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Carrozza Tribale

Carrozza Tribale

Carrozza Tribale

Nonostante le ruote di questa carrozza siano in stile carro armato, si tratta di un carro progettato, con il suo specchietto retrovisore rosso, il numero 5 stampato sulla carrozzeria e quella banda bianca e rossa nella parte inferiore, allo stile italiano per auto turbo o da corsa del marchio "Abarth". Non poteva mancare il faro anteriore della classica monster Ducati, il tutto stampato in un colore rossastro terroso che si perde su uno sfondo sottilmente diverso dal colore della figura. Questo pezzo è stato realizzato su carta da 150 grammi e delicatamente curato con una base acrilica. In sostanza, ho utilizzato colori acrilici, acquerelli e qualche pastello colorato.


Tecnica:

Pitture acriliche, tocchi di acquarello e alcuni tocchi sottili di colori a secco.

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Enrico
Enrico Napoletano
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Premi: Primo premio di pittura alla Università di Architettura José María Vargas, Caracas (Venezuela) 1996.

Premi: Primo premio di scultura alla Galleria Mentana di Firenze (Italia) nel 2015.

Premi: "Revista internacional Poetas del Mundo 2004" in Argentina.     


Enrico Napoletano, figlio di genitori italiani, è nato in Venezuela nel 1974. Dopo aver esposto in numerose gallerie e aver ricevuto riconoscimenti per le sue opere d'arte nel suo paese natale, è tornato in Italia come architetto laureato con una magistrale in Filosofia, precisamente nella città dell'arte (Firenze), per continuare la sua formazione artistica.

Durante il suo soggiorno fiorentino, ha vinto il primo premio per la migliore scultura, un riconoscimento conferitogli dall'ex direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, il professor Domenico Vigggiano.

Ha proseguito il suo percorso in tutta Italia, esponendo in città come Roma, Spoleto, Torino, tra altre, e partecipando a vari eventi, tra cui la Fiera Internazionale di Cannes. È stato intervistato dalla rivista Voyage Houston degli Stati Uniti d'America, che lo ha incluso nella loro pubblicazione bisettimanale nella sezione Art & Life. È stato inoltre selezionato per un

catalogo esclusivo, curato dalla dott.ssa Elena Gollini, esperta d'arte, che ha scritto una recensione critica eccellente sulla sua opera.

Il suo lavoro è il prodotto di un'inmmensa elaborazione psichica e intelletuale e sintesi di esperienze vissute che sono riuscite a spogliare l'inutile e a raccogliere ciò che gli è fondamentale. In questo processo ha riconosciuto che non dipinge ciò che vede ma ilustra quello che sente o immagina, questo sommato al bagaglio culturale, dal momento che è architetto, filosofo e autore di due libri di poesia pubblicati.

Ha svuotato la stanza e l'ha riempito con forme che vengono spontanee, queste sono fatte da una varietà di parti meccaniche, che a volte sembrano essere decostruite, come se si trattase di un processo induttivo o semplicemente costruire forme inesistenti. Negli ultimi anni diede vita a talmente grande varietà di forme, che ciò gli ha permesso di esplorare se stesso artisticamente e così sintetizzare il suo linguagio. Sintesi che l'ha portato a convertire queste parti meccaniche in veicoli che possono tanto essistere come emergere interamente dal suo interno la creazione dei propri giocattoli.   


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Enrico Napoletano, the son of Italian parents, was born in Venezuela in 1974. After exhibiting in numerous galleries and receiving recognition for his artworks in his native country, he returned to Italy as an architect with a master's degree in Philosophy, specifically in the city of art, Florence, to continue his artistic education.

During his stay in Florence, he won the first prize for the best sculpture, an award bestowed upon him by the former director of the Accademia di Belle Arti in Florence, Professor Domenico Viggiano.

He continued his journey throughout Italy, exhibiting in cities like Rome, Spoleto, Turin, among others, and participating in various events, including the Cannes International Fair. He was interviewed by the US-based magazine Voyage Houston, which featured him in their biweekly publication in the Art & Life section. He was also selected for an exclusive catalog curated by Dr. Elena Gollini, an art expert, who wrote an excellent critical review of his work.

His creations are the result of immense psychological and intellectual processing, a synthesis of lived experiences that have managed to strip away the unnecessary and gather what is fundamental to him. In this process, he recognized that he doesn't paint what he sees but illustrates what he feels or imagines, this combined with his cultural baggage, given that he is an architect, philosopher, and author of two published poetry books.

