Menu
Your Cart
Stefano
Stefano Catalini
Contatta l'Artista

Premi:

2019 - Primo Premio di Arti figurative “Antonello da Messina”, III edizione - Accademia Internazionale Il Convivio, Castiglione di Sicilia – Catania.

2020 - Premio della critica al “Premio di Arti città di Torino”, I edizione.

2021 - Segnalazione di merito dalla critica per il “Premio Artista d’Italia”. Galleria Zero Uno di Barletta.


Bibliografia:

COSENZA 2014: Viene pubblicato il volume “Percorsi d’arte in Italia” (Rubbettino editore), a cura di Enzo Le Pera, è presente alla pag. 71 con Muro-frammento-2009 e Muro 012.


VARESE 2017: L'opere Pseudo-muro-2015, viene pubblicata nell’edizione del Catalogo L’Elite 2017, Selezione Arte - Edizione speciale F. Daverio.


MILANO 2017: Le opere Pseudo-fossile III-2015 e Muro-2010, vengono pubblicate da

Il Quadrato edizioni, nel volume “Pittori e Scultori - Proposta alla Svenska Akademien. Accademia Reale Svedese delle Scienze per l’assegnazione del Premio Nobel agli Artisti”, alla pag. 239, a cura di Giorgio Falossi e Lorenzo Cipriani.


VARESE 2018: Le opere Foresta fossile-2014, Muro nero-2014, Muro frammento-2009, Notturno-2008, vengono pubblicate nell’edizione del Catalogo L’Elite 2018, Selezione Arte - Edizione speciale F. Daverio.


CASTIGLIONE DI SICILIA (CT) 2019: Le opere Rosso Pompei-2017, Frammento-muro 2015 e Pseudomuro-2015, vengono pubblicate nella Rivista Il Convivio n. 76, -Trimestrale di poesia arte e cultura, p. 49.


TREVISO 2019: L’opera Mantello giudaico-2017, viene pubblicata nel Catalogo “Europa in Arte”, alle pagine 50 e 51. Edizione Platinum Collection, con presentazione di Vittorio Sgarbi.


PALERMO 2021: La rivista Art Now - periodico d’arte, pubblica alla pagina 107 l' intervista “Gli artisti si raccontano”, a cura di Anna Soricano. Pubblica insieme all’opera Rosso pompei-2017.



Partecipazioni a importanti rassegne:

2013 - XI Biennale Internazionale per l’Incisione - Acqui Terme, Alessandria

2015 - ART FAIR di Amsterdam, con la Art Gallery di Heerenveen, (NL)

2016 - INT’L ART FAIR di Oxford, UK con la Art Gallery di Heerenveen, (NL)

2017 - Arte Padova 2017



Biografia:

Docente di Storia dell’arte presso i Licei di Civitanova Marche, Artista e Design Grafico, Stefano Catalini nasce a Mogliano Marche nell'inverno del 1961. Comincia a disegnare e dipingere dall’età di 10 anni. Su consiglio dell’insegnante di Arte della scuola locale nel 1976 si iscrive all’ISA, nel 1979 accede all’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove è allievo di Remo Brindisi, Eraldo Tomasetti, Magdalo Mussio e Armando Ginesi, conclude gli studi nel 1983. Nel 1978 organizza la prima esposizione personale all’interno di una vecchia tipografia, l’anno successivo si appassiona alla fotografia in bianco e nero, costruisce una camera oscura in un vecchio casolare di famiglia dove dipinge da anni. Nel 1980 con tre allievi del suo corso di pittura all’Accademia, fonda il Gruppo G.E.F. Nella prima metà degli anni ottanta nascono l’interesse e la passione per la comunicazione visiva e la stampa serigrafica e litografica, settore in cui si afferma per rigore stilistico e formale, per più di venti anni svolge l’attività di design grafico e di direttore creativo, con il suo studio e come freelance presso Agenzie di pubblicità sul territorio nazionale. Ha collaborato alla realizzazione di mostre ed eventi culturali, come ad esempio il Quinto Centenario della Morte di Carlo Crivelli per la Regione Marche, campagne pubblicitarie a tema sociale per il Comitato provinciale Unicef di Macerata, il progetto grafico per l’allestimento del Museo naturale nel Centro di Educazione Ambientale a Valleremita, Fabriano (AN), il progetto per il Museo Archeologico di Belmonte Piceno (FM), continua silenziosamente la produzione pittorica. Nel 2009 si riaccende la passione per la stampa d’autore, incomincia una attenta produzione di incisioni calcografiche. Ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive dal 1978 a oggi, in Italia e all'estero. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private (Jesi, Montefano, Cosenza, Varese, Amsterdam, Heerenveen, Stoccolma, Roma ecc.).


..........


