La tua luce
Caposcuola del “MAGMATISMO” internazionale ha rappresentato l’Italia al congresso delle Nazioni Unite per la protezione del Mediterraneo organizzato dall’Ammiraglio Roberto Patruno, Direttore Generale della REMPEC
(25Aprile 2005)
Biennale Internazionale di Malta
(26 Maggio - 1Ottobre 2005)
Padiglione Italiano rappresentato dal gruppo del Magmatismo
Vincenzo Napolitano nasce a Vittoria in provincia di Ragusa il 30 Agosto 1955.
Frequenta l’Istituto d’Arte di Comiso, conseguendo nel 1971 il diploma di Maestro d’Arte, nel 1998 il diploma di Liceo Artistico e nel 1999 la Laurea in “Sezione Decorazione” presso l’Accademia delle Belle Arti di Agrigento.
Nel 2000 crea una poetica pittorica” Magmatismo” di cui è il caposcuola
Dal 2000 al 2002 insegna Pittura e Tecniche pittoriche presso l’Accademia delle Belle Arti di Ragusa “Mediterranea”
Nel 2005 la casa Editrice Giorgio Mondadori dedica la prima monografia con la curatela di Vittorio Sgarbi, Paolo Levi e Giorgio Guastella. La monografia fa parte della Collana Mondadori e racchiude tutte le opere dal 2001 al 2004.
Nel 2006 è tra i 99 Artisti scelti da Vittorio Sgarbi per il volume “I Giudizi di Sgarbi “ edito dalla Giorgio Mondadori.
Nel 2007 viene pubblicata la seconda monografia edita dalla “San Giorgio Arte Investimenti”
Nel 2010 forma il Gruppo MAP 13 assieme agli artisti Stefano Fanara ed Eliana Re
Nel 2011 viene pubblicata la terza monografia edita dal “ Centro Diffusione Arte”
Ha esposto in numerosi paesi e le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private
Sue opere si trovano in Italia,Venezuela, U.S.A., Canada,Romania, Germania e Malta.
Nel 1994 è il vincitore del Festival di Sanremo “Medaglia d’Argento Presidente della Repubblica”
Nel 1995 rappresenta l’Italia all’Eurofestival di Pittura a Parigi
Nel 1995 rappresenta l’italia al Mondialfestival di Pittura a Tokio
Nel 2005 ha rappresentato l’Italia alla Conferenza delle Nazioni Unite per la protezione del Mediterraneo organizzato dall’Ammiraglio Roberto Patruno, Direttore Generale di REMPEC
Di lui hanno scritto: V. Sgarbi, P. Levi, R.Guttuso, G.Bufalino, B.Brancato, C. Randazzo, G. Capuzzo, Bellati, D’Attanasio etc.
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Leader of international "MAGMATISM", she represented Italy at the United Nations congress for the protection of the Mediterranean organized by Admiral Roberto Patruno, Director General of REMPEC
(April 25, 2005)
Malta International Biennial
(26 May - 1 October 2005)
Italian Pavilion represented by the Magmatism group
Vincenzo Napolitano was born in Vittoria in the province of Ragusa on August 30, 1955.
He attended the Art Institute of Comiso, obtaining in 1971 the diploma of Master of Art, in 1998 the diploma of Art School and in 1999 the Degree in "Decoration Section" at the Academy of Fine Arts in Agrigento.
In 2000 he created a pictorial poetics "Magmatism" of which he is the leader
From 2000 to 2002 he taught Painting and Pictorial Techniques at the "Mediterranea" Academy of Fine Arts in Ragusa
In 2005 the Giorgio Mondadori publishing house dedicated the first monograph with the curatorship of Vittorio Sgarbi, Paolo Levi and Giorgio Guastella. The monograph is part of the Mondadori series and contains all the works from 2001 to 2004.
In 2006 he was among the 99 Artists chosen by Vittorio Sgarbi for the volume "I Giudizi di Sgarbi" published by Giorgio Mondadori.
In 2007 the second monograph was published by "San Giorgio Arte Investimenti"
In 2010 he formed the MAP 13 Group together with the artists Stefano Fanara and Eliana Re
In 2011 the third monograph was published by the "Centro Diffusione Arte"
He has exhibited in numerous countries and his works are part of important public and private collections
Works by him can be found in Italy, Venezuela, the U.S.A., Canada, Romania, Germany and Malta.
In 1994 he was the winner of the Sanremo Festival "Silver Medal President of the Republic"
In 1995 he represented Italy at the Eurovision Painting Festival in Paris
In 1995 he represented Italy at the World Painting Festival in Tokyo
In 2005 he represented Italy at the United Nations Conference for the Protection of the Mediterranean organized by Admiral Roberto Patruno, Director General of REMPEC
The following wrote about him: V. Sgarbi, P. Levi, R. Guttuso, G. Bufalino, B. Brancato, C. Randazzo, G. Capuzzo, Bellati, D'Attanasio etc.
