Acqua 30
Artista di chiara vocazione internazionale, nato a Piacenza, dove attualmente risiede, dopo aver vissuto e operato in vari paesi esteri in Europa e in Africa.
Le sue opere, che sono state esposte in numerosi eventi nazionali ed internazionali, fra cui si segnalano, nel 2022, la partecipazione alla 59ma Biennale Arte di Venezia, nel Padiglione Nazionale di Granada e una sua personale a New York, sono state acquisite da numerosi collezionisti privati, gallerie, istituzioni d'arte. Vari suoi dipinti sono stati acquisiti da numerosi collezionisti privati, gallerie, istituzioni d'arte. Diversi suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti in vari concorsi (ad es. il “Premio Arte”) e la sua attività è stata recensita e pubblicata in varie riviste e libri d'arte, incluso "Watercolor - Paintings by Contemporary Artists", in cui Terdich è l’unico l’artista italiano selezionato fra i 21 maestri dell’acquerello.
L’artista è inoltre fra i fondatori (nel 2011) del movimento artistico "Eoykos", composto da sei artisti italiani di espressione figurativa che, in equilibrio tra Surrealismo e Metafisica, intendono dimostrare che l’arte è ancora uno strumento di comunicazione privilegiato, che trasmette sensazioni ed emozioni universalmente leggibili.
Sebbene i suoi lavori siano spesso associati all'iperrealismo, l’artista non è particolarmente interessato alla mera rappresentazione del reale. La sua espressione è finalizzata, invece, a ricreare atmosfere che portino oltre il visibile, a penetrare nel mondo interiore delle emozioni. Attraverso la rappresentazione di un realismo surreale, che si sublima nel ciclo dedicato all'acqua, egli si pone l’obiettivo di proporre quadri che, per dinamismo compositivo e vivacità cromatica, comunichino infinite sensazioni di movimento, libertà, quiete, sospensione. L’utilizzo prevalente del colore blu, come simbolo di tranquillità e armonia, contribuisce all’equilibrio emotivo generato da tali lavori, trasmettendo serenità e relax. Egli si confronta così, con composizioni piuttosto complesse, con una delle sfide più difficili per un pittore: la resa dell'acqua, il racconto dello scintillio della luce su una superficie perennemente in movimento.
I suoi lavori sono stati presentati in varie trasmissioni televisive in occasione di alcune sue mostre in televisioni locali, quali: “Telelibertà”, “Telemilano”, “Gold TV7”, Telemilanopiùblu”, “Telemilano City”, “Canovi arte”. Si ricordano le ultime interviste del 2022: i. alla presentazione della sua opera “Acqua 43” alla 59ma Biennale Arte Venezia 2022, con lo storico e critico d’arte Siro Perin ( https://youtu.be/wzmXbHbgmls ), ii. a Story Time /Radio Canale Italia (https://youtu.be/w62KZcztI9A ), iii. Interview on AGR Press (https://www.agrpress.it/arte/conversazione-con-il-maestro-paolo-terdich-9807 ).
Le sue opere sono state inserite in 15 collezioni on line di Saatchi Art Gallery, dal 2013 al 2022:
Educazione
Il suo apprendistato e la sua maturazione artistica non seguono un iter classico. La sua vocazione inizialmente si manifesta attraverso un personale approccio al ritratto, eseguito soprattutto a grafite e a carboncino, in cui si evince il ruolo essenziale del disegno che costituisce, con pari dignità rispetto ai lavori ad olio, un passaggio determinante nel processo che porta al compimento delle sue opere. Il suo linguaggio pittorico viene, nel corso degli anni, raffinato attraverso un continuo processo di elaborazione e sperimentazione di tecniche e di stili differenti.
Collezioni
Le sue opere sono in possesso di diversi (una sessantina) collezionisti in Italia (tra gli altri, il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Muti, che possiede un suo ritratto realizzato dall’artista) e, soprattutto, all’estero.
Alcune sue opere sono esposte in permanenza nelle gallerie: “Saphira&Ventura Gallery di New York”, “Spazio Rosso Tiziano”, “Atelier d’Arte”, “La Spadarina“ di Piacenza e “Flora Holland” di Naaldwijk (NL).
Il Monastero Mater Ecclesiae (Lagos Nigeria), ispirato dal Beato Papa Giovanni Paolo II, possiede due tele donate dall’artista.
Paolo Terdich conta circa 130, fra articoli, recensioni e critiche, redatti, dal 2000 al 2022, da parte di circa 60, fra critici e storici d’arte, curatori, esperti e giornalisti specializzati, fra cui si ricordano: Fabio Bianchi, Giovanni Chiara, Leslie Dutcher, Guido Folco, Carlo Francou, Susanna Gualazzini, Eve Lemonidou, Paolo Levi, Elisa Manzoni, Patrizia Mazzei, Alberto Moioli, Liviano Papa, Alfredo Pasolino, Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi, Rosi Raneri, Caterina Randazzo, ecc.
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Artist of clear international vocation, born in Piacenza, where he currently resides, after having lived and worked in various foreign countries in Europe and Africa.
His works, which have been exhibited in numerous national and international events, among which we highlight, in 2022, the participation in the 59th Venice Art Biennale, in the National Pavilion of Granada and one of his solo shows in New York, have been acquired by numerous private collectors, galleries, art institutions. Various paintings by him have been acquired by numerous private collectors, galleries, art institutions. Several of his works have received awards in various competitions (e.g. the "Premio Arte") and his activity has been reviewed and published in various art magazines and books, including "Watercolor - Paintings by Contemporary Artists", in which Terdich he is the only Italian artist selected among the 21 watercolor masters.
The artist is also one of the founders (in 2011) of the "Eoykos" artistic movement, made up of six Italian artists of figurative expression who, in balance between Surrealism and Metaphysics, intend to demonstrate that art is still a privileged communication tool, which transmits universally readable sensations and emotions.
Although his works are often associated with hyperrealism, the artist is not particularly interested in the mere representation of reality. His expression is aimed, however, at recreating atmospheres that lead beyond the visible, to penetrate the inner world of emotions. Through the representation of a surreal realism, which is sublimed in the cycle dedicated to water, he aims to propose paintings which, for compositional dynamism and chromatic vivacity, communicate infinite sensations of movement, freedom, stillness, suspension. The prevalent use of the color blue, as a symbol of tranquility and harmony, contributes to the emotional balance generated by these works, transmitting serenity and relaxation. Thus, with rather complex compositions, he is confronted with one of the most difficult challenges for a painter: the rendering of water, the story of the sparkle of light on a perpetually moving surface.
His works have been presented in various television broadcasts on the occasion of some of his exhibitions on local televisions, such as: “Telelibertà”, “Telemilano”, “Gold TV7”, Telemilanopiùblu ”,“ Telemilano City ”,“ Canovi arte ”. The last interviews of 2022 are remembered: i. at the presentation of his work “Acqua 43” at the 59th Venice Art Biennale 2022, with the historian and art critic Siro Perin (https://youtu.be/wzmXbHbgmls), ii. a Story Time /Radio Canale Italia (https://youtu.be/w62KZcztI9A ), iii. Interview on AGR Press (https://www.agrpress.it/arte/conversazione-con-il-maestro-paolo-terdich-9807 ).
His works have been included in 15 Saatchi Art Gallery online collections, from 2013 to 2022:
Education
His apprenticeship and his artistic maturation do not follow a classic process. His vocation initially manifests itself through a personal approach to portraiture, executed above all in graphite and charcoal, in which the essential role of the drawing is evident which constitutes, with equal dignity compared to the oil works, a decisive step in the process that leads to the completion of his works. His pictorial language is, over the years, refined through a continuous process of elaboration and experimentation of different techniques and styles.
Collections
His works are in the possession of several (about sixty) collectors in Italy (among others, the conductor Maestro Riccardo Muti, who owns a portrait of him created by the artist) and, above all, abroad.
Some of his works are permanently exhibited in the galleries: "Saphira & Ventura Gallery in New York", "Spazio Rosso Tiziano", "Atelier d'Arte", "La Spadarina" in Piacenza and "Flora Holland" in Naaldwijk (NL) .
The Mater Ecclesiae Monastery (Lagos Nigeria), inspired by Blessed Pope John Paul II, has two canvases donated by the artist.
Paolo Terdich has about 130, including articles, reviews and criticisms, drawn up, from 2000 to 2022, by about 60, including critics and art historians, curators, experts and specialized journalists, including: Fabio Bianchi, Giovanni Chiara, Leslie Dutcher, Guido Folco, Carlo Francou, Susanna Gualazzini, Eve Lemonidou, Paolo Levi, Elisa Manzoni, Patrizia Mazzei, Alberto Moioli, Liviano Papa, Alfredo Pasolino, Stefania Pieralice, Daniele Radini Tedeschi, Rosi Raneri, Caterina Randazzo, etc.
Uno, ma trino
di Rosa Di Pieria
Quale fulcro indiscusso
dell’esperienza artistica di Paolo Terdich emerge dirompente la precisione nei
dettagli, che trascinano, come una forza motrice, nell’agglomerato delle
cellule dei finissimi soggetti. L’operato di Terdich è tendenzialmente
finalizzato a risolvere strutture realistiche ed iperrealistiche; queste ultime elaborate
con preziosi oggetti su tavoli, a preservare un’eleganza immanente anche nella narrazione
più tipicamente realistica, quantunque il termine “tipico” non si addice alla
personalità creativa di Terdich. A novero della corrente realistica presceglie l’acqua
e i soggetti acquatici, ove per contro è tale la sua meticolosità
rappresentativa della figurazione anatomica, della fissazione oggettistica, della
cromatica coi suoi contorni e profondità dei pieni, delle sfumature e dei riflessi
ed ombre, nonché del rispetto spazio-tempo, da poter apparire iperrealistico. Egli,
che non si limita a ritrarre la scena nel solo quotidiano, presta attenzione anche
alla teatralità dell’opera. Nelle spesso sinuose superfici di quegli episodi traspaiono difatti una moltitudine di quesiti - oltre
a una innata potenza comunicativa – lasciata valere perfino nelle scene più
quieti. Ciò è l’espressione di rimostranze affiorate dal subconscio. Sebbene le
membra dei soggetti nuotatori possano apparire, oltreché espressive, come
tagliate, frammentate e cambiate in altro, altresì deforme, per effetto delle
distorsioni acquatiche, Terdich semplicemente è teso a drammatizzare l’azione
cinetica del soggetto col circostante. L’equilibro cromatico gioca inoltre un
ruolo fondamentale nei dipinti conformi al contesto d’acqua, metafora di una
rinascita spirituale: è proprio quell’acqua dai toni blu traslucenti contrastati
dagli scuri ad evocare la purezza di una matrice, di una rigenerazione dello
spirito e del corpo. Riflettendoci, il semplice atto d’immersione è di per sé
un ritorno alle origini.
Ciascun soggetto, dalle
energiche bracciate, più volte ripreso a rappresentare il moto sequenziale del
nuotare trova talvolta armoniosa intuizione unificatrice fra un realismo “spinto” e il futurismo.
La scrupolosa e indagatrice realizzazione del realismo di Terdich potevano
lasciar presagire anzitempo il riversamento nell’episodio futuristico, giacché
entrambi gli stili si prestano allo scrutamento visivo dello scibile, ovvero
dei pieni che occupano il tempo e lo spazio, determinandone il moto e dunque l’essere.
Un tempo e uno spazio si annullerebbero, a cagione dell’inesistenza degli
oggetti se privati del proprio riflesso. E’ difatti nel riverbero rappresentativo
degli oggetti (soggetti e componentistica vicina) che l’autore pittorico vede
il proprio Sé vibrazionale, tanto più scandire automaticamente un tempo e uno
spazio interiori. In siffatta accezione, l’artista ha investitura spettatoriale
esclusiva, prima di schiudere la scena ultimata al riflesso/comunione della diversità
collettiva.
L’indole palesemente
poliedrica coniugata alla penetrante intelligenza artistica conduce il
presenziante nelle profondità di una remota memoria, percettibile grazie alla
centralità della figura, la quale, evocando smarrimento e gaiezza per le copiose boccate d’aria, sono indicatori di pace e risolutezza; viceversa, sarebbero motivo di riversamenti claustrofobici in virtù delle medesime immersioni.
Perseverando entro le
proprie distintive attitudini fantastiche contraddistinte da fattori coerentemente
edificanti all’opera, Terdich abitua il ricevente alle novità tipiche di
costruzioni a matrioska ed assurge a mago allorquando nell’opera “Acqua 50”, ove dalla consecutio futuristica delle
ordinate dinamicità del corpo, ferma paradossalmente un essere realistico, non
interpretabile, per di più affine al contesto marino, ossia un granchio in
acqua veduto dall’alto. In tale contesto lo vediamo legare con rapida intuizione,
ed altresì rada fascinazione, realismo, futurismo e creature parallelistiche
arcimboldiane.
-
Fabio Bianchi, su Libertà: “Il pittore piacentino Paolo Terdich
espone alla prestigiosa Biennale”, 10th September 2022.
“Un dipinto è stato selezionato dai galleristi di Saphira and
Ventura gallery di New York”.
“Venezia.
Il pittore piacentino Paolo Terdich ha avuto una grande intuizione: ha ripreso
e valorizzato, sui generis, la figurazione pittorica, dapprima sospesa fra
istanze realistiche, post-realistiche e iper-realistiche, che però confinata in
ambiti spesso descrittivi. Terdich ha invece introdotto una variante storica
nei contenuti, ma leggera e freschissima nella traduzione iconografica: la
figura immersa nell’acqua. I suoi nuotatori hanno negli anni ottenuto crescente
successo soprattutto presso galleristi americani. Gli stessi che espongono suoi
quadri della serie “Acqua” alla prestigiosa “Biennale di Venezia. Esposizione
internazionale d’Arte (59esima edizione)”, cioè Saphira and Ventura gallery di
New York.
Un dipinto (Acqua n. 5)
è stato selezionato, mentre un altro (Acqua 46) è stato donato dal pittore
all’asta benefica organizzata dall’associazione “Better World” e dalla “David
Lynch Foundation”, madrina l’attrice Sharon Stones, nell’ambito della Mostra
del cinema in corso.
Le tele con uomini
immersi nell’acqua simboleggiano un desiderio di rinascita e di purificazione
interiore rappresentato - cristianamente – dal Battesimo; hanno valenze anche
psicologiche: il fuoco accende, l’acqua spegne; contengono un forte dinamismo
legato spesso al viaggio, quasi un viatico al cambiamento; non scordiamo
l’aspetto ludico e rilassante, l’acqua come riavvicinamento alla natura e la
riconquista ecologica, anche un’idealizzata resilienza. I nuotatori di Terdich
sono dunque un’originale innovazione nei densi e vivaci azzurri, un
arricchimento visivo ben oltre la Pop Art evitando altresì le eccentricità
soprattutto cromatiche della tanto decantata New Figurative Painting.”.
- Fabio
Bianchi, on Libertà: “Paolo Terdich in mostra a New York con “Acqua”, simbolo
di rinascita”, 26th July 2022.
“Il pittore piacentino
espone i suoi nuotatori iperrealisti alla Saphira & Ventura gallery”.
“Piacenza. Forse è il
destino degli artisti, ma alcuni performer sono più famosi lontano dalla città
natia. Come il pittore Paolo Terdich, fino al 27 luglio alla Saphira &
Ventura gallery di New York con le tele del ciclo “Acqua”. Terdich ha già
collaborato con questa galleria fra le più importanti della Grande Mela,
continuare indica stima e convenienza. Le opere di questo ciclo raffigurano
nuotatori immersi nell’acqua e, concepito anni fa, è tuttora apprezzato.
La cultura pittorica
figurativa è criticata, ma Terdich vi infonde significati reconditi fra varie
chiavi di lettura: il nuotatore è metafora delle quotidiane difficoltà di vita
e lavoro; i corpi si contaminano con le onde in un misterioso equilibrio.
Terdich appartiene al
Movimento “Eoykos”, nato per rivendicare, tra Surrealismo e Metafisica, dignità
alla figura. Per Terdich “i nuotatori sono testimoni della loro dissoluzione,
la loro coscienza si rompe e si disintegra”: acqua come simbolo di vita, di
rinascita e di purificazione.
Nota tecnica: i
pragmatici galleristi americani hanno proposto fruizioni differenziate delle
sue opere; nel “phygital” (neologismo di physical e digital) la curatrice
Alcinda Saphira mostra sia le tele che la visione NFT (Non Fungible Token) su
pannelli-screen digitali.
Il ciclo “Acqua” ci
ricorda allora l’attualità della pittura di figura che, se abbinata a istanze
religiose o filosofiche, esprime ancora forti concetti.”.