Awards: 2019 - First Prize in Figurative Arts “Antonello da Messina”, III edition - Il Convivio International Academy, Castiglione di Sicilia – Catania. 2020 - Critics' Award at the "Premio di Arti città di Torino", 1st edition. 2021 - Noted by critics for the "Italian Artist Award". Zero Uno Gallery in Barletta. Bibliography: COSENZA 2014: The volume “Art Routes in Italy” is published (Rubbettino editore), edited by Enzo Le Pera, it is present on page. 71 with Muro-fragmento-2009 and Muro 012. VARESE 2017: The work Pseudo-muro-2015 is published in the edition of the Catalog L'Elite 2017, Art Selection - Special Edition F. Daverio. MILAN 2017: The works Pseudo-fossile III-2015 and Muro-2010 are published by Il Quadrato editions, in the volume “Painters and Sculptors - Proposal to the Svenska Akademien. Royal Swedish Academy of Sciences for the awarding of the Nobel Prize to Artists", on page. 239, edited by Giorgio Falossi and Lorenzo Cipriani. VARESE 2018: The works Foresta Fossile-2014, Muro nero-2014, Muro fragment-2009, Notturno-2008, are published in the edition of the Catalog L'Elite 2018, Selezione Arte - Special edition F. Daverio. CASTIGLIONE DI SICILIA (CT) 2019: The works Rosso Pompei-2017, Frammento-muro 2015 and Pseudomuro-2015, are published in the magazine Il Convivio n. 76, -Quarterly of poetry, art and culture, p. 49. TREVISO 2019: The work Mantello giudaico-2017 is published in the “Europa in Arte” catalogue, on pages 50 and 51. Platinum Collection edition, with presentation by Vittorio Sgarbi. PALERMO 2021: The magazine Art Now - art periodical, publishes the interview "The artists tell their stories", edited by Anna Soricano, on page 107. Published together with the work Rosso Pompei-2017. Participations in important exhibitions: 2013 - XI International Biennial for Engraving - Acqui Terme, Alessandria 2015 - ART FAIR in Amsterdam, with the Art Gallery of Heerenveen, (NL) 2016 - INT'L ART FAIR in Oxford, UK with the Art Gallery of Heerenveen, (NL) 2017 - Arte Padova 2017 Biography: Teacher of Art History at the high schools of Civitanova Marche, Artist and Graphic Design, Stefano Catalini was born in Mogliano Marche in the winter of 1961. He began drawing and painting at the age of 10. On the advice of the art teacher of the local school in 1976 he enrolled at the ISA, in 1979 he entered the Academy of Fine Arts of Macerata, where he was a student of Remo Brindisi, Eraldo Tomasetti, Magdalo Mussio and Armando Ginesi, he concluded his studies in 1983. In 1978 he organized his first personal exhibition in an old printing house, the following year he became passionate about black and white photography and built a darkroom in an old family farmhouse where he had been painting for years. In 1980, with three students from his painting course at the Academy, he founded the G.E.F. Group. In the first half of the eighties, his interest and passion for visual communication and silk-screen and lithographic printing were born, a sector in which he established himself for stylistic and formal rigor. For more than twenty years he worked as a graphic designer and director creative, with his own studio and as a freelancer at advertising agencies throughout the country. He has collaborated in the creation of exhibitions and cultural events, such as the Fifth Centenary of the Death of Carlo Crivelli for the Marche Region, social-themed advertising campaigns for the Unicef provincial committee of Macerata, the graphic project for the setting up of the Natural Museum in the Environmental Education Center in Valleremita, Fabriano (AN), the project for the Archaeological Museum of Belmonte Piceno (FM), silently continues the pictorial production. In 2009 the passion for art printing was rekindled and a careful production of intaglio engravings began. He has participated in numerous personal and collective exhibitions from 1978 to today, in Italy and abroad. His works are present in public and private collections (Jesi, Montefano, Cosenza, Varese, Amsterdam, Heerenveen, Stockholm, Rome etc.).

1982 - Un territorio allo specchio - Macerata.

1983 - Gruppo G.E.F. - Ancona,

- Gruppo G.E.F. - Ascoli Piceno,

- Collettiva di pittura - San Egidio alla Vibrata (TE),

- Collettiva di pittura - Montecosaro (MC)

1984 - Collettiva di pittura - Macerata.

1985 - Marguttiana - Mogliano Marche (MC)

2000 - Arte al Torrione - Loro Piceno (MC).

2007 - Marguttiana - Macerata.

2008 - Marguttiana - Macerata.

2010 - Autoritratto – Macerata,

- Giornata della donna - Macerata.

2011 - Artisti sotto torchio - Loro Piceno (MC),

- Nel segno dell’agire - Montecosaro (MC),

- Biblia Pauperum, Rassegna di arte sacra - Jesi (AN),

- Lorenzo Lotto - Monte San Giusto (MC)

2012 - Bipersonale - Colmurano (MC)

2013 - XI Biennale Internazionale per l’Incisione - Acqui Terme, (AL)

- Mostra calcografica a Casa Raffaello - Urbino.

2014 - E In Te Beltà Rivive.. - Fermo,

- Assenza più acuta presenza – Macerata,

- ArtHeerenveen in Heerenveen, (NL),

- Red in Friesland - Heerenveen, (NL),

- Premio Agar Sorbatti - Loro Piceno, (MC),

- facéARTE - Merano (BZ).

2015 - Structuur divisie - visie van de structuur - Heerenveen, (NL),

- ART FAIR - Amsterdam (NL),

- Archeologie van de communicatie aan het beeld van zijn dubbelrol - Heerenveen, (NL),

- Blauw” - Heerenveen, (NL).

2016 - Wear one - art exhibition - Milano.

- INT’L ART FAIR - Oxford, (UK),

- Structuur divisie - visie van de structuur, ed. italiana - Pescara,

- PERISCOPIO sull’arte in ITALIA - Corigliano Calabro (CS).

2017 - Le città invisibili - Roma,

- l segno della memoria - La memoria del segno - Avezzano (AQ),

- Universi InVisibili – Roma,

- Molte possibilità – Barletta,

- Stati d’Animo – Roma,

- Una Grande Avventura – Barletta,

- ArteFiera Padova,

- Prospettive del Terzo Millenni - Acri (CS),

- Rosso – Pesaro,

- Le Emozioni nell’arte - Napoli.

2018 - 5th Gallery - London, Regno Unito,

- Arte senza tempo - Venezia.

2019 - Disabil-Art - Corridonia (MC).

2022 - Arti Visive – Torino,

- Diritti Umani - Civitanova Marche (MC),

- Dinamismo monocromatico - Torino

2023 - Visioni PerSè – Torino,

- Il Viaggio – Macerata,

- Oltre il tempo - Matelica (MC).