He emptied the room and filled it with shapes that come spontaneously, these are composed of a variety of mechanical parts, which at times seem deconstructed, as if it were an inductive process or simply constructing non-existent forms. In recent years, he has given life to such a great variety of forms, allowing him to explore himself artistically and thus synthesize his language. This synthesis has led him to transform these mechanical parts into vehicles that can both exist and emerge entirely from within, creating his own toys.




    




2022 "Fiera d'arte: “Antiquariato" Morón

Exclusiveart Online Italia

2020 “Asta delle tue 10 opere” @azionearte online

(Italia)

2018 Palais Des festival (Cannes): International Contemporary Art fair 3f. Represented by Queen Art Studio Italian Gallery Verona.

2017 Rivista Online “Voyage Houston” Houston.

Bibioteche Civiche torinese: Hartem torino organitation Torino

2015 Mentana in Florence Firenze

International Festival of Art and Culture Spoleto EuropArt Spoleto.

Luce Degrado e speranze delle nostre città e della società moderna. Genova

Press a Button Stimolazioni contemporanee.

Firenze

Imagine e Luce. Firenze

2015 Artexpertise. Avantgarde. Firenze

Decostruzione Figurativa. Firenze

Mostra Premio Mentana Firenze

2014 Il Cancello Antiquariato: Le borse dipinte Firenze

2013 Antiquariato Firenze 2011 Avatar Porlamar

2009 Juan griego Porlamar

2008 Los gustos Porlamar

2005 Theater Club San Roman: Teatros Caracas

2004 Club Iscaragua Caracas

Il Mondo della Cornice Caracas

Caracas Altamira tennis Club: Strade Caracas

Theater Club San Roman: Laberinti Caracas

2004 Eurobuilding: La Existencia o L'esistenza Caracas

2002 Ara: L’arte unisce l’America Miami

Banca Centro Mercantile. Miami

Templarios: Modulares Caracas

Natale: Colectiva Navideña Caracas

2001 top to toe Caracas

Gli esecutivi Caracas

2001 un passo avanti Caracas

1999 Room Novartis: Libertà Caracas







2023 "Fantasticando”, Case di Provincie Madrid.

2021 "I miei giocattoli meccanici" Madrid.

2020 Forme Intuitive Madrid.

2019 Intuitive Shapes Madrid.

Recensione critica
a cura della Dott.ssa Elena Gollini

Enrico Napoletano

Nell’atmosfera visionaria, avvolta da una dimensione rarefatta e ovat-tata, Enrico Napoletano trova la sua fonte d’ispirazione creativa, che si esplica attraverso una prospettiva rappresentativa che riecheggia di significati e messaggi subliminali insiti dentro lo scenario immagini-fico e fantasioso. Dentro le variegate pieghe compositive scava un pul-lulare di codici linguistici cifrati, articolati dentro una struttura fatta di enigmatici, misteriosi e inattesi paradigmi concettuali. Intrecci e commistioni alchemiche di trame lontane ancestrali e primordiali, che richiamano la tradizione passata e al tempo stesso proiezioni più moderne e innovative prendono vita e si alimentano reciprocamen-te di incalzante energia dinamica. La materia prende vita vibrante nel tripudio cromatico, plasmata e modulata nel gesto creativo dalle esperte mani di Enrico, che ne esplora e sperimenta al meglio le po-tenzialità comunicative in tutte le sue formule interpretative. L’amal-gama e la mescolanza armoniosa, così come il voluto contrasto degli elementi e dei fattori, fanno emergere una forte profondità sostanzia-le di fondo, che viene ancora più potenziata e intensificata dagli oriz-zonti equilibrati e bilanciati di prospettiva ottica, che scandiscono e regolano i ritmi cadenzati delle sequenze figurali. Dalla coinvolgente tensione d’insieme si sprigionano a tutto tondo e si coglie da subito l’eco riecheggiante di un nuovo inizio, la genesi metaforica del tutto. La materia traslata in pittura ci parla, allude a scenari che rimandano e si ricollegano a principi e valori simbolici, a contenuti che vanno sviscerati con attenzione percettiva e recettiva in modo analitico, an-dando oltre l’impatto estetico in superficie.Nei suoi lavori Enrico sembra voler scavalcare il confine delimitativo netto e definito tra astratto e figurativo, dirigendosi verso un corolla-rio espressivo meno categorico e più evolutivo. Si muove con autore-vole maestria e abile disinvoltura, spingendo il campo visuale chiuso oltre la tela, alla ricerca di spazi dilatati ad infinitum, di nuove realtà sorprendenti, alla scoperta di tracce di memoria indelebili che il tem-po non cancella e che rivivono nei riflessi speculari delle sue accatti-vanti raffigurazioni.