- Riccardo
Tonna, su Il Nuovo Giornale: “Paolo Terdich, il pittore dell’acqua, alla
Biennale di Venezia”, 4th July 2022.
“Acqua
43” è il nome dell’olio su tela, realizzato da Paolo Terdich, presentato il 1°
luglio, al Padiglione Nazionale Grenada, della 59ª Biennale di Venezia
Arte, dove il noto artista del panorama internazionale, davanti ad un pubblico
di esperti, ha parlato dei suoi studi pittorici sulla tematica dell’acqua.
Paolo
Terdich è un pittore piacentino di notevole esperienza, le cui opere sono state
presentate in mostre e collezioni di gallerie a livello internazionale.
“Rendere visibile l’invisibile” è la peculiarità dell’artista che riesce a
trasmettere, nei suoi lavori, anche l’intimità e la solitudine umana. Alla
fine, Terdich sa eseguire delle opere che manifestano un senso di pace
interiore, immerse nell’ambiente dell’acqua, vista come elemento rilevante
di nascita primordiale, di ricerca di luce, verso una dimensione di conoscenza
della verità o dell’insondabile.
Acqua
43: un’opera suggestiva
“La scelta del
quadro Acqua 43 - afferma Terdich - è legata alla sua affinità con il tema
scelto dai curatori per il progetto del padiglione Grenada di Venezia “An
unknown that does not terrify”.
In
effetti, nell’ambito della serie “Acqua”, quest’opera è piuttosto singolare
e la sua particolarità risiede nel taglio fotografico che la contraddistingue.
La figura è rappresentata solo parzialmente, in obliquo e in primo piano,
diventando un elemento fortemente caratterizzato e non facilmente definibile ad
un primo colpo d’occhio. Tale composizione e la sua integrazione con il mezzo
che lo contiene, vuole trasmettere un senso di confinamento positivo, di
protezione, in un’atmosfera serena e libera in assenza di peso. Tutto il
contesto del quadro - precisa il pittore piacentino - è intimo e silenzioso con
il soggetto che trasmette rilassatezza e divertimento. Lo sfondo fornisce
dinamismo alla composizione, con la figura, che si rispecchia, frammentata
sulla superficie dell’acqua e con le molteplici rifrazioni e riflessioni riprodotte.
Il quadro invita a “riflettere” sul fatto - puntualizza Terdich - che noi
veniamo spesso compresi solo parzialmente e che abbiamo una parte profonda più
complessa, talvolta oscura, di non immediata comprensione. Ritengo che
quest’opera rappresenti un punto d'arrivo importante nella mia poetica, in cui,
sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico”.
Acqua
43 è veramente un’opera suggestiva, di notevole valore, tanto che, lo scorso
anno, è stata selezionato fra i semifinalisti del prestigioso “Premio
Arte2021”.
Un
nuovo progetto sui tormenti delle popolazioni costrette ad abbandonare le
proprie terre
Il tema della mostra di
Venezia “An Unknown that Does Not Terrify” (Un’incognita che
non terrorizza) inoltre consente un approccio nella relazione con le altre
culture.
“Ho
avuto l’opportunità di vivere all’estero - aggiunge Terdich - in Paesi molto
diversi fra loro (dal Nord Europa all’Africa) per una quindicina d’anni,
potendomi così confrontare con culture profondamente differenti dalla nostra.
Ho cercato, per quanto possibile, di comprendere le culture e gli usi dei Paesi
in cui ho vissuto, integrandomi con le persone del luogo. Ho potuto così
confrontarmi con artisti che utilizzano un linguaggio pittorico molto differente
dal mio, arricchendo il mio bagaglio artistico”.
Queste
esperienze hanno permesso al pittore piacentino di ampliare e raffinare lo
spettro della sua sensibilità artistica.
“Ritengo
che queste occasioni di incontro - sottolinea Terdich - potranno avere un
maggior impatto, in termini di espressione ed esecuzione pittorica, in un nuovo
progetto a cui sto incominciando a lavorare, focalizzato sulle tensioni e i
tormenti delle popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre”.
- Fabio
Bianchi, su Libertà: “La tela “Acqua 43” di Paolo Terdich oggi alla Biennale”,
1st July 2022.
“L’artista piacentino partecipa alla
collettiva “Untouchable Feelings”.
“Venezia.
La pittura non finisce mai di stupire, spesso rinasce come l’araba fenice
spiazzando tutti. Già Hegel aveva preconizzato la morte dell’arte e nel secondo
Dopoguerra del secolo scorso soprattutto la pittura figurativa era poco
considerata. Ma alcuni pittori hanno avuto notevoli intuizioni, come Paolo
Terdich, che fino al 27 novembre partecipa alla “Biennale Arte 2022 – 59 esima
esposizione internazionale d’arte“ di Venezia.
Non è per noi una
sorpresa: sappiamo del suo dinamismo, delle sue motivazioni e del crescendo dei
mesi scorsi. Terdich, infatti, in aprile è stato fra i protagonisti dapprima di
“Deconstruction”, collettiva presso “Saphira & Ventura gallery” di New
York; quindi di una collettiva a Portofino, dove sono stati proiettati suoi NFT
(Non Fungible Token, elemento crittografico che può assumere le sembianze di
qualsiasi file digitale). Dal 17 al 25 giugno, poi, sue tele erano in
“Delicatezza”, altra interessante collettiva, stavolta alla “OnArt gallery” di
Firenze.
Il piccolo-grande tour
di Terdich prosegue quindi alla prestigiosa Biennale di Venezia, Padiglione
Nazionale Grenada, con la tela “Acqua 43”. In quest’opera Terdich rilancia il
suo mantra pittorico, con degli esseri umani immersi nel liquido blu.
Ma la forza del suo
messaggio sta nell’intensità narrativa: l’uomo sta ri-emergendo o sta forse
subendo la violenza dell’azzurro volume? Le sue figure sono forse metafora
della crisi dell’uomo contemporaneo? I suoi soggetti, originalissimi peraltro
perché nessun aveva mai proposto questi temi con tale coloristica evidenze, da
anni ci raccontano contro-storie quotidiane.
Come in “Il vecchio e il
mare” di Hemingway, assistiamo alla battaglia per la vita, per la
sopravvivenza, per riaffermare noi stessi nonostante l’invasività dell’acqua.
Ma – ecco un altro punto a suo favore – l’acqua è sempre screziata e sembra
contenere i colori della natura: ecco l’istanza ecologista, una sostenibilità
sempre più convincente, quasi un ritorno alle origini per il frastornato uomo
contemporeaneo.
Ricordiamo che curatore
del “Padiglione Nazionale Grenada” è il critico Daniele Radini Tedeschi e
commissario ne è l’artista Susan Mains.
La tela “Acqua 43” è
stata l’anno scorso selezionata per il “Premio Arte” ed oggi ci sarà la
presentazione ufficiale dell’opera con intervista al performer.
Per Terdich, dunque,
un’occasione notevole per riaffermare l’unicità del suo stile e
l’internazionalità della propria arte.”.
-
Alessandro Poggiani, intervista su AGR
Press
(https://www.agrpress.it/arte/conversazione-con-il-maestro-paolo-terdich-9807 ), 28th June 2022.
Venerdì 1° luglio 2022 alle ore 17.00 presso il Padiglione
Nazionale Grenada, alla 59 Biennale di Venezia Arte, sarà ospitata una
conversazione con il Maestro Paolo Terdich, noto artista del panorama
internazionale, che, davanti ad un pubblico di esperti, parlerà dei suoi studi
pittorici sulla tematica dell’acqua.
Quest’ultima si ricollega a uno dei filoni tematici dell’intera
esposizione, quello del viaggio inteso metaforicamente come superamento oltre
l’umano e scoperta di un terreno identitario diverso che va abbracciato e
accettato. Illuminante a tal proposito la “Poetica della Relazione” o la
“Filosofia della Relazione” dell’intellettuale martinicano Edouard Glissant, dove ogni
viaggio equivale a migrare verso nuove identità e riscoperti rapporti. Così
l’acqua, per Paolo
Terdich, è funzionale alla «morte dell’immagine, con la sua
scomposizione e alterazione», come scritto da Stefania Pieralice, e ancora i
«nuotatori sott’acqua sono testimoni della loro dissoluzione, dove la consistenza
si spezza e si disintegra, dove l’identità annega».
L’appuntamento, ad ingresso libero,
è presso il Giardino
Bianco Art Space in via G. Garibaldi 1814, in zona
Castello (Venezia).
Abbiamo avuto l’occasione di
intervistare il Maestro per comprendere maggiormente la sua ricerca.
Quale significato
attribuisce all’acqua, presente in molte sue opere?
Ho iniziato a dedicarmi alla
composizione di soggetti nell’acqua da circa diciassette anni, per combinare
una rappresentazione realistica della figura con l’effetto del mezzo, che con
la sua fluidità, le sue rifrazioni, trasfigura i contorni dei personaggi
rappresentati. Con la rappresentazione dell’acqua e i suoi giochi di luce, che
genera schemi insoliti, distorti e complessi, alterando la percezione delle
immagini quotidiane, cerco di rendere la composizione complessiva meno
definita, più misteriosa, talvolta quasi surreale, metafisica. In questi
lavori faccio leva sulla mia espressività per realizzare, mediante il visibile,
l’esperienza dell’invisibile. Mi cimento così, con composizione piuttosto
complesse in una delle sfide più difficili per un pittore: la resa dell'acqua,
il racconto dello scintillio della luce su una superficie perennemente in
movimento. L’acqua, protagonista principale della narrazione, si fonda con la
figura umana, vestendola di nuova vita. Immersa nel liquido trasparente, la cui
componente simbolica affonda le radici nella sacralità del battesimo, della
purificazione, della rinascita, della trasformazione, della riflessione, la figura
umana si perde in essa lasciando che l'acqua ne alteri i contorni. Le mie
trasparenze esplorano le possibilità della percezione del reale e il campo del
visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. L’acqua diviene
quindi contenitore di luce, territorio di visione, narrazione misteriosa di
nodi interiori.
Guardando la sua
produzione l’opera Acqua 43 ha
una prospettiva, nel soggetto raffigurato, diversa rispetto a tutte le altre,
ne può parlare?
Nell’ambito della serie Acqua, quest’opera
è piuttosto singolare e la sua peculiarità risiede nel taglio fotografico
particolare che la contraddistingue. La figura è rappresentata solo
parzialmente, in obliquo e in primo piano, diventando un elemento fortemente
caratterizzato e non facilmente definibile ad un primo colpo d’occhio. Tale
composizione e la sua integrazione con il mezzo che lo contiene, vuole
trasmettere un senso di confinamento positivo, di protezione, in un'atmosfera
serena e di libertà, in assenza di peso. Lo sfondo fornisce dinamismo alla
composizione, con la figura che si rispecchia, frammentata sulla superficie
dell’acqua. Il quadro invita a “riflettere” sul fatto (rappresentato dal
soggetto in primo piano) che veniamo spesso compresi solo parzialmente e che
abbiamo una parte profonda più complessa, talvolta oscura, di non immediata
comprensione (lo sfondo con le sue frammentazioni, rifrazioni e dinamismo). Non
ultima, la posizione quasi fetale del soggetto ritratto richiama al simbolismo
dell’acqua come elemento di nascita primordiale, di ricerca di luce, verso una
dimensione di conoscenza della verità o dell’insondabile. Ritengo che
quest’opera rappresenti un punto d'arrivo importante nella mia poetica, in cui,
sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico.
Che tecnica utilizza per
raggiungere gli effetti iperrealistici delle sue opere?
Come medium, utilizzo in prevalenza
l’olio, come supporto, la tela. Nel caso delle nature morte e dei ritratti,
spesso adopero una tela a trama più fine, per una migliore resa dei dettagli, e
per i lavori con l’acqua a volte utilizzo l’acrilico per rafforzare l’effetto
di trasparenza, di rifrazione e di profondità. Le figure che vi sono immerse
sono realizzate ad olio, per evidenziare i valori tonali, i riflessi e gli
effetti di luce sulla pelle. In genere lavoro per velature sovrapposte per una
migliora resa della trasparenza.
Il colore blu,
protagonista dell’opera in diversi toni e sfumature, ha una particolare
funzione simbolica per lei?
Premesso che ho una naturale predilezione
per il colore blu, nelle sue molteplici varianti e sfumature, in effetti,
utilizzo in prevalenza tale colore, soprattutto per la serie Acqua, per il suo
valore simbolico di tranquillità e armonia. Le velature, sovrapposte in
tonalità diverse, generano trasparenze che sembrano esplorare le possibilità
della percezione del reale. Il campo del visibile diventa così lo spazio della
visione e del colore. Anche nella
realizzazione delle nature morte, è presente il blu, che, a mio parere
contribuisce a generare un sostanziale equilibrio emotivo e a trasmettere
sensazioni di quiete e serenità. L’impiego del blu, delle sue trasparenze,
della luce tagliente, pura, scultorea, forniscono un dinamismo ad opere di per
se statiche, che si trasformano così in presenze metafisiche, emblemi di uno
stato d’animo.
Il titolo
dell’esposizione del Padiglione Nazionale Grenada è “An
Unknown that Does Not Terrify”. A tal proposito
Lei, avendo vissuto all’estero per diversi anni, che approccio adotta nella
relazione con le altre culture?
Ho avuto l’opportunità di vivere
all’estero in Paesi molto diversi fra loro (dal Nord Europa all’Africa) per una
quindicina d’anni, potendomi così confrontare con culture profondamente
differenti dalla nostra. Ho cercato, per quanto possibile, di comprendere le
culture e gli usi dei Paesi in cui ho vissuto, integrandomi con le persone del
luogo. Ho potuto così confrontarmi con artisti che utilizzano un linguaggio
pittorico molto differente dal mio, arricchendo il mio bagaglio artistico.
Queste esperienze hanno, a vario grado, permesso di ampliare e raffinare lo
spettro della mia sensibilità artistica, pur mantenendo fede ad una personale
linea artistica ben definita. Ritengo che queste occasioni di incontro potranno
avere un maggior impatto, in termini di espressione ed esecuzione pittorica,
soprattutto in un nuovo progetto (di interesse biografico) a cui sto
incominciando a lavorare, focalizzato sulle tensioni e i tormenti delle
popolazioni costrette ad abbandonare le proprie terre. Nel lavoro che
realizzerò, prevedo di utilizzare un approccio tecnico nuovo per me,
distaccandomi dalla rappresentazione fedele del reale, pur ricercando una sfida
tecnica nell’esecuzione delle opere.
-
Stefania Pieralice, recensione, per la partecipazione di Paolo Terdich
alla “Biennale Arte 2022 – 59. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia –
Padiglione Nazionale Grenada – An Unknown That Does Not Terrify”, 28th
June 2022.
Curatore: Daniele Radini Tedeschi. Commissario: Susan Mains.
“Nuotatori
sott’acqua sono testimoni della loro dissoluzione, dove la consistenza si
spezza e si disintegra, dove l’identità annega. Ecco quindi, con Terdich, che
si assiste alla morte dell’immagine nel lavacro cristallino, con la sua
alterazione e scomposizione. Chissà se riemergere sia purificatorio e salvifico
per l’anima oppure se, nei soggetti del Maestro, la caduta della forma
sprofondi nell’oscurità del fondale, una volta per tutte, per l’incapacità
d’amare e d’essere. Perché l’acqua è malinconica, osserva il mondo riflesso e
lo cancella, ingoia le ombre come fosse la tomba di tutto ciò che è destinato a
perire.
Terdich racconta la
transitorietà della vita associando il destino dell’acqua a quello dell’uomo in
cui lo “scorrere” è allusione all’irrevocabilità del tempo vissuto e ormai
perso. E così i suoi nuotatori cercano di “rimanere a galla” alla ricerca di un
battello di fortuna o di un nocchiero che getti l’ancora nel porto felice della
fede e della speranza.”.
2021:
- Fabio
Bianchi, su Libertà: “Acqua”: Terdich a Parigi con le figure immerse in un
magico azzurro”, 29th March 2021.
“Il pittore piacentino espone le sue tele in una personale alla
Galerie Sonia Monti”.