- 2018 Collettiva a Comiso omaggio a “F.Giombarresi” Castello Aragonese
- 2018 Collettiva a Ragusa “Ibla Generation “ Centro Aggregazione Culturale
- 2018 Collettiva a Vittoria “Non alzare le mani “ Sala delle Capriate
- 2018 Collettiva Sala Espositiva Comunale Vittoria
- 2019 Collettiva Centro Agregazione Ragusa “Eventi Iblei “
- 2019 Collettiva Arteinsieme Comiso Castello dei Principi di Biscari “ Fermentum “
- 2019 Collettiva Art in the World sala espositiva Art Gallery Roma
- 2019 Collettiva Palazzo Grimaldi Modica “ La meraviglia delle nuvole “ Arteinsieme Comiso
- 2020 Collettiva Ars Iblea Galleria Arcadia Naviglio Grande Milano
- 2020 Collettiva Galleria Area Contesa Roma via Margutta
- 2020 Collettiva d’Arte sala espositiva Palazzo La Rocca Ragusa Ibla
- 2020 Collettiva d’Arte Sala espositiva Palazzo Fidone Comiso
- 2020 Collettiva d’Arte Castello dei Principi di Biscari Acate
- 2021 Collettiva d’Arte Palazzo Fidone Arteinsieme Comiso
- 2021 Collettiva d’Arte Galleria d’Arte Xante Battaglia Gioia Tauro
- 2020 Collettiva d’arte a Ragusa Ibla sala espositiva Palazzo La Rocca
- 2020 Collettiva d’arte ( ARTEINSIEME COMISO) Palazzo Fidone
- 2020 Estemporanea di pittura a Marina di Acate ( Estate 20 )
- 2021 Collettiva d’estate Punta Braccetto
- 2021 Collettiva “ Estate ‘21”CibArtè Marina di Ragusa
- 2021 Collettiva “Emozioni d’Autunno” Galleria d’Arte Civita 28 Catania
- 2021 Collettiva “Dante e i Settecento” Taormina – Modern Art Museum – Castello Duchi S. Stefano
- 2021 Collettiva omaggio a Dante S. Croce Camerina
- 2021 Collettiva “ Incontra l’Arte “ Torre Don Virgilio Frigintina Modica
- 2022 Collettiva “ Natale a Monterosso” Salone espositivo Palazzo Cocuzza Monterosso Almo
- 2022 Collettiva “ ricordando Dante i settecento” I.C. Gaetano Ponte Palagonia
- 2022 Collettiva “ La Donna nell’Arte” Comiso Palazzo Fidone
- 2022 Collettiva “ Arcadia collettiva di primavera” Palazzo Fidone
- 2022 Collettiva città di Berlino- Art Gallery Von Zeidler
- 2022 Personale di pittura “ Armonie Geometriche” Palazzo Fidone Comiso
- 2022 Collettiva galleria d’Arte Albani Urbino “ da Comiso a Urbino”
- 2022 Collettiva di pittura “ Colors for Peace” Palazzo Fidone Comiso
- 2022 Collettiva Castello Enriquez Vittoria
- 2022 Collettiva esposizione d’arte Marzamemi
- 2022 Collettiva sala espositiva “ Il Faro” Scoglitti
- 2023 Collettiva d’Arte “ 100 anni di Verga “ sala espositiva biblioteca Comunale” S.Croce Camerina
- 2022 Collettiva d’Arte “ Riflessi d’Arte” Sala Capriate Vittoria
- 2022 Collettiva d’Arte “Estasi” Castello dei Principi di Biscari Acate
- 2023 Collettiva di pittura “100 di Verga” I.C. Ponte Palagonia
- 2023 Collettiva di pittura “100 anni di Verga” Mineo
- 2023 Collettiva di pittura “100 di Verga” Vizzini
- 2023 Collettiva di pittura Castello dei Principi di Biscari Acate
- 2023 Colletiva di pittura “ l’Infinito” Palazzo Fidone Comiso
- 2023 Forum Internazionale Magna Grecia nel tempo Art Tour Italy
1978 -
Personale al Circolo Culturale “Leonardo da Vinci” Vittoria
1978 -
Personale Galleria “Ponte 2” Ragusa
1979 -
Personale al "Yorkville Art Center” Broadway Lanes 2411 Yonge Street
Toronto – Ontario – Canada
1979 -
Personale Galleria “Ponte 2” Ragusa
1979 - Personale al “Number One Gallery” 5 Linden
Avenue Scarborough Toronto Canada
1981 -
Personale a Ispica “Pinacoteca Palazzo Comunale”
1981 -
Personale a Vittoria “Sala Esposizione” Teatro Comunale
1984 -
Personale a Ragusa “Sala Esposizione” Camera di Commercio
1984 -
Personale Galleria “Il Cavalletto” Vittoria
1985 -
Personale Galleria “Art Club” Comiso
1986 -
Personale a Modica “Sala Esposizione” Palazzetto dei Mercedari
1991 - Personale
a Vittoria “Sala Esposizione” Teatro Comunale
1992 -
Personale a Pozzallo “Centro Servizi Culturali”
1993 -
Personale al Pia Sonner Plate 6 – Tauberbischofsheim – Germania
1993 -
Personale a Chiaramente Gulfi “Sala Esposizione”
1993 -
Personale a Licodia Eubea “Centro Servizi Culturali”
1993 -
Personale a Comiso “Pinacoteca Comunale”
1993 -
Personale a S. Croce Camerina “Biblioteca comunale”
1993 -
Personale a Milano Centro Culturale “Art” Center Manzoni
1993 -
Personale “Galleria Comunale” Chiaramente Gulfi
1994 -
Personale Spoleto “Galleria Forum Interart” Festival dei due Mondi
1994 -
Personale “Galleria l’ Artistica” Ragusa
1995 -
Personale “Galleria d’ Arte Creare” Vittoria
1995 -
Personale “Villa Davide” Vittoria
1996 -
Personale “Galleria Forum Interart” Roma
1997 -
Personale “Galleria Studio d’ Arte 2” Venezia
1997 -
Personale ”Sala Esposizione la Carrozza” Comiso
1997 -
Personale “Galleria Studio d’ Arte 2” Tezza sul Brenta
1998 -
Personale “Castello Ducale di Crecchio” ( Chieti ) Artis Recensio
1998 -
Personale “Castello del Capitano Soave” ( Verona ) Artis Recensio
1999 -
Personale a Vittoria “Centro Giovanile”
2000 -
Personale a Vittoria “Centro Giovanile”
2003 -
Personale di Pittura “Foyer Teatro Comunale” Vittoria
2003 -
Personale di Pittura Delegazione Municipale “Estate Kamarinée” Scoglitti
2003 -
Personale di Pittura “Centro Servizi Culturali” Ragusa
2004
-Personale di Pittura Galleria D'Arte "Il Centauro" Bari
2005
-Personale di pittura Corinthia Palace Hotel -Attard -Malta-
2005 -Personale
di pittura Villa Tempra Mgarr Malta
2006 - Personale di pittura Sala espositiva Foyer teatro comunale di Vittoria
2006 - Personale di pittura Galleria d’Arte il “Sagittario” Messina
2006 - Arte Fiera Mercato” Palanaxos” Giardini Naxos (ME) Galleria d’Arte il
Sagittario
2006 - Personale di pittura Palazzo Ducale Gela (CL)
2006 -
Personale di pittura Palazzo della Provincia Ragusa
2006 - Personale di pittura Sala Espositiva Ristorante " Aurora "
Gela
2006 - Personale di pittura sala espositiva “PalazzoRizza” Vittoria
2007 - Personale di pittura “Galleria D’Arte Studio Logos “ Roma
2007 -
Personale di pittura “Foyer Naselli” Comiso
2008 - Personale di pittura" Galleria d'arte Logos" Roma
2009 - Personale di pittura "Sala espositiva Castello di Biscari” Acate
2010 - Personale di pittura “ Sala espositiva Ass.Culturale Leali” Comiso
2010 - Personale di pittura “ Sala espositiva Libreria Bixio 64 “ Vittoria
2010 - Personale di pittura “ Le Ciminiere” Catania
2011 -
Personale di pittura EMAIA Vittoria
2018 Personale
di pittura sala mostra pinacoteca Niscemi
2018 personale “Galleria d’Arte Area Contesa” via Margutta Roma
2018 Personale di pittura e scultura Sala espositiva Museo Vittoria
2019 Personale di pittura Sala espositiva Ristorante Diana Comiso
2019 Personale di pittura Sala espositiva “ Shikkeria “ Comiso
2020 personale di pittura e scultura “ Sala delle Capriate” Vittoria
2021 Personale di pittura Galleria d’Arte “ C.B. Cavour” Messina
Sul concetto
del Magmatismo
Rosa Di Pieria
Indagine sul Movimento, Rosa Di Pieria, Vincenzo Napolitano
Lava
incandescente sgorga dal centro della Terra sino alla bocca dei vulcani, la cui
energia ha tracciato un canale per non implodere e disintegrare la materia
vitale, che è essa stessa energia, ma periferica rispetto a quella centrale del
cuore del nostro oggetto cosmico. Su tali lande vediamo le ripide e continue e
immense mutazioni generate e dal magma e dal motore nucleico sotto il mantello
terrestre, soffermandoci spesso a stadi, come i fluidi, se pur ignari della
regia generatrice.
