"Ecce Puer
2018 Premio Marche Forte Malatesta Ascoli Piceno
2017 Biennale Internazionale d’Arte di Roma presso il complesso monumentale del Circo di Domiziano
2016 Mostra Biennale “Carlo Bonatto Minella” dal titolo “Oltre il Corpo l’Anima” a cura di Vittorio Sgarbi
2011 Invitato dal Prof. Vittorio Sgarbi alla 54° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia espone al padiglione Italia e a Palazzo Grimani nella Mostra “L’Ombra del Divino nell’Arte Contemporanea”
2010 Premio “L’Arciere” Sant’Antioco a cura di Vittorio Sgarbi
2009 Premio alla Carriera, Terza edizione del Premio Internazionale Arcaista Tarquinia
2008 Primo Premio alla II edizione del Premio Arcaista Tarquinia
Finalista Premio Arte Mondadori
2007 Targa d’Oro Premio Speciale della Giuria “Premio Artemisia”
Premio Arte Mondadori
2006xz Premio Arte Mondadori
Premio Artemisia Ancona
Premio Arte Giorgio Mondadori 2005 Premio Arte Giorgio Mondadori
2003 Premio Arte Giorgio Mondadori
2001 Primo Premio “Premio Tindari” Roma
Premio Arte Giorgio Mondadori
Biennale Internazionale d’Arte Sala del Bramante Roma
1999 Menzione speciale della Giuria del Premio “Lorenzo Lotto”
Primo Premio Medaglia D’Oro “Premio Carlo Crivelli”
Premio “Truentum”
Menzione speciale della giuria Premio “Remo Brindisi” Castello di Mesola
Premio Arte Mondadori
Premio Biennale d’Arte “Villa Ormond” – San Remo
Premio II Biennale città di Terni
Premio Salsomaggiore Arte
Premio Città di Forlì
1980 Primo Premio “Mostra Arte Sacra” Marche
1975 Premio “Arte Val di Nevola”
1973 Primo Premio “Gentile da Fabriano”
1972 Primo Premio alla Rassegna Artistica “Urbs Salvia”
1971 Premio “Mostra Arte Sacra” Marche
1970 Premio Serra San Quirico
1969 Primo Premio Mostra della Vallesina
1968 Premio AVIS Città di Jesi
Pubblicazioni
Vittorio Sgarbi “I giudizi di Sgarbi” Mondadori Editore 2005
Luciano Carini “Artisti in cronaca” La Cronaca Editore 2007
Vittorio Sgarbi “L’Arciere” Ghiani Editore 2010
Vittorio Sgarbi “L’ombra del Divino nell’Arte contemporanea” Cantagalli Editore 2011
Vittorio Sgarbi “Lo stato dell’Arte” Skira Editore 2011
Alberto D’Atanasio “Quando l’eroe è donna” Bevagna Editore 2011
Walter Scotucci “Eretico & Ieratico” Artelito Camerino Editore 2012
Alberto D’Atanasio “La fine del mondo tra apocalisse e apocatastasi. Gli Artisti? I nuovi profeti” Pegasusarte Editore 2012
Vittorio Sgarbi “Oltre il corpo, l’anima” Lizerarte Editore 2013
Giammarco Puntelli “Spiritualità oggi lungo le vie Francescane” La Torre Editore 2015
Giammarco Puntelli e Giulia Sillato “L’Arte e il Tempo” Mondadori Editore 2015
Giammarco Puntelli “Il labirinto dell’ipnotista” Mondadori Editore 2016
Giammarco Puntelli “L’Eternità nell’Arte” Mondadori Editore 2016
Catia Monacelli e Francesca Sacchi Tommasi “Dalla terra al Cielo” Polo Museale di Gualdo Tadino Editore 2016
Giammarco Puntelli “Profili d’Artista” Mondadori Editore 2018
Giammarco Puntelli “Genius” Mondadori Editore 2018
Giammarco Puntelli “Le scelte di Puntelli” Mondadori Editore edizioni 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023
Giammarco Puntelli "Cari Maestri" Mondadori Editore edizioni 2022 2023
Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori Editore annuale
Annuario COMED Comed Editore annuale
Riviste specializzate
ARTE Mondadori
ARTE-IN
FONDAZIONE SOLONIA MAGAZINE
JULIET MAGAZINE
ARTE&ARTE
EFFETTO ARTE
Stefano Solimani nasce nel 1953, suo padre Farmacista e sua madre Insegnante. Fin dall’infanzia dimostra un evidente talento artistico che lo porta all’età di quattordici anni nel 1967 alla sua prima personale presso la Galleria Hotel City di Senigallia.
Dipinge nature morte e paesaggi ispirandosi ai grandi Morandi, Sironi, De Chirico, Lilloni, Dalì. Si laurea nel 1978 in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bologna. Nel 1977 e nel 1981, invitato al Festival dei Due Mondi di Spoleto, espone a palazzo Pila e a Palazzo Ancajani.
Nel 2001 espone a Roma alla Torretta Valadier e a Montecarlo, nel 2002 alla Biennale d’Arte di Roma presso le sale del Bramante. Sempre nel 2002, protagonista al Premio Arte Mondadori espone al Palazzo della Permanente di Milano.
Nel 2004 espone a Gent, in Belgio, con grande successo. Nel 2005 è ancora a Milano al Palazzo della Permanente. Nel corso del 2007 fonda ufficialmente un nuovo movimento artistico col nome di “Iperestetismo” volto al recupero della bellezza come cifra assoluta sia estetica che di contenuti nell’ottica di un nuovo Rinascimento. Da questo momento in poi il suo messaggio artistico ruoterà sempre intorno al binomio Bene e Male, Luce e Ombra in cui la presenza del Trascendente si sviluppa nel concetto della “Terra di Nessuno” uno spazio-non spazio visivo dove gli opposti esistenziali si fonderanno nella ricerca continua di una dimensione nuova, inesplorata.