“Il pittore piacentino
Paolo Terdich da anni ha elaborato un’iconografia assai personale, di crescente
successo soprattutto all’estero. Dopo aver partecipato nel mese scorso ad
un’importante collettiva in Florida, Terdich è tonato in Europa. Fino al 31
marzo le sue opere saranno visibili nella personale alla Galerie Sonia Monti di
Parigi (6, Avenue Delcasse 75006). Qui espone tele della serie “Acqua” (gran
parte olio su tela, formati medi), cioè bagnanti o immersi o emergenti –
appunto – dall’acqua. Cosa ci dicono oggi le sue figure sospese in un magico
azzurro? Vitalità dell’acqua, elemento primigenio, fra storia, filodofia e
panteismo, ma anche necessità di purificarsi. Gli antichi veneravano divinità
(Poseidone) e semi-divinità (Ninfe) a tutela di mare e corsi d’acqua. Battesimo
e Diluvio Universale indicano poi – metaforicamente – un inizio e una fine.
Terdich
ha allora intuito l’attualità – visiva e figurata – dell’acqua; i bagnanti
potrebbero anelare a contatti – epiteliali e spirituali insieme – rigeneranti.
Dal caos primordiale (Acqua n° 43) al tentativo di controllo (Acqua n° 33) a
una ritrovata staticità (Acqua n° 49). E, ipotetico punto di arrivo di questa
produzione, una configurazione misticheggiante nella caratteristica posa a
croce di un bagnante (Acqua n° 47).
L’iperrealismo
di Terdich è sempre più – come inquadramento culturale – una tendenza, generale
e ancora praticata; come stile invece è strumento per esprimere con icastica
immediatezza contenuti assai originali.
I
suoi personaggi diventano dunque sempre più protagonisti di un iper-quotidiano,
di una dimensione quasi sacrale del nostro vivere.”.
-
Fabio Bianchi, su Libertà: “Collettiva in Florida, c’è anche
Terdich con le sue nature morte”, 22nd February 2021.
“Il pittore piacentino a Palm Beach propone raffinate tele tra
colori e trasparenze”.
“Il
pittore piacentino Paolo Terdich ha in pochi anni acquisito prestigio
internazionale muovendosi nell’iperrealismo. Ha infatti ripreso quell’approccio
nato negli anni ’60 in USA con precise finalità: dall’illusione del reale
all’esasperato realismo come sospensione del giudizio verso il fare arte. In
Italia questa tendenza ha avuto alterne fortune, ma Terdich l’ha personalizzata
e modernizzata: concentrandosi su soggetti di grande impatto, ha mediato
tradizione e innovazione. Ha così convinto grandi galleristi, come dimostra la
partecipazione alla collettiva allestita in Florida in questi giorni. Terdich
espone al “County Convention Center” (650 Okeechobee Boulevard, West Palm Beach
33401). grazie alla sinergia fra “Paul Fisher Gallery” e “Saphira & Ventura
Gallery”, big nella promozione artistica. Presenta sue caratteristiche
composizioni: nature morte che rinnovano gloriosi fasti e bagnanti che emergono
dall’acqua. Le nature morte ci ricordano quanto quel modello – un tempo assai
diffuso nella borghesia non solo italiana – sia oggi attualissimo. L’”ut
pictura poesis” ha infatti nei secoli stregato autori e committenti di nature
morte ponendosi poi come genere autonomo. Colori e trasparenze delle tele di
Terdich ne prolungano – in una dimensione sempre atemporale – valore storico,
tecnico e stilistico.
I
suoi bagnanti costituiscono invece un’invenzione iconograficamente intrigante:
nell’emergere dall’acqua sembrano nuove divinità. E qui potrebbe innestarsi
l’influenza della Pop Art come esaltazione del quotidiano sul nostro immaginario.
Questi soggetti colpiscono per semplicità di concezione, difficoltà di
esecuzione, dialettica complementarietà con la fotografia. Ultima annotazione:
in questa collettiva si trovano anche opere di Picasso, Warhol e altri
grandi.”.
2020:
- Riccardo
Tonna, su Il Nuovo Giornale:” Paolo Terdich, il pittore dell’acqua, in mostra a
Firenze fino al 23 luglio”, 16th July 2020.
“L’artista piacentino dalla vocazione internazionale partecipa
alla collettiva “Silenzio”.
“L’acqua, simbolo della vita, della purificazione e del vigore
si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni. E’ questo il mondo di
Paolo Terdich, 60 anni, pittore piacentino, di chiara vocazione internazionale,
ha esposto in numerose mostre personali e eventi internazionali, ricevendo
prestigiosi riconoscimenti.
DA SAN FRANCISCO ALLA NIGERIA. Si ricordano le sue personali
presso BiffiArte (2017) e Spazio Rosso Tiziano a Piacenza (2018, 2015 e 2009),
presso l’Ambasciata Italiana in Nigeria (Abuja – 2010) e presso l’Istituto Italiano
di Cultura in Egitto (Il Cairo – 2000). Alcune sue opere sono esposte in
permanenza in diverse gallerie e istituzioni italiane ed estere. I suoi lavori
sono stati pubblicati su varie riviste e libri d’arte, fra cui si ricorda
“Watercolor – Paintings by Contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di
San Francisco, in cui Terdich è l’unico italiano fra i 21 maestri
dell’acquerello selezionati. Il direttore d’orchestra maestro Riccardo Muti
possiede un suo ritratto realizzato dall’artista. Due tele, donate da Terdich,
sono esposte presso il Monastero Mater Ecclesiae di Lagos in Nigeria: sono
ispirate dalla figura del Santo papa Giovanni Paolo II.
TRAMITE IL VISIBILE, PARLARE DELL’INVISIBILE. Nelle sue opere
Paolo Terdich enuncia l’estro della sua espressività sulla quale fa leva per
ottenere il più ambizioso degli obiettivi estetici: mediante il visibile,
realizzare l’esperienza dell’invisibile.
L’impostazione del pittore piacentino è figurativa-surrealista,
si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e
racconti volti a esplorare una sua realtà visionaria. Attraverso un realismo
silenzioso e intimista, le sue tele trasmettono sensazioni di attesa e di
mistero, da cui traspare un tormento interiore. Nei suoi soggetti egli comunica
la sua inquietudine, che emerge dai personaggi che raffigura con un’energia, in
cui luci ed ombre sembrano vibrare assieme. Vi domina un senso di intensa
solitudine e i suoi personaggi, illuminati da una luce soffusa, sono ritratti
in ambienti quotidiani privi di spettacolarità, in cui assumono un’aria di
poetica sospensione e intimità. Originali, nell’interpretazione della luce e
nella scelta dei soggetti, le sue nature morte, estremamente realistiche, che,
grazie alla luce, purissima, e scultorea, si trasformano in presenze
metafisiche, emblemi di uno stato d’animo.
IL GRUPPO EOYKOS. Terdich è Terdich è uno dei fondatori del
gruppo, di matrice metafisico-surrealista, “Eoykos”, nato nel 2011 e composto
da sei artisti, che attraverso le potenziali espressive della loro figurazione,
intendono dimostrare che l’arte è ancora uno strumento di comunicazione
privilegiato, che trasmette sensazioni ed emozioni universalmente leggibili.
Gli artisti, artigiani virtuosi della tavolozza e dell’arte plastica, si muovono
in un terreno in bilico tra il Surrealismo e la Metafisica.
Fino al 23 luglio, Paolo Terdich partecipa alla mostra
collettiva “Silenzio”, a Firenze, in via della Pergola 57, dove sono esposte
alcune delle sue opere più significative.”.
- Alberto
Moioli, su Il Giornale: “Tuffiamoci nelle acque iperrealiste di Paolo Terdich”,
9th May 2020.
“Nel 1973 apparve per la prima volta la parola “hyperréalisme”;
a coniarla fu la gallerista Isy Brachot, che aprì la stagione di una corrente
artistica di successo. Paolo Terdich appartiene a questa interpretazione
dell’arte pittorica in cui convergono le doti di attenzione e precisione ad
ogni minuscolo dettaglio. La peculiarità essenziale, quella che caratterizza lo
stile di Terdich, riguarda la capacità di coniugare al meglio le competenze
tecniche con la straordinaria sensibilità espressiva. L’artista ha scelto di
dipingere elementi che appartengono alla sua necessità interiore, impreziosendo
così un ambito pittorico con una sensibilità espressiva colta e raffinata.
L’acqua nei suoi dipinti è l’elemento chiave dell’equilibrio umano, simbolo di
vita, considerata dagli antichi filosofi greci il “principio e l’origine”.
L’artista riflette su una visione personale, in cui dialogano le
contrapposizioni tra elementi simbolici. La luce maturale e quella filtrata, il
bene e il male, il vero e il falso, dentro questo equilibrio vive l’uomo, in
questo precario bilanciamento abitano i capolavori di Paolo Terdich. L’autore
nell’acqua trova il silenzio, la pace e quell’equilibrio che appartiene
all’armonia e alla bellezza. La limpidezza e la trasparenza nelle opere del
pittore appartengono ad una profondità di pensiero che si rispecchia entro i
rigorosi canoni dell’Iperrealismo.”.
- Fabio
Bianchi, su Libertà: “Terdich espone a New York I suoi nuotatori impalpabili”,
6th March 2020.
“L’artista piacentino partecipa alla collettiva “Untouchable
Feelings”.
“La pittura figurativa ha avuto tradizioni gloriose, le
Avanguardie Storiche l’hanno poi contestata. Ma la Transavanguardia in Italia e,
all’estero, Pop Art e New Image Painting l’hanno in parte rivitalizzata.
Riflette variamente queste tendenze anche l’approccio del pittore piacentino
Paolo Terdich che sta raccogliendo riscontri ovunque. Tra l’altro è stata ieri
inaugurata “Untouchable Feelings”, collettiva di importanti performer allestita
alla Saphira & Ventura gallery di New York. Fino al 20 marzo Terdich
esporrà tele appartenenti ad “acqua”, ultimo suo ciclo con le caratteristiche
figure immerse nell’acqua. Sperimentando e virando verso l’iperrealismo,
Terdich ha infatti scoperto un filone assai attraente, per molti aspetti
accattivante. Ha individuato e con il tempo elaborato un mix semplice, me che
permette di rappresentare le figure da varie angolazioni. Sempre comunque
screziate dal blu intenso dell’acqua, movimentate vivaci contrasti tra il
bianco e l’azzurro. Anche a New York Terdich espone un significativo
campionario dell’ultima produzione; quasi tutti dipinti olio e acrilico su
tela, formato medio. In particolare, in “acqua 5” r “Acqua 41” i nuotatori sono
ripresi dall’alto, mentre in “Acqua 38, “Acqua 39” e “acqua 40” il punto di
presa è sotto il filo, quindi le figure sono emergenti o sguazzanti. Così
trasfigurati, i nuotatori sembrano trasmettere proprio “untouchable feelings”,
cioè sentimenti impalpabili fra naturalezza e luminose trasparenze. Dunque, con
queste tele Terdich propone una riscoperta di sé, di noi e della nostra
corporeità a contatto con un liquido primordiale, forse in contrasto con la
freddezza informatica e l’asettico perfezionismo digitale…”.
2019:
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich, la natura silente”, 7th
November 2019.
“Il pittore piacentino
alla collettiva “Still leben”da Onart Gallery a Firenze”
“La natura morta nella storia dell’arte ha avuto destini
altalenanti, sempre intrinsecamente poetici. Per il forte legame che aveva sia
con la vita – appena conclusasi dei suoi soggetti- sia con la morte, fatale e
ineluttabile, destinata, destinata ad eternare. Importanti gallerie riprendono
spesso quel genere e ciò che importa è che vengono coinvolti artisti dei nostri
tempi, già distintisi in quell’ambito. Come il piacentino Paolo Terdich,
invitato dalla prestigiosa Onart gallery di Firenze nella collettiva “Still
leben/Natura silente”. Si tratta di uno degli eventi più importanti del 2019
dell’agenda di Onart gallery, perché la “Natura silente” implica non una
filosofia dell’arte, di più.
Terdich ha sempre concepito le nature morte come incontro magico
di pulsioni fra passato e presente. Qui ha in parte cambiato il proprio
registro cromatico, fornendo tele di forte caratterizzazione, esteticamente
raffinatissime. Sono giocate infatti sul contrasto di ombre, spesso
sull’abbinamento di bianco, nero e di un caldo seppia a ribadire quell’incrocio
tenebroso tra giocosa vitalità e desolante freddezza.”
- Fabio
Bianchi, su Libertà: “L’iper-realismo di Terdich a New York, 1st September
2019.
“Il pittore Paolo
Terdich in pochi anni ha acquisito un alto profilo, per tenacia, soggetti
innovativi e tecnica raffinata. E se ne sono accorte anche prestigiose sedi
espositive come Saphira & Ventura Gallery di New York, Nella sede di 4W43rd
Street, 416, Terdich partecipa infatti a “Material world”, collettiva con
grandi nomi.
Terdich presenta tele di
grande impatto, la gran parte raffigurano persone che nuotano in un azzurro
universo acquatico. Dove sta la novità? Terdich potrebbe essere catalogato come
iper-realista, ci sta, non è un limite, anzi ne ribadisce l’abilità pittorica.
Ma dipingere nuotatori da varie angolazioni significa ripercorrere, in poetiche
trasversali, la vicenda umana. L’uomo, composto per il 90% d’acqua, può trovare
nel magico azzurro la primordiale libertà. O perseguire, nell’acqua screziata
di bianco e movimentata dalle ombre, un’ideale rinascita spirituale. Lo strano,
però convincente connubio uomo-acqua rilancia allora l’integrazione
uomo-natura-ambiente grazie alla pittura.
Terdich espone anche
dipinti con oggetti - soprammobili – di straordinario nitore e di cristallina
purezza. Ne accademico ne neoclassico, soltanto amante della pittura come
rappresentazione simil-fotografica del “material world”, cioè dell’universo
fisico.
In questo contesto Terdich è dunque il più europeo fra i vari
pittori, senz’altro il più figurativo, ma anche il più intrigante e il più
impressivo”.
- Alberto Moioli, sul monthly magazine “Archivio delle Arti” –
“Berlino, Von Zeidler Art Gallery, dal 22 marzo al 6 aprile 2019 – Maurizio
Brambilla e Paolo Terdich” March 2019.
- Press review “Due Mondi a Confronto” -
“Von Zeidler Art Gallery”, 22nd March 2019.
“Arriva
a Berlino l’arte di Maurizio Brambilla e Paolo Terdich. Dopo le recenti mostre
italiane a Piacenza e Palermo, i due artisti approdano in una delle capitali
europee artisticamente più esigenti.
La mostra, che si apre Venerdì 22
Marzo presso l’elegante Von Zeidler Art Gallery, è da considerarsi come una
doppia mostra personale in cui i due artisti si specchiano e si confrontano tra
loro con stili e poetiche differenti. La figurazione e l’inarrestabile ricerca
espressiva è il filo conduttore che unisce le due espressioni artistiche.
L’Italia dunque presenta a Berlino due protagonisti del mondo dell’arte
contemporanea ed offre la possibilità di conoscere da vicino le opere e, nel
giorno dell’inaugurazione, i due artisti…
…L’amicizia e la profonda stima reciproca
lega i due artisti, Maurizio Brambilla e Paolo Terdich, insieme hanno esposto
in luoghi sempre più prestigiosi in Italia e in Europa.
La pittura di Terdich assurge al
rango di capolavoro nell’ambito dell’iperrealismo contestualizzando ogni sua opera
tra le migliori espressioni creative in questo ambito. Ciò che caratterizza e
differenzia ogni opera di Paolo Terdich è la capacità di non limitarsi alla pur
eccellente capacità tecnica, il pittore immette in ogni pennellata tutta la
tensione necessaria a farci andare oltre il visibile e ad approdare nel mondo
delle emozioni, un’esperienza unica e straordinaria.
Marta Von Zeidler, artista
internazionale e gallerista di Berlino, ospita fino al 6 Aprile 2019 una
selezione di opere di Maurizio Brambilla e Paolo Terdich offrendo lo spunto per
un dialogo internazionale tra Italia e Germania”.
2018:
-
Alberto Moioli, press release: “Emozioni Visive – L’emozione
dell’arte nella mostra di Arona”, 15th November 2018.
“In arrivo la mostra sulle emozioni dell’arte. Una collettiva
che si svolge sulle rive del lago Maggiore, nella splendida città di Arona, nel
luogo in cui il lago segna il confine tra Lombardia e Piemonte. Qui, nello
“Spazio Moderno” del Centro Culturale Artistico, in via Martiri della Libertà
38 esporranno ben ventiquattro artisti grazie all’ideazione e organizzazione di
Donatella Canovi. In questa occasione avrò il piacere e l’onore di presenziare
nel giorno dell’inaugurazione, Sabato 24 Novembre alle ore 16.00, con un
piccolo intervento critico affinché possa offrire una chiave di lettura a
beneficio di tutti i visitatori. Vi aspetto!!!