Vincenzo
Napolitano, capostipite del Magmatismo, ha
indubbiamente un cuore sincronizzato con l’ardente motore solare vibrazionale situato
al centro della Terra. Ciò è ancor più
confermato dall’artigianale creazione dei suoi pigmenti, colti direttamente da
polveri terrene, amalgamando gli oli e gli acrilici sul piano di lavoro, sin
dove intende spingersi nella struttura precostituita dalla sua ratio.
Nel rapporto
simbiotico con l’energia, l’artista è puranco consapevole del primario processo
termico - taccato in alto nei centigradi – il quale scava il canale entro
l’organismo umano acquoso e non, per poi fuoriuscire nell’espletazione proprio
di tale metodo, mediante la pittura, esaltando l’unica dimensione possibile per
operare, ossia quella fluida.
Onde per cui
sostenere che le movenze interne ai suoi dipinti paiono espressione di fluidità è legittimo, ma che
l’architetto sia il calore del magma (raffreddato), gli conferisce oltre che
ancor più profonda verità, anche l’intrinseco valore metafisico dell’opera.
Orbene, Enzo
Napolitano non si ferma alla superficie e la sua ricerca è perenne; non è certo
per caso difatti che egli titoli le sue opere “Reazione cellulare”, “Paure”,
“L’attesa”, “Acuti interiori”, “Provocazione”, “Hai mai visto Dio com’è?”, “L’essenza
del piacere”, “Elevazione spirituale”, “La regina del mare”, “I colori
dell’anima”, “La seconda realtà”, “Spirito e Materia”, “Esplorazione interiore”
e l’intera summa della sua produzione, contraddistinta nella estrema substantia
dal valore primordiale e supremo del calore, che solo esternandolo sottoforma
di magma, si rafferma a prendere forma. Il magma è il contenitore di un tutto
energetico, come le estrinsecazioni astratte di affetto, di piacere, di timori,
ma anche del più materico cibarsi, dei
viaggi di corpi grandi e minuti e in genere dei parallelismi, degli opposti e
di un arcano incontro-scontro e viceversa.
Egli è
solito partire da figure che, quasi come non lo convincessero della realtà,
tenta di spiegare mediante la loro destrutturazione, approdando più veracemente
alla conquista della verità (innato compito evolutivo umano). Per giungere a
tali approssimazioni egli deve scientificamente e immaginariamente, liquefare
il tutto, che sia anima o materia, che siano elementi di fuoco o di gelo.
Il magmatismo pittorico nasce con la prima opera d’arte millenni di anni or sono, e Vincenzo Napolitano lo spiega in questo tempo, quello giusto, quello opportuno, immergendosi nelle onde, per lo più sinuose, affinché l’angolatura catartica sia trina e perfetta fra l’artista, lo spettatore e la Natura.
Rosa Di Pieria
Alla ricerca della verità
critica, Rosa Di Pieria, Vincenzo Napolitano
Vincenzo
Napolitano, artista e capostipite del ‘Magmatismo’ internazionale di origini
sicule, vanta un cospicuo curriculum di astratte pennellate.
Dal processo
formativo giunto ormai all’apice, egli si è dedicato dal primo momento a codesta
peculiare, sua intima ricerca emozionale, cosiddetta “magmatismo”, il cui lemma
assume forgia iniziale dal magma interiore sgorgante in ciascuno; ma c’è da
andare sicuramente più a fondo. Figurativo in modo emblematico, Napolitano allude
al magma – il quale sicuramente è un lascito derivato dalle sue origini – al
fine di rischiarare l’energia delle pennellate, giacché, come la lava
incandescente racchiude e porta con sé l’esperienza lungo il proprio cammino,
alla stessa guisa incede il suo pennello sullo specchio intelaiato di oli e
acrilici. Un considerevole, quasi smisurato, complesso di colori si trascina di
dipinto in dipinto fino a creare mostre di strati sublimi di magma femici resi
possibili dalla sua personalissima miscellanea: troviamo il colore reso incandescente
come gli strumenti utilizzati a raggiungere l’agognato pantone. Essendo lui padrone
di esclusive tecniche nel suo genere, non perdersi nella metafora dell’eruttazione,
la quale profitta dei punti di debolezza in corrispondenza delle fratture - risalendo
così in superficie - è pressappoco impossibile.
L’intrinseco
fattore termodinamico urla allo spettatore il rigoroso quantum energetico, laborioso
e luminescente del modus operandi rivelato sui quadri, ivi racchiuso in azione
non meno idonea a corroborare l’animo teso ad assorbirne le emanazioni: Napolitano
coglie l’importanza del cambiamento attraverso la termica, ne plasma a suo
piacimento i risultati e ne lascia risaltare l’ardente calore epicentrale dei dipinti.
Egli esprime calore puro in primis, poi si scioglie alla superficie o secondariamente nella fluidità, cui ricorre quale mezzo per giungere a stigmatizzare il moto lavico. E’ un occhio proteso all’indagine di potenzialmente infiniti processi nati, forse, dal Sé – non siamo in fondo anche noi tutti formati da fluidi, da magma intenso che ribolle ardentemente? - o importati dall’altrettanto arcano universo esteriore nel tempo natio cellulare – non ci sentiamo passivamente pittura e creature dipinte? -. La verità sta molto probabilmente nell’interscambio fra i due universi, quello proprio e quello esteriore, entrambi onnicomprensivi. Non è tanto indicativa – poiché lo sarebbero tutte le opere di Napolitano - quanto esemplificativa grazie al titolo, l’opera “Reazione cellulare”, ove viene evidenziato il magma come motore che permette all’opera d’esistere, ma altresì farci sentire nudi davanti a queste astratte pennellate primordiali.