Nel 2008 espone presso la Reggia di Caserta e pubblica come co-autore con la casa editrice Mondadori il libro “Il Teorema dell’Arte” con prefazione di Vittorio Sgarbi. Invitato sempre dal prof. Vittorio Sgarbi alla 54^ Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, espone al padiglione Italia e partecipa alla Mostra “L’ombra del Divino nell’Arte contemporanea”, come evento collaterale della Biennale, a Palazzo Grimani a Venezia. E’ inserito nel libro di Vittorio Sgarbi “L’ombra del Divino nell’arte contemporanea”. Partecipa al 54^ Festival dei Due Mondi di Spoleto a Villa Redenta con la mostra dal titolo “A Sua Immagine” riproposta sia presso la “Sala Rossa” del Museo Francesco Gonzaga di Mantova che presso la Rocca Paolina di Perugia.
Nel 2014 conosce il Prof. Giammarco Puntelli che diverrà i Curatore della personale “A Sua Immagine” presso il Battistero del Duomo di Spoleto e la rassegna espositiva “Imagine” a Biella, Milano, Assisi Firenze.
Il 2015 vede l’invito a Milano EXPO a palazzo dei Giuriconsulti nella mostra ufficiale di Expo 2015 dal titolo ”L’Arte e il tempo” a cura di Giulia Sillato e Giammarco Puntelli, a Villa Valsecchi a cura di Vittorio Sgarbi e la mostra personale presso il Museo Diocesano e Duomo di Massa. Sempre nel 2015 arriva la committenza di un’opera monumentale da parte della Galleria Nazionale della Calabria a Cosenza per celebrare la figura di San Francesco di Paola patrono della Regione, opera quest’ultima acquistata dallo Stato Italiano che va ad arricchire la quadreria accanto a capolavori di Luca Giordano e Mattia Preti.
Nel 2016 la mostra personale dal titolo “Gratia Mundi” presso Villa Mirra di Cavriana. Tale esposizione acquista un valore artistico di notevole importanza, frutto di alcuni anni di lavoro, si articola su un percorso storico affidato alla presenza sulle tele di donne celebri della Storia, interpretate con rara partecipazione da una sola modella, Questo è un inno alla femminilità e alla grazia che ne è l’espressione più alta. Su invito del Vaticano nel 2016 lo troviamo nella Mostra ufficiale del Giubileo a Roma presso il complesso monumentale Basilica dei Quattro Santi Coronati dal titolo ”L’eternità nell’Arte”. Invitato alla Biennale Internazionale dell’Arte di Roma nel 2017 espone presso il complesso monumentale dello Stadio di Domiziano.
Nel 2018 è invitato a partecipare al progetto espositivo “GENIUS” anticipazione delle celebrazioni dell’anno Leonardiano con esposizioni a Palazzo Medici-Ricciardi a Firenze, a Palazzo Pretorio e al Museo Nazionale di Anghiari e al Museo Leonardiano di Vinci. Pubblicazione del libro “Genius” della Mondadori Editore sulla figura di Leonardo da Vinci che presentato al Museo degli Uffizi a Firenze. Sempre a Firenze nel 2020 presso il Museo di San Marco “Musiwa” artisti internazionali a confronto e a Napoli a Castel dell’Ovo è invitato alla Mostra “Troisi poeta Maximo” per celebrare la figura del grande attore scomparso.
Sempre nell’ambito delle celebrazioni di Massimo Troisi nel 2022 è al Palazzo D’Avalos a Procida , Capitale italiana della cultura.
Nel 2023 espone presso la Pieve romanica di Urago Mella a Brescia ,Capitale italiana della cultura. Viene invitato a esporre alla prima Biennale internazionale d’Arte di Malta che si terrà nella primavera del 2024 a La Valletta. Mostra "Cari Maestri" Castello Malaspina di Massa e Palazzo dei Principi di Correggio Museo Nazionale "Il Correggio"
Le sue opere figurano da anni in collezioni pubbliche e private sia in Italia che all'estero.