Qui esporranno dunque: Luigi Bassani, Mauro Braglia, Maurizio Brambilla, Carla
Brandinali, Simona Bruta Adela, Graziella Carpanetti, Elvira De Micheli, Davide
Farina, Luigi Franco, Liliana Fumagalli, Magdalena Grandi, Liliana Grassi,
Bruno Greco, Susanna Maccari, Gigi Mascetti, Franca Ottino, Eddi Pattenò,
Gabriella Pimpinicchio, Eufemia Renzi, Mariapaola Rossetti, Elisa Russo,
Rosario Scrivano, Massimiliano Tamilla e Paolo Terdich”.
- Fabio
Bianchi, su “Libertà”: “Con
Brambilla e Terdich due mondi a confronto – Allo Spazio Rosso Tiziano l’ultima
produzione di due attivissimi performer”, 5th November 2018.
Piacenza. “Nell’arte la varietà arricchisce. Nella pittura poi
la dialettica stimola. E’ ciò che succede in “Due mondi a confronto”,
bi-personale di due bravi pittori come Maurizio Brambilla e Paolo Terdich.
Allestita fino al 7 novembre allo Spazio Rosso Tiziano, via Taverna 41,
Piacenza, raccoglie l’ultima produzione dei due attivissimi performer…Il
piacentino Terdich - alle spalle personali in contesti prestigiosi sia in
Italia che all’estero con opere in collezioni assai importanti - ha esordito
come iperrealista e, in questi oli su tela dedicati all’acqua, mantiene l’incipit
di quel glorioso movimento. Cioè centralità della figura, colori netti e vividi
subordinati però a un forte dinamismo, all’apparenza solo cromatico, invero
pure plastico. Terdich ha trovato una sua cifra stilistica tra figure mosse,
tecnica complessa e originalità compositiva. Si intravedono echi di molti
movimenti: da immediatezza Pop Art a ricchezza di “New image painting”. Elabora
così una nuova classicità che trova, in corpi immersi in frammentazioni
cromatiche, il senso ultimo e innovativo del messaggio. Suggerisce molti spunti
quest’ambivalenza pittorica, anche semantica nei diversi codici visivi,
all’insegna sempre di un altissimo mestiere. I “Due mondi” di Brambilla e
Terdich sono: natura e acqua; verde e azzurro; statico e fluttuante; fermezza
grafica e immagini sfaccettate… Terdich esalta invece l’interazione tra figura
e non-contesto, tra corpi di nuotatori e mutevole piano dell’acqua. Realtà
contro figura dunque, oggetto e soggetto, essere e divenire, fisica e
metafisica…”.
- Alberto
Moioli, on the catalog: “Due Mondi a Confronto - Spazio Rosso Tiziano di
Piacenza”, 20th October – 7th November 2018.
“La pittura di Paolo Terdich affonda
le radici tra le pagine più interessanti della storia dell’arte ed arricchita
da un’esperienza attualizzata nel pieno del rinnovamento dell’arte
contemporanea. Con Terdich ritroviamo il piacere della rappresentazione della
figurazione espressiva di grande raffinatezza stilistica vicino, in un certo
senso alle esperienze che negli Stati Uniti caratterizzarono la metà del XX
secolo con le riflessioni e sperimentazioni nel mondo dell’hiperrealisme di Udo
Kultermann.
In realtà l’espressività di Paolo Terdich, a fronte della
costante ricerca e sperimentazione creativa, esplode in tutta la sua potenza
distanziandosi dal puro esercizio estetico, che caratterizzò molte esperienze
storiche in tale ambito, elevando il gesto creativo al rango artistico grazie
ad un’attenzione formale e contenutistica di grande spessore ed eleganza in
eterno equilibrio tra metafisica e surrealismo. In particolare le opere esposte
a Piacenza, nell’elegante cornice offerta dallo Spazio Rosso Tiziano, mostrano
la straordinaria abilità nello studio delle trasparenze dell’acqua,
un’esperienza espressiva che lo caratterizza nel panorama internazionale
dell’arte contemporanea proprio in un momento storico, in cui, l’estetica
realista torna prepotentemente protagonista nel gusto di appassionati e addetti
ai lavori.
La risposta di Terdich alle esperienze aniconiche contemporanee
appartiene all’eleganza formale della pittura iperrealista italiana che non
mancherà di continuare ad emozionare già dalla prossima opera che dipingerà.
L’energia che sprigiona la sua pittura diviene armonia in cui la
distribuzione degli spazi dialogano con la ricerca cromatica priva di
esitazioni
L’acqua di Terdich appartiene ad una riflessione molto
personale, una ricerca che attinge dunque prima di tutto dentro se stesso.
L’elemento primordiale dipinto dell’artista non è però l’acqua, che riflette
senza lasciarsi penetrare, di Caravaggio nel suo straordinario “Narciso” del
1597, non è nemmeno l’acqua inquietante che avvolge il dramma dei naufragi di
Turner a cavallo tra il ‘700 e l’800, la ricerca di Terdich si avvicina
maggiormente ad una lirica estetica nella quale emerge la forza evocativa di
una pittura del silenzio e della poesia, opere quasi contemplative, alla
ricerca di un coinvolgimento tra dipinto e osservatore, un dialogo nuovo e
particolarmente interessante”.
-
Alberto Moioli, press
review: “Due Mondi a Confronto” - “Spazio Rosso Tiziano”, 20th October 2018.
|
“Si apre a Piacenza la mostra “Due
mondi a confronto”, quello di Maurizio Brambilla e quello di Paolo Terdich.
Entrambi pittori, membri di un gruppo di artisti noti sotto il nome di Eoykos.
I due mondi che si confrontano sono le anime creative di personaggi di spicco
del mondo dell’arte contemporanea italiana in un momento molto particolare
della nostra storia. Figurazioni che rimandano talvolta al mondo classico,
altre volte ci presentano scenografie metafisiche in cui figure e gli elementi
naturali si dispongono come sulla scacchiera di un ipotetico teatro della vita.
Se Maurizio Brambilla ci rapisce con i suoi labirinti e scenari
silenziosi, Paolo Terdich ci incanta con un realismo estremo nel quale è
piacevole lasciarsi coinvolgere fino a sentirsi parte di quel mondo, talvolta
surreale, che appartiene intimamente al linguaggio espressivo dell’artista.
Uniti dall’eleganza formale e da un rigore compositivo
particolarmente interessante, le opere esposte nell’autorevole cornice
espositiva offerta dallo SPAZIO ROSSO TIZIANO di Piacenza, offrono
l’opportunità di indagare atmosfere irreali ed enigmatiche proprie della
pittura che rimanda al realismo magico evocato dalle opere di Brambilla e
generando un piacevole senso di disorientamento. Emozionano senza alcun dubbio
le figurazioni iperrealiste di Terdich che mostrano un’abilità tecnica
straordinaria ed un linguaggio espressivo applicato alla rappresentazione
figurativa dell’acqua come non era ancora stato visto. Punti di vista insoliti,
trasparenze e realtà che trovano spazio interpretativo all’interno di una
cultura ampia e raffinata, propria di chi non ama accontentarsi.
La mostra presenta dunque due linguaggi creativi differenti dove
a dialogare sono le immagini classicheggianti del realismo magico intriso di
metafisica di Brambilla e la pittura iperrealista di Terdich che rimanda alle
esperienze statunitensi della metà del xx secolo quando Udo Kultermann per
primo iniziò a parlare di hiperrealisme raggruppando altre nascenti correnti.
In realtà l’espressività di Paolo Terdich, a fronte della costante ricerca e
sperimentazione creativa, esplode in tutta la sua potenza distanziandosi dal
puro esercizio estetico, che caratterizzò molte esperienze storiche in tale
ambito, elevando il gesto creativo al rango artistico grazie ad un’attenzione
formale e contenutistica di grande spessore ed eleganza in eterno equilibrio
tra metafisica e surrealismo”.
“Nato a Piacenza, l’artista, di chiara vocazione internazionale,
ha esposto in numerose mostre personali e eventi internazionali, ricevendo
prestigiosi riconoscimenti. Si ricordano le sue personali presso BiffiArte
(2017) e Spazio Rosso Tiziano a Piacenza (2015 e 2009), presso l’Ambasciata
Italiana in Nigeria (Abuja – 2010) e presso l’Istituto Italiano di Cultura in
Egitto (Il Cairo – 2000). Alcune sue opere sono esposte in permanenza in
diverse gallerie e istituzioni italiane ed estere. I suoi lavori sono stati
pubblicati su varie riviste e libri d’arte, fra cui si ricorda “Watercolor –
Paintings by Contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco,
in cui Terdich è l’unico italiano fra i 21 maestri dell’acquerello selezionati.
Il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Muti possiede un suo ritratto
realizzato dall’artista. Due tele, donate dall'artista, sono esposte presso il
Monastero Mater Ecclesiae (Lagos Nigeria), ispirato dal Beato Papa Giovanni
Paolo II. Pittore figurativo, nei suoi lavori dimostra una particolare abilità
nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche e ricerca un approfondimento conoscitivo,
di penetrazione oltre l’apparenza delle cose. I sui lavori abbracciano soggetti
differenti, spaziando, con la confidenza di un artista maturo, dai ritratti
alle figure, alla natura, alle nature morte. Terdich ha la dote di affrontare
con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva; quindi di competere
con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità della forma, grazie a
una tavolozza ricca di vibrazioni. I dipinti “Acqua” trasmettono
all’osservatore un alto valore di rigore espressivo, per cui a buon diritto, si
possono definire gioielli di sapiente talento. E’ decisamente ricerca d’ambito
realista, grazie ad un costrutto che nulla concede alla retorica. Affrontando
temi ostici come la serie “acqua”, simbolo di nascita primordiale, va alla
ricerca di luce, riflessi, rifrazioni, verso una dimensione di conoscenza della
verità o dell’insondabile. E' un punto d'arrivo importante, nella sua poetica:
sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e immaginifico. Questi
sono soggetti nuovi, inediti e, per dinamismo compositivo e vivacità cromatica,
comunicano infinite sensazioni di movimento e libertà. Le sue trasparenze
esplorano le possibilità della percezione del reale e il campo del visibile
diventa così lo spazio della visione e del colore. L'acqua, simbolo della vita,
della purificazione e del vigore si trasforma in un territorio di luce e di riflessioni. In questi lavori egli
enuncia l’estro della sua espressività sulla quale fa leva per ottenere il più
ambizioso dei obiettivi estetici: mediante il visibile, realizzare l’esperienza
dell’invisibile. Terdich accosta il suo magistero tecnico di impostazione
figurativa-surrealista, alla curiosità del soggetto. La sua opera si articola e
si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a
esplorare una realtà visionaria propria dell’artista. La sua si potrebbe
definire un'opera di indagine, resa attraverso un realismo silenzioso e
intimista, che trasmette sensazioni di attesa e di mistero, da cui traspare un
tormento interiore. Attraverso i suoi soggetti egli comunica la sua
inquietudine, che emerge dai personaggi che raffigura con un’energia, in cui
luci ed ombre sembrano vibrare assieme. Vi domina un senso di intensa
solitudine e i suoi personaggi, illuminati da una luce soffusa, sono ritratti
in ambienti quotidiani privi di spettacolarità, in cui assumono un’aria di
poetica sospensione e intimità. Originali, nell’interpretazione della luce e
nella scelta dei soggetti, le sue nature morte, estremamente realistiche, che
si trasformano in presenze metafisiche, emblemi di uno stato d’animo, grazie
alla luce, purissima, e scultorea. Terdich è uno dei fondatori del gruppo, di
matrice metafisico-surrealista, “Eoykos”, nato nel 2011 e composto da sei
artisti, che attraverso le potenziali espressive della loro figurazione,
intendono dimostrare che l’arte è ancora uno strumento di comunicazione
privilegiato, che trasmette sensazioni ed emozioni universalmente leggibili.
Gli artisti del Gruppo, raffinati e sapienti, artigiani virtuosi della
tavolozza e dell’arte plastica, si muovono in un terreno in bilico tra il
Surrealismo e la Metafisica”.
2017:
“Transaparency”: il tema della luce nella personale dell’artista
piacentino da Biffi Arte.
Piacenza. “La
trasparenza del vetro e dell’acqua è protagonista delle opere di Paolo Terdich,
esposte nella personale “Transparency” visitabile fino al 18 giugno alla
Galleria Biffi arte di via Chiapponi. Corpi colti a nuota-re fendendo superfici
che, nel loro movimento, provocano il continuo (con)fondersi di forme e
contorni, affrontando da una prospettiva particolare il tema della luce, in un
la-voro basato sulla vivacità dei colori e una resa iperrealistica dei
dettagli, si tratti delle mani o dei capelli che affiorano dal pelo dell’acqua,
oppure del costume da bagno indossato da quelle che la curatrice Susanna
Gualazzini evoca come “nereidi moderne estranee al nostro mondo di pesantezze.
Il mondo di Terdich è anche - prosegue il critico - un mondo di creature
solitarie, di corpi che sembrano generati dall’acqua, e all’acqua appartenere,
in uno scambio di rifrazioni liquide”. La tecnica utilizzata è quasi
esclusivamente la pittura a olio, con l’eccezione di qualche acrilico e
acquerello, quest’ultimo praticato comunque in altre occasioni con
un’attenzione speciale, tanto che Terdich è stato selezionato, unico italiano,
tra i ventun maestri del volume “Watercolour - Paintings by contemporary
artists”, edito a San Francisco da Chronicle books. Del resto, i pigmenti
legati dalla gomma arabica hanno co-me caratteristica essenziale proprio la
leggerezza aerea e trasparente che sembra così affascinare l’artista
pia-centino, dalle ascendenze istriane. Terdich ha tenuto personali in Italia e
all’estero, tra cui in Nigeria, all’ambasciata italiana di Abuja, e in Egitto,
all’Istituto italiano di cultura a Il Cairo. Nel 2011 è stato tra i fon-datori
del gruppo Eoykos, di matrice “metafisico-surrealista”, atmosfere che si
ritrovano nelle nature morte, dove il discorso della luce viene declinato
esplorando le valenze espressive di materiali diversi, dal-lo splendore
riflettente dell’argento all’arcano chiarore dell’alabastro, fi-no alla
brillantezza del vetro”.
|
“In mostra alla Galleria Biffi Arte l’ampia ricognizione di
quello che può essere considerato uno fra i temi più cari al pittore Paolo
Terdich: l’acqua, nelle sue forme, nelle sue imprevedibili motilità. Elemento
volubile per eccellenza, nelle opere del pittore di ascendenza istriana l’acqua
diviene contenitore di luce, territorio di visione, narrazione misteriosa di
nodi interiori. E’ una pittura che si intuisce di gestazione lenta, la lentezza
necessariamente richiesta dall’uso dell’olio, quasi esclusivo; ma è anche la
lentezza intrinseca a una padronanza tecnica che nel corso degli anni si è
sempre più affinata per dare voce a un sentire profondo. In dialogo con il
corpo umano nelle immensità marine, o in immobile e poetica sospensione nella
trasparenza del vetro, nelle opere di Terdich l’acqua acquisisce una forza
trascendente, che la rende luogo interiore.
Pittore ampiamente esposto a esperienze artistiche di altri
Paesi, Terdich esprime una ricerca che può certamente inserirsi nell’ambito del
realismo nordamericano di secondo Novecento, rispetto al quale, però, abbandona
quel connotato di disturbante asetticità per farsi stupore, sospensione
ipnotica. Perché quelle di Terdich sono trasparenze abitate: dal nostro
sperdimento.
Terdich ha la dote
di affrontare con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva;
quindi di competere con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità
della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni. I dipinti “Acqua”
trasmettono all’osservatore un alto valore di rigore espressivo, per cui a buon
diritto, si possono definire gioielli di sapiente talento. E’ decisamente
ricerca d’ambito realista, grazie ad un costrutto che nulla concede alla
retorica. (Paolo Levi)”.
-
Susanna Gualazzini, sul Catalogo:
“Transparency” at “Galleria BiffiArte” , May-June 2017.
“Trans-parere,
tra-sparire”.
“Così,
con un gesto devote, bere l’acqua nel cavo delle mani o direttamente alla
sorgente, fa sì che penetri in noi il sale più segreto della terra e la pioggia
del cielo. Marguerite Yourcenar”
“Non
cercano l’aria, e creature di Paolo Terdich: Nereidi moderne estranee al nostro
mondo di pesantezze, fluttuano in acque solidali, come in una sospensione
amniotica che dà loro tutta la vita di cui hanno bisogno. Ed è un mondo di
creature solitarie, di corpi che sembrano generati dall’acqua, e all’acqua
appartenere, in uno scambio di rifrazioni liquide.