La luce nella sua vibrante luminosità a largo raggio è una componente decisiva e incisiva per cogliere i dettagli e i particolari delle coreogra-fie, nell’impasto corposo del materiale e nello spessore della texture che acquista plasticismo e rimarca una proiezione di accentuata bi-dimensionalità, lasciando trasparire nello spettatore un mix di pre-gnanti suggestioni emozionali, di illusioni oniriche di grande effetto che l’osservatore deve cogliere e decifrare come sogni racchiusi in uno scrigno prezioso. Armonie di colore e forme in sintonia. Le armo-nie, spesso latenti e inespresse dentro ciascuno di noi nel suo ego più recondito e intimo, tendono presto o tardi a palesarsi e manifestarsi in superficie. Le creazioni di Enrico sono una prosecuzione di esse tradotte in essenza di arte pura, una logica corresponsione evolutiva concretizzatasi in accurata ricerca formale e coloristica, che diventa anche una sorta di progettazione ideativa matematica certosina fatta a monte. È così che le figure si accorpano e si fondono, unendosi nell’ar-cobaleno cromatico vivo e acceso, diventando una visione omogenea e uniforme nelle sue distintive caratteristiche. Gli “agglomerati” figu-rali vengono enfatizzati da liriche fantasie tonali, che infondono un senso di compiutezza elegante e raffinata negli accostamenti. Le sue visioni sono planimetriche: ogni fattore di antica derivazione viene trasformato con una nuova veste evocativa, ricomponendolo dentro la narrazione con una valenza diversa, per accompagnare l’uomo-spettatore del passato verso la novità e fare riflettere al presente, guar-dando anche verso il futuro.Il tutto viene inserito in un gioco sapiente, che conduce e guida verso una riflessione sfaccettata su più livelli meditativi. Oltre alla storia e alla tradizione, anche l’attualità entra con forza vigorosa nell’impianto costruito da Enrico che uomo-artista di radicati principi esistenziali ferma le sue emozioni e le imprime dentro l’opera, con un fremente fervore e un palpitante trasporto interiore e spirituale. La sua spicca-ta sensibilità creativa si alimenta nello spirito di condivisione e nella voglia di incontro con il fruitore. L’affermazione del sé nel confronto aperto con gli altri è un pilastro portante del suo percorso artistico ed esistenziale di relazione umana. Il concetto di affermazione è frequen-te nei percorsi delle arti figurative, se si pensa agli artisti che, sotto le sollecitazioni di un’immagine, di un verbo, di un pensiero improvvi-so, hanno trovato la propria strada espressiva oppure anche a chi ha rivolto la propria propensione verso una passione inaspettata, dando vita a itinerari creativi maturati nel tempo con graduale progressione. Enrico, dando spazio al proprio talento e alla propria individualità, si cimenta in una sperimentazione estesa e allargata ad una comunione con gli altri, con la collettività, all’insegna di un’arte accessibile, di un rapporto diretto e consapevole a livello sociale.