Rosa Di Pieria
VITTORIO SGARBI
critica, Vittorio Sgarbi, Vincenzo Napolitano
La Pittura
informale di Vincenzo Napolitano presenta la gestualità forte e persino feroce
di una colata lavica. Egli è quindi pittore di incandescenze, che si accendono
e si rigenerano dando forma estetica all'energia della materia cromatica. La
ricerca di questo artista ha spessore e tangibilità, movendosi in un contesto
poetico che non ha nulla di sperimentale, poiché egli non si arresta certo
sulla provvisorietà di un semplice effetto visivo, bensì si esprime in una
visione ricca di valenze allusive. In una complessità labirintica dove nulla
appare scontato, si attua una sorta di espansione calda della pittura, che
propone rivelazioni oltre ai limiti del conoscibile. La produzione di
Napolitano azzera quindi ogni significato figurale,senza peraltro ricorrere a
forzature espressionistiche, e giocando piuttosto sul piano della profondità
magmatica del colore, che appare ribollente come se provenisse da profondità
inesauribili. Si tratta qui dunque di una laboriosa indagine sul linguaggio
intrinseco alle variazioni cromatiche,che viene scandagliato in una sorta di
viaggio mentale,dove l'artista non si abbandona all'istintualità, poiché egli
preferisce piuttosto attuare formulazioni spaziali estremamente controllate.
Tecnica e metodo si coniugano con rigore per dare senso compiuto alle variabili
e alle prevalenze tonali, alla giustapposizione delle masse,agli equilibri di
rapporto fra le volumetrie visive. Questa pittura rivela la sua originalità
nella consistenza luminosa dei tasselli contrappuntistici, nei chiaroscuri che
si attuano nel gioco fra i rossi i blu e i neri, coniugati in sequenze da cui
traspaiono presenze figurali allo stato embrionale. Queste aggregazioni, che
sembrano annunciare una rinascita o una metamorfosi primordiale,sono assai
prossime alla violenza di certe combustioni di Burri, e non tanto per quello
che concerne la sostanza pittorica, quanto per alcune evidenti sintonie
strutturali. Da questo punto di vista è importante valutare questi dipinti di
Napolitano per le modalità tecniche che egli applica,al fine di stabilire una
collocazione tangibile agli insiemi delle forme, ovviamente non riconoscibili
ma calzanti e congrue nel loro significato narrativo, del resto esplicitato
dall'artista nei titoli che vi oppone. Le correlazioni dialettiche e le
tensioni che si accendono nell'impasto materico esercitano un'azione visibile,
una sorta di traccia che segna la continuità fra le chiusure e le aperture
delle masse cromatiche in movimento, e si definisce come mappa che precisa una
direzione o, quanto meno,una sorta di punto di approdo che ogni singola opera
viene di volta in volta definito e focalizzato. Quali siano le pulsioni intime
che spingono l'artista a mettere in scena questi suoi paesaggi impossibili non
è dato all'osservatore di saperlo, ma va riconosciuta la forza evocativa di
questo universo denso e popolato di sostanze vitali. Vincenzo Napolitano rivela
qui la sua adesione a una gestualità espansiva,che tuttavia non si allontana
mai da certe regole non scritte, quelle cioè che gli impongono di impaginare
correttamente le sue intuizioni nei limiti imposti dalla tela e all'interno di
una proposizione chiusa e ben determinata a priori. La sua non è quindi una
poetica di fuga, ma piuttosto una riflessione sugli aspetti immanenti
dell'espressività, e sulla concretezza della trascrizione di ciò che proviene
dall'inconscio. In questo pittore di qualità, ogni composizione ridefinisce
dunque la sua specificità come un unicum irripetibile, e come la sola risposta
possibile a un impulso creativo e ineludibile.
Vittorio Sgarbi
GIORGIO GUASTELLA
critica, Vincenzo Napolitano, Giorgio Guastella
La materia ha sempre costituito oggetto di particolare attenzione per la ricerca artistica, e non solo in scultura (ove l'altrimenti sarebbe inipotizzabile), ma anche nella pittura, mai assoggettatasi ai limiti strutturali (e, conseguentemente. anche espressivi e linguistici) della bidimensionalità intesa come "piattezza" e inconsistenza fisica: già Braque e Picasso, agli inizi del Novecento, introducevano l'allora rivoluzionaria tecnica del collage applicando sul supporto pittorico (rispettivanmente) carta da parati e biglietti del tram, aprendo la via a nuove possibilità espressive confluite nei Merz di Schwitters e, successivamente, nei combine paintings di Rauschenberg. con lo sconfinamento della pittura nella dimensione ''scultorea", una terza dimensione che le è impropria e "innaturale"; e innumerevoli sono stati i pittori che, pur tuttavia non intervenendo con applicazioni esogene, hanno conferito alla pittura spessore e consistenza tangibile applicando dense masse di colore, elevando la materia a spessori prossimi ai parametri del bassorilievo, in un ideale liberatorio dialogo tra pittura e scultura, bi- e tridimensionalità; ma restando nell'ambito più propriamente pittorico, già dal secondo dopoguerra si ha l'imprevedibile eppur inevitabile svolta drastica, rivoluzionaria della ricerca pittorica incentrata sulla materia, che s'inizia a studiare non più quale mezzo di rappresentazione, ma quale oggetto di trattazione sperimentale, adoperata linguisticamente per le sue valenze associative visive e tattili: Fautrier la addensa corposamente, Burri la "violenta- con combustioni e lacerazioni, Fontana supera il limite del dipinto "oltrepassandolo" con buchi e tagli ricercandone la terza dimensione, l'oltre". In questo discorso sperimentale si inquadra perfettamente la recente produzione di Enzo Napolitano, che ha drasticamente "rivoluzionato" la propria concezione della pittura dopo ben tre sofferti anni di inattività realizzativa (non una sola opera in questo periodo è uscita dal suo studio!) ma non certo riflessiva: tre anni di profonde meditazioni sul senso del "fare" arte, sul rapporto con la realtà empirica e la sua riproduzione artistica, sulle finalità dell'estetica, e soprattutto sulle ragioni della "necessità' interiore dell'artista di esprimersi e comunicare la propria idea del mondo che lo circonda come di quello interiore, ineditativo, spirituale. Chi -come chi scrive- già conosceva la precedente produzione. avvertirà di primo acchito un senso di spiazzamento, ma subito rientrante non appena si recepisce il valore del salto di qualità nella ricerca operata dall'artista: la precedente produzione era già degna di particolare attenzione, già ricca di originali soluzioni inventive. pienamente armonica sul piano compositivo ed estetico; eppure, come è doveroso per ogni "vero" artista, Napolitano non si è appagato dei risultati raggiunti, e ha messo in gioco se stesso