Le
acque di Terdich, pittore ampiamente
esposto a esperienze artistiche di altri Paesi, convocano tante delle
simbologie legate a questo prezioso elemento, i cui contenuti archetipici
appartengono, grazie all’esperienza prenatale, alla struttura più profonda
della nostra psiche. Ecco allora che negli sprofondamenti marini, in dialogo
con il corpo umano o in poetica sospensione nella trasparenza del vetro,
l’acqua è uno fra i temi più cari al pittore di ascendenza istriana, e soggetto
di una ricognizione che la rende davvero territorio di visione. O di stupore
poetico quando, nelle nature morte, la ricerca sulla liquidità si fa
trasparenza decantata: non un agitarsi di flutti ma il placido stare di acque
numinose che paiono essere parte di un processo alchemico misterioso, eppure
quotidiano.
2016:
- Angelo
Mistrangelo, su “La Stampa”: “Torino, Spazio Arte Castello: I volti
dell’acqua”, 18th March 2016.
“In concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Acqua, Spazio
Arte Castello ospita la Rassegna “I Volti dell’Acqua – vita, femminilità,
energia”, che inaugura mercoledì 23 marzo dalle ore 18 e sarà visibile fino al
9 aprile. Saranno esposte le tele di…Paolo Terdich… La rassegna d’arte prevede,
accanto alle emozionanti opere degli artisti, ispirate al tema così profondo e
primario, dove si intrinsecano vita, femminilità, energia, una sezione di
grandi pannelli che invitano il visitatore a soffermarsi sul significato e sul
rispetto della nostra principale risorsa naturale…”.
2015:
- Betti Paraboschi, su “Libertà”: “Immagini, installazioni e
panneggi – Alberti, Budano e Terdich espongono fino a 26 allo Spazio Rosso
Tiziano”, 18th June 2015.
“Piacenza - Lo Spazio
Rosso Tiziano val bene una visita. I piacentini lo sanno. Stavolta però
l’invito a non farsi mancare una “scappata” alla galleria è ancora più
sollecito. Fino al 26 giugno
infatti lo Spazio ospita tre
interessantissime personali di altrettanti artisti piacentini che vale la pena
conoscere ma soprattutto riconoscere: Giovanni Alberti, Lino Budano e Paolo
Terdich…Altrettanto si può dire delle numerose opere di Paolo Terdich, che
seguono un duplice filo conduttore: da una parte il visitatore trova delle
raffigurazioni della quotidianità più comune, uno spirito domestico che si
manifesta nelle nature morte costruite sulle caffettiere, sui riflessi delle
bottiglie di vetro riempite d’acqua o di acquavite, sulle zucche e sulle
conchiglie adagiate morbidamente su panneggi di tessuti d’ombra; dall’altra
invece si trova faccia a faccia con i fotogrammi cinematografici, i volti dei
divi di Hollywood improvvisamente fermati dal pennello dell’artista, i corpi
immersi nell’acqua che sembra davvero mutare sulla tela, grazie alla
straordinaria capacità dell’artista di coglierne e soprattutto ritrarne le
vibrazioni e i riflessi. Quello di
Terdich è un lavoro indubbiamente da certosino che tuttavia dà i suoi frutti in
una pittura che pare fotografia nel suo realismo senza cancellare l’elemento
artistico classico…”.
- Betti Paraboschi, su “Libertà”: “Allo Spazio Rosso Tiziano tre
mostre: dalle opere di Alberti a Budano e Terdich”, 30th May 2015.
“Non più due, ma
addirittura tre. Tante sono le personali che lo Spazio Rosso Tiziano ospiterà a
partire da oggi alle 17:30. A finire sotto i riflettori per l’occasione saranno
le opere di Giovanni Alberti, Lino Budano e Paolo Terdich: … Il terzo proporrà
dei dipinti basati su giochi di luce e contrasti. Per i piacentini è
un’occasione da non perdere… Nel caso di luci
e contrasti, Terdich propone in questa esposizione tre filoni distinti:
nature morte, ritratti e figure immerse nell’acqua, in un’atmosfera intimiste e
surreale che evoca profondità oniriche, enunciando l’estro della sua
espressività nutrita da una passione
figurativa, sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso degli obiettivi
estetici: ”Mediante il visibile , realizzare l’esperienza dell’invisibile”…”.
-
Patrizia Mazzei, press
review: “Luci e contrasti” - “Spazio Rosso Tiziano”, 30th May 2015.
“Luci e contrasti”, tema
che Paolo Terdich propone in questa esposizione in tre filoni distinti: nature
morte, ritratti e figure immersi
nell’acqua, in un atmosfera intimista e surreale che evoca profondità
oniriche., enunciando l’estro della sua espressività nutrita da una passione
figurativa, sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso dei
obiettivi estetici: mediante il visibile, realizzare l’esperienza
dell’invisibile Le opere di Terdich possono essere
avvicinate, a un primo sguardo, alla corrente dell’Iperrealismo, di scuola
anglo-americana del secondo Novecento, grazie ad un costrutto che nulla concede
alla retorica. Tuttavia, a ben guardare, la sua
pittura sottintende anche altro. La realtà che egli riproduce appare perfetta
nella mimesi, ma dietro l’apparenza si nascondono irrequietezze e
interrogazioni, nascoste nei dettagli, come sottili avvertimenti. Originali,
nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti, le sue nature
morte, realistiche, che si trasformano in presenze metafisiche, emblemi di uno
stato d’animo, grazie alla luce, purissima, e scultorea. Egli descrive i connotati della realtà, per mezzo d’una
sapienza esecutiva senza limiti, che inducono l’osservatore a calarsi
emotivamente nelle sue opere, senza via di ritorno. Gli accostamenti delle
forme, dei colori e degli oggetti, divengono pure estrapolazioni dalla
quotidianità verso la quale ritorna con potenza e sicurezza. La formazione
rigorosa, l’inconfondibile grafia del segno, che unisce severità di pennello,
in rapporti e volumi, e l’estrosa creatività nei dettagli minuziosi,
foto-luministici di ogni taglio di luce in superficie, esprimendosi, con
eleganza, in una dimensione onirico-mitica, nella rappresentazione degli
oggetti. La dimensione reale tra sogno, mito e metafora di irreprensibile
vocazione. Una realtà che si ispira alle registrazioni archetipe del suo
vissuto, che appare perfetta nella mimesi che fa da contraltare: l’ombra del
fantasma archetipo, che sta dietro l’oggetto, a respirare e ad esprimere
un’atmosfera Morandiana. E’ proprio l’attenzione per la figura che lo contraddistingue.
Il disegno si articola e si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse
storie e racconti volti a esplorare una realtà visionaria propria dell’artista.
Nei suoi lavori egli ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione
oltre l’apparenza delle cose e affronta con virtuosismo tematiche di notevole
difficoltà esecutiva; quindi di competere con se stesso in un costante dialogo
con la dinamicità della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni.
Terdich accosta il suo magistero tecnico di impostazione
figurativa-surrealista, alla curiosità del soggetto. La sua opera si articola e
si trasforma in uno spazio rappresentativo che tesse storie e racconti volti a
esplorare una realtà visionaria propria dell’artista. La sua si potrebbe
definire un'opera di indagine, resa attraverso un realismo silenzioso e
intimista, che trasmette sensazioni di attesa e di mistero, da cui
traspare un tormento interiore. Attraverso i suoi soggetti egli comunica la sua
inquietudine, che emerge dai personaggi che raffigura con un’energia, in cui
luci ed ombre sembrano vibrare assieme. Attraverso la rappresentazione
dell’acqua, egli trasmette all’osservatore un elevato rigore espressivo, per
cui a buon diritto, si possono definire gioielli di sapiente talento.
Affrontando temi ostici come la serie “acqua”, simbolo di nascita primordiale,
va alla ricerca di luce, riflessi, rifrazioni, verso una dimensione di
conoscenza della verità o dell’insondabile. E' un punto d'arrivo importante
nella sua poetica: sparita la fedeltà al modello, tutto diviene più fluido e
immaginifico. Questi sono soggetti nuovi, inediti e, per dinamismo compositivo
e vivacità cromatica, comunicano infinite sensazioni di movimento e libertà. Le
sue trasparenze esplorano le possibilità della percezione del reale e il campo
del visibile diventa così lo spazio della visione e del colore. L'acqua,
simbolo della vita, della purificazione e del vigore si trasforma in un
territorio di luce e di riflessioni. In questi lavori egli enuncia l’estro della sua espressività
sulla quale fa leva per ottenere il più ambizioso dei obiettivi estetici:
mediante il visibile, realizzare l’esperienza dell’invisibile. Così, una figura
di nuotatore appare di colpo frammentata, e non solo a causa della rifrazione
dell’acqua. Così, il sorriso di una ragazza non corrisponde allo sguardo appena
velato, come se celasse un segreto”.
-
Liviano Papa, press review: “Il nuovo surrealismo figurato” –
“Spazio Moderno”, 23rd May 2015.
“… Un gruppo di artisti provenienti dai diversi territori
dell’Italia, con un bagaglio culturale profondo e personale, si uniscono per
gridare che non ci stanno a questo caos dilagante che si avverte in arte: si
ribellano come gli antichi rivoluzionari a una moda imperante, gridando il loro
dissenso firmano il manifesto annunciando che vogliono ritornare all’ordine… In
questa mostra, raggruppata con il titolo Il realismo raffigurato, esprimono una
piena, solidale voglia di comunicare con gli strumenti a loro congeniali: la
tavolozza e i colori, e i pennelli, mentre per lo scultore la straordinaria
capacità di assecondare il materiale alla sua espressività…. Inneggiando a una pittura raffigurata e
rappresentata in tutta la sua bellezza, dal Surrealismo europeo, al pensiero di
Salvador D’alì, alle immagini sognate, in cui segni, pennellate, figure,
visioni, confluiscono in quel mondo magico e fanciullesco di una visionaria
libertà di esprimersi in cui anima e corpo, forza intellettiva e interiorità,
espressività e intimità esplodono in un’apoteosi di bellezza, estetica e
fortemente intima, consapevole che solo la conoscenza del sapere appaga l’uomo
e l’artista a raccontare con gli strumenti a lui congeniali la gioia universale
della passione….Il Gruppo crede fortemente che la pittura, l’arte, è
comunicazione, è desiderio di enunciare al mondo il pensiero della conoscenza e
del rispetto che si ha verso la natura nel suo insieme e la gioia di comunicare
la bellezza, la meraviglia che si annida in questo spettacolo che si rigenera
da sempre. Con queste basi nasce l’unione del Gruppo nel 2011 a Piacenza… Paolo
Terdich nasce nell’ambito dell’Iperrealismo americano, ed è la prima
impressione, immediata e senza ripensamenti affiora alla memoria: pittura
pienamente verista, tanto da toccarla con le mani, emerge, in una seconda
analisi, la consapevolezza che è densa di contenuti, di messaggi, di raccontare
non tanto un paesaggio, una natura silente, ma la forte attrazione che questa
produce…”.
2014:
- “Catalogo
d’Arte Moderna Italiana” n° 50 – Editoriale G. Mondadori di Milano (Artista
Selezionato).
- Fabio Bianchi,
press review: “Identità e metamorfosi” – “Galleria La Spadarina”, 7th Dec.
2014.
“Mettersi in gioco oggi nel variegato e sulfureo mondo
dell’’arte implica rischi e scommettere di questi tempi… ma nonostante tutto 5
pittori e 1 scultore sono i protagonisti di una grande avventura artistica e
culturale. Lo scultore Mauro Braglia, i pittori Maurizio Brambilla (Milano),
Paolo Golino (Siracusa), Luigi Petrin (Rosario Scrivano e Paolo Terdich
(entrambi piacentini) hanno infatti formato un “super-gruppo) cioè “Eoykos – il
gruppo dei 6”. Animati da straordinaria coerenza, sorretti da invidiabile forza
d’animo, hanno una sola, inequivocabile, certezza: la convinzione dei propri
mezzi, cioè di possedere un solido metodo: E hanno anche steso un “manifesto”
nell’agosto del 2011, è un chiarissimo e lucidissimo “rappel a l’ordre”. Un
tentativo finora riuscito di non lasciarsi condizionare dal sistema, ma di
emanciparsi in funzione di un ideale etico compiutamente espresso nel “nuovo
surrealismo raffigurato”…. La pittura di Paolo Terdich muove dall’Iperrealismo,
ma cambiano i presupposti teorici e sociali del glorioso movimento. Gli
americani postulavano sospensioni del giudizio, una critica al sistema a cui
peraltro non partecipavano. Terdich propone invece solo pittura, perfezione tecnica
ed estetica unite ad un raro equilibrio visivo e compositivo. Il messaggio? La
pittura è una scienza, sintesi e “coincidentia oppositorum”, realtà e
sentimento, sogno e visione.”.
- Elisa
Manzoni, press review: “Per sognare” – “Galleria Velasquez”, 15th March 2014.
“Realtà
e sogno: due mondi comunicanti in continua metamorfosi Dopo tanto peregrinare
per l'Italia, finalmente il Gruppo dei 6 approda a Milano e si mette in mostra
al meglio con opere di eccezionale valore filosofico. Nato ufficialmente a
Piacenza il 9 Agosto 2011, il gruppo si pone in una realtà artistica di
difficile comprensione in cui la grande maggioranza delle persone considerano
l'arte e la cultura sempre di più in decadimento. Come eroi d'altri tempi, i
componenti del gruppo hanno saputo riportare l'Arte Italiana agli antichi
splendori: dopo la Grande Guerra, essa non è mai stata viva come oggi con le
sue molteplici sfaccettature che hanno la capacità di scavare nell'intimità
dell'osservatore.
Come si
legge nel loro Manifesto, i sei artisti perseguono la missione di ricercare
nuovi modi di interpretare il mondo per uscire dai rigidi schemi convenzionali
imposti dalla società, emancipando così lo spirito e il corpo umano da una
realtà contemporanea sempre più opprimente.
Ma qual
è il loro filo conduttore? Qual è la loro realtà? Essendo creativi la loro
sensibilità è acuta e percepisce i cambiamenti molto prima rispetto alle
persone comuni: grazie alle loro emozioni e passioni, libere da qualsiasi
obbligo sociale, sono in grado di andare al di là di ciò che i cinque sensi
colgono e volano così nel subconscio visualizzando uno spazio onirico,
enigmatico, metafisico e surreale, uno spazio unico, da sogno e non ancora
esplorato.
Chi sono questi sei eroi che
si disgregano dall'odierna realtà per mostrare il nuovo surrealismo raffigurato
ed esaltare in tal modo il loro sesto senso?
…l'iperrealista Paolo Terdich.
Il pittore vi conquisterà per i suoi dettagli minuziosamente concepiti
mediante la stesura virtuosistica del colore e il preciso studio della
rifrazione della luce. Sebbene la mimesi sia perfetta, e quasi sconcertante,
l'osservatore è portato a chiedersi cosa ci sia al di là di tutta la serenità
che si percepisce inizialmente. Una dimensione silente, surreale, onirica e
mistica trasfigura dai soggetti rappresentati che sembrano porre le domande
esistenziali: “Chi sei? Cosa nascondi? Cosa cerchi?”. L'artista approfondisce
ciò che è conosciuto, travalicando l'apparenza e scoprendo così significati
profondi, difficilmente sondabili, come si può apprezzare nelle tele in cui
l'acqua diventa simbolo di rinascita e tormento interiore primordiale. Un'arte
che ricerca l'esperienza dell'invisibile tramite il visibile”.
2013:
“Nato a Piacenza, l’artista, di chiara vocazione internazionale,
ha esposto in numerose mostre personali ed eventi internazionali, ricevendo
prestigiosi riconoscimenti. Alcune sue opere sono esposte in permanenza in
diverse gallerie e istituzioni italiane ed estere. I suoi lavori sono stati
pubblicati su varie riviste e libri d’arte, fra cui si ricorda “Watercolor –
Paintings by Contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco,
in cui Terdich è l’unico italiano fra i 21 maestri dell’acquerello selezionati.
Il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Muti possiede un suo ritratto
realizzato dall’artista. Pittore figurativo, nei suoi lavori ricerca un
approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e
dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche
pittoriche. I suoi lavori abbracciano soggetti differenti, spaziando, con la
confidenza di un artista maturo, dai ritratti alle figure, alla natura, alle
nature morte.”.
- Marco
Pennone, on magazine “Villa Cambiaso”: “Identità e Metamorfosi - Il Gruppo dei
Sei - Movimento Eoykos a Villa Cambiaso”, June 2013.
