un senso di solitudine accentuato dalle scelte coloristiche. Il titolo è un omaggio a Cassandra Wilson dal suo “Travelling Miles”. Atmosfere differenti, come nel caso di “Relax”, un altro olio che rappresenta una situazione rilassata e di apparente quiete pur nella scelta di accesi tonalismi e giochi chiaroscurali. Tre esempi che riflettono differenti stati d’animo, resi da Terdich con diverse tecniche, disposizioni di volumi, geometrie, colori e tratti...”.

-        Ireneo Lorenzoni, press release: “Expo Arte Pisa 2002 – XXVIII Rassegna Nazionale Arte Contemporanea”, 26th February2002.

“… Dalla sua pittura si evince il ruolo essenziale del disegno, che esegue con invariabile precisione ed estrema sicurezza nel tratto.  Il disegno costituisce pertanto un passaggio determinante ed ineluttabile nel processo che porta al compimento della sua opera….  Nel corso degli anni privilegia i soggetti figurativi, che raffigura isolandoli dallo sfondo con un’energia in cui luci ed ombre sembrano vibrare assieme, o avvolgendoli in un’atmosfera surreale resa con le trasparenze dell’acquerello, attraverso una luce rivelatrice dell’anima…La caratteristica principale  che connota la sua pittura si può facilmente sintetizzare nella sua capacità di destreggiarsi con diverse tecniche, che, di volta in volta, sceglie per una migliore resa dei soggetti che rappresenta…”.

2000:

-        Carlo Francou, su “Libertà”: “Ritratti in terra d’Africa, appunti di viaggio di un geologo pittore”, 25th June 2000.

“...Paolo Terdich nei giorni scorsi ha inaugurato al Cairo, presso l’Istituto Italiano di Cultura, una mostra di pittura nella quale ha esposto numerosi lavori realizzati in questi anni con una personale e sicura impronta, che lo porta  a destreggiarsi sia nei ritratti che in eterei paesaggi all’acquerello. Fin dai tempi del liceo infatti Terdich ha mostrato un profondo interesse per l’arte ed in particolare per il disegno e la pittura; un’attività che ha poi intrapreso e affinato grazie all’amicizia con alcuni pittori piacentini.  In seguito durante i viaggi all’estero e la sua permanenza al Cairo, ha sentito fortemente il desiderio di approfondire lo studio del colore, attraverso la sperimentazione di diverse tecniche, dall’acquerello alla tempera e all’olio… Quest’anno il professionista piacentino approda con una rassegna personale all’Istituto Italiano di Cultura della capitale egiziana patrocinata dalla nostra Ambasciata. Nelle sale di El Sheick El Marsali si susseguono ritratti in cui, sfruttando la decisa monocromia del disegno, Terdich riesce a cogliere la psicologia di una pletora di personaggi e figure femminili di una sensualità soffusa. Numerosi anche gli acquerelli, in cui ha voluto fermare degli “appunti di viaggio” in terre d’Africa e d’Oriente, tra danzatrici del ventre e paesaggi di rare atmosfere, come quello del leggendario tempio voluto dalla regina Hatshepsut, nei pressi di Luxor. Salita al trono contro il volere della potente casta dei sacerdoti, ci ha lasciato il grande tempio di Doiz El-Bahri in una sorta di anfiteatro naturale fra le montagne nei pressi della Valle dei Re, che Terdich ha ripreso con una luminosità evanescente, che ne mette ancor più in risalto il fascino e le atmosfere. Dipingere con gli acquerelli trasparenti rappresenta l’immediatezza espressiva e, attraverso le velature dei colori puri, Terdich giunge all’equilibrio dei valori tonali, fra zone in ombra e altre illuminate. Con la grafite invece sa realizzare quei ritratti e quelle figure mobili, che, nonostante l’assenza di colore, hanno una propria vivacità espressiva...".

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