1982 - Opere - Municipio di Amandola (AP).

2005 - Opere 1985 al 2005 - San Severino Marche (MC),

- L’occhio materico - Camerino (MC).

2010 - Materia sedimentata - Loro Piceno (MC).

2012 - Metafisica materica - Muccia (MC).

2013 - Matericamente - Macerata

2014 - Dialogues and silences - Amsterdam (NL).

2018 - Figurazione moderna - Venezia.

2019 - “T” - Corridonia (MC),

- Opere alla galleria Hugo Boss - Morrovalle (MC).

Antonella Ventura
Sedimentazione materica
Ha studiato arte presso l’Accademia di Belle Art di Macerata (sezione pitura). All’inizio degli
anni '80 estende la sua energia creatva anche al campo della grafca, con un occhio partcolare
alla fotografa e alle tecniche di stampa, dando l’avvio a un accurato, preciso e silenzioso
lavoro d’introspezione del mondo visivo circostante, di cui Stefano Catalini si fa dapprima
tecnico e poi completo tradutore.
La completezza dell’artcolato campo artstco di Catalini si desume dai diferent linguaggi,
grafco e pitorico, in futuro sicuramente anche scultoreo ma, sopratuto, dall’estenuante e
costante lavoro di ricerca svolto. Vivacemente sperimentale nell’accostamento degli stli,
essenzialmente materico, concepisce la performance artstca come una lenta erosione della
forma, come un’involuzione regolare e compassata del trato e del segno, sino a un’autorevole
scoperta dell’essenza stessa della conoscenza del magma-materico.
Interessante lo spazialismo del lavoro-manifesto della sua grafca (il lavoro della mostra su
Crivelli) dove il conceto di comunicazione si sposa con l’estetca, defnendo in maniera sobria
il difcile equilibrio con l’etca. Qualora vi siano lavori evocatvi vissut con l’enfasi dei suoi
preziosissimi e rari stat d’animo emotvi, la sua pitura si carica di una sana, lineare e pulita
sensualità che vive in tele dipinte monocromatche di fort colori accesi. Allineat, incisivi e
lontani come gli oli dei neoespressionist tedeschi, «perché nulla è più bello di una vita reale
pulsante».
Realmente la sua arte si colloca come un naturale ciclo della Madre Terra, che lenta compie
ogni giorno sostanziali cambiament, che l’uomo medio non avverte, salvo casi eccezionali.
L’arte di Stefano Catalini è un processo metafsico regolato dalla “deposizione” accurata delle
cromie e degli oli sulla superfcie, dove l’analisi che sotende è il calcolo quasi matematco
dell’assenza-presenza dell’incisività dell’uomo-Catalini sulla vita.
La vita è la tela, per Stefano Catalini. Le emozioni ancestrali e paradossali, come enormi canali
di passaggio, traducono stat fsico-liquido, espansi e multsensoriali di pensieri e parole.
Filosofa applicata o anche teoretca pratca, ove il disegno “Dio” è un lavoro che l’uomo
esegue ma non “conosce”.
Ciò che infat servirebbe all’opera di Catalini è un asserzione più devota, un’applicazione
fedele che sicuramente confuirebbe a un pensiero compiuto; vi sono infat dei principi,
flosofcamente apert e non “ripresi”, come il conceto degli spazi e dell’Uomo, sí pratcat
nell’opera pitorica di Catalini, ma non risolt: l’ansia prevale sulla risoluzione equilibrata della
collocazione di spazio-tempo-uomo, pur essendo in ogni lavoro present tut e tre gli “atori”.
L’opera di Catalini è oggetvamente Arte, poiché ha insit quei principi che la rendono tale:
l’universalità dell’uomo contemporaneo, che ha visto tuto e tratene solo l’essenziale, e un
reale stato “contemplatvo” dell’intelletuale contemporaneo che atende, non sa come e da
dove, un forte cambiamento.
C’è atesa nell’opera di Catalini e forse è questa la letura oggetvamente piú interessante;
anche se in ogni suo lavoro, peraltro, mutano i modi di percepire il quadro: è aperto cioè a
diverse “angolature” e si sperimentano format inedit, refusso del mondo della grafca. Ogni
composizione è un semplice momento o episodio di un processo interiore di raccoglimento, di
meditazione. Il caratere di frammento, le linee, le sospensioni, le lievi irregolarità o
asimmetrie distribuite sulla superfcie parlano di come interiormente l’esperienza della pitura
viene vissuta, della necessità all’orientamento che è traducibile in ogni esperienza umana:
l’uomo è solo, caduco e spaesato in un vasto campo “visivo”.
La cornice o il margine esterno del telaio sono delimitazioni convenzionali per piú versi
impropri.
Il reportage contnuo e frammentario coincide con la relazione fotografca, quasi deposito
d’immagini, sorta di raccolta di element oggetvi, fotogrammi sfuggit ai piú e che Catalini
adopera con la frequenza della velocità della luce, atraverso la cornea del suo occhio e/o di
qualsiasi strumento di advisor (dalla macchina al computer). Per contro avviene una
tramutazione lenta dello stesso conceto, divenuto materia sedimentata, con una dimensione
narratva, dove colpisce l’apparenza “archeologica” compiuta dalla stessa.
Opera di pura cosmologia con contribut di ingegneria biomolecolare, ci porta ai cambiament
ambientali, o ai deposit dei liquami da parte dell’uomo post-industriale.
A fronte di una dimensione futle e ingenuamente esortatva dell’opera d’arte, cosa peraltro
nel tempo moderno superata con la strumentazione della macchina fotografca, Catalini
risponde con una “inserzione” composita di element biomorf, che citano mutament in corso
perpetrat con e contro l’uomo stesso, realizzando perciò un’opera che ha cinetsmo, un
movimento contnuo su se stesso e sullo stesso asse, come la Terra, da cui prende tut gli
element meno la presenza di alcuna forma umana.
Il conceto della presenza dell’uomo su questa terra è per Catalini, infat, secondario: l’uomo
appartene all’Universo e non è solo relegato su questa fantastca realtà che è la Madre Terra,
che lo stesso uomo non ama, poiché non la capisce. Capire “qualcosa” infat è per Catalini
metersi all’ascolto, raccogliere ogni elemento, lasciarsi compenetrare e fondersi con quella
stessa “cosa”, perdere la coscienza di quell’Io ego-panta-centrico, in cui l’uomo ha fato girare
tuto intorno ai propri bisogni.
Arte, sperimentazione scientfca di un pensiero in movimento è la produzione artstca di
Catalini che, lentamente, approda alla rappresentazione tridimensionale del progeto creatvo,
sorta d’installazione geo-materica dove i modelli narratvi esortano a dei punt di domanda piú
che a fornire delle risposte.
La parola “astrato”, erroneamente usata per molto tempo in cert ambient della critca,
realmente non esiste o meglio è intelletualmente obsoleta: tanto piú questo si vede nei lavori
di Catalini, che parlano di fusioni, liquido-solide, impratcabili, e che aprono a prospetve
chimico-fsiche in divenire, in una parola “metafsica materica”, ossia una metafsica di
element non emotvamente giocata sul senso-non senso delle cose ma sul sento non sento
della Materia.
ll proposito segreto e ossessivo di Catalini è realizzare un’opera che sviluppi meccaniche
interne e processi di accrescimento evolutvo sociale, dove dietro all’apparente semplicità del
gesto vi è il contrasto tra le opposte qualità “psicologiche” dei materiali impiegat: la cera è
calda e modellabile, il legno è vibrante e proteso, il metallo è freddo e rigido; contrasto
riconducibile a un messaggio forte, foggiato in modo d’essere pungente.
Dicotomie diverse, seppur già ampiamente pratcate dalla seconda metà del secolo scorso,
come dal grande Joseph Beuys, ma lentamente dimentcate dall’Arte del disimpegno
contemporaneo, che invece Catalini pratca, distaccato in quiete-silenzio lontano dal superfuo
e dall’ostentazione tout court.
Verrebbe da dire di Stefano Catalini che è uomo d’altri tempi e “roba” d’altri tempi la sua, se
non che il tempo non esiste, è una mera costruzione umana: ciò che rimane in defnitva è la
sua materia-energia, come le opere di Stefano.
Pollenza (MC), agosto 2010