azzerando quanto sino allora realizzato in campo artistico avviando un'intensissima, laboriosa ricerca introspettiva, "scandagliando" la propria stessa psiche. immergendosi in un viaggio intellettuale che avrebbe potuto rivelarsi deleterio per la sua entità creativa inducendolo all'abbandono dell'attività, risolvendosi invece nella conquista di un nuovo mondo" pittorico, nella formulazione di un linguaggio che valica i risultati della pittura materica storicizzata grazie all'attuazione di metodologie tecniche audaci quanto inusitate, adoperando persino il cannello per alterare la materia pittorica conferendole caratteristiche cromatiche, luminose e di consistenza originali e assolutamente nuove. L'artista stende sulla tela i tre soli colori primari, li miscela, li fonde, li manipola coscientemente e sapientemente dando origine alla costituzione di una miriade incommensurabile di varietà cromatiche: tutti i colori dell'iride percettibili dall'occhio umano si manifestano, non uno escluso; ora in campiture ampie e monocrome, ora in isterismi pointilliste policromatici. Si tratta di un'arte che origina soprattutto dall'inconscio, e che ha una fondamentale componente creativa nell'automatismo psichico: l'artista principia l'opera con un riferimento oggettivo, osservato dalla realtà ponderabile: il suo intervento successivo, —alterativo- e "decompositivo" determina la cancellazione della figurazione iniziale, sino alla costituzione di una superficie informale nella quale, però. si ravvedono figure antropo- e zoomorfe disvelate per mezzo del metodo paranoico-critico di Dalì o dello studio maculare di Leonardo: ogni opera misteriosamente rivela in insight inquietanti presenze talvolta sorprendentemente espressive, come manifestazioni di entità trapassate che volessero servirsi di Enzo Napolitano come d'un artista-medium per dichiarare all'osservatore la propria esistenza ultraterrena. Questa interpretazione in chiave medianica, inverosimile certamente, ma altrettanto certamente inescludibile aprioristicamente come ogni fenomeno extrasensoriale. ben concilia con la visione spirituale di Napolitano. uomo dal fervidissimo senso religioso. e dunque credente nell'esistenza post mortem. Come spiegare, altrimenti, la presenza di volti generati dal gesto casuale. deliberatamente aleatorio dell'artista, eppur incredibilmente sembianti a persone vive (o vissute...). come fossero state attentamente e oculatamente ritratte di presenza'' I riferimenti biblici sono frequenti, e ciò contribuisce ad accrescere il senso mistico di questa pittura che cela originalità e curiosità su molteplici piani: componente fondamentale, anch'essa strettamente connessa all'automatismo psichico, è la gestualità dell'atto pittorico, da altra critica raffrontato all'artion painting: in effetti, l'azione esecutiva di Napolitano non ha la medesima indeterminatezza degli espressionisti astratti. è anzi guidata dalla consapevole volontà dell'artista che agisce consentendo la liberazione della visione della realtà e del inondo elaborata dal suo subcosciente: si tratta, infatti. di pittura sì informale, ma derivante -come predetto-, dalla figurazione (e tutta la precedente opera dell'artista ne determina un indissolubile rapporto con il dato oggettivo e la realtà o`>gettuale). E' un'arte che ha per il suo autore funzione liberatoria e catartica: un'arte sofferta perché esternazione di sentimenti intimi e ineludibili, della "rabbia'' contro il male del mondo. la sofferenza e la malattia umane, che Napolitano assai profondamente conosce (e vive quotidianamente) per la sua attività professionale.... Una "rabbia' che si esplica nel trattamento della materia, decomposta -dunque "uccisa'- ma non con finalità nichiliste. bensì costruttive e creative: all'azione distruttiva segue immancabilmente la ricomposizione/rigenerazione della materia, una "rinascita' dell'Essere- purificato dal negativo, rifulgente di nuovi cromatismi e luminescenze simbolici del Bene. Consapevole della valenza rappresentativa dei colori (è stato docente di "Percezione visiva' in Accademia), Napolitano li utilizza sempre in assoluta consapevolezza della funzione simbolica che essi rivestono (il blu la purezza. il rosso la vita...), non scegliendoli "mai" casualmente (con ben diversa intenzionalità che in Picasso. che ebbe notoriamente a dichiarare di utilizzare il blu perché... aveva terminato il rosso!). Ma l'aspetto preminente di quest'arte risiede in una dimensione sinora inesplorata: Napolitano conosce profondamente la funzione non solo simbolica. ma anche "spaziale' e visualmente ingannevole dei colori. adoperandoli con mirabile perizia per rendere una falsa, ingannevole sensazione di profondità e curposità che in realtà (è sufficiente "toccare' per sincerarsene...) la sua pittura non ha! Un'illusione ottica similare per effetto -ma ben diversa tecnicamente- a quella ottenuta e perseguita dall'Op Art: una sorta di inedito trompe-I'cril "telemetrico'' e "olografico'-, in grado di ingannare l'osservatore suggerendogli dimensioni, profondità e spazi in realtà nulli! Una materia pittorica che si direbbe "magmatici' e corposa come e più che in Morlotti o Burri. in verità così sottile da rendere visibile la tela in alcune porzioni della superficie! Un "inganno" altresì suggerito dall'apparente consistenza vitrea della materia pittorica. In effetti. la definizione di pittura "magmatica' potrebbe comunque dirsi appropriata. originando dalla "incandescente fusione" dell'incontro tra la fiamma e il "vulcanico' artista.... Enzo Napolitano ha dunque conquistato un'espressività originale e innovativa, azzerando e superando la già notevole ricerca precedentemente attuata: una conquista certo non facile. conseguita bensì dopo anni di intense, sofferte. introspettive ricerche concettuali ed estetiche. ma che valeva certo la pena affrontare vista la qualità del risultato. Un punto d'arrivo oltre il quale è assai difficile procedere. Citando ancora Picasso. che soleva dire: —lo non cerco: trovo!". di Napolitano ("tinti-Picasso," programmatico dei nostri giorni) antiteticamente si potrebbe ben dire che "trova perché (ri) cerca".
Giorgio Guastella
ALFREDO CAMPO - la pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo Napolitano, Alfredo Campo
Enzo Napolitano, dopo una lunga e faticosa ricerca pittorica, perviene all' informale, entrando così in un universo e in una natura particolarmente suggestiva al fine di scrutare i suoi segreti e la sua impenetrabilità.
Attraverso uno stile basato sulla ricerca del colore in tutte le sue varianti e gradazioni tonali, l' artista riesce a cogliere l' essenza della realtà, la sua parte invisibile per renderla visibile.