“La mostra che si è
inaugurata sabato 18 maggio 2013 a Villa Cambiaso è uno di quegli eventi che
sicuramente resteranno a lungo nella mente e nel cuore dei partecipanti. E
questo per vari motivi, in primis il valore degli Artisti e del critico-poeta
scrittore che li ha presentati: Alfredo Pasolino.
Direi, come prima impressione, che
questa mostra ha avuto un valore consolatorio: in questi tempi di bruttura
estetica a tutti i livelli, dominati da un “kitsch” che si è insinuato in ogni
settore, è consolante vedere come il “bello” esista ancora e
costituisca quella che Paolo Levi
definisce la “vitalità inarrestabile dell’Arte”. Perché questa mostra è
essenzialmente “bella”, nel senso di perfetto adeguamento del contenuto alla
forma e viceversa, nel senso di adesione ad un programma che si esplica in un
“manifesto” di alto valore morale e di corposa sostanza teorica. Un manifesto
in cui ritroviamo parole ed espressioni che sembravano perdute, come “sogno”,
“reale”, “vero”, “bello”, “Universo”, “Dio”…
Vediamo ora chi sono gli Artisti…
“…La pittura di Paolo Terdich, pur
richiamando l’Iperrealismo, si risolve in un magico gioco di specchi, in cui
ogni particolare rimanda a una realtà misteriosa che sta oltre…”.
“La mostra esplora questi interpreti dell’arte senza confini,
nel segno sia della tradizione, sia nella sperimentazione di combinazioni
interattive, capaci di unire o di interagire con una loro spiccata sensibilità,
la pittura con la percezione intrinseca della poesia del segno, del colore e
dell’immaginario, catalizzatori dell’estasi d’emozione. Nello scandaglio di
contrapporre ai sistemi cromatici, i diversi “modi di apparire del colore”. Con
l’abilità del pensiero creativo, orientato nella psicologia delle percezioni
estreme, maestre d’enigmi, perseguendo rivelazioni all’Infinito. Come nella
felicità, la realtà non la si ha, ma vi si è. La realtà per il pensiero
creativo non è un oggetto da afferrare, ma è un’atmosfera, un orizzonte in cui
si è inseriti. Questo vale per ogni artista ricercatore di idee, quanto per la
filosofia: la realtà è un mare infinito, nel quale ci si immerge, si naviga. La
biga dell’anima viaggia su questa superficie, per conoscerla e conquistarla.
Tra differenze di livelli, dell’energia di visualizzazione e variabili
strutturali, nello spazio e nel tempo, senza limiti. Dunque, percorrendo
l’esposizione, rilevando le varie fasi di sviluppo culturale, da soggetto a
soggetto, nelle differenziazioni dell’io-mentale, mi sovviene quanto diceva
Michel Faucault: siamo invitati a considerare come mutevole, relativa, la
realtà (del vero). “L’artista è un pellegrino all’interno del suo assoluto”.
Ogni sua capacità in azione è fatta a livello di subconscio, e il pensatore,
come ogni parola di sapere, intralcia l’azione.”.
“EOYKOS” Il “Gruppo dei Sei” a Villa Cambiaso 6 Mostre Anno XIII
n°69 - Giugno 2013
Tale, è affidato al processo percettivo, non al processo della
memoria, con i suoi pensieri, con i suoi trabocchetti, perché sono lontani
dalla realtà. Lo scopo fondamentale del pensiero creativo sta nel percepire
(visualizzando come nelle pratiche dello yoga), la natura intrinseca di un
problema, esaminato nel suo giusto e nel suo stile. Lo scopo principale
dell’artista di strapparne la natura intrinseca (significato di creatività e di
unicità...). Il che, nel gergo pensare pittura, si vuole segnalare il metodo,
con il quale l’artista crea qualcosa di nuovo, di inedito, di rivoluzionario.
L’opposto di ciò che già si conosce. L’artista è avanguardia dell’imparare, di
essere esploratore dello sconosciuto, questo gli conferisce libertà. Pertanto
l’artista è l’attore di esplicative esperienze metamorfiche, nella regione,
oltre ogni propria definizione verbale, delle visualizzazioni, nei loro
differenti livelli. E alle valutazioni emotive, dell’intrinseca natura delle
cose e dell’umano, con tutto il carico del linguaggio simbolico. A
testimonianza del loro modo di affrontare la modernità, l’armonia cromatica,
dopo avere attraversato i momenti cruciali all’alba del nuovo secolo, dalla
transavanguardia fino alla metafisica surreale.”.
-
Michele Costantini, su “La Stampa”: “"Identità e
metamorfosi. In mostra a Villa Cambiaso”, 28th May 2013.
“A Savona sono
esposte sino a domenica 2 giugno suggestive opere di Mauro Bragtia, Maurizio
Brambilla, Paolo Golino, Luigi Pretin, Rosario Scrivano e Paolo Terdich.
Identità e metamorfosi è il titolo della mostra di pittura e
scultura, che in questi giorni è possibile ammirare nella storica Villa
Cambiaso in via Torino,lO a Savona. Gli artisti che espongono sono, in ordine
alfabetico: Mauro Braglia, Maurizio Brambilla, Paolo Golino, Luigi Pretin,
Rosario Scrivano e Paolo Terdich, i componenti del manifesto «Il Gruppo dei 6».
Nato ufficialmente il 9 agosto 2011 a Piacenza, il manifesto vuole creare nella
mente e nello spirito, semplici e immediati pensieri, come: «Che cosa c'è al di
là della semplicità? L'Arte. E al di là dell'Arte? La Verità o le Verità nascoste».
E ancora: «Combatti senza essere guerriero» e applicando questa massima alla
pittura: «Dipingi senza essere pittore», perchè se non credi in Dio, credi
nella Natura. Se non credi nella Natura, credi nell'Universo, e se non credi
nell'Universo credi almeno in Te stesso. Forse un giorno scoprirai Dio. I
principali artefici del manifesto del gruppo dei 6, ritengono di dovere usare
qualsiasi mezzo, compresa la grande rete, per diffondere e divulgare le proprie
idee allo scopo di coinvolgere nell'impresa sempre nuovi simpatizzanti, al di
là del loro grado di preparazione scolastica e di estrazione sociale ed
economica. La mostra d'arte nei locali di Villa Cambiaso, presentata da Alfredo
Pasolino lo scorso sabato 18 si concluderà il2 giugno. Notevole l'affluenza di
pubblico che a tutt'oggi ha visitato la mostra, richiamato dalla bravura e
dalla notorietà degli artisti. Braglia, Brambilla, Golino, Pretin, Scrivano e
Terdich, non sono fondatori del manifesto del gruppo dei 6 per caso, il loro
impegno artistico, infatti è rivolto verso tutti, senza distinzione di
provenienza sociale, economica e scolastica.”.
- Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich in un libro americano”,
23rd March 2013.
“Il pittore piacentino
Paolo Terdich si è in questi anni dimostrato sempre più versatile, al punto che
suoi acquerelli sono compresi in un importante volume americano, “Watercolor”
(Edizioni Chronicle Books, San Francisco).
-
Fabio Bianchi su
“Libertà”: “Opere di Terdich a un monastero di Lagos e da oggi il pittore in
una collettiva a Genova”, 18th January 2013.
“Sempre più affermato in
Italia ma anche all’estero, il pittore piacentino Paolo Terdich è
caratterizzato da uno stile audacemente figurativo, a tratti iperrealista e
sempre dalle forti cromie. Di recente ha donato due tele ad un monastero di
Lagos (Nigeria): entrambe di formato medio-grande, ritraggono angeli dalle
sembianze femminili. Un angelo , in atteggiamento quasi benedicente, è
saldamente ancorato alla terra anzi vola su una distesa d’acqua quasi a
simboleggiare una funzione di controllo sull’ambiente. Sullo sfondo dell’altra
tela si intravede da lontano l’universo perché l’angelo, in un progressivo
distacco dalla terrena contingenza, può diventare tramite con Dio. Entrambi
sono resi nella classica iconografia cattolica derivata dall’angelologia
patristica e scolastica con vistose ali e sul corpo un panno azzurro. Gli
angeli assistono e proteggono la Chiesa e, pur essendo creature spirituali e
incorporee, sono dotati di intelligenza e soprattutto di volontà propria. Terdich
non scorda la dimensione cristologica nel senso che annunciano la venuta di
Cristo, lo servono e ne sono fidati messaggeri sostenendo sempre un generale
disegno di salvezza.
Destinatario
delle donazioni è il monastero “Mater Ecclesiae” è una congregazione monastica
di diritto diocesano costituita a Lagos nel 2004 e persegue una vita
esclusivamente contemplativa.
Ricordiamo
infine che da oggi al 30 gennaio Terdich sarà tra i protagonisti della
collettiva di pittura Rifrazioni,
ospitata dalla galleria “Immagini e Colore” Vico del Fieno 21R, 16123 Genova”.
-
Loredana Trestin, press review: “Rifrazioni – Galleria
“Immagine&Colore”, 18th January 2013.
“Paolo
Terdich rende palpabili i concetti della sua arte in uno spazio e in un tempo
ben definiti. Pittura di grande impegno tecnico, si rinnova declinandosi verso
l’espressività legata all’esistere stesso dove convivono visioni oggettive ed
emozioni in dinamici equilibri”.
2012:
-
Paolo Levi, review on “Archivio Monografico”: “Paolo Terdich -
Attestato di qualità primaria”, November 2012.
“Paolo Terdich ha la
dote di affrontare con virtuosismo tematiche di notevole difficoltà esecutiva;
quindi di competere con se stesso in un costante dialogo con la dinamicità
della forma, grazie a una tavolozza ricca di vibrazioni. Il dipinto Acqua del
2007 trasmette all’osservatore un alto valore di rigore espressivo, per cui a
buon diritto, lo si può definire un gioiello di sapiente talento. E’
decisamente ricerca d’ambito realista, di scuola anglo-americana del secondo Novecento,
grazie ad un costrutto che nulla concede alla retorica”.
- Paolo Levi, recensione
sul Movimento Artistico “Eoykos”: “La vitalità inarrestabile dell’arte”, settembre
2012.
“Le opere di Paolo Terdich possono essere avvicinate, a un primo
sguardo, alla corrente americana dell’Iperrealismo. Ed è la precisione assoluta
nei dettagli delle figure, nei paesaggi, negli interni ad accomunare Terdich a
quel linguaggio. Tuttavia, a ben guardare, la sua pittura sottintende anche
altro. La realtà che egli riproduce appare perfetta nella mimesi, ma dietro
l’apparenza di un viso levigato e sereno, si nascondono irrequietezze e
interrogazioni, nascoste nei dettagli, come sottili avvertimenti. Così, una
figura di nuotatore appare di colpo frammentata, e non solo a causa della
rifrazione dell’acqua. Così, il sorriso di una ragazza non corrisponde allo
sguardo appena velato, come se celasse un segreto, forse proprio quello
contenuto nel recipiente che tiene in mano. È Il suo vaso di Pandora, con tutti
i mali del mondo, o l’essenza segreta della sua femminilità?”.
- Recensione di Leslie Dutcher e Sujean Rim, dal libro “Water Color – Paintings by contemporary Artists”, edito da Chronicle Books di San Francisco (USA), novembre 2012.
-
Giovanna Grossato, press review:
“Itinera 2012-2013 – mostra di artisti contemporanei in dieci città d’arte
italiane”, 5th October 2012.
“Un artista, Paolo
Terdich, che si è spesso confrontato nella carriera con esperienze artistiche
di altri Paesi da cui ha saputo attingere interessanti spunti per i suoi lavori
che spaziano nei temi in vari ambiti. La struttura delle sue opere (specie oli
e acrilici su tela o acquerelli su carta) si avvale di tecniche esecutive assai
efficaci nel rendere la folgorante verosimiglianza di figure e oggetti in
contesti e situazioni luminose assai particolari. La rappresentazione del femminile,
specialmente nel suo rapporto con l’acqua, è uno dei temi di particolare
suggestione nei dipinti dell’artista. E, in ogni caso, la presenza umana
risulta sempre percettibile, anche nelle raffigurazioni di paesaggi e oggetti:
sebbene solitari, infatti, questi sembrano guardati attraverso gli occhi di
qualcuno (una donna?), soffrirne l’abbandono o ottenerne il ritorno, con una
resa pittorica talmente precisa da trasmettere le qualità tattili della
materia.
Nato a Piacenza, ha vissuto parecchi anni all’estero (Inghilterra, Egitto, Olanda, Nigeria), ove ha potuto confrontarsi con culture diverse e raffinare la sua sensibilità artistica. Nei suoi lavori ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle cose e dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche pittoriche. Espone regolarmente in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, nonché in rassegne di carattere nazionale e internazionale. Le sue opere sono inoltre presentate nelle più significative fiere d’arte contemporanea. Vasta la sua bibliografia, con recensioni su riviste specializzate e cataloghi. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private”.
“Paolo Terdich in his still lives tells stories by
depicting common objects of daily use, and through the lights and the contrasts
generate particular atmospheres and feelings. Such stories and feelings via the
unanimated elements painted in the still lives, are made alive, through the
movement of liquids and the reflections of lights within the glasses, bottles
and metallic surfaces. His still lives are unusual, rather personal in the
interpretation of the light, the choice of the subjects, the harmony of volumes
and the consistency of the glares. The whole composition is tidy, symmetrical;
to the moment of the event, the contemplation takes over. In these works the
largeness of the small things is emphasized. Terdich does not copy the reality,
he transforms the objects in metaphysical presences; they are emblem of a state
of mind, thanks to the light, purest, and sculptured. The serenity and
simplicity in his work has been compared by some art critics to the silent
metaphysic of the great Italian artist Giorgio Morandi”.
-
Domenico Taricco, press review: “Post-Avanguardia Italiana:
Ultraveristi” - “Il Salotto dell’Arte Gallery”, 15th March 2012.
“Paolo
Terdich, ad esempio descrive i
connotati della realtà, per mezzo d’una sapienza esecutiva senza limiti, che
inducono l’osservatore a calarsi emotivamente nelle sue opere, senza via di
ritorno. Gli accostamenti delle forme, dei colori e degli oggetti, divengono
pure estrapolazioni dalla quotidianità verso la quale ritorna con potenza e
sicurezza. Il colore raggiunge la luce e la forma si sovrappone al reale
animando la finzione in realismo puro”.
-
Daniela Pronestì, press release: “Pelle” - “Galleria Simultanea
– Spazi d’Arte”, 25th February 2012.
“Al centro della ricerca artistica di Paolo Terdich riconosciamo la seduzione del corpo messa in atto attraverso la pelle, tessuto sensoriale e insieme psichico, che descrive ora il destino biologico e biografico del singolo soggetto (Alba), ora la forza unificante di una piega o di un dettaglio (Mani) che ingranditi e ridotti in forma di frammento smarriscono la propria identità costitutiva per farsi specchio di una moltitudine. Nei suoi disegni la pelle è intesa perciò sia come scrittura della storia e del destino individuale, sia come terra di confine tra noi e il mondo, come “spazio” che rende possibile l’esperienza dell’alterità. Brani di pelle che svelano la presenza dell’altro e instillano nell’osservatore un desiderio di unione, di compenetrazione dei corpi”. “Pelle. Involucro della realtà, superficie delle cose, artificio della pittura che inganna l'occhio e sfida la fotografia in una gara tesa a catturare anche il più piccolo dettaglio. Più reale del reale, più vera del vero, l'immagine così dipinta sorprende e impressiona non tanto per il contenuto, quanto per la straordinaria perizia tecnica e la capacità descrittiva che ricordano la nitidezza propria della fotografia. Dal realismo fotografico dei Precisionisti americani negli anni Venti all'Iperrealismo statunitense che, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, ha rivoluzionato i rapporti tra pittura e fotografia - emblematica in tal senso la frase di Gerard Richter "la pittura è uno strumento ausiliare per una fotografia realizzata con i mezzi della pittura" - questo modo di rappresentare la realtà non per descriverla semplicemente ma per superarla, esercita un fascino irresistibile sullo spettatore, generando in lui quel senso di spaesamento che nasce di fronte a ciò che stentiamo a non credere reale per quanto risultato di un "diabolico" effetto illusionistico. Pittura in bilico tra verità e finzione, verosimile a tal punto da produrre l'effetto di un'allucinazione; pittura che è corpo da "toccare", ma è soprattutto pelle nelle cui pieghe si nasconde l'inganno di una visione che, spinta oltre il termine ultimo della realtà, diventa supervisiva e surreale. Non c'è limite all'artificio pittorico come non c'è limite alla pazienza dell'artista che spende tempo e fatica per riprodurre, in modo quasi maniacale, ciò che lo scatto fotografico immortala in un attimo. Ma è proprio questa la magia di una pittura che ci invita ad un "consumo" percettivo dell'opera ancor prima che psicologico, e che ci ricorda che l'artista non è un semplice "registratore meccanico d'immagini" ma è un individuo capace di cogliere le strutture significanti della realtà visibile. Sono questi i concetti che ispirano Pelle, una mostra che conferma l'incredibile e incrollabile forza persuasiva della "sola" pittura contro e nonostante l'incalzare di modelli comunicativi che, nell'era della virtualità, ridisegnano la percezione del tempo, dello spazio e del modo stesso di fare arte”.