Daniele Cristallini
Metafsica materica
Materia, colore, strat, combustoni, equilibri, esperienza, curiosità, cultura, emozioni,
comunicazione, silenzi, determinazione, atese, estetca, percezione, interpretazione, rigore,
libertà, disciplina, entusiasmo, costanza, discrezione, sensibilità.
Quest, a mio avviso, gli element che struturano la vita e quindi l’opera di Stefano Catalini,
allievo ed amico di una generazione di maestri dedit all’insegnamento artstco ed umanistco
che ha emozionato senza condizionare autori di grande spessore a cui poi è stato afdato il
difcile compito di ricostruire una via che altriment, sempre di più sarebbe andata verso il
totale smembramento della conoscenza, destnando così grandi sensibilità a doversi misurare
con dubbi e lacerazioni provocat, spesso ad arte, dalle convulsioni di un secolo votato alla
“scomunicazione”.
Questa mostra è e deve essere per Catalini un momento di verifca, per me la conferma di un
buon lavoro.
Caro Stefano, contnua a far parlare il silenzio, ha ancora molto da dire.
Civitanova Marche (MC), luglio 2012


Alessandro Leanza
Matericamente
Se andiamo ad osservare i quatro aspet della conoscenza umana, la Alchimia, la Filosofa, la
Storia e la Scienza, possiamo vederli come il rifesso dei quatro element che hanno reso
possibile la vita sul nostro pianeta. L’aria (alchimia), il fuoco (flosofa), la terra(storia) e l’acqua
(scienza) sono tut element, compost da molecole diferent come il carbonio, l’idrogeno, l’elio, etc,
etc, tut diferent tra loro ma tut provenient dalla stessa energia primaria.
Dal mondo vibrazionale, nasce il mondo minerale dove ogni minerale è unico e diferente dagli
altri anche se tut provengono dagli stessi eletroni di cui essi stessi sono compost. Lo stesso
dicasi dei mondi vegetali e animali dove abbiamo tante espressioni diferent che però si
defniscono nell’individualità e nell’insieme delle specie present in ognuno di quest mondi.
Proprio in quello animale l’uomo, ultmo anello evolutvo della catena, si nutre su più livelli
degli stessi element di cui è composto, è l’espressione dell’unicità nella molteplicità di questa
evoluzione e vive nella dualità di tuto ciò che esiste. L’unicità e la dualità del positvo e del
negatvo, l’unicità e la molteplicità degli element di cui è composto il mondo che gli permete
di esistere come corpo/materia e pensiero/mente.
Afascinante quindi l’indagine che porta Stefano al contato e alla manipolazione creatva della
materia che si eleva a nutrimento Alto dell’essere umano.
Macerata, novembre 2013