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2018 Marche Forte Malatesta Award Ascoli Piceno
2017 Rome International Art Biennial at the monumental complex of the Circus of Domitian
2016 Biennial Exhibition “Carlo Bonatto Minella” entitled “Beyond the Body, the Soul” curated by Vittorio Sgarbi
2011 Invited by Prof. Vittorio Sgarbi to the 54th International Art Biennale of Venice he exhibited at the Italian pavilion and at Palazzo Grimani in the exhibition “The Shadow of the Divine in Contemporary Art”
2010 “The Archer” Sant'Antioco Award by Vittorio Sgarbi
2009 Lifetime Achievement Award, Third edition of the International Arcaista Tarquinia Award
2008 First Prize at the 2nd edition of the Arcaista Tarquinia Award
Mondadori Art Award finalist
2007 Golden Plate Special Jury Prize “Artemisia Prize”
Mondadori Art Prize
2006xz Mondadori Art Prize
Artemisia Ancona Award
Giorgio Mondadori Art Award 2005 Giorgio Mondadori Art Award
2003 Giorgio Mondadori Art Award
2001 First Prize “Premio Tindari” Rome
Giorgio Mondadori Art Award
International Art Biennial Bramante Hall Rome
1999 Special mention from the Jury of the “Lorenzo Lotto” Award
First Prize Gold Medal “Carlo Crivelli Award”
“Truentum” Award
Special mention from the “Remo Brindisi” Castello di Mesola jury
Mondadori Art Prize
Biennial Art Award “Villa Ormond” – San Remo
Award II Biennial city of Terni
Salsomaggiore Art Award
City of Forlì Award
1980 First Prize “Sacred Art Exhibition” Marche
1975 “Arte Val di Nevola” Award
1973 First Prize “Gentile da Fabriano”
1972 First Prize at the “Urbs Salvia” Art Exhibition
1971 “Sacred Art Exhibition” Marche Award
1970 Serra San Quirico Award
1969 First Prize Vallesina Exhibition
1968 AVIS City of Jesi Award
Publications
Vittorio Sgarbi “Sgarbi's judgments” Mondadori Editore 2005
Luciano Carini “Artists in the news” La Cronaca Editore 2007
Vittorio Sgarbi “The Archer” Ghiani Editore 2010
Vittorio Sgarbi “The shadow of the Divine in contemporary art” Cantagalli Editore 2011
Vittorio Sgarbi “The state of the art” Skira Editore 2011
Alberto D'Atanasio "When the hero is a woman" Bevagna Editore 2011
Walter Scotucci “Heretic & Hieratic” Artelito Camerino Editore 2012
Alberto D'Atanasio “The end of the world between apocalypse and apocatastasis. The artists? The new prophets” Pegasusarte Editore 2012
Vittorio Sgarbi “Beyond the body, the soul” Lizerarte Editore 2013
Giammarco Puntelli “Spirituality today along the Franciscan paths” La Torre Editore 2015
Giammarco Puntelli and Giulia Sillato “Art and Time” Mondadori Editore 2015
Giammarco Puntelli “The hypnotist's labyrinth” Mondadori Editore 2016
Giammarco Puntelli “Eternity in Art” Mondadori Editore 2016
Catia Monacelli and Francesca Sacchi Tommasi “From Earth to Sky” Museum Center of Gualdo Tadino Editore 2016
Giammarco Puntelli “Artist Profiles” Mondadori Editore 2018
Giammarco Props “Genius” Mondadori Editore 2018
Giammarco Puntelli “The choices of Puntelli” Mondadori Editore editions 2015 2016 2017 2018 2019
Annual catalog of Modern Art Mondadori Editore
COMED Yearbook Comed Annual Publisher
Specialized magazines
ART Mondadori
ART-IN
SOLONIA MAGAZINE FOUNDATION
JULIET MAGAZINE
ART&ART
ART EFFECT
Stefano Solimani was born in 1953, his father was a pharmacist and his mother a teacher. From childhood he demonstrated an obvious artistic talent that led him, at the age of fourteen, in 1967, to his first solo exhibition at the Hotel City Gallery in Senigallia.
He paints still lifes and landscapes inspired by the great Morandi, Sironi, De Chirico, Lilloni, and Dalì. In 1978, he graduated in Medicine and Surgery at the University of Bologna. In 1977 and 1981, invited to the Festival dei Due Mondi in Spoleto, he exhibited at Palazzo Pila and Palazzo Ancajani.
In 2001 he exhibited in Rome at the Torretta Valadier and in Monte Carlo, in 2002 at the Rome Art Biennial at the Bramante halls. Also in 2002, as protagonist of the Mondadori Art Prize, he exhibited at the Palazzo della Permanente in Milan.
In 2004 he exhibited in Ghent, Belgium, with great success. In 2005 he is again in Milan at the Palazzo della Permanente. During 2007 he officially founded a new artistic movement under the name of “Hyperestetismo” aimed at the recovery of beauty as an absolute figure of both aesthetics and content in the perspective of a new Renaissance. From this moment on, his artistic message will always revolve around the binomial Good and Evil, Light and Shadow, in which the presence of the Transcendent is developed in the concept of “No Man’s Land” a visual space-non-space where existential opposites will merge in the continuous search for a new, unexplored dimension.
In 2008 he exhibited at the Reggia di Caserta and published as co-author with Mondadori publishing house the book “Il Teorema dell’Arte” (The Art Theorem) with an introduction written by Vittorio Sgarbi. Invited by Professor Vittorio Sgarbi to the 54th Venice International Art Biennale, he exhibited at the Italian Pavilion and participated in the Exhibition “The Shadow of the Divine in Contemporary Art,” a collateral event of the Biennale, at Palazzo Grimani in Venice. He is included in Vittorio Sgarbi’s book “The Shadow of the Divine in Contemporary Art.” Solimani takes part in the 54th Festival of the Two Worlds of Spoleto at Villa Redenta with the exhibition entitled “A Sua Immagine” (In His Own Image) reproposed both at the “Sala Rossa “of the Francesco Gonzaga Museum in Mantua and at the Rocca Paolina in Perugia.
In 2014 he meets Professor Giammarco Puntelli who will become the Curator of the solo exhibition “A Sua Immagine” at the Baptistery of the Cathedral of Spoleto and the exhibition “Imagine” in Biella, Milan, Assisi and Florence.
In 2015 he is invited to the Milan EXPO at Palazzo dei Giuriconsulti, at the official exhibition of Expo 2015 entitled “L’Arte e il Tempo” (Art and Time) curated by Giulia Sillato and Giammarco Puntelli, at Villa Valsecchi curated by Vittorio Sgarbi and the solo exhibition at the Diocesan Museum and Cathedral of Massa. Also in 2015 comes the commissioning of a monumental work by the National Gallery of Calabria in Cosenza to celebrate the figure of St. Francis of Paola, patron saint of the region, the latter work purchased by the Italian State enriching its gallery alongside masterpieces by Luca Giordano and Mattia Preti.
In 2016 he holds a solo exhibition entitled “Gratia Mundi” at Villa Mirra in Cavriana. The exhibition acquires an artistic value of considerable importance, the result of several years of work, it is articulated on a historical path entrusted to the presence on the canvases of famous women of History, interpreted with rare participation by a single model. This is a hymn to femininity and grace, which is its highest expression. At the invitation of the Vatican in 2016 we find him works at the official Jubilee Exhibition in Rome at the monumental complex Basilica dei Quattro Santi Coronati (Basilica of the Four Crowned Saints) titled “L’Eternità nell’Arte” (Eternity in Art). Invited to the International Biennale of Art in Rome in 2017 he exhibits at the monumental complex of the Stadio di Domiziano (Stadium of Domitian).