-
Patrick
Caputo, press review: “Realismo Radicale” – “Galleria Unique”, 13th January
2012.
“Paolo Terdich ha
scelto un orientamento del suo linguaggio nel quale troviamo alcuni elementi
caratteristici della natura morta. Le sue opere sono quindi il risultato di un
lavoro che non si concentra esclusivamente sul soggetto, ma anche sul contesto. L’impianto lineare riesce sempre a donare all’insieme
una notevole libertà strutturale, che consente così al pittore di operare in
ambiti che acquistano una loro identità grazie alle sinergie instaurate tra lo
spazio e i soggetti”.
-
Fabio Bianchi su “Libertà”: “Collezione di successi per il
pittore Terdich: dopo Roma, esporrà a Torino dal 13 gennaio”, 8th January 2012.
“Il pittore piacentino Paolo Terdich in pochi anni ha saputo
crearsi un invidiabile curriculum grazie ad una tecnica notevole ed uno stile
raffinato, iperrealista nell’impostazione, ma ricco di umanità nei contenuti.
Apprezzato
da critici e galleristi anche internazionali, Terdich ha negli ultimi mesi
partecipato ad interessanti iniziative anche e soprattutto all’estero e
nell’immediato futuro sta valutando allettanti proposte.
Selezionato
in ottobre per la Triennale di Roma dopo aver partecipato alla collettiva alla
galleria piacentina Rosso Tiziano, è stato finalista sia nel concorso di
grafica “Showdown” tenutosi a Londra ed organizzato da The Saatchi Gallery sia
nel concorso “Artaviva” e a dicembre è stato invitato ad un’importante
collettiva tenutasi presso Casa Batlò a Barcellona.
In
questi giorni è impegnato nell’ambiziosa collettiva Sacralità e Spiritualità che è stata allestita a Roma nella
prestigiosa galleria La Pigna situata nello storico Palazzo del Vicariato, già
Palazzo Maffei Marescotti, vicino al Pantheon. Dal 13 gennaio al 10 febbraio
l’artista piacentino sarà tra i protagonisti della collettiva Realismo
Radicale, che si terrà in una delle più importanti sedi espositive di Torino,
la galleria Unique.
E
proprio quest’ultima, nell’ambito della suddetta mostra, intende tra l’altro
fondare e promuovere il “Team degli Artisti Contemporanei” (T.A.C.) per
inserirvi almeno un iperrealista.
A
questo proposito, l’artista ritiene infatti che siano maturi i tempi per
riprendere e valorizzare l’Iperralismo, corrente americana che ebbe tra fine
anni ’60 e primi anni ’70 inaspettato risalto.
Non
dimentichiamo che Terdich è stato compreso da Chronicle Books, editore
americano di San Francisco in un paper-cutting art (libro d’arte) dedicato ai
maggiori acquarellisti comtemporanei.
2011:
-
Caterina
Randazzo, sul Catalogo 2011 “Grandi Maestri”: “Paolo Terdich - La realtà
oggettiva di un lineamento” – published by “Centro Diffusione arte (Edizioni e
Recensioni Artistiche)”.
L’indagine conoscitiva di
Paolo Terdich è nato a Piacenza, ha vissuto parecchi anni
all’estero (Inghilterra, Egitto, Olanda, Nigeria), ove ha potuto confrontarsi
con culture diverse e raffinare la sua sensibilità artistica. Nei suoi lavori
ricerca un approfondimento conoscitivo, di penetrazione oltre l’apparenza delle
cose e dimostra una particolare abilità nel destreggiarsi con varie tecniche
pittoriche. Alcune sue opere sono esposte in permanenza nelle gallerie “Spazio
Rosso Tiziano”, “Atelier d’Arte” e “La Spadarina” di Piacenza e presso
l’Ambasciata d’Italia in Nigeria, “Flora Holland? Di Naaldwijk (Paesi Bassi).
Il Direttore d’orchestra Maestro Riccardo Munti possiede un suo ritratto
realizzato dall’artista. Mostre: 2010 – “Art in Mind” presso “The Brick Lane
Gallery”, London (UK), “Cultural Evening with
-
Maria Teresa Prestigiacomo, press release: “Sacralità e
Spiritualità” – “Galleria La Pigna, Palazzo Pontificio Maffei Marescotti”, 20th
December 2011.
“L’eros
e la passione incontrano l’acqua, quale simbolo di rigenerazione spirituale.
L’acqua celeste, blu, azzurra, come il manto della Madonna, il celeste ed il
blu della rinascita… L’immergersi nel liquido amniotico, in un ritorno
freudiano nel grembo materno per una sorta di purificazione spirituale… eros e
passione… nell’acqua… stemperano quei caratteri, quei connotati non del tutto
positivi, per caricarsi di quelle energie spirituali che riconducono alla
sacralità di un’abluzione induista nel fiume Gange…
L’azione
dinamica è ben tradotta dall’artista attraverso l’attento segno che,
sinuosamente rappresentano il corpo femminile, asseconda e registra posture e
movimenti del corpo. Attento osservatore, Terdich dell’anatomia, come i maestri
del passato, egli coglie l’azione cinetica; ottimo il contrappeso cromatico,
nell’armonia compositiva dell’opera. La tecnica ci consegna alle trasparenze di
quelle acque limpide e chiare, le “chiare, dolci, fresche acque” di lontana
memoria scolastica Petrarchesca, all’amor cortese, in versione Terdich,
proiettato nel terzo millennio”.
-
Daniele Radini Tedeschi, su the book:
“Itinerari d’Arte Contemporanea, dalla Crisi alla Figurazione con uno sguardo
alla Triennale di Roma 2011 - Esposizione Internazionale di Arti Visive 2011”,
October 2011.
La potenza luministica rende quasi incantesimo ciò che
altrove sarebbe chiamato vero, il celeste e i blu sono spesso colori ricorrenti
nelle opere dell’artista; ogni elemento viene attentamente collocato sulla
tavola con minuziosità e precisione in un’armonica composizione.
- Caterina Randazzo, on the magazine “Effetto Arte”
(directed by da Paolo Levi): “
“Un ritratto non è una copia dal vero, ma qualcosa di più.
L’artista deve saper cogliere, dai lineamenti, le caratteristiche salienti di
un soggetto, la sua personalità, la sua anima. La pittura di
- Daniele Radini Tedeschi, on the book “L’esausta clessidra – Paolo
Terdich” – published by “Rosa del Venti”, August 2011.
"Il virtuosismo in un artista è
spesso sinonimo, ahimè, di debolezza inventiva, poiché il dato tecnico supera e
sorpassa talmente lo spazio della fantasia che accontentarsi diviene ordinario.
Non è il caso di
- Guido Folco, on
“Catalogo dell’Internazionale Italia Arte 2011”, 3rd May 2011.
“Grande padronanza della tecnica,
unione perfetta di olio e acrilico per creare un’opera in continuo divenire,
dinamica, fluttuante tra le onde dell’acqua. L’elemento fluido e cangiante,
sotto la luce del sole, assume le tonalità più diverse e profonde degli
azzurri, lasciando intravedere, con perizia eccezionale, l’ombra del corpo del
nuotatore. Altro che computer grafica: il mestiere dell’artista è sempre e
principalmente sapiente utilizzo del colore e della materia pittorica".
- Caterina Randazzo,
su the magazine “Effetto Arte” (directed by da Paolo Levi): “Sguardo Critico –
Paolo Terdich – La forza dell’Acqua”, March/April 2011.
“A primo sguardo, l’opera di Terdich
è un’analisi del reale d’impronta fotografica, ma, ad uno studio più approfondito,
essa è anche indagine personale di un mondo interiore. La ricerca dei dettagli
si fa incessante, fino a rendere, la sua arte, un esempio incantevole di
pittura realista. Eclettico nella scelta dei temi e dei mezzi espressivi,
realizza i suoi soggetti con cura ossessiva. La resa del ritratto ha un ruolo
essenziale nella sua pittura e tutti i personaggi, in atteggiamenti intimi e
concentrati, sono descritti in modo dettagliato. Tema centrale è quello
dell’acqua e qui l’interesse dell’artista per la resa fisica e interiore del
personaggio è supportato da uno studio quasi scientifico del fattore anatomico.
La descrizione del corpo, del suo movimento dentro l’acqua e l’effetto grafico
della stessa, sono elementi essenziali. Uomini immersi, in atto di nuotare in
un limpido mare. Il vitale ondeggiare dell’acqua crea vortici e piccoli flutti
e il dipinto si orienta, con copiosità di dettagli, in direzione di uno studio
sempre più realista".
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich all’Internazionale Italia
Arte - A Torino in questo mese. Gli altri impegni dell’artista piacentino”, 3rd
May 2011.
"E’ ancora poco conosciuto a Piacenza, ma in Italia e
all’estero le soddisfazioni al pittore
-
Maria Teresa Prestigiacomo, press release: “Terdich: un pittore
colto del terzo millennio”, 30th April 2011.
"Terdich, nelle sue
opere privilegia la figura: è proprio l’attenzione per la figura che lo
contraddistingue. Il disegno si articola e si trasforma in uno spazio
rappresentativo che tesse storie e racconti volti a esplorare una realtà
visionaria propria dell’artista. Quella di Terdich, pittore colto, è una
ricerca di bellezza, di luce, attraverso l’acqua, simbolo di nascita
primordiale, in particolare, una ricerca verso una dimensione di conoscenza
della verità o dell’insondabile. Tutto ha inizio, se dovessimo creare una
storia, attraverso le opere di Paolo, dal mattino, dalla colazione del
mattino: quella che, apparentemente banale nella sua rappresentazione di
Natura Morta, traccia i segni distintivi delle persone che popolano una
casa e tutto in essa rifluisce, vive, dunque una sua vita nuova: una Natura
Morta, dunque per incontrare una nuova vita. Nelle opere di Terdich in cui
l’artista manifesta il suo forte amore per l’acqua, egli rappresenta uno scuro
o chiaro fondale dell’acqua, quella tavola dove l’occhio di spande, come il
risultato di una campitura impeccabile che lascia percepire l’attento studio
tecnico dell’artista. Il pittore italiano enuncia l’estro della sua
espressività nutrita da una passione figurativa sulla quale fa leva per
ottenere il più ambizioso degli obiettivi estetici: “mediante il visibile,
realizzare l’esperienza dell’invisibile”, come osano affermare i filosofi. Le
sue donne sondano profondità d’acqua: sono profondità oniriche; le sue
opere mostrano trasparenze create in questo suo iperrealismo poetico con una
particolare cura ma con un iperrealismo mai freddo e distaccato. L’occhio non
riposa, come dicono i monaci cistercensi, delle loro opere “certosine” se non
nelle pareti su cui si stagliano le nature morte; l’occhio trova riposo nelle
mirabili increspature dell’acqua dolce di una piscina o dell’acqua del
mare".
2010:
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Il pittore piacentino Terdich
protagonista di “Art in Mind”, 22nd Aug. 2010.
"Piacenza – Mito della
contro-cultura artistica degli anni ’60, Londra oggi è di nuovo imprescindibile
riferimento nel dibattito artistico contemporaneo, al punto che qualsiasi
motivato artista ambirebbe recarvisi. E il pittore piacentino
2009:
-
Giovanni Chiara, su the Catalog 2009
“Avanguardie Artistiche”, published by “Centro Diffusione Arte, Edizioni e
Recensioni Artistiche”.
“…Guardando le opere di Terdich,
siano esse policrome o in bianco e nero, si capisce a quali livelli possa
arrivare la rappresentazione del reale, e quali implicazioni possano essere
contenute in un risultato finale che una catalogazione sommaria potrebbe
definire iper-realista. Terdich "ha la mano", e che mano; ma non
solo. Le sue capacità tecniche sono notevoli, e vengono associate a pulsioni
espressive fra le più varie, tutte comunque nell'ambito di una raffigurazione
limpida che richiama la definizione e il micro-contrasto degli obiettivi
fotografici. Va detto che non si tratta di doti esclusive: chi pratica il mondo
artistico ha incontrato moltitudini di iper-realisti iper-tecnici. Terdich,
però, si distingue per una componente che porta oltre la sia pure sapiente
riproduzione del reale, cioè l'inquietudine espressiva. E' un'inquietudine che
non traspare dalle cristalline nature morte, o dai pure strabilianti ritratti,
o dai coloratissimi paesaggi. La serie di opere dalla quale emerge
l'inquietudine intellettuale e la creatività di un autore che ha troppo talento
per restare schiavo della propria tecnica è quella degli "acquatici",
dipinti dal gusto modernissimo e dalla realizzazione complessa,
"americani" se appena fossero di quelle generose dimensioni che usano
gli artisti d'oltre oceano, con i soggetti che frantumano il cristallo
dell'acqua in riflessi scomposti che scompongono i corpi che li hanno generati.
Opere vive, e ciò con buona pace di chi oggi spocchiosamente si fa un punto
d'onore nel guardare con sufficienza gli artisti figurativi, e con diffidenza
gli iper-realisti. Può essere questa la sintesi di un pittore che ha davanti a
sé possibilità di grande rilievo, e probabilmente anche il puntiglio di
metterle al servizio del proprio desiderio di
esprimersi…”.
-
Dino Masarà, su the magazine “Boè”,
Nov./ December 2009.
“Il realismo del maestro Paolo Terdich fa giustamente scuola. La
sua è un’arte che dialoga con l’istinto, dotata di potenza comunicativa,
spontanea e robusta. Una formidabile esperienza cognitiva che tratteggia
sentimenti e potenzialità dell’anima umana”.
-
Carlo Francou, su “Libertà”: “L'acqua si trasforma in un
territorio di luce e di riflessioni”, 17th September 2009.
La superficie dell'acqua e i suoi
riflessi che generano un confondersi di forme appena accennate. Le trasparenze
di
- Fabio
Bianchi, su “Libertà”: “Terdich, sensazioni di movimento e libertà. Allo
Spazio Rosso Tiziano la mostra personale dell'artista piacentino”, 17th
September 2009.
“La pittura piacentina si è negli
ultimi anni notevolmente evoluta grazie a movimenti di rilievo nazionale ma
anche a singoli artisti come
-
Elisa Malacalza, su
“Libertà”: “La natura e la donna: un dialogo continuo”, 15th September 2009.
I giorni di Pucheria. Allo Spazio Rosso Tiziano"Donna
turchese”, la mostra di
“E' chiaro che il pensiero dà
fastidio, ma come pesce è difficile da bloccare perché lo protegge il mar: non
è tanto una riflessione su "com'è profondo il mare", quanto quello
che emerge dall' acqua guardando Acqua 6, immagine promoter della mostra
personale di
-
Roberta Suzzani, su “La Cronaca”: “Parlando con le mani - Paolo
Terdich in mostra. Oggi l'inaugurazione alla Rosso Tiziano tra le iniziative di
Pulcheria 2009”, 11th September 2009.
“Donna, dal latino donna, forma sincopata di domina, cioè
"padrona". E la donna è sicuramente "padrona" incontrastata
della mostra nella mostra di
-
Roberta Suzzani, su “La Cronaca”: “Terdich, il racconto di
trasparenti emozioni”, 5th Sept. 2009.
“Dalla terra nasce l’acqua. Dall'acqua nasce
l'anima”. Eraclito
“Acqua e donna. In molti ritengono che "acqua" e
"donna" possano essere considerati sinonimi. Dispensatori di vita,
simboli di purezza, origini del mondo.
“Testa o croce. Anzi meglio "e". Testa e croce. Due
facce di una stessa medaglia inscindibilmente unite. Due, eppure una.
"Trasparenti emozioni". "Donna turchese". Due esposizioni
per un solo artista:
-
Claudio Raccagni’, recensione: “Terdich e l’acqua”,
10th February 2009.
“Ammetto di essermi sciolto
nell'opera di
Energia, vita: l'acqua di Terdich esce dalla tela per plasmarsi all'interno del
pubblico che osserva l'opera, perchè quell'acqua è vera; la si sente addosso,
dentro... incredibilmente fresca. Il semplice, ma chiaro, messaggio di vita, di
sogno, di voglia di tornare al passato naturale, incontaminato e la necessità
di poter un giorno...respirare anche l'acqua. Questa è la potenza dell'opera di
Terdich: in quest'opera si respira l'acqua.
