Sintesi di un'onda
Sculture su ali di sogno per volare
Pierluigi Concheri è nato a Desenzano del Garda (Brescia) nel 1944 in un luogo dove l’acqua ed il vento erano i padroni assoluti. Sin da piccolo è stato attratto dal disegno (a quei tempi si disegnava su qualsiasi pezzo di carta capitasse sotto mano) e si impegnava a creare piccoli manufatti con pezzi di legno raccolti ovunque (anche sulle rive del lago) lavorandoli sotto la volta del grande portico della casa dei nonni. Da giovane ha frequentato prima l’Avviamento Industriale e poi l’I.T.I.S. Benedetto Castelli conseguendo il diploma di Perito Tecnico. La passione per l’arte però ha subito bussato prepotentemente alla porta facendosi sentire. Non ancora ventenne sono iniziati i primi lavori sia nel campo della pittura che della grafica dimostrando grande capacità. A breve è iniziata anche l’esperienza scultorea, prima con piccoli manufatti e poi con opere sempre più impegnative. Ventisettenne ha iniziato una “Via Crucis” per la chiesa di S. Girolamo a Padova (opera poi non portata a termine della quale comunque sono stati fusi in bronzo otto pannelli di altrettante stazioni). Autodidatta, come altri scultori di quegli anni, ha proseguito con fierezza e dignità non piegandosi a mode e lusinghe sperimentando nuove vie e nuovi materiali supportato anche da una notevole sua manualità. Ha vinto numerosi premi. Sue opere si possono ammirare presso privati come in luoghi pubblici. Tra le tante:
NATURA IN LIBERTA’ - scultura in pietra di Sarnico presso la frazione Pontasio del comune di Pisogne.
CITTA’ FERITA – grande scultura in legno creata per commemorare il 40° anniversario della strage di Piazza della Loggia posta presso la sede dell’ACLI Provinciale di Brescia
COLUI CHE HA DATO TUTTO PER NOI – crocifisso ligneo collocato presso la Chiesa di S. Giovanna Antida - Parrocchia della Torricella – Brescia
NIKOLAJEWKA – grande scultura lignea realizzata per commemorare il 75° anniversario della battaglia di Nikolajewka posta nell’omonima scuola.
Busto in bronzo del pittore bresciano Martino Dolci posto nel museo a lui dedicato.
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Sculptures on dream wings to fly
Pierluigi Concheri was born in Desenzano del Garda (Brescia) in 1944 in a place where water and wind were the absolute masters. From an early age he was attracted to drawing (in those days he drew on any piece of paper that came to hand) and he undertook to create small artifacts with pieces of wood collected everywhere (even on the shores of the lake) working them under the vault of the large portico of the grandparents' house. As a young man he first attended the Industrial Start-up and then the I.T.I.S. Benedetto Castelli obtaining the diploma of Technical Expert. The passion for art, however, immediately knocked forcefully on the door making itself heard. Not yet twenty, the first works both in the field of painting and graphics began, demonstrating great ability. The sculptural experience also began shortly, first with small artifacts and then with increasingly demanding works. At the age of twenty-seven he began a "Via Crucis" for the church of S. Girolamo in Padua (a work that was never completed, however eight panels of as many stations were cast in bronze). Self-taught, like other sculptors of those years, he continued with pride and dignity not bowing to fashions and flattery, experimenting with new ways and new materials also supported by his remarkable dexterity. He has won numerous awards. Works by him can be admired in both private and public places. Among many:
NATURE IN FREEDOM - sculpture in Sarnico stone in the Pontasio district of the municipality of Pisogne.
WOUNDED CITY – large wooden sculpture created to commemorate the 40th anniversary of the massacre in Piazza della Loggia placed at the headquarters of the Provincial ACLI of Brescia
THE ONE WHO GAVE EVERYTHING FOR US – wooden crucifix located in the Church of S. Giovanna Antide - Parish of Torricella – Brescia
NIKOLAJEWKA – large wooden sculpture made to commemorate the 75th anniversary of the battle of Nikolajewka placed in the homonymous school.
Bronze bust of the Brescian painter Martino Dolci placed in the museum dedicated to him.