Sul piano tecnico esecutivo sceglie di passare dalla forma più definita a quella meno evidente, ad una non-forma dove l’impatto visivo sfuma e trascende, proprio per dare ampio spazio all’esperienza sensoriale del fruitore, che accede a chiavi di lettura scansionate e liberamente valutabili. Le scelte tecniche sono frutto di rielaborazioni concrete di immagini rivisitate dalla mente rafforzate da una formula seriale di contrapposizioni e sovrapposizioni studiate e ponderate con massima dovizia e perizia. Talvolta il contrasto sequenziale individua una linea d’orizzonte, oltre la quale si perde il pensiero in un divenire costante e continuo di stimoli e sollecitazioni, che tengono sempre alto il focus motivazionale primario del suo fare arte, suggerendo una propria po-etica peculiare, che supera e travalica ogni statica imitazione formale e supporta uno stile pulito e originale nei tratti dominanti connotativi. Enrico scorre le pagine di Storia contemporanea e le innovazioni cre-ative dei grandi Maestri del Novecento con appassionata curiosità, apportando modifiche inconsuete e atipiche da artista eclettico quale si dimostra e affrontando le ragioni dell’arte con approccio autonomo e intento non emulativo. Nel suo lavoro artistico cerca di aprirsi un varco comunicativo esclusivo. Con la materia pittorica Enrico instau-ra e sviluppa un canale di comunicazione interattivo, in un meccani-smo compositivo variabile, che cambia secondo i tempi e le dinami-che rievocative. Si muove dentro ogni opera tra progetti e proposte non convenzionali, senza mai rinunciare alla propria riconoscibilità ideale visiva, sempre presente e sempre riscontrabile come una prege-vole “firma d’autore”.

Enrico, artista compiaciuto e appagato dalla ricerca, valorizza al mas-simo l’azione e il gesto, evolvendo la propria attività di ricercatore tramite la materia pittorica, che diventa protagonista principale del processo creativo. Si rivolge e si orienta verso un linguaggio plasti-co, dove il coacervo semantico assume notevole importanza trami-te il passaggio timbrico di energia dinamica, luce e colore, che po-eticamente distribuiti avvalorano la rappresentazione, intesa come “campo-segno-soggetto” per attribuire e conferire una nuova valenza esistenziale e fenomenologica allo spazio scenico. Nascono così del-le atmosfere sospese nell’incontro congiunto di sintonia tra azione, gesto e materia, che si fondono e si confondono dentro una magica e immaginifica spazialità. Enrico, professionista autorevole e conosci-tore sopraffino delle proprietà e dei segreti della pittura, si appassiona nell’offrire più possibilità esplorative confluite in una sintesi completa e compiuta con coerente previsione. Tecnica e manualità, visioni rea-li, allusive e suggestive sono al servizio di un racconto, che riporta ad una dimensione altra, inconscia. Osservando attentamente le opere, ci si cala dentro l’anima di esse che possiede un suo timbro qualifican-te, unico e inimitabile. L’occhio acuto dell’osservatore capta scenari interiori sintesi di sentimenti umani, che affiorano nel pragmatismo essenziale e stilizzato del tratto segnico, sempre in bilico tra reale e fantastico, quasi a rappresentare la dinamica di evoluzione di una me-tamorfosi enigmatica e misteriosa, che catalizza insieme idealmente vicende concrete e immaginarie, realtà e invenzione. L’arte di Enri-co arriva direttamente al cuore con dirompente permeanza, perché costituisce il vettore di tante sensazioni e di tanti sentimenti anche inespressi, che finalmente possono risalire dal profondo del cuore e diventano visibili in un multiforme unicum. Ogni elemento concor-re a questo unicum vivendo in stretta simbiosi e amalgamandosi in una struttura in movimento. Il concetto dinamico recupera il senso dello scorrere del tempo e del fluire cronologico, accrescendo e accen-tuando la funzione simbolica. La produzione di Enrico testimonia al meglio le sue risorse e le sue potenzialità accompagnate da un’accatti-vante e intrigante carica poetica emozionale e da una virtuosa delica-tezza emotiva, che si avvicina al carattere espressionista, provocando sensazioni forti e immediate. L’informalismo figurativo di fertile con-taminazione produce un tessuto visivo compatto, che nutre il bisogno dello spirito di esprimersi senza toni esasperati mediando su toni sot-tili e al contempo penetranti. Le opere sono dimore dell’anima, luoghi interdimensionali dove la materia grandiosa e silente rappresenta ciò che è necessario ad ognuno per vivere nell’oggi in un mondo comples-so da percepire, piena di connessioni, di progetti, di idee, di pensieri, di sogni, dove gli ancoraggi mentali forzati e costrittivi si annullano e non diventano dei limiti frenanti e bloccanti per acquisire una visione illuminante. Ogni opera è un luogo privilegiato e incorruttibile, in cui si possiede il diritto al benessere e il dono della serenità, in cui azione e reazione incidono beneficamente e positivamente sul nostro senso dell’Essere e dell’Esistere.

Elena Gollini


L'artista "Enrico Napoletano" essegue opere su commissione riguardanti le opere personalizzate a piacere e la scultura.

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