Il colore struttura la forma, si fa ornamentale, incisivo e, colto nel dinamismo materico, si racchiude e si apre inglobandosi nella ricca e variegata cromia, in una continua metamorfosi artistica.
Il colore é il vero protagonista, struttura esso stesso della composizione. Il pittore impasta, manipola, orchestra con diversità di tecniche e mezzi espressivi non comuni il colore che, divenendo magma cromatico, scorre morbidamente sul supporto e si compenetra con la luce creando particolari splendori luministici.
E' una danza di colori e di luci che, nella dinamicità dell' articolazione tonale, danno vita ad espressioni essenziali, pregne di carica umana ed emozionale.
Un mondo reale e immaginario allo stesso tempo, fantastico, interiore, visibile e invisibile, costruito dal colore e dalla su fluidità in una libertà espressiva straordinaria dentro uno spazio avvolgente e dinamico che blocca l' esperto e il passante occasionale invitandolo a percorrerlo in un fantasioso cammino figurativo e poetico.
Alfredo Campo
BIAGIO BRANCATO - la pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo Napolitano, Biagio Brancato
L'impegno pittorico - creativo di Enzo Napolitano prende il suo promettente avvio intorno alla seconda metà degli anni Settanta. Esso si sviluppa ed evolve nel corso degli anni successivi lungo una duplice direttrice di marcia: la simbolista e l'espressionista, senza, però, una rigorosa adesione, ma in senso dialettico - culturale. Infatti, sono presenti nelle opere dell'artista tracce di stile decorativo e di ritmi illustrativi a sfondo umanitario, privi di ogni distorsione degli aspetti naturali. Un estetismo, quindi, fatto più di raffinate cadenze che di tragicità, una sorta di espressionismo melodico e melanconico. Tutto ciò è una indicazione precisa di atteggiamenti di consapevolezza e di responsabilità del l'artista nei confronti del mondo e dei suoi contenuti, senza eccessive dilatazioni delle proprie emozioni. E' così che egli si muove nel campo delle immagini con una percezione vigile e attenta ai valori interiori, sapendo che i I risultato pittorico vale solo quando si fa coscienza. Sono altresì ricorrenti nelle sue opere, alla maniera simbolista, immagini sostenute dal convincimento che la fantasia "non inventa ma rivela", sicchè l'artista man mano che le sue riflessioni si consumano, inserisce nel suo lavoro sentimenti e passioni che si fondono armoniosamente con la realtà. In questa visione i colori, i segni dei suoi quadri sono indicativi di precisi stati d'animo legati al quotidiano, non inteso questo come oggetto ma come soggetto, entro cui egli approfondisce le proprie memorie, le proprie storie. Da esse affiorano allusioni e simboli della realtà che formano il tessuto stesso del quadro, la sua atmosfera. Insomma, un quadro di Napolitano è molto più che un episodio, è un processo che trasforma il divenire in essere, una condizione provvisoria in una condizione eterna.
Biagio Brancato
CATERINA
RANDAZZO - la pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo
Napolitano, Caterina Randazzo
Immagini di
un percorso interiore, le opere di Vincenzo Napolitano, veicolano gli stati
d’animo attraverso la pittura astratta. Opere simboliche, riflesso del mondo e
dell’interiorità umana, esprimono una ricerca stilistica fondata sul
superamento della forma, ma che nasconde, al suo interno, rappresentazioni
figurali. Un “figurativo nascosto” appunto, che da dentro il “magma” di colore
fluido, cela i profili e i tratti essenziali di matrice espressionista. Posta
in una zona intermedia tra l’astrattismo accademico e la ricerca personale,
l’arte del maestro, col suo figurativo allusivo, decodificabile più dalla
coscienza, che dal nostro occhio, offre possibilità figurali appena accennate,
ma comunque essenziali alla funzione narrativa. La forza della materia
pittorica trasmette in modo concreto l’idea del movimento e rinunciando alla
riconoscibilità dell’immagine, questo flusso di materia cromatica, come il
magma di un vulcano inonda il supporto. L’espressività dell’artista si avvale
di un segno pittorico deciso e sapiente, dove i colori si esaltano in
accostamenti tonali, accuratamente premeditati. Una poetica graficamente
segnata da forti accenti coloristici, i cui effetti sono il frutto, di una
ricerca complessa. Non sempre è facile interpretare e distinguere i vari
momenti creativi delle sue riflessioni estetiche. La densità del pigmento, crea
sulla tela, intrecci rapidi senza possibilità di ripensamento e il confronto
dialettico fra i colori appare una sperimentazione astratto-informale che
esprime, in ogni composizione, un caos non casuale. Opera con sapiente
fantasia, con immediatezza, Vincenzo Napolitano, sotto l’impulso delle sue
emozioni, per creare, componimenti fascinosi che letti in chiave spirituale,
sembrano concretizzare ciò che proviene dal suo inconscio. Soffermarsi su
questo linguaggio arcano, è come interpretare i suoi impulsi interiori. Pittore
della “non forma” - come antitesi radicale alla riconoscibilità figurativa -
racconta, con lavori astratti, una situazione emotiva, un pensiero che si
esprime con variazioni cromatiche che inducono lo spettatore a domandarsi quale
interpretazione si celi dietro una segnica così complessa. Napolitano è pittore
del tutto mentale ed esprime le sue emozioni tramite la stesura del pigmento
sulla tela facendo attenzione ai rapporti tonali tutt’altro che freddi. Colto a
livello di contenuti, trasmette all’osservatore la sua colta ispirazione con
radici rintracciabili in quella filosofia estetica che da O in poi ha aperto le
strade alla teoria dell’arte. Nell’affrontare e concludere il costrutto
estetico, non prepara il dipinto disegnando sulla tela e non definisce, a
priori, gli spazi da riempire. La sua tavolozza è messaggera di forza e
sensualità. Le tele sembrano illuminate da una luce proveniente dal loro
interno, I colori sono disposti con energica consapevolezza in composizioni
astratte che dice di più dell’apparente resa “marmorizzata”. Ognuna di queste
raffigurazioni è un microcosmo di non immediata interpretazione, dove solo una
partecipazione attenta rende possibile la comprensione del pensiero filosofico
dell’autore. Nulla è lasciato al caso, le stesure spontanee e morbide, guidate
da una mano sapiente e da una profonda emozione, ricoprono, tutto lo spazio del
supporto con tonalità vibranti. L’amalgama dei colori, dona, senza porre alcun
margine, continuità immaginifica alla tela. L’insieme è un astratto groviglio
cromatico, dove i colori bastano a restituire a chi guarda il senso e la forza
di un’energia primordiale.