1965 Collettiva Brigata Alpina
“CADORE” – Belluno
1966 Collettiva IV Corpo Armata Alpino
4° premio grafica - Bolzano
1973 Premio internazionale “Varese
Arte
1974 Mostra piccolo quadro U.C.A.I. –
Brescia
1975 Triennale Arte Sacra – Desenzano
del Garda (Brescia)
1975 Galleria 3 Archi – Ospitaletto (Brescia)
1976 “Città di Desenzano del Garda –
Mondo
1979 Collettiva “Un quadro per tutti”
Galleria 3 Archi Ospitaletto (Brescia)
1979 Gran Premio d’ Europa L’ Antenna
d’oro ‘79 6° premio scultura –
Stradella (Alessandria)
Maggio 1981 Triennale Arte Sacra –
Desenzano del Garda (Brescia)
1984 Triennale Arte Sacra – Desenzano
del Garda (Brescia)
1995 Collettiva Arte & Lago –
Chiesa dei Disciplini - Sale Marasino
(Brescia)
1995 Collettiva presso Marina Militare
di Ancona – Ancona
1995 Collettiva Città di Corinaldo –
Corinaldo (Ancona)
1996 Collettiva Arte – Cologno Monzese
(Milano)
1996 Maggio Brenese 1° premio scultura
– Breno (Brescia)
1997 Maggio Brenese 3° premio scultura
– Breno (Brescia)
1997 Premio d’Arte Nazionale 1° premio
scultura - Darfo (Brescia)
1998 Premio d’Arte Nazionale 1° premio
scultura - Darfo (Brescia)
1998 Brenese 1° premio scultura –
Breno (Brescia)
1998 Natale Brenese 1° premio scultura
– Breno (Brescia)
2000 Collettiva “L’Arte Camuna e la
sua provincia - Pisogne (Brescia)
2000 Mostra mercato Pisogne esecuzione
scultura per frazione Pontasio “NATURA IN LIBERTA’” Pisogne (Brescia)
2002 Maggio Brenese 4° premio scultura
– Breno (Brescia)
2003 Maggio Brenese segnalato scultura
premio alla carriera Breno (Brescia)
2004 Maggio Brenese 3° premio scultura
Breno (Brescia)
2004 Mostra Mercato REBELOT eseguito
scultura - Gardone val Trompia
(Brescia)
2004 Personale Ex Biblioteca Comunale
Padenghe- Padenghe del Garda (Brescia)
2005 Maggio Brenese 2° premio scultura
– Breno (Brescia)
2006 Maggio Brenese 4° premio scultura
– Breno (Brescia)
2007 Maggio Brenese partecipato
grafica – Breno (Brescia)
2009-2010
Fondazione Cogeme Onlus – Pieve Urago Mella (Brescia) - Palazzolo
sull’Oglio- Castegnato –
S. Pietro in Lamosa- Trenzano – Iseo
2010 Maggio Brenese segnalato grafica
–Breno (Brescia)
2011 Collettiva itinerante
2012 CREAZIONE ed ECOLOGIA –
Collettiva Comune di Camignone (Brescia)
2013 LA GENTE CHI DICE CHE IO SIA –
Collettiva Arte Sacra – Camignone (Brescia)
2014 Cent’Art mostra collettiva di
arte sacra – Pieve di Urago Mella – Brescia
2014 L’ARTE DELLA MEMORIA Raccontare
Piazza della Loggia 40 anni dopo – Pieve di Urago Mella
e Salone Vanvitelliano Comune
di Brescia
2015 Collettiva di arte contemporanea
- Pieve di Urago Mella – Brescia
2015 MAGNIFICAT Mostra d’arti visive
in omaggio alla Vergine Maria – Camignone (Brescia)
2017 Biennale d’Arte Contemporanea di
Massa e Montignoso
2017 Collettiva di arte contemporanea
“ANGELI” – Pieve di Urago Mella – Brescia
2018 Mostra Artisti Bresciani
“Nikolajewka, il cerchio spezzato” – Pieve di Urago Mella – Brescia
2018 Biennale Lake Como – Palazzo
Gallio -Gravedona ed Uniti (Como)
2018 Collettiva Maestri Contemporanei
– Cà dei Carraresi - Treviso
2018 Collettiva INARTE Casa Cava –
Matera
2018 Collettiva “PACE E AMORE” –
Grande Moschea di Roma - Roma
2018 Collettiva “IO E GLI ALTRI” –
Palazzo Bertazzoli - Bagnolo Mella (Brescia)
2018 Collettiva “Natale con gli
Artisti” – Pieve di Urago Mella – Brescia
2019 Collettiva “INFINITY ACCADEMY” –
Palazzo Ducale - Sabbioneta (Mantova)
2019 Collettiva “OLTRE” – Palazzo
Bertazzoli – Bagnolo Mella (Brescia)
2020 Collettiva “INFINITY ACCADEMY” – Chiesa S. Maria
dei Laici - Gubbio
1970 Personale ENAL – Padova
1971 Personale Galleria S. Marco –
Brescia
1973 Personale Galleria S. Gaspare –
Brescia
1975 Personale Galleria del Carro –
Brescia
1976 Personale Galleria Andromeda -
Viareggio
2004 Personale Ex Biblioteca Comunale
Padenghe - Padenghe del Garda (Brescia)
2016 Mostra personale Pieve di Urago
Mella – Brescia
Le forme, misteriosamente uscite dalle sue mani,
rimandano a tutti i segreti del laboratorio, ove lo scultore, impolverato,
arruffato artigiano, impreca e maledice la materia che non vuole aggiogarsi
all’impresa. Tutti gli scultori brontolano e bofonchiano contro marmi troppo