In 2018 he is invited to participate in the exhibition project “GENIUS”, an anticipation of the celebrations of the Leonardian year with exhibitions at Palazzo Medici-Ricciardi in Florence, Palazzo Pretorio and the National Museum of Anghiari and the Museo Leonardiano in Vinci. Also in this year is the publication of the book “Genius” by Mondadori Editore, on the figure of Leonardo da Vinci, presented at the Uffizi Museum in Florence. Once again in Florence, in 2020, he exhibits at the Museum of San Marco “Musiwa” international artists in comparison and in Naples at Castel dell’Ovo is invited to the Exhibition “Troisi poet Maximo” to celebrate the figure of the great late actor.
His works have appeared for years in public and private collections both in Italy and abroad.
2022 Mostra “I
volti di Massimo Troisi” Isola di Procida
Mostra collettiva “Cari Maestri” Massa – Castello di Malaspina
2021 Mostra
“Troisi Poeta Maximo” Castel dell’Ovo Napoli
2020 Mostra
“Artisti Contemporanei a confronto” Museo di S. Marco Firenze
2018 Mostra
“Genius” in tre sedi differenti: Palazzo Medici Ricciardi di Firenze, Palazzo
Pretorio di Anghiari e Museo Leonardiano di Vinci
Presso il Museo degli Uffizi di Firenze viene presentato un volume su Leonardo
da Vinci all’interno del quale viene pubblicata accanto alla “Vergine e
Sant’Anna” un’opera del Maestro Stefano Solimani dal titolo “Genius Dei”
2016 Mostra Ufficiale del Giubileo della Misericordia “L’Eternità nell’Arte”
presso il complesso monumentale dei Quattro Santi Coronati Roma
2015 Mostra
Collettiva “Spiritualità oggi lungo le vie francescane” presso la Rocca Flea di
Gualdo Tadino
Mostra Ufficiale Expo2015 “L’Arte e il tempo” Palazzo dei Giureconsulti Milano
Mostra Collettiva presso Villa Valsecchi Milano a cura di Vittorio Sgarbi
2014: Mostra
Collettiva “Immagine” Archivio Pria Biella
Mostra Collettiva “Immagine” Palazzo Bernabei Assisi
Mostra Collettiva “Immagine” Biblioteca Umanistica dell’Incoronata Milano
Mostra Collettiva “Immagine” Galleria “Simboli” Firenze
2012 Mostra
Collettiva “Arte e Terapia” Ospedale S. Matteo degli Infermi Spoleto
Mostra Collettiva “In Chartis Mevaniae” Rocca Paolina di Perugia
“L’Ombra del
Divino nell’Arte Contemporanea” Museo S. Agostino Cosenza
“Eretico e Ieratico” Abbazia di San Rufino Amandola
“La Fine del Mondo” Magazzini del Sale
Venezia
2010 Mostra
Camera di Commercio Di Bari
Mostra Collettiva
Palazzo Pianciani in occasione del Festival dei Due Mondi di Spoleto a cura di
Vittorio Sgarbi
Mostra Collettiva a Ca’ Zanardi Venezia
2009 Mostra
Galleria “Arka” San Pietroburgo (Russia)
Mostra “la Resurrezione” Palazzo Bruschi Tarquinia
Mostra “Eros e Arte” Villa Cambiaso Savona
2008 Collettiva
Galleria Artemisia “le declinazioni della Figura nell’Arte” – Ancona
Mostra Palazzo
della Permanente Milano
2007 Mostra
Collettiva “Artisti in Cronaca” Villa Raggio Piacenza
2006 Mostra
Collettiva “Magic” presso il Castello Estense Ferrara
2005 Collettiva
presso la Galleria “Arteincontri” Torino
Mostra Collettiva “Lo zoo incantato” Sale del Bramante Roma
Mostra Collettiva “L’Uomo e la Maschera” Villa Raggio Piacenza
Mostra Collettiva “Pulchra Ecclesia” Brescia
2004 Collettiva
alla Galleria “Studio C” Piacenza
Collettiva presso
il Teatro Verdi di Firenzuola d’Arda
2003 Mostra
Collettiva “PERCORSI D’AUTORE” Galleria l’Angelo Azzurro Roma
Arte in Fiera Cremona
Fiera Arte
Contemporanea “Immagina” Reggio Emilia
Mostra Collettiva
” Le stanze dell’Eros” Piombino Isola d’Elba
Fiera Arte Contemporanea “Immagina” Reggio Emilia
2001 Mostra
“Viaggio tra gli Artisti di oggi” – Palazzo dei Congressi Pesaro
Mostra Collettiva “Lorenzo Lotto” Palazzo Paccaroni Fermo
Collettiva “La Seduzione” – Galleria L’Angelo Azzurro Roma
Mostra Internazionale “Il Fiorino d’Oro” Firenze
Mostra presso il Palazzo
della Permanente Milano
1999 Collettiva
presso la Galleria Malatestiana di Rimini
Collettiva d’Arte
“… dal ‘900 al Futuro” Palazzo S. Rocco – Fermo
1990 Collettiva Artisti Emergenti a Palazzo dei Congressi di Firenze
2019 Mostra
Personale dedicata a Leonardo da Vinci presso il Museo Nazionale di Anghiari
nella Sala della Robbia
2016 Mostra Personale “Gratia Mundi” presso Villa Mirra di Cavriana
Mostra “Dalla Terra al Cielo” Chiesa di S. Francesco Gualdo Tadino
2015 Mostra
Personale presso il Museo Diocesano e il Duomo di Massa
2014 Mostra
Personale “A sua Immagine” Battistero del Duomo di Spoleto
2013 Mostra
Personale “Il Mistero dell’Assoluto” presso la Galleria Milano Art Gallery a
cura della Prof.ssa Mina Gregori
2012 Mostra
Personale “A sua Immagine” Museo Civico di Bevagna
Mostra Personale “Vagiti Ultimi” presso le Antiche Cisterne Romane di Atri
2011 Mostra Personale presso il Museo Francesco Gonzaga Mantova
Mostra Personale “A sua Immagine” Festival dei Due Mondi Di Spoleto – Villa
Redenta
2010 Personale
Villa Cambiaso Savona
2009 Mostra Personale presso la Galleria dell’Uva Ferrara
2008 Mostra
Personale “Trasfigurazioni” Palazzina Azzurra San Benedetto del Tronto
Mostra Palazzo della Permanente Milano
2007 Mostra
Personale “Le Stanze Segrete” Atelier dell’Arco Amoroso Ancona
2006 Mostra Personale presso la “Galleria 18” Bologna