Caterina
Randazzo
A. CATERINA
BELLATI - la pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo
Napolitano, A. CATERINA BELLATI
Vincenzo
Napolitano, cresciuto nella gloriosa terra di Sicilia, da sempre si esprime attraverso
la pittura informale. La scelta di rinunciare alla forma ha caratterizzato il
suo cammino fin da ragazzo, quando muoveva i primi passi all’istituto d’Arte di
Comiso, per conseguire, nel 1971, il diploma di Maestro d’Arte e in seguito,
nel 1999, il diploma in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Agrigento.
Napolitano ha anche insegnato tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti
“Mediterranea” di Ragusa, ruolo nel quale ha mostrato ai suoi studenti come la
pittura possa diventare un filtro per conoscere l’esistente. Per Assisi ha
preparato uno dei suoi interventi morbidi nel colore e liquorosi nella stesura
della materia. In modo deciso Napolitano ha rinunciato a una riconoscibilità
dell’immagine a favore di un magma colorato che inonda il supporto. E questo
accade anche per i cavalli-sagoma di Musardo, sul primo dei quali il pittore
siciliano inventa un territorio del colore che dal bianco gessoso trasmigra a
un giallo zafferano e si tinge verso i confini dell’animale di un verde
cangiante venato di rosso, o di un viola cardinalizio che vira verso toni più
terrosi. La forza della materia pittorica trasmette in modo concreto l’idea del
movimento. Il cavallo al galoppo sfrenato è così descritto in ogni sua fibra
lanciata verso un traguardo immaginario. Il lavoro di Napolitano dice bene come
la pittura possa raccontare la vita in ogni sua forma non necessariamente
attraverso la descrizione visiva di ciò che accade, ma anche attraverso il
gesto pittorico che sembra erroneamente sprovvisto di significato e di
contenuti. Un movimento della mano che qui, come del resto in tutti i lavori di
Napolitano, oggi protagonista di una felice stagione artistica, esprime con
grande efficacia la forza e la felicità di un animale nato per correre.
A.
Caterina Bellati
PAOLO LEVI -
lo spirito del magma - la pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo
Napolitano, PAOLO LEVI
Enzo
Napolitano è un artìsta dalla coscienza attenta, che in ogni nuova
realizzazione segna la tappa sigrifficativa di un laborioso percorso interiore.
Nell'esplicitare una vìsione proveniente dal profondo della sua anima egli si
segnala come il continuatore dì quella generazione artistica del secondo
dopoguerra, la quale aveva proclamato la crisi della riconoscibílità dell'
immagine - e quindi perseguito una ricerca analitica di superamento della forma
proponendosi finalitá dì ordine etico e spirìtuale. La sua pittura'è una sorta
di viaggio a ritroso, che parte dall' immagine per accedere a un caos
embrionale, o, se si preferisce all'indefinitezza che precede la formulazione
razionale dei pensìero. Da artista dello spírìto, egli sa bene che dietro ogni
tacca di colore si nasconde il soffio inconoscibile della creazione. Gli echi
visivi che egli suscita non sono di mai neutri, in quanto sorgono da una
coscienza vigile e dalla volontà dì ricomporre in armonia spirituale le forme
del disgregamento della materia. Il suo fervore creativo si regge su un impulso
etico di riconciliazìone - a questo proposito, sono illuminanti le precisazioni
che lui stesso mi ha fornito nel corso dei colloquio che appare in questo
volume - con un mondo ferito dalla violenza e , ancora peggio, dall'
indifferenza. Per accedere più agevolmente alla qualità strutturale del
linguaggio di Napolitano, è opportuno accogliere in prima istanza le
suggestioni evocate dal flusso dì una pittura che sgorga da una vigorosa spinta
mentale. L'artista agisce infatti su una trama di impronte, di apparizioni, di
inganni visivi e di impercettibili abbandoni, che sottintendono forse tempeste emotive.
In ognì sua sperimentazione Napolitano visualizza l'incombere di un caos
ribollente come una colata vulcanica. li suo operare sulla tela è stabilito dal
rapporto tra la consistenza plastica della materia e la policromia, e
dell'opposiziione fra movimento e staticità, fra la luce e l'ombra. Pittore di
grandiosi bagliori guizzanti e vitalmente espressivi, egli lascia aperto un
intrigante ìnterrogativo sulla genesi e sul significato dei suo operare, in
quanto l'apparente casualità di quella che pure definirei una sorta di action
painting, nasconde un procedere fortemente premeditato. Enzo Napolitano lavora
la materia pittorica come se fosse un elemento biologicamente capace di
rigenerarsi, o dì trasmutarsi, attraverso 9 respiro della poesia che egli stesso
le imprime. Questo pittore lirìco astratto non riproduce quindi apparenze
cromatiche, ma piuttosto le armoniose dìssonanze di esperienze visive, le quali
non propongono intrìnseche soluzioni tematiche, bensì sensazioni riferibilí
solo a una realtà ìdeale. Del resto le tracce provvisorie e inquietanti di
immagini urnane, che ancora sembrano vibrare sotto la superficie pittorica, ti
reperti visivi, che riportano alla luce avvenimenti archetipici, esplicìtati
emblematicamente anche dalle titolaziorti che l'artista vi appone, come codici
interpretativi di una maníera espressiva definita da luì stesso con il termine
Magmatismo. Il racconto che si esprime attraverso ogni nuova opera è prodotto
da una grafia perturbante come un grido interiore. Le superfici pittoriche
scorrono attraverso lo spazio in pagine decodificabilí, che si impongono come
testimonianze soggettive, o come tracce di memoria. L'artista sembra procedere
guidato da intuizioni che producono bagliori luminosi e dissolvenze, che si
organizzano in successioni di tassellì cromatici. a cui fanno da contrappunto
zone arcane, dove lo sguardo si rifugia in attesa di una possibile risposta. Il
controllo della materia è tuttavia totale, come la calibratura dei valori
tonali e la distribuzione dei volumi, che agiscono come forme plastiche,
sovrapponendo spessori, avvallamenti e graffiature sulla superficie della tela.