duri o legni troppo storti e fibrosi. Ma appena prima di affrontarli, come per
vincere le loro durezze, li accarezzano, quasi fossero corpi vivi, lusingandone
le vene, scrutandone i toni dei colori, ammirandone i segni innati con cui sono
stati chissà dove formati. Così fa Pierluigi Concheri, nel suo antro pieno di
ferri e arnesi, preferendo la ruvida fatica al tocco leggero dei pittori di
tela. Da questi materiali ritrosi e insensibili escono (e l’artista non ti dirà
mai come) morbidezze straordinariamente vive, che fluiscono in onde, curve al
limite del volo, incavi che morbidamente affondano in oceani di leggerezza o improvvisi
vuoti, come gorghi che contrastano la superficie. La scultura di Concheri è
elegantissima, raffinata, delicata: vorrebbe quasi farsi toccare, per sentirne,
con la punta delle dita, la finezza dei lineamenti, la grazia dei movimenti. Le
sue superfici sono la pelle liscia e preziosa di una donna di gran classe, un
poco altezzosa, consapevole della sua bellezza. Si potrebbe credere che la
varietà delle forme siano come il curioso scorrere di mutevoli umori, il
variare improvviso del carattere di questa dama, difficile e capricciosa,
incostante e volubile. Ma la chiarezza del disegno, l’armonia degli spazi
segnati, la sintesi delle forme, chiama ad altra conclusione, più meditata e
vera. Concheri rincorre, senza dichiararlo sfacciatamente, ma conservandolo in
sé, quasi fosse segreto da scoprire, un intimo desiderio di umiltà, senza
nessun compiacimento, senza nessun rispecchiamento, derivante solo da una
naturale tendenza, da un innato carattere, che volge involontariamente ad una
semplicità essenziale, primigenia, nativa. Cadono allora gli ultimi pudori e
d’improvviso chiodi e suture intersecano l’onda del racconto: sono ferite che
dimostrano una sofferenza inaspettata, cuciture che aspirano a riunire ciò che
è stato ingiustamente separato. Sulle innalzate impalcature del dolore, ove
talvolta il colore naturale del legno si tramuta in rosso, non cede tuttavia
l’innata semplicità, che tutto lenisce e riconduce alla speranza, in elevate
fughe morbide e sottili, trascinate dalla purezza. Roberto Paderno
Pierluigi
Concheri, scultore del vento il cui pensiero si concretizza nel legno, nel
marmo, nei metalli. Le sue emozioni, i suoi ricordi vengono da lui
rappresentati in una sognante realtà tangibilmente resa concreta dai materiali:
la materia immortala i suoi percorsi di ricordo, sogno, fatica, polvere,
conflittualità, esperienze di vita. La ricerca di libertà spirituale ed emotiva
è immortalata nel “volo” rappresentato da vibranti, eteree idealizzate e nel
contempo materiche ali: perché ognuno di noi ha un paio di ali ma solo chi
sogna impara a volare. Le opere sono collegate da un sottile filo che sa
condurre a morbide malinconie, ad aneliti di gioia, a cupi momenti di scoraggiato
dolore, a lampi di luce. Poi lo sguardo viene inondato dalla dolcezza e dalla
naturalezza con cui l’artista gioca, si confonde, plasma i materiali più vivi
della natura: il legno con le sue sfumature, i suoi concentrici labirinti di
nervature i toni sempre e solo caldi donatigli dalla vita, i marmi, le rocce, i
cristalli abilmente modellati, levigati, lucidati in modo che esprimano tutta
la meraviglia della loro storia divenendo specchio della storia stessa
dell’Artista. Così è Pierluigi Concheri: maestro di congiunzione tra immagine
ed immaginario, tra ricordi e sogno.
Silvia Marzari
Faini
Pierluigi
Concheri, IL FASCINO DEL CLASSICISMO NELLA SCULTURA MODERNA
La scultura
come forma d’arte ha sempre un suo fascino. Pensiamo alle sculture classiche
interpreti del concetto filosofico di bellezza; alle botteghe rinascimentali
dove artigiani della materia, con svariati strumenti spesso anche poco
raffinati, creavano opere destinate a rimanere poi nel tempo, simbolo di
un’epoca, espressione della società e del suo modo di pensare e vivere l’arte.
Vasari, pittore, architetto e storico dell’arte rinascimentale, nella sua opera
storiografica “Le vite dei più eccellenti pittori scultori e architetti”
definiva la scultura quella forma d’arte che, levando il superfluo dalla
materia, la riduce a forma di corpo secondo l’idea pensata dal suo artefice.