Claudio Nalli
L’artsta c’è... serve ancora!
“L’Arte non serve a nulla, ha perso la sua natura. L’Arte è morta!>”
Frasi ricorrent, ma sbagliate. L’Arte non è una sovrastrutura. L’espressione artstca è
connaturata all’uomo. Sminuirne la portata e la funzione non servirà a eroderne l’essenza. La
volontà di rappresentazione esiste fn dall’età della Pietra Antca e si è manifestata prima
dell’Economia, prima della Religione, della Scienza, della Filosofa... L’Arte è necessaria all’Uomo, essa è un’esigenza dello spirito-corpo.Si presentò con la piena consapevolezza che la Realtà era più ampia di quanto l’Uomo potesse vedere e toccare. La Realtà, per l’artsta stregone primordiale, siallungava oltre il suo Orizzonte. Il “Mondo” era nell’Immaginazione. Egli intuì, prima degli altri,
che il “Mondo” si identfcava con la “Visione del Mondo” e che questa determinava la Realtà.
L’Immaginazione creatva caraterizzò l’Uomo più di altri esseri vivent conferendogli poteri
speciali e modifcando il suo Codice Genetco nel tempo. Fin da quando abitava le caverne,
l’Uomo sent il bisogno di simulare mondi, event, storie. La capacità di organizzare
ramifcazioni di mondi possibili, reali, o raccontat, divenne un impulso peculiare all’Evoluzione
della specie. Questo fare/essere distnse il Gioco infantle di tute le civiltà e di tute le epoche,
e non è un caso se l’artsta sente di dover tornare bambino, per essere utle. Da bambini,
infat, le Confgurazioni del Mondo sono infnite e tute buone.
L’artsta-stregone, fn dalla Preistoria, era una rarità. Più degli altri, egli poteva vedere la
strutura dei mondi possibili, crearli, distruggerli, modifcarli, renderli disponibili. Le Azioni, le
Parole e i Segni di questo artsta-stregone incidevano sugli equilibri del clan. Tuto ciò confuì
lentamente nell’idea di Opera d’Arte. L’Arte assunse varie funzioni, ma la prima e più
importante rimase la stessa: migliorare la fuidità struturale del Codice Genetco umano,
adatandolo contnuamente al Miglior Mondo Possibile. Le struture rituali, simboliche e
operatve dell’Arte furono la base per altre discipline.
L’opera d’arte è dunque una sintesi/simulazione “aperta” di un mondo reale/probabile che
aiuta l’uomo comune a vedere ciò che a lui sfugge, a sperimentare una ritualità perduta,
sepolta nelle pieghe della sua memoria, ma ancora viva.
Le opere di Stefano Catalini nascono da quest percorsi e da quest contenut. La loro stabile
qualità di texture, l’occhio atento al marginale, quella materia sublimata in archetpi che così
facilmente ci atrae, la sostenibile leggerezza dei segni incisi e la capacità, tuta marchigiana, di
accogliere il disperso, l’inutle e il casuale per ridargli una vita e una casa; tuto ciò ci aiuta a
penetrare l’invisibile, ci accompagna con umiltà di fronte all’ombra di un Uomo migliore, più
sensibile, più equilibrato, più armonico con il Mondo dei vivent, e arrivat lì tocca a noi
crescere e scegliere, abbandonare le ombre e seguire l’Uomo migliore. L’Arte richiede infat
l’atvazione dell’Essere, il moto dei ricordi e della percezione. L’individuo passivo non capirà
nulla dell’arte, del suo signifcato e del suo valore, non capirà nulla di sé stesso e, non avendo
visioni del mondo, non si evolverà. Catalini ci propone coerent Confgurazioni del Mondo che
esigono umiltà, però, e una complicità intma e profonda. Le sue opere ci chiedono
partecipazione e passione per portarci in quel Mondo Migliore dove tuto ha valore, il
marginale prima ancora della rigida icona. Così per Catalini una pizza bruciacchiata, un cartone
usurato, o l’impronta di una botglia vuota non sono Entropia, sono le Tracce di un percorso
che ci potrebbe condurre misteriosamente dove abbiamo sempre desiderato Essere, dopo
un’atesa lunga una vita.
Macerata, setembre 2013


Claudio Nalli
L’arte di Stefano Catalini nasce da una pulsione costrutva e formatva originaria, profonda,
sentta e condivisa con spontaneità e naturalezza. Ogni sua opera, di piccole o grandi
dimensioni, è sia origine che emanazione di infnite altre possibilità espressive, tute colte al
momento opportuno con saggezza, umanità e rafnatezza. L’artsta marchigiano ofre sempre
con tato al pubblico i suoi “pezzi” come fossero piat pre-libat necessari a fssare le tappe di
un percorso-rito agnostco. Catalini punta sempre alla massima qualità della materia (e del
percepire/sentre/toccare) ma senza ostentare spudorat “efet”, o texture “intmidatorie”
capaci solo, in realtà, di far perdere il con-tato con la parte migliore (perché generalmente
inaudita) della ritualità estetca. Le sue opere hanno tute una grande potenzialità di crescita e
di proliferazione perché sono “senza margini”, fanno pensare a sezioni della vita intrauterina
dell’esistenza, una vita infnita e tut’altro che sine macula.
Macerata, setembre 2016


Arttalia Edizioni - Roberto Perdicaro
Alchimista, poeta della materia e demiurgo del segno, Catalini conduce un’indagine scrupolosa
servendosi di un linguaggio artstco dal trato nobile e primitvo. La sua perfeta sintesi
manipolatoria incontra la porosità di superfci inaridite dal tempo, solcate da emblematche
screpolature che non possono lasciare indiferent: esse infat sanno raccontare la loro
meravigliosa unicità, tra purezza estetca e vibrazioni luminose.
Varese, novembre 2016


L’opera di Stefano Catalini si incentra sul valore della materia e si condensa di suggestoni
evocatve che rimandano ad ambient e immagini di percorsi interiori. Appare la volontà di
ritrovare tracce, element della memoria, che riaforano in una sotle visione lirica e
personale. E’ una pitura fata di segni, di accostament, di suggeriment formali dove vengono
esplorate tute le molteplici possibilità iconografche e creatve. L’operazione segnica diventa
una ricerca di intensa caraterizzazione, che ci conduce in luoghi emblematci, pervasi di un
intenso silenzio interiore. Il frammento diventa un elemento simbolico che si pone come
sintesi di un complesso e rafnato impianto formale, ricco di allusiva ispirazione.
Varese, novembre 2017


Diana Cardaci
La poetca della materia
“La poetca della materia di Stefano Catalini fa trasparire l’impronta dell’umanità atraverso i
materiali più umili. È espressione di una necessità recondita da parte dell’uomo e dell’uomo in
quanto artsta di resistere alla fnitezza della vita, atribuendo un senso alle ruvidezze
dell’esistenza, ai gest. Una necessità di accedere al profondo humus del signifcato delle cose.
Le opere di Catalini portano addosso le ferite e le cicatrici di storie, di sopravvivenza alle
oscurità e asperità di ciò che si fronteggia ogni giorno, esprimono nel gesto creatvo un
bisogno ancestrale di sublimazione di tuto ciò che sfugge alla comprensione. Sublimazione
che si compie atraverso una pratca artstca che si avvalora anche nel momento performatvo
della sua realizzazione. Memore del percorso artstco di Tapies, Dubufet e sopratuto Burri,
con cui condivide una partcolare sensibilità centro italica, l’artsta maceratese esplora la
materia con un lirismo che afonda le radici nella terra brulla dell’esistenza, nei suoi desert,
nelle sue paret di roccia e nella sua incessante vitalità.
Roma, giugno 2017


Il Quadrato Edizioni - Giorgio Folassi
L’arte di Stefano Catalini svolge sempre il problema da un aspeto concetuale, astrato, ma
sempre al di sopra di tuto, di atualità esistenziale, avvicinandosi alla rappresentazione della
scena, sia dal punto di vista della confgurazione pitorica, sia da quello del contesto espresso
per mezzo di essa. L’arte ha il dovere di essere tale e lo è quando antcipa ed esalta i problemi
della società e della storia. L’artsta non poteva scegliere che questo stle, questo modo di
comunicazione per un momento tanto importante per la civiltà: Wall, parete, muro,
frammento. Il contenuto è signifcatvo. Ma non c’è una posizione politca, né etca, c’è la
scelta obbligata dell’artsta che osserva gli atori della tragedia dal fondo della platea, non sale
alla ribalta, non prende parte alla rissa, ma corre nello studio a riversare sulla tela emozioni,
sentment, accelerazioni, e sopratuto verità, quella sotntesa, quella nascosta, quella da lui
artsta sentta salire dal profondo dell’animo. Non poteva che scegliere la formula astrata per
comunicare questa linea importante: l’astrato di un colore corroso da un sole che ne ha
disperso le linee e le forme. Eppure c’è sempre una parte alta del quadro staccata in modo
preciso, magari monocolore, ad indicare una apertura o una fne, a indicare una speranza o un
blocco totale. Ci fa piacere, ed è da osservare con fede, questa piccola parte del quadro,
perchè ha una impostazione diversa, annuncia una resistenza, una possibilità di allargamento,
di dilatazione, è la fede dell’uomo che si solleva al di sopra cercando se stesso nella luce della
verità e di un intma civiltà. Rimane sotostante la vasta parete. Spogliata dei suoi ornament,
dei suoi mascherament, l’umanità divisa grida le sue verità. La corrosione è visibile, è
rappresentata dalla pennellata e della gestualità pensosa dell’artsta, ma ha anche una nascita
fata di pietre e pregiudizi, di calce e di rancori, di cemento e di paure, muro o parete trata su
da operatori sospetosi, violent. La materia si trasforma con il tempo in modo diverso e tant
fatori possono incidere sul processo di mutazione. Così anche la vita si trasforma con un
cambiamento che è determinato tanto da ciò che siamo tanto da ciò che ci succede. Alla luce
di queste considerazioni, nella visione degli accadiment di oggi, nei loro rifessi personali o di
massa, la pitura di Stefano Catalini non ha più vincoli di astrazione, diviene enormemente
facile e chiara. Il messaggio è dipinto con colori e tant piccoli segni. L’osservatore lo ascolta
nel silenzio della sua oscura intmità. Lo giustfca o lo smentsce, vi si accartoccia o se ne
libera, lo dimentca o lo ricorda. L’artsta non suggerisce né rimedi, né panacee, pone il
problema, e con questo fa veramente della vera Arte.
Milano, novembre 2017


Galleria Zerouno - Anna Soricano
Con Stefano Catalini l’arte nasce dal vissuto, dai ricordi anche dell’infanzia.
Afdando un elevato valore tatle alle sue opere l’artsta evidenzia come azione e materia
siano element fondamentali per la comprensione . La materia è, in fondo, una forma di vita
che, con discrezione e pulizia, diviene protagonista delle opere, mai invadente, in punta di
piedi sembra danzare sulle opere come mezze punte a teatro. Partendo dal principio secondo
cui l’opera si costruisce con il tato si assiste a studi cromatci, ripartzioni visive e campiture di
grande impato sia visivo che tatle. Con le opere di Catalini si assiste ad una completezza tra il
tato e la vista, in una scoperta contnua dell’opera d’arte che diviene un mondo da esplorare
in una danza gestuale sapiente e matura.
Barleta, novembre 2017


Maja Desnuda - Silvia Arfelli
Artcolandosi lungo una diretrice ben struturata dal punto di vista progetuale ognuna delle
composizioni di Catalini tende ad aprire squarci narratvi che superano i vincoli semantci della
rappresentazione e che tutavia si evidenziano con i gest comunicatvi e signifcant, i canoni
estetci dell’artsta non sono certamente trasversivi bensì solidamente ancorat a quella
tradizione informale ormai storica che avendo superato la fgurazione naturalista ha aperto
nuovi percorsi artstci basat sulla visionarietà cromatca e sul dinamismo spaziale, ribaltando
nel gesto pitorico un’interiorità solo esprimibile in simbologie segniche. Questo artsta apre
spazi luminosi di materia pitorica che si presta a una rappresentazione a una tensione, la
stesura si presenta corrugata e pastosa esplosiva nei trat net ma sensibile ed ariosa negli
incontri dialetci fra le cromie primarie e il nero più profondo. La pastosità che si deposita
sulle superfci della tela rivela intrigant potenzialità interpretatve e se si osserva la qualità
illusionistca dei grumi di colore è possibile leggere una sorta di scritura emergente dal buio
con un’atesa di un’alba che porta con se come si sa i messaggi onirici più rilevatori, come si
può scrivere sul muro che è il ttolo per l’appunto dell’opera, qui il segno pitorico si esalta in
una gestualità espansiva e in una spinta istntuale controllata dal rigoroso impaginato spaziale
che ogni volta si ripropone diverso in una nuova enunciazione cromatca e narratva. La
pienezza visiva di queste composizioni annuncia la complessità psicologica di un artsta capace
di districarsi nelle profondità più irraggiungibili dell’introspezione e tutavia guidato da una
ragione passionale che si traduce nella sequenza di una tecnica esecutva esercitata con mano
ferma e capace di predisporre consapevolmente i risultat visivi che vuole otenere. La grafa
pitorica di Stefano Catalini può anche essere leta come l’intreccio di un automatsmo psichico
modellato sull’ideazione struturale studiata la quale è poi il tato visivo che segna la cifra
stlistca e la riconoscibilità dell’artsta. Tutavia le sue ragioni espressive corrispondono anche
ad un personalissime rifuto delle geometrie mentali precosttuite preferendo l’opzione
liberatoria di un’estetca personale che si basa sull’equilibrio compositvo come valore in se e
nella precisione organizzata dello spazio visibile tratenendo la sua creatvità nel cadere in
simbologie arcane o in quelle elucrubazioni intelletualistche che hanno sovente appannato
l’atendibilità dei teorici della fgurazione.
Forlì, dicembre 2017


Arttalia Edizioni - Roberto Perdicaro
La materia e il segno diventano gli element fondamentali su cui Stefano Catalini innesta la sua
ricerca artstca, che si risolve in un processo comunicatvo di forte e appassionata espressività.
Egli realizza evocazioni paesaggistche e rappresentatve atraverso un’astrazione formale che
si fa linguaggio estetco di sensibile suggestone. L’aspeto polimaterico dà corposità e crea una
modulazione struturale che si arricchisce di un cromatsmo denso e concreto. Si viene a
comporre un gioco di rapport tonali e campiture di colori che determinano corrispondernze e
nessi. I segni si traducono in tracce, in un’intuizione narratva spontanea, allusiva di una realtà
liberamente rileta e interpretata, con la consapevolezza di comporre un processo di tpo
poetco oltre che estetco. Si realizza così una sorta di metafora naturalistca, concretzzata in
immagini interiorizzate e sensibilmente risolte.
Varese, novembre 2018


Il Convivio - Enza Conti
Le tre opere Frammento - muro, Pseudomuro e Rosso Pompei ci fanno immergere nel-l’arte
contemporanea, un linguaggio che indaga sulle espressioni emozionali e afda il ruolo
principale al gesto del dipingere, un ato che osserva e stende sul piano, sia esso composto da
tela o da legno, emozioni fate di cromia. In Stefano Catalini c’é lo studio del rapporto lucespazio
con l’azione artstca che si avvale di linee e di segni, i quali atraverso un’astrazione
formale creano immagini che nascono dalla presa di coscienza del presente, una complessa
ricerca che trascende il fenomeno formale, in quanto l’arte nella sua interezza è ricerca
creatvo-estetca. In Frammento - muro l’osservatoresi immerge nella dimensione
spazio/tempo; il bianco che racchiude la parte centrale dell’opera, richiama all’essenza di una
nuova conoscenza, quale simbolo del mondo visibile. La ricerca dell’espressività in una ultra
dimensione, difat, si riscontra anche in Pseudomuro e Rosso Pompei, dove i grandi trat
lineari ofrono un’ampia spazialità.
Nelle opere di Catalini troviamo forme astrate e reminiscenze naturali, opere originali che
evidenziano una forza generatrice che prende vita espressiva nel colore; il suo linguaggio si
caraterizza per il modo con cui egli trasforma la superfcie. La sua maniera di concepire l’arte
ci rimanda ad Umberto Eco il quale aferma che “l’arte astrata dà la possibilità ad una serie di
leture a seguito dei diversi moment all’interno dell’opera” e ci lascia concludere che in
Frammento - muro, Pseudomuro e Rosso Pompei non c’é statcità in quanto ogni campitura
cromatca sembra seguire la traslazione flosofca del reale.
Castgllione di Sicilia (CT), marzo 2019


Centro Accademico Maison dell’art, Padova - Carla d’Aquino Mineo
Il rosso pompeiano vive una dinamica struturale nell’illusione otca e nel ritmo compositvo
che si distacca con forza cromatca dalle rugose pieghe della materia, tra i bianchi screziat ed i
grigi polverosi per inoltrarsi con una compatezza dell’immagine in un’ignota dimensione
nell’evasione dello spirito e trascendere la materia in onirica e magica formulazione astrata
per un nuovo linguaggio d’arte.
ROSSO POMPEI 2017 - tecnica mista su tela - cm. 60 x 50
Padova, giugno 2019


La trama pitorica svela nella chiarezza un rigore geometrico ed un equilibrio formale nel
costruto compositvo, mentre concorre la luminosità dei colori in armonico accordo, unit
nella trasparenza al frammento di muro in patna d’antco, rivelando la porosità della materia
screziata ed incisa, come metafora di una spazialità vissuta nel tempo, in cui l’intervento
creatvo determina un senso atemporale e neo-plastco, atraverso una nuova analisi
concetuale per un inedito flone d’arte.
FRAMMENTO - MURO, 2015 - tecnica mista su legno - 50 x 45
Padova, giugno 2019


Claudio Nalli
“T”
“Non si sogna profondamente con degli ogget.
Per sognare profondamente bisogna sognare con della materia”
(G. Bachelard)
“T”come Texture. “T” come Trama. “T” come Tessitura. “T” come Terra. “T” come Tato. “T”
come Tensione di superfcie. “T” come: <<Tuto è per tut, in tut i punt, in tut i luoghi, in
tut i moment del tempo […]” (G. Bruno). La materia non è mai solo “materia bruta”; la
superfcie non è mai “superfciale”; la texture non è semplice rivestmento o involucro.
L’assunto dal quale partre è questo.
Tute le cose hanno una volontà intrinseca, un’energia, un conatus ed una voluptas che le
spinge a voler essere, a sviluppare una potenza di essere, e tanto più le cose perseverano nel
loro sforzo “ad essere”, accrescendo la loro potenza necessitata, tanto più sono liete,
esprimono letzia e difondono letzia tra gli ent, come è nella natura della Sostanza; la loro
voluptas, tra l’altro, si dispiega, anzi vuol dispiegarsi, proprio qui in Terra, con efet concret e,
potremmo dire, “tangibili”. (B. Spinoza, Etca)
Aggiungo ai due grandi flosof appena citat il nostro grandissimo e amatssimo Giacomo
Leopardi il quale alla pagina 4253 (numerazione originale) del suo Zibaldone di pensieri dice
espressamente che la materia “pensa” e “sente”, e se noi non lo riconosciamo apertamente è
solo perché non sappiamo pressoché nulla del suo modo di essere e agire.
Tornando a Spinoza, e interpretando un po’ “l’eretco” Spinoza, vorrei dire che “le cose”
(intendendo con tale sintagma le stesse cose sulle quali rifeteva il nostro Giacomo) vogliono
essere esaltate, vogliono essere difuse, vogliono essere messe in relazione le une con le altre;
tut gli ent vogliono incontrarsi. Tute le cose, anche le più banali, vogliono essere riconosciute,
ri-unite e ri-create per non essere disperse. E allora la Materia, che “sente” la
presenza del creatore, che percepisce l’artsta, o lo sciamano (E. Morin, Sull’Estetca), lo
richiama a sé il creatore, lo atrae, con metodi apparentemente difcili da capire e da
razionalizzare, lo avvicina con serendipità, con sinestesie, con improvvise apofenie e con
facoltà empatche, aprendogli Le porte della percezione (W. Blake) che consentono di superare
la “tensione superfciale”. A questo punto, superata spinozianamente la distnzione cartesiana
tra Res, nascono le misteriose topologie emotve, la spontanea cartografa epidermica, le
mappe tatli, la geografa mnestca handmade e, in sintesi, tuto il tessuto narratvo che
caraterizza l’importante opera artstca di Stefano Catalini collocandola su un registro
linguistco di elevato livello.
Le opere in mostra rappresentano punt nello spazio di un “atlante empatco” autobiografco
che le odierne neuroscienze non avrebbero difcoltà a supportare o addritura a prendere
come esempio per dimostrare i risultat del Brain imaging. Brevemente, perché in tal sede non
è possibile illustrare tute le corrispondenze tra l’arte materica-informale e le neuroscienze
(compito della neuroestetca), vorrei citare alcuni argoment chiave che se sviluppat possono
far ben intendere lo straordinario rapporto che intercorre tra l’uomo, il suo ambiente e l’arte: i
neuroni specchio (Rizzolat, 1995), l’embodied simulaton (Mallgrave, 2016), l’intelligenza
emotva (Goleman, 1999), gli schemi top-down e botom-up del cervello (Pankseep, 2012);
l’importanza fondamentale del senso del tato e della pelle (Montagu, 1971; McLuhan, 1962);
l’incredibile seletvità e specializzazione delle cellule neuronali (Zeki, 1999). Le cosiddete
neuroscienze sono molto interessate all’arte perché riconoscono in essa e ad essa, fn dalle
origini preistoriche, maggiori potenzialità di simulare l’invarianza del mondo esperito
quotdianamente rispeto ad altre euristche consolidate e, di conseguenza, le migliori
possibilità di ofrire all’uomo modalità-struture di adatamento e di evoluzione portabili,
retcolari ed ecosostenibili. Da ciò se ne deve dedurre senza indugio che le art, e in partcolare
le art che sviluppano la cultura maker-laboratoriale, devono tornare al centro dell’educazione
e della formazione delle nuove generazioni che rischiano di essere deviate da forme di
neotribalizzazione esclusivamente virtuali.
Macerata, agosto 2019

L'artista, Stefano Catalini, accetta opere su commissione riguardanti la ritrattistica e la personalizzazione di opere.

Informativa sui cookie
Questo sito utilizza i cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Usando il nostro servizio accetti l'impiego di cookie in accordo con la nostra cookie Privacy Policy.