In realtà, e sono le parole stesse dell'artista a testimoniarlo, si tratta qui
di una tecnica esecutiva dei tutto particolare,ovvero di un impasto materico e
cromatico accumulato su un substrato figurale, che a volte riemerge
allusivamente dalla sepoltura e dalla cancellazione operata daIl'amalgama
pittorica Da questo procedimento derìva quindi una sorta dì proliferazione
cromatica, ovvero una sorta di inflorescenza spontanea che appartiene a una
natura incontrollabile. L Unendo 1,1 piacevolezza visiva a precise sensazioni
tattìlí, lartista ottiene infine l'apparenza otticamente ingannevole di un
sommovimento sotterraneo. Eludendo l'inevitabìle bidimensionalità del supporto,
Napolitano privilegia una rappresentazione stratificata, corposa, persino
debordante e tuttavia perfettamente calibrata, Il suo tratto pittorico andrebbe
dunque definito nell'ambìto dell'espressionismo informale,se non fosse per
questa la scelta di dare un senso oggettivo e una leggíbilità immediata al suo
comporre, evitando le trappole intellettualistiche legate a quella
sperimentazione. Ma questi lavori impongono di aprire delle prospettive diverse
e fuori dalla storía. Infatti egli avanza in totale libertà, rompendo i ponti
cori A passato, e per dare spazio a una poeticità che si concretizza in una
materia pittorica concreta, che suscíta allusioni senza essere ingannevole. Ma
la complessità delle procedure che mette in atto per a risultati visivi di
estrema chiarezza concettuale,non basta da sola a spiegare la forza espressiva
del suo operare. Per questo vorrei qui mettere l'accento sul valore di quel
dialogo spirituale, che sempre dovrebbe ìntercorrere fra l'esecutore di un'opera
d'arte e l'osservatore. In questo caso la comunicazione si attua agevolmente,
come in tiri patto di complicità. L'invenzione materica del Magmatismo apre
infatti porte impreviste verso luoghi dove la forma ínforme assume compostezza
e persino un senso appagante di dolcezza che è poi la stessa dolcezza che ho
avuto la fortuna di apprezzare di persona nel mio incontro con l'artista. Così
i suoi pigmenti che solo all'apparenza possono suggerire riferimenti
all'irrazionale, sì compongono sinfonicamente fino a raggiungere livelli di
concomitanza Oggettiva con un pensiero chiarificatore di tutte le possibili
interrogazioni. In verità la ricerca di questo suggeritore di caos premeditati
rappresenta tiri percorso solenne di verità, e un itinerario che tende al superamento
dei gesto pittorico e del mero atto estetico. Le leggerezze, le trasparenze,
gli spessori, i coaguli i contrappunti tonali, sono le componenti di
un'astrazíone, che in ogni singolo risultato appare irrìpetibile. Del resto,
l'impasto cromatico che Napolitano manipola con la sua tecnica personalìssima,
ha in sé potenzialità espressive ineludibili: ottenuto attraverso il
trattamento di pigmenti e naturali è la colta testimonianza dì una continuità
artistica, un omaggio ai maestri affrescatori del Cinquecento, da cui l'artista
ha appreso i segreti del suo intingolo magmatico .Con la stessa autorevolezza
egli esercita un fermo controllo della manualità, allo scopo di approfondire il
significato dei segnali cromatici, e per stabilire la costruzione del quadro
secondo una progettualítà razionale. Siamo quindi ben lontani da quella tipica
scrittura automatica, che è prerogativa delle ,avanguardie alle quali, in una
certa misura, Napolitano può essere apparentato. La sua pratica creativa é
piuttosto quella di una sperimentazione volutamente instabile e quindi
fermamente consolidata, dove l'unica e giusta Prospettiva sta nella definizione
della ricchezza dei risultati visivi, Certamente egli ha ereditato dall'action
painting di scuola americana un certo umore malinconico me ne ha respìnto con
saggezza le sovrastante, rivolgendosi all'intelligenza dei gesto, aprendo e
concludendo ognuna della tappe di una narrazione compiuta, e proponendosi come
il poeta di una materia significante e immediatamente comunicativa che non
necessita certamente di eluttuatati interventi critici per farsi comprendere.
P. Levi
R. GUTTUSO -
La pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo
Napolitano, R. GUTTUSO
Nelle opere
di NAPOLITANO la schermaglia quasi metafisica delle invenzioni di pittura
domina la compiaciuta simmetria lasciando trasparire, sotto l'eleganza asettica
della superficie, la sottigliezza dell'introspezione l'atmosfera impalpabile
delle allegorie che, ricusando i semplici schematismi affogati nell'astrazione
su una scena emblematica, ci conducono ad una lettura, che senza debordare
dagli schemi rigorosi dello stile, corrobora lo spirito mistico tanto pervaso
dall'idea dell’amore racchiusa nella sferica simbologia. Energico nel risvolto
psicologico che orbita nello spazio ideale della trascinante armonia pittorica,
questo giovane artista è ovviamente dotato di una forte personalità che non
contenta del repertorio della pittura tradizionale ha provveduto a superarlo
con profonda penetrazione dei significati simbolici sino a darci la sensazione
che egli dipinga più per se stesso che non per il pubblico; sensibilizzato dai
moderni movimenti culturali della civiltà pittorica occidentale, in ogni quadro
annota linee di sviluppo complesse che se opportunamente indagate danno la
chiave interpretativa del carattere religioso della visione cristiana
dell'uomo.
R.
Guttuso
G. BUFALINO
- La pittura di Vincenzo Napolitano
Passato
attraverso varie esperienze, ha saputo assimilare i lati positivi per
riproporceli in maniera originale, perfettamente rispondenti al suo modo di
vedere e sentire i problemi della vita. È per questo che la pittura
dell'artista é valida in tutti i sensi, maturo nella composizione, nel colore,
nel disegno dei suoi "sanguigni" carico di una forte personalità
umana.
G.
Bufalino
ALBERTO
D'ATANASIO- La pittura di Vincenzo Napolitano
critica, Vincenzo
Napolitano, ALBERTO D'ATANASIO
Vincenzo
Napolitano è un artista che più d’ogni altro riesce a dare coscienza alla
pittura astratta dandogli la facoltà di permeare l’interiorità stessa della
persona che, nella pittura di Napolitano, diventa immagine di un percorso
interiore, come se la forma fosse l’involucro e il colore l’anima che la forma
tenta di contenere. Se nel dopoguerra si era definita una crisi della
riconoscibilità del linguaggio, Napolitano è colui che ha per- seguito una
ricerca di superamento della forma proponendosi di raggiungere con il colore e
una tecnica formidabile, finalità di ordine etico e spirituale. Le opere di
Napolitano sono la traccia di un percorso che inizia partendo dall’immagine per
accedere al liquido cromatico, primigenio, embrionale. La sua pittura è una
splendida analisi che porta a riflettere sulla distinzione tra caos e
disordine. In questo artista l’apparente confusione di colori è il caos da cui
prende forma il pensiero che diventa immagine, creazione, creatività. In
quest’opera l’energia magmatica dei colori messi con il lavoro sapiente ed
esperto di chi sa accostare toni complementari a quelli neutri si unisce al
movimento della sagoma di Musardo e il tutto, nella sinergia che Artisse ha
saputo compiere, acquista una dinamicità nuova, più intima.
Alberto D'Atanasio