Anche per Michelangelo la figura era prigioniera della materia, così come per
Platone l’anima era prigioniera del corpo, e proprio la scultura ne lasciava
venire fuori la forma scoprendo gradatamente il soggetto. Negli anni le
tecniche si sono evolute, è cambiato l’approccio dell’artigiano-artista nel confronto
di tale forma d’arte, sono cambiati i materiali, e anche il modo di pensare la
scultura. Pierluigi Concheri è uno scultore contemporaneo che
combina antico e moderno in un linguaggio artistico personale in cui l’opera
astratta nell’aspetto formale conserva il realismo del suo significato,
Creatività e abilità manuale caratterizzano il suo lavoro. Curioso verso tutti
quei materiali che la natura offre, prende l’ispirazione da essa, per studiare
successivamente ed apprendere le tecniche per lavorarli. Comincia la ricerca e
l’assemblaggio dei pezzi. Il disegno, uno schizzo su un qualsiasi pezzo di
carta per appuntare le proprie riflessioni, lo studio delle proporzioni, dei
volumi, delle ombre. Ma prima di tutto questo l’intuito, la necessità di
seguire le proprie sensazioni. La creazione di una scultura, l’assemblaggio dei
materiali che prendono così forma è per Pierluigi Concheri bisogno di dare
corpo e anima alla materia. L’artista trasmette nella scultura ciò che sente. “La
scultura-dice- è una strana alchimia di sensazioni, emozioni, ricordi,
ripensamenti, intimi conflitti sudore, fatica e polvere; anche dolore”.
Plasmando e modellando legno, marmo e metallo Concheri genera forme
caratterizzate da un’alternanza di pieni e di vuoti, sulle quali agisce il
tempo, entra la luce e il soffio del vento sembra posare il suo respiro.
Pierluigi Concheri fonde classicismo e innovazione nelle sue creazioni
artistiche. Dal minimalismo formale che rasenta la stilizzazione dell’immagine
si sprigiona l’energia del movimento sia nelle sculture imponenti di grandi
dimensioni, che nei pezzi più piccoli da poter adattare a diversi ambienti.
L’artista coglie l’essenza della materia personalizzandola in una immagine
capace di evocare sensazioni. La più grande ricompensa per un artista infatti è
quella di riuscire a comunicare attraverso le proprie opere suscitando emozioni
in chi le osserva. Roberta Filippi
Pierluigi
Concheri, Natura gestuale
Una delle
qualità più pregevoli che può connotare l’attività artistica di uno scultore, o
anche di un pittore, è quella di riuscire a far coincidere la propria opera con
la realtà che lo circonda e, dunque, comunicare attraverso di essa il proprio
retroterra e il proprio esistente.
Pierluigi Concheri è un artista di Desenzano del Garda e per tutta la
vita si è lasciato ispirare dall’azione erosiva dell’acqua e del vento che
sulle rive del lago da sempre plasma gli oggetti con forme espressive.
Formatosi come autodidatta Concheri ha saputo trovare una propria estetica
guardando a questa azione naturale, cercando di capirne le dinamiche, i
movimenti e, soprattutto, la poetica. Nei secoli uno degli obbiettivi
principali del fare artistico è stato sempre quello della mimesi, ovvero
dell’imitazione della natura: anche quella di Pierluigi Concheri può essere
definita, senza dubbio, un’ opera
mimetica, la quale però cerca di imitare la natura non nelle sue forme
sensibili, ma proprio nelle sue azioni e nei suoi processi trasformativi. E’
un’indagine profonda quella dello scultore desenzanese per cui il gesto
dell’artista si sovrappone perfettamente all’opera della natura. Bisogna
tuttavia specificare che tale azione non è assolutamente pedissequa e che
Concheri sa governare l’azione naturale plasmandola a seconda delle proprie
esigenze estetiche. Così è possibile trovare sempre diversi punti e stimoli
nell’analisi delle sculture di Concheri, anche perché la sua produzione svaria
nell’uso di diversi materiali (legno, marmo, metallo). In opere come “Giungo da
te”, “Forma primigenia” o “White wind” l’artista sembra, simbolicamente,
lasciare carta bianca al vento e all’acqua nella creazione di strutture
equilibrate ed armoniose in un’estetica informale carica di valori generativi
primordiali. In altre creazioni si sente maggiormente la volontà antropica di
riprodurre sì il processo naturale, ma di modellarlo secondo istanze estetiche
più geometriche quasi meccanomorfe per paradosso (“L’albero dei suoni o della
musica”, “E’ una lunga storia”, “Blue dream”). In altre opere, infine, Concheri
gioca con gli elementi della natura, trasformando quelli che potrebbero essere
dei legni trovati sulla riva del lago in figure femminili (“Lady G”) o in città
stilizzate (la serie degli “Spazi condivisi”).
F.G.
Questo artista accetta opere su commissione.