2005 Mostra Palazzo della Permanente Milano
Finalista al Premio Arte Mondadori
2004
Personale “Corpus Mirabile” Palazzo dei Capitani Ascoli Piceno
Personale presso la Galleria Gnaccarini Bologna
2003
Mostra Personale presso la Galleria “Ammuar” Catania
Mostra Personale “Apparenze e Rivelazioni” Teatro Fenaroli Lanciano
2001 Invitato dal
Comune di Roma Mostra Personale alla Torretta Valadier
Invitato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona mostra personale
presso l’atelier dell’Arco Amoroso
Mostra Personale presso la Palazzina Azzurra San Benedetto del Tronto
Mostra Internazionale “Il Fiorino d’Oro” Firenze
X Biennale Città di Rimini
1999 Personale al
Centro Esposizioni “Pisa Arte” – Pisa
Secondo Premio Concorso Nazionale di pittura ASLAI – Isola d’Elba
Premio IV Biennale Nazionale di Pittura Città di Rimini
Medaglia d’Oro “Pisa Arte”
1988 Personale al XXXI Festival dei Due Mondi di Spoleto, espone a Palazzo
Ancajani
1982 Personale alla Galleria “Il Quadrato” di Roma
1981 Esegue tutti i bozzetti per le medaglie commemorative dell’Accademia Medica
del Piceno
1979 Seconda
Personale alla Galleria le Logge di Assisi
1978 Personale presso la Galleria “La Piccola” di Torino
1977 Invitato al
XX Festival dei Due Mondi di Spoleto espone a Palazzo Pila
1976 Personale
alla Galleria le Logge di Assisi
1969 Primo Premio
Mostra della Vallesina
1967 Prima Mostra Personale alla Galleria dell’Hotel
City di Senigallia
Medaglia d’argento Mostra della Vallesina
Hanno scritto di
Stefano Solimani:
Vittorio Sgarbi,
Paolo Levi, Achille Bonito Oliva, Giammarco Puntelli, Gastone Ranieri Indoni,
Catia Monacelli, Luciano Carini, Paolo Zauli, Francesca Mariotti, Walter
Scotucci, Ireneo Lorenzoni, Alberto D’Atanasio, Stefano Papetti, Giulia
Sillato, Mina Gregori, Francesco Chimienti, Alfonso Maria Capriolo, Donato
Mori, Francesca Maria Ferraris, Anna Iozzino.
Stefano Solimani
è pittore dallo spirito antico, e non tanto per il fatto di procedere
tecnicamente secondo la lezione pittorica di tradizione, quanto per il gusto,
che in alcuni casi si fa esplicitamente citazionista, per l’iconografia del
nostro Seicento. Questo tuttavia non basta a definirlo, in quanto nei suoi
dipinti dell’ultimo decennio coabitano paesaggi onirici che alludono al
linguaggio simbolico del preconscio e raffigurazioni del corpo umano –
soprattutto femminile – il cui iperrealismo sfiora la crudezza. Quando parlo di
iperrealismo non intendo confondere il messaggio di Solimani con quello dei
pittori americani degli anni Ottanta, che percepivano e ritrasmettevano il
quotidiano in una cifra stilistica di totalizzante oggettività. Questo artista,
al contrario, si concentra sulla realtà del particolare in chiave tutt’altro
che decifrabile, a meno di non tentarne una decodifica attraverso quei tasselli
di paesaggio, apparentemente dissonanti, in alcuni casi persino informali e
puramente cromatici, che agiscono da ordito alla narrazione. Non conosco le
opere precedenti di Solimani, ma questi suoi lavori mostrano una notevole
maturità segnica e cromatica, che si accompagna al gusto scenografico, al senso
formale dell’armonia e a una forte capacità espressiva. I temi trattati sono il
frutto di una elaborazione teorica che si fonda su una sperimentata conoscenza
delle potenzialità luminose sia dell’olio che dell’acrilico. Significativa ed
emblematica è l’opera Oltre il Confine, del 2000, o dello stesso anno, la Donna
dal cappello nero; per non dimenticare abbandono, piccolo dipinto eseguito nel
2003, dove una giovane donna colta in tutta la sua sensuale nudità esprime
nello sguardo uno stupore doloroso. Queste figure non hanno un vero e proprio
carattere di ritrattistica, semmai sono costruzioni volumetriche dense di
emblematicità e di domande sulla nostra vita interiore. Pittore del
significante, Solimani gioca su messaggi diversi usando il simbolismo iconico
come elemento di rarefazione dell’immagine e di riequilibrio contenutistico del
costrutto. Quando il messaggio di un artista è pregnante sono possibili
molteplici chiavi di interpretazione, sceglierne una comunque appartiene
strettamente alla sfera soggettiva ed alla sensibilità dell’osservatore. Personalmente
vedo in Solimani un narratore di sogni, un evocatore di eventi oscuri, di un
non detto che attiene presumibilmente alla sua sfera privata. Ogni sua immagine
pittorica porta infatti in luce una sorta di aura tesa, ogni suo dipinto
prefigura una narrazione conclusa che si espande con l’eloquenza di una missiva
rivolta a un destinatario privilegiato. Solimani è un artista che ha scelto di
muoversi dentro la tradizione, ha tratto evidentemente dalla lezione luminosa
della scuola manieristica e barocca, ma del tutto contemporaneo nel piglio
veloce e nelle scenografie geometricamente allusive. Pur distinguendosi per le
invenzioni tecniche e la forte percezione della corporeità, la padronanza della
materia pittorica non è l’unica misura della sua autenticità, perchè è
l’afflato poetico a trattenergli la mano, prima che sconfini sul terreno
periglioso del virtuosismo e a conferire solennità iconica alla sua
immaginazione fervidamente sensuale.
Vittorio Sgarbi – da “I Giudizi di Sgarbi”, Mondadori
Editore, 2005
Stefano Solimani
ha l’anima antica di un maestro del Rinascimento con il gusto innato della
Bellezza, sinonimo di perfezione estetica ed etica. Tenendosi fuori dal tempo e
dalla storia contemporanea, egli si muove nell’infinitezza dello spazio
creativo con una severa e controllata disciplina esecutiva, che gli appartiene
sin dagli anni giovanili di apprendistato. Le sue opere sono meticolosamente
meditate e quindi strutturate secondo il canone assoluto della verosimiglianza.
In questo contesto, gli studi preparatori a pastello su carta testimoniano la
preziosa tessitura segnica dalla quale nascono e si evolvono le sue
raffigurazioni a olio, presentandosi all’osservatore come lavori chiusi e
conclusi.
Paolo Levi
…Solimani ha una
tecnica minuziosa e sapiente e costruisce le sue opere studiando la
disposizione delle masse in relazione alle cromie e alla luce. Nulla è lasciato
al caso. La sua luce che rivela le figure non è caravaggesca anche se la
ricorda, la luce che Solimani dipinge è una luce filtrata dalla sua coscienza
dosata in modo che si risaltino i colori in relazione alle figure che rimangono
statiche nell’incanto della rivelazione. In Solimani è l’opera nella sua
costruzione che genera la contemplazione dell’evento descritto per cui la luce
non incide, non diviene atmosfera misteriosa né alveo dove la santità si
rivela. Più semplicemente direi che il soggetto s’illumina perché è vero, reale
la luce è riflessa dai colori e il mistero si rivela. E’ il soggetto illuminato
che permette alla luce di Dio di manifestarsi, non serve altro. Gli sguardi
delle sue figure non possono dunque avere connotazioni particolari, né
concitazioni che possono evocare particolari moti dell’animo. Le figure che
questo grande artista crea hanno semplicemente la fissità di chi si trova in un
piano diverso da chi osserva. L’artista in questo caso pone la figura umana
come “epifania” di una verità percepita ed elaborata dalla cognizione umana.
L’immagine e i simboli si compongono nel quadro perché l’osservatore possa
percepire il concetto personale dell’artista più che un messaggio ieratico
universale e religioso. Non c’è catechesi, né azione catartica, ciò che
Solimani cerca è lo stupore antico che si genera nell’esercizio della “mimesis”:
la materia, la natura sono soggette al tempo che passa ed è l’artista che con
il suo fare le rende perpetue, immortali. L’artista ha compiuto il prodigio
della creazione in quanto in possesso del dono della creatività e quindi ha la
consapevolezza più d’ogni altro uomo di essere molto vicino all’immagine del
Dio Creatore.
Alberto D’Atanasio – dal catalogo della mostra “A Sua
Immagine” in occasione del 54° Festival dei Due Mondi di Spoleto, 2011
L’eccellenza
dell’arte e della pittura bussa all’eternità di un tempo convenzionale. Ecco
che una giovane donna si prende, in un semiserio atteggiamento, gioco dell’uomo
che osserva e delle sue incertezza, delle sue regole. Stefano Solimani è
artista contemporaneo di grande capacità tecnica, uno dei migliori figurativi
dei nostri tempi, intelligente nell’immergere le proprie rappresentazioni in un
sapere filosofico e narrativo a volte enigmatico, ed è deliziosamente astuto
nel porre quegli interrogativi che scuotono coscienze e pensieri per arrivare a
soluzioni pittoriche convincenti ed esaustive. Sono noti i suoi temi, sia
quelli di carattere religioso, vissuti con laica rappresentazione, sia quelli
che riguardano la storia e la figura femminile. Uomo colto e attento a seminare
indizi e simboli, è dotato di doni e discipline che gli consentono di
elaborare, nello spazio artistico, una paziente ed eccellente pittura al
servizio di un racconto che spesso trasforma da filosofico a narrativo, e
viceversa. Coglie, con una sintassi attenta ad ogni particolare, il momento
storico, rendendolo, con un processo pittorico e artistico fuori dalla norma,
contemporaneo e vibrante, concettuale e tecnicamente sorprendente. In lui non
troviamo ombre e retorica di citazione o di decorazione, ma l’essenziale
sviluppo di un pensiero che incontra l’interlocutore nel dialogo e nella
meditazione.
Giammarco Puntelli – da “Le scelte di Puntelli”,
Mondadori Editore, 2015
“Sento che il
tempo cade e fa rumore nell’anima mia…” scrive Cardarelli in una sua poesia e
Solimani su una linea di naturale continuità sembra aggiungere “lasciando
impronte d’amore e di dolore…”. Attraverso venti opere quest’artista dimostra
come la figura femminile nella sua piena maturità e bellezza sia la
protagonista del suo mondo creativo con tutta la sua carica di eros, inteso
come istinto originario della vita e dell’amore. Anche se le figure sono rese
attraverso un iperrealismo basato su un’ottima abilità esecutiva nella
raffigurazione di ogni particolare dei corpi, ci sanno introdurre in
quell’ambito misterioso delle forme primarie, degli archetipi legati alle
origini della vita. Ogni quadro appare come una pagina incompleta di un codice
antico, o tessera di un puzzle scomposto dove i vari piani del racconto si
sviluppano attraverso colori notturni il significato più recondito delle opere
lasciando intravedere varie possibili interpretazioni. Ogni figura di donna
assume una valenza primordiale di accoglienza e fertilità ma non risulta mai
slegata dalla ricerca estetica delle “divine proporzioni” in una cura del
linguaggio figurativo e di uno stile che non si basa solamente su caratteri
esteriori e formali, ma su un’idea centrale che li vivifica tutti: la vita
intesa come medium irrinunciabile di amore e di dolore.
Anna Iozzino
Ormai, come
dicevo, la figura domina incontrastata ogni suo dipinto ed è una
rappresentazione di straordinario realismo, dove l’abilità si unisce
all’interpretazione, dove il particolare diventa simbolo e metafora, dove
l’insieme costituisce motivo di riflessione e di sbigottito stranimento. Verità
più vera del vero e non solo perché costruita con grande rigore e conoscenza,
ma perché filtrata dalle emozioni, proiettata oltre la fisicità dei corpi e
delle situazioni. Un iperrealismo, quello di Solimani, capace di catturare
l’osservatore e di stupirlo per la perfezione dell’esecuzione, per la
sensualità delle rappresentazioni e la bellezza degli incarnati, ma in grado
altresì di smuovere il cuore e la mente, di interrogare lo spirito e di essere,
quindi, attualissimo e contemporaneo. Ma attuale e contemporaneo Stefano
Solimani lo era anche qualche tempo addietro quando la sua espressione tutta
concentrata nella descrizione di desolate e squallide periferie metropolitane
colte nei profondi e angoscianti silenzi notturni, quando, con lucidità e
realismo, mostrava le grandi solitudini dei nostri giorni attraverso pallide e
sfuocate luci che rischiaravano opulente e formose passeggiatrici. E anche
oggi, a distanza di anni, la sua voglia di indagare e scrutare nei fenomeni
della realtà quotidiana non si è affatto esaurita, anzi, è diventata più forte
e coinvolgente, più raffinata e sottile e il suo pennello funziona come il
grandangolo di un bravo fotografo che riprende da vicino, con primi piani
mozzafiato, corpi di donne bellissime, nudi sensuali e attraenti, garbato
erotismo mimetizzato e nascosto, che accende desideri e passioni. Il nudo ora
gli serve come specchio per attirare sguardi e attenzioni, ma anche e
sopratutto per denunciare le condizioni e situazioni: il vojerismo diffuso,
l’uso superficiale e leggero della bellezza, i compromessi facili e la voglia
di trasgredire oggi così di moda e diffusa. Straordinario e forse unico tra
tanti che si possono osservare, il suo Iperrealismo, che riesce a cogliere le
ombre e sfumature, luci e vibrazioni, lontananze e volumi creando
magistralmente l’inganno fotografico, il bisogno fisico di toccare l’opera per
scoprirne trucco, lo stupore attonito di fronte a tale perfezione. Una
perfezione che avvolge ogni minimo particolare anatomico, ogni indumento e che
poi si placa nello sguardo dove gli occhi portano dentro scintille di vita,
comunicano emozioni e stati d’animo. Occhi grandi, occhi espressivi per
raccontare ansie e solitudini, vittorie e sconfitte, gioie e delusioni.
Espressione intensa, questa di Solimani, perché rivolta alle grandi
problematiche umane, perché supera i confini della bellezza e della perfezione
estetica e diventa voce dell’intimità segreta, riflesso obbiettivo dei nostri
tormentati giorni.
Luciano Carini da “Artisti in Cronaca” – La Cronaca
Editore 2007
Guardando la
pittura del Maestro Stefano Solimani, mi viene in mente la frase che Stefano
Zecchi, il famoso storico dell’arte, ha scritto in uno dei suoi libri, dal
titolo “Capire l’Arte”, cioè, testualmente: “La parola più importante nel mondo
dell’arte è bellezza”. Poi, naturalmente Zecchi da varie interpretazioni della
bellezza, ma questo é un altro discorso. Ciò che voglio esprimere, invece, è
quanto I’arte di Stefano Solimani aderisca perfettamente alla frase di Zecchi,
poiché nelle immagini che Solimani rappresenta, ovvero nei corpi perfetti,
negli sguardi espressivi, nelle membra armoniose, c’è la riscoperta di una
bellezza che si richiama ai modelli dei pittori secenteschi, in una parola,
alla bellezza assoluta. Non per nulla, infatti, il Maestro fonda nel 2007, un
movimento artistico a cui dà nome “Iperestetismo”, proclamandosi quindi padre
di un modo di fare arte tutto teso a impossessarsi dell’armonia estetica e
della bellezza, come uno del mezzi più importanti per salvare il mondo
dall’orrore verso il quale, per molti versi, sembra si stia dirigendo. Egli
viene così a ribadire la priorità dell’estetica in arte, attuandola con la
rappresentazione della corporeità di figure umane, in prevalenza donne, da
sempre depositarie per eccellenza del concetto di bellezza. Sono donne delle
quali il Pittore mette al centro la femminilità attraverso l’intensità figurale
della perfezione anatomica, rappresentandole nei quadri in svariate forme di
bellezza, sempre classicheggiante. Forme di bellezza che Solimani carica di un
grande fascino fatto sì di sensualità, ma anche, e per molta parte, di una
suggestiva luce interiore che le illumina e le trasfigura. Così trasfigurate,
esse appaiono immerse in una dimensione surreale dove acquistano un ulteriore
fascino che le fa assurgere ad autentici quanto insoliti simboli di esuberante
carnalità e insieme di mistica spiritualità. È in questa dimensione
che definirei di “surrealismo simbolico”, che l’immagine oltre a svelare
un’intensa armonia estetica, mette in luce qualcosa di più profondo, di più
alto, di più misterioso. Raffigurate in espressioni e in atteggiamenti estati,
queste creature fortemente sensuali, ma come rapite da un’estasi mistica,
siprotendono verso una ieratica spiritualità contemplativa, oserei definire
sacra. E forse non é del tutto errata tale definizione, poiché in questo
vibrante, percettibile segno di sacralità, è già contenuto l’embrione pronto a
germogliare nelle opere che il Maestro presenterà in una sua prossima mostra
espositiva, riguardante appunto il sacro, a Venezia. Ma, tornando alla nostra
Mostra, queste figure di donne, affermano la loro presenza con distacco, e al
contempo, non chiedono altro che di essere osservate, perché ciò che è bello dà
gioia e, consapevoli di suscitare gioia in chi le guarda, esse sembrano volerla
offrire come un tributo in onore alla bellezza stessa. Per quanto ho appena
detto, le immagini che Solimani crea, pur essendo realistiche al massimo grado,
tanto da essere definite iperrealistiche, appartengono anche ad una realtà
onirica, in quanto si esprimono in una dimensione sognante, sospesa,
inesplicabile, astratta, cosi che ognuna di queste opere, sebbene figurativa,
può essere considerata altresì “un classico quadro astratto”. Poiché astrazione
non è solo quella fatta di linee verticali, orizzontali, curve, o comunque un
disegno non riconoscibile: astrattismo è anche ciò che partendo dal fisico, ad
un certo punto, dal fisico si slega, creando una nuova realtà che con il fisico
non ha alcuna attinenza. Solimani si concentra quindi su un pensiero
concettuale di questa realtà astratta e perciò indecifrabile, e giunge a una
sorta di scomposizione dello spazio e quindi del pensiero che lo anima,
attraverso la levigata perfezione del colore, l’impatto delle forme volumetriche,
la percezione di un’armonia assoluta, che per questo diventa emblematica.
Lascia quindi allo spettatore la ricomposizione di questo stesso spazio, poiché
non intende certo offrire allo sguardo l’oggetto di una realtà prefigurata , ma
consentire allo sguardo di prefigurarsi questa realtà, secondo i propri gusti,
la propria capacità di percepire i personaggi, la propria sensibilità. Il
Maestro si avvale dunque sia del simbolismo onirico sia dell’astrattismo per
rendere l’immagine rarefatta ed enigmatica, allo scopo di dare ad essa molte
chiavi interpretative, perché come ogni grande pittore, Stefano Solimani è
anche un narratore di sogni e di eventi, ma nell’interpretazione di questi,
occorre peraltro aver sempre presente che, nella sua pittura, ciò che più conta
é il non detto, anzi il non visibile. Ovvero è quella sorta di apertura che
egli mai tralascia nella sua narrazione, affinché lo spettatore possa entrarne
a far parte, e quì espandere i limiti della propria visionarietà, fino ad un
punto tale che l’opera d’arte osservata, possa diventare anche un po’ sua.
Sebbene il gesto pittorico di Solimani si muova nella tradizione del
Classicismo, attinga al Rinascimento, si avvalga del Surrealismo e del
Simbolismo, il piglio e l’energia con cui egli opera sono attualissimi, calati
nella realtà odierna e quindi veloci, allusivi ed ambigui, magicamente
coinvolgenti ed estremamente accattivanti. Inoltre, e devo aggiungerlo perché
ciò è nelle mie corde, il suo gesto pittorico è guidato da un profondo affiato
poetico che si coglie con emozione e con gioia, ma non invischia troppo le
immagini anzi, contribuisce a liberarle, aggiungendo a ciascuna, se possibile,
un’ancora maggiore solennità di grazia, di armonia, in una parola, di bellezza.
E qui mi riallaccio alla stessa frase dello storico dell’ arte Stefano Zecchi,
frase già citata all’inizio del mio intervento e che mi piace ribadire, cioé
che “la parola più importante nel mondo dell’arte è bellezza”. Perchè, come
spero si sia potuto cogliere dalle mie parole e come molto meglio si può
comprendere osservando le sue opere, l’arte del Maestro Solimani, é
perfettamente inscritta e descritta in questa frase.
Francesca Maria Ferraris
La magistrale
propensione pittorico-descrittiva del Maestro Stefano Solimani possiamo
dichiararlo non ci sorprende più; semmai possiamo riconoscere che ci stupisce
ogni volta che si propone con temi coinvolgenti come quello di “Paolina Venere
imperiale” di oggi. L’assoluta proprietà di linguaggio con cui esplicita la sua
arte ci parla di registri molto personali, motivi aneddotici o storici comunque
e sempre compresi e intrisi di percettibili addendi umanitari che, per come
raccontati, assurgono a delicati accenni di lirismo. Nel Maestro è insita ed
evidente la capacità di conglobare rimandi plurimi dove si apprezzano il nitore
tanto caro ad Hayez, lo spunto di bellezza ideale del Ciseri e nelle sue
modelle sedute o distese, musiciste o dive tout court, sono molteplici le
citazioni onorifiche rivolte a Tiziano, a Raffaello e a Canova.
Gastone Ranieri Indoni