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Con il
dipinto Acqua, al pittore piacentino Paolo Terdich i prestigiosi premi Arte e
Celeste 2008”, 4th January 2009.
“Il pittore piacentino
2008:
-
Dino Masarà, sul Catalogo 2008
“Grandi Maestri”, published by “Centro Diffusione Arte - Edizioni e Recensioni
Artistiche”.
“Un artista, Paolo Terdich, dotato di un talento innato che
prospetta il reale riuscendo a coglierne anche le più intime vibrazioni. Ogni
elemento costitutivo delle sue opere acquista così un significato singolare che
meglio inquadra la personalità artistica ben definita dell’artista. Un poeta
del colore e della luce che usa metafore per stimolare la fantasia dello
spettatore aiutandolo a liberare se stesso dagli schemi consueti garantendogli
appaganti visioni e rivisitazioni della realtà in chiave personale e di respiro
universale".
-
Catalogo 2008 “Avanguardie
Artistiche”, published by “Centro Diffusione Arte - Edizioni e Recensioni
Artistiche”.
"...Laureato con lode in
Geologia, da sempre si dedica alla pittura, confrontandosi con culture diverse
che gli consentono di sviluppare e raffinare la sua sensibilità artistica.
Terdich manifesta un’evidente capacità di destreggiarsi con tecniche diverse,
che padroneggia con la maestria di un artista maturo: oli, intensi,
scenografici e vicini all’iperrealismo; acquerelli e acrilici, poetici e
ripresi con una luminosità evanescente; ritratti a grafite, insuperabili per
umanità, sentimento e tensione espressiva. Terdich si dimostra artista
eclettico, perennemente alla ricerca del nuovo e del diverso, vivendolo come
una sfida; al piacere della scoperta si accompagna il piacere della riuscita.
Egli conferma il suo interesse per la figurazione e compone opere realistiche
in cui è possibile osservare una suggestione lirica che coinvolge lo
spettatore. Inedite sono le sue nature morte, personalissime
nell’interpretazione della luce e nella scelta dei soggetti. Terdich sceglie
l’artificiale, quale possono essere il vetro e l’acciaio. Ciò che lo interessa
sono i piani, le consistenze e i riflessi; a bottiglie scure si sovrappongono
bicchieri, calici, pieni di vino appena versato e dalla superficie ancora
tremolante, o vuoti. Ciò che importa è variare, accostare l’effetto luminoso di
una superficie piena, ottusa, come quella della ceramica, con l’impalpabile
vetro soffiato. L’insieme è ordinato, simmetrico; all’attimo dell’evento,
subentra la riflessione; l’estemporaneità lascia il campo alla contemplazione.
In queste opere viene messa in evidenza la grandezza delle piccole cose. Il
pittore è animato dallo stesso slancio quando dipinge la figura umana, che
peraltro predilige. Che la tratteggi ad olio o a matita (tecnica nella quale
dimostra tutto il suo talento) ne cura infatti, al di là dell’anatomia, la
posa, anche in questo caso mai casuale. La mano che tocca il volto e sostiene
il capo, lo sguardo abbassato e perso parlano di malinconia mista a
preoccupazione. Nelle sue figure, enigmatiche, il pittore è in grado di portare
alla luce tutte le problematiche dell’individuo attraverso una attenta indagine
psicologica del soggetto. Propone uno studio dell’umanità con i suoi dolori, le
sue sofferenze esistenziali. I suoi ritratti, estremamente realistici nella
definizione fisionomica, che si trasformano in presenze metafisiche, sono
emblemi di uno stato d’animo, grazie alla luce, purissima, e
scultorea...".
-
Elena Gavazzi: "Opera Prima -
VII Biennale d'Arte Internazionale di Roma - Ars Tertium Millennium",
novembre 2008.
"Paolo Terdich non smentisce il suo interesse per la
figurazione e compone opere realistiche in cui è possibile osservare una
suggestione lirica che coinvolge lo spettatore. Pittore versatile è in grado di
portare alla luce tutte le problematiche dell’individuo attraverso una attenta
indagine psicologica del soggetto. Le sue figure sono sempre ritratte nella
loro solitudine rassegnata, forse incapaci di reagire al loro triste destino.
Ciò che colpisce maggiormente in questi ritratti sono gli occhi che esprimono i
segreti più intimi. Gli oggetti quotidiani delle nature morte sono immersi
nell’immobilità e sono elaborati attraverso una composizione equilibrata.
L’impostazione di queste composizioni è semplice, essenziale e non esiste
spazio per il particolare. In queste opere viene messa in evidenza la grandezza
delle piccole cose. Questo tipo di composizioni sono irradiate dalla
luminosità. Il linguaggio pittorico di Terdich valorizza un percorso espressivo
denso di contenuti profondi ed è di immediata lettura. L’autore sa cogliere le
emozioni più significative e sa ritrovare valori importanti ormai dimenticati e
calpestati. Egli porta avanti un discorso coerente che dimostra una padronanza
del colore e una notevole capacità disegnativa”.
-
Elena Gavazzi, su “Il Corriere
Padano”: “Le forme e i colori dell'anima - All'Atelier Braceschi, Paolo
Terdich, Nadia Tognazzo e Giorgio Varani”, 16th October 2008.
“I protagonisti dell’esposizione
collettiva intitolata ”Le forme e i colori dell’anima”, che è stata inaugurata
proprio in questi giorni, sono i vincitori del tradizionale concorso “Emozioni
e magie del Natale”, organizzato dall’Atelier d’Arte Roberta Braceschi. Lo
scorso anno i vincitori dei primi premi di pittura, scultura e grafica sono
risultati:
- Silvia Bonomini, su “La Cronaca”: “Le forme e i colori
dell'anima, tre artisti interpretano le emozioni”, 12th October 2008.
“Sono i vincitori della nona
edizione del concorso “Emozioni e magie del Natale” ad esporre all’Atelier
d’Arte di via Calzolai. “Le forme e i colori dell'anima” è il titolo scelto da
Roberta Braceschi per questa collettiva di tre artisti dove ogni opera diventa
un contenitore di emozioni ed esperienze vissute. La ricerca di
- Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Arte
piacentina - Tele iperrealiste di Paolo Terdich premiate a Roma in due
concorsi”, 30th July 2008.
“
- Giovanni Chiara, recensione: “Terdich affronta l’acqua e le figure umane”, 10th May 2008
"L'opera figurativa è destinata
a parlare da sé. Al contrario di ciò che deriva dall'informale, che deve essere
motivato e declinato perché se ne possa comprendere l'essenza, non ha bisogno
di mediazione. L'autore potrà spiegare quale tecnica ha usato (ma anche questo
può essere facilmente rilevabile) o, al limite, confessare quale motivo lo
abbia spinto a rappresentare una certa cosa anziché un'altra. Il resto, se ci
sarà, spetterà a critici, promotori culturali e saggisti, certo utile, ma non
necessario per la comprensione di ciò che si sta guardando. Tuttavia il
figurativo si offre a interpretazioni molteplici, sia a causa della sensibilità
individuale degli autori, sia per le loro effettive abilità tecniche.
Guardando le opere di Terdich, siano
esse policrome o in bianco e nero, si capisce a quali livelli possa arrivare la
rappresentazione del reale, e quali implicazioni possano essere contenute in un
risultato finale che una catalogazione sommaria potrebbe definire
iper-realista.
Terdich "ha la mano", e
che mano; ma non solo. Le sue capacità tecniche sono notevoli, e vengono
associate a pulsioni espressive fra le più varie, tutte comunque nell'ambito di
una raffigurazione limpida che richiama la definizione e il micro-contrasto
degli obiettivi fotografici. Va detto che non si tratta di doti esclusive: chi
pratica il mondo artistico ha incontrato moltitudini di iper-realisti
iper-tecnici. Terdich, però, si distingue per una componente che porta oltre la
sia pure sapiente riproduzione del reale, cioè l'inquietudine espressiva.
E' un'inquietudine che non traspare
dalle cristalline nature morte, o dai pure strabilianti ritratti, o dai
coloratissimi paesaggi. L'inquietudine intellettuale di Terdich irrompe da due
serie di opere differenti, eppure in fondo complementari.
La prima è quella che comprende ciò
che da sempre è stato il più aspro campo di battaglia degli artisti figurativi,
cioè la riproduzione della mano. Per banale che possa sembrare, per i pittori
di tutte le epoche la mano ha costituito l'oggetto più arduo da raffigurare.
Occorre farci caso: in opere caratterizzate da visi perfetti e corpi o abiti
dalla nitidezza assoluta, le mani, appartengano a un dipinto rinascimentale o a
un ritratto ottocentesco, appaiono spesso sfumate, avvolte in una sorta di
nebbia figlia dei limiti della tecnica.
Le mani disegnate da Terdich sono
invece eccezionali. Parlano. Raccontano. Vivono vita autonoma, e sembrano
essere raffigurazioni dell'anima.
La seconda serie di opere dalla
quale emerge la creatività di un autore che ha troppo talento per restare
schiavo della propria tecnica è quella degli "acquatici", dipinti dal
gusto modernissimo e dalla realizzazione complessa, "americani" se
appena fossero di quelle generose dimensioni che usano gli artisti d'oltre
oceano, con i soggetti che frantumano il cristallo dell'acqua in riflessi
scomposti che scompongono i corpi che li hanno generati. Opere vive, e ciò con
buona pace di chi oggi spocchiosamente si fa un punto d'onore nel guardare con
sufficienza gli artisti figurativi, e con diffidenza gli iper-realisti.
Può essere questa la sintesi di un
pittore che ha davanti a sé possibilità di grande rilievo, e probabilmente
anche il puntiglio di metterle al servizio del proprio desiderio di
esprimersi".
-
Fabio Bianchi, su "Libertà"
del 29 gennaio 2008 - articolo di Fabio Bianchi: “Premiati per le emozioni e le
magie del Natale”.
“Conclusione ufficiale della
IX edizione – consecutiva e sempre più seguita – del concorso di pittura,
scultura e grafica Emozioni e magie del Natale organizzato dall’Atelier
Braceschi. E si vede: partecipazione numerosa, entusiasmo, passione,
creatività, opere sempre più raffinate selezionata dalla qualificata giuria… Il
concorso ribadisce la centralità di una galleria ben inserita in importanti
circuiti nazionali… Da segnalare il primo premio assoluto nella pittura del
piacentino
2007:
- Giovanna
Ravazzola, su “La Cronaca”: “Vincitore del premio Arte d’autunno - Il pittore
piacentino ha anche riscosso il prestigioso riconoscimento”, 7th November 2007.
“...
- Giovanna
Ravazzola, su “La Cronaca”: “La figura umana in primo piano - Nei dipinti di
Paolo Terdich esposti in Sant’Ilario”, 7th November 2007.
“...Ritrarre la figura umana è la
vocazione di
- Elena
Gavazzi, su “Il Corriere Padano”: “Paolo Terdich, un premio alla lirica
quotidianità - Ritratti, paesaggi e nature morte”, 5th November 2007.
“...
“Il 31 Ottobre il pittore
piacentino
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “La
pop-art di Terdich - Alla Galleria d’Arte Sant’Ilario”, 4th Nov. 2007.
“...
- Paola Riccardi,
su “Il Nuovo Giornale”: “La continua ricerca di Paolo Terdich - La mostra in
corso nella Galleria Sant’Ilario”, 2nd November 2007.
“...Protagonista da tempo di mostre
e concorsi nella nostra città,
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Terdich
Premiato a Roma”, 2nd November 2007.
“...Il pittore piacentino
2006:
- Carlo Francou: "Opera Prima - VI Biennale d'Arte
Internazionale di Roma - Arte del Terzo Millennio", November 2006.
“…Terdich manifesta un profondo
interesse per l’arte ed in particolare per il disegno e la pittura che
interpreta con il ritratto iperrealista. In seguito approfondisce lo studio del
colore, attraverso la sperimentazione di tecniche e stili differenti,
sviluppando una personale e sicura impronta, che lo porta a destreggiarsi
sia nei ritratti che negli eterei paesaggi all’acquerello. Sfruttando la decisa
monocromia della grafite, egli riesce a cogliere la psicologia di una pletora
di personaggi e figure femminili di una sensualità diffusa. Con la grafite sa
realizzare quei ritratti e quelle figure mobili, che, nonostante l’assenza di
colore, hanno una propria vivacità espressiva. Numerosi gli acquerelli, in cui
ha voluto fermare degli appunti di viaggio con paesaggi di rare atmosfere, che
ha ripreso con una luminosità evanescente che ne mette ancor più in risalto il
fascino”. “La produzione tende a documentare, attraverso tecniche e soggetti
distinti, le varie tappe dell’itinerario artistico di
Terdich…”.
- Paola Riccardi, su “Il Nuovo
Giornale”: “Alla Galleria Spadarina di scena il figurativo”, 28th April 2006.
“…Terdich, che anima lo spazio con
infiniti volti (ad olio e matita), assorti, distratti da un gesto o da un
pensiero. Li si osserva senza essere a nostra volta notati. La minuziosità dei
dettagli, notevole soprattutto nelle opere a grafite, fa apprezzare
l’epidermide, tipiche dell’età e della razza. Come scienziati del genere umano
(non per nulla l’artista ha conseguito la laurea a pieni voti in scienze
geologiche) ci troviamo ad analizzarli come fossero campioni; c’è il bambino
afro dai grandi occhi, l’anziano bianco con la faccia dura e ruvida come la
superficie delle pietre...”.
-
Chiara Bernazzani, su “La Cronaca”:
“Spadarina, quattro stili che dialogano”, 25th April 2006.
“…Questa volta sono in quattro, tutti
piacentini… ciascuno ha da dire la sua… Terdich espone invece lavori che
rivelano un notevole eclettismo tecnico: dal 1986 al 2006 questo piacentino che
ha viaggiato e vissuto in Inghilterra, Egitto e Olanda spazia dal paesaggio ad
oggetti riprodotti con intento iperrealistico, dal ritratto al nudo. I suoi
acquerelli stupiscono per l’inedita densità del colore, mentre la predilezione
per i gesti, i volti e lo studio di attitudini e realizzazioni emerge da
matite, carboncini ed oli concentrati su ritratti psicologicamente
indagatori…”.
-
Fabio Bianchi, su “Libertà”: “Artisti
piacentini alla “Spadarina”, 19th April 2006.
“…
-
Carlo Francou, su “Libertà”: “Roma, piacentini alla Biennale
nelle sale del Bramante”, 21st March 2006.
“…Infine i ritratti di
2002:
-
Bruno Pollacci, press review: ”ITART2002” 4th
mini-graphic & painting worldwide show”, 4th June 2002.
“…La sua si potrebbe quindi definire
un’opera d’indagine, di ricerca di verità nascoste, all’interno di una realtà
che sembra non bastare, quasi confinata, a volte smarrita (come in “Lost
Track”) e resa quasi ai confini del fantastico. La sua opera comunica la sua
inquietudine, il suo stato d’animo alla strenua ricerca di una perfezione della
vita quotidiana, di un sogno da rincorrere senza soste. Da qui ne deriva una
connotazione poetica, resa soprattutto dalla luce che sembra uscire dall’anima
stessa del colore…”.
-
Carlo Francou, su “Libertà”: “Le
inquietudini di Paolo Terdich”, 10th March 2002.
“...Trasferta toscana per
-
Ireneo Lorenzoni, press release:
“Expo Arte Pisa 2002 – XXVIII Rassegna Nazionale Arte Contemporanea”, 26th
February2002.
“… Dalla sua pittura si evince il
ruolo essenziale del disegno, che esegue con invariabile precisione ed estrema
sicurezza nel tratto. Il disegno costituisce pertanto un passaggio
determinante ed ineluttabile nel processo che porta al compimento della sua
opera…. Nel corso degli anni privilegia i soggetti figurativi, che
raffigura isolandoli dallo sfondo con un’energia in cui luci ed ombre sembrano
vibrare assieme, o avvolgendoli in un’atmosfera surreale resa con le
trasparenze dell’acquerello, attraverso una luce rivelatrice dell’anima…La
caratteristica principale che connota la sua pittura si può facilmente
sintetizzare nella sua capacità di destreggiarsi con diverse tecniche, che, di
volta in volta, sceglie per una migliore resa dei soggetti che rappresenta…”.
2000:
-
Carlo Francou, su “Libertà”:
“Ritratti in terra d’Africa, appunti di viaggio di un geologo pittore”, 25th
June